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Autore: Maria Nakamura    30/08/2012    1 recensioni
prequel di "i will always love you" (ma si capisce anche senza averla letta prima)
"Lei d'altronde era la ragazza pura, dolce, studiosa ed ubbidiente che i suoi genitori si aspettavano che fosse, anche quando gli aveva detto della sua relazione con Pai loro non si erano arrabbiati, convinti che non avrebbe fatto cazzate.
Oh, ma ne aveva fatte invece, di cazzate, la principale era li, davanti a lei sottoforma di stick di plastica con due linee sopra. Un test di gravidanza."
mi sono davvero impegnata a scriverla, spero che sia venuta bene!
recensite in tanti!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pai Ikisatashi, Retasu Midorikawa/Lory
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Tokyo Mew Mew After'
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I suoi genitori erano andati in vacanza per due giorni e l'avevano lasciata da sola a casa, si erano sempre fidati di lei ma, insomma, chi non lo faceva?
Lei d'altronde era la ragazza pura, dolce, studiosa ed ubbidiente che i suoi genitori si aspettavano che fosse, anche quando gli aveva detto della sua relazione con Pai loro non si erano arrabbiati, convinti che non avrebbe fatto cazzate.
Oh, ma ne aveva fatte invece, di cazzate, la principale era li, davanti a lei sottoforma di stick di plastica con due linee sopra. Un test di gravidanza.
Respirava affannosamente, leggendo più e più volte le istruzioni nella speranza che il risultato cambiasse ma non c'erano errori, una lineetta negativo, due positivo. Era incinta.
Rintanata nel bagno di casa sua, in un angolo a piangere, sentì aprire la porta, pregò che non fossero i suoi genitori ma non si alzò per andare a vedere che era.
Rimase lì, ferma, a singhiozzare seduta contro la parete.
-Lory! Lory, dove sei? Tuo fratello è in casa?- sentì urlare dall'ingresso -La porta non era chiusa, così sono entrato...- tirò un sospiro di sollievo sentendo che la voce non era dei suoi genitori ma di Tart.
Pensò alla porta, si era dimenticata di chiuderla nella fretta, un pensiero stupido in quel momento ma tutto andava bene pur di distrarsi.
Sentiva i passi che si avvicinavano e si sentiva chiamare ma non aveva la forza ne di alzarsi ne di rispondere.
La porta del bagno si spalancò,  la ragazza alzò lo sguardo ad incontrate quello dell'alieno più piccolo, Taruto si era bloccato, aveva guardato Lory, poi uno (a sua detta) strano aggeggio di plastica e un foglietto scritto fitto, ma un ragazzino di 12 anni cosa ne può capire?
-Lory,  che succede, stai male?- le disse allarmato, nemmeno lui sapeva cosa fare, lei annui debolmente e, in un sussurro, gli disse - Pai... chiamalo...- il ragazzino, ancora disorientato  non fece domande ma corse al telefono nell' ingresso, componendo velocemente il numero di suo fratello.
La ragazza venne lasciata di nuovo sola con i suoi pensieri, i dubbi, le ansie: erano giovani, come avrebbero fatto? Come lo avrebbe detto ai suoi genitori?
Nel suo cuore però, provava anche un'altra sensazione, neanche lei sapeva definirla bene, tenerezza, forse, amore, ma non quello che provava per Pai.
Era più simile al bisogno di proteggere qualcuno, in quel momento sentiva che avrebbe dato la vita per quella creatura che stava crescendo in lei, ma la paura era forte e prendeva il sopravvento sul suo animo e così, neanche volendo, le lacrime non smettevano di scendere.
Quando senti la porta aprirsi e subito dopo richiudersi velocemente il suoi cuore, se possibile , accelerò ancora di più, aveva chiesto lei di chiamarlo, ma se lui non si fosse sentito pronto? Se l'avesse abbandonata?
D'un tratto non era più sicura di voler incontrare il suo ragazzo, ma ormai era fatta, quando la porta del bagno si aprì violentemente venne avvolta in un abbraccio protettivo, nessuna domanda, nessun "come va" o "cha cos'hai" di circostanza, solo... un abbraccio.
Dopo alcuni minuti, che le erano sembrato ore, si staccarono, lui non le disse niente ma l'aiutò ad alzarsi, la portò in cucina e la fece accomodare al tavolo, cominciando a preparare il thè.
Non parlarono fino a che entrambi non avettero una tazza fumante davanti, la prima a parlare fu Lory, capendo lo sguardo preoccupato ed ansioso dell'altro -sono incinta- nessun giro di parola, niente per addolcire la pillola, o la va, o la spacca, si era detta.
 
La verità era arrivata a Pai come una secchiata di acqua gelida, quando suo fratello gli aveva telefonato aveva intuito qualcosa, dato che gli aveva parlato confusamente di una scatoletta con scritto, clear o clean ma non aveva pensato, neanche minimamente, di ascoltare quella vocina in fondo al suo cervello e l'aveva zittita fino a quel momento.
Non ebbe nemmeno il tempo di pensare, la prima cosa che sentì fu quell'unico neurone rimasto attivo dopo lo shock che gli diceva "te lo avevo detto!".
Decisamente inopportuno in quel momento.
 
Passarono 1,2,3 minuti, non sapeva neanche lui quanto, si alzò di scatto facendo cadere la sedia, Lory, in quel momento, si sentiva pronta a ricevere schiaffi o insulti, tutto le sembrava possibile eccetto che Pai l'abbracciasse di nuovo, questo la colse alla sprovvista.
Le mise una mano dietro la testa, intrecciandola nei suoi capelli -ce la faremo- le disse, in un tono che neanche lei, che lo conosceva più a fondo persino dei suoi fratelli, si sarebbe aspettata da lui -insieme- aggiunse dopo un attimo di pausa.
Scoppiò di nuovo a piangere,  sta volta di gioia perchè, in un modo o nell'altro, loro due ci sarebbero riusciti, se lo sentiva.
Più calmi, erano saliti in camera, si trovavano sdraiati sul letto di lei, abbracciati l'uno all'altra, pensando al futuro  -per la fine della scuola manca solo una settimana, credi di farcela?- le disse, passandole la mano sul ventre, quasi impercettibilmente più gonfio -starò bene, quello che mi preoccupa è il dopo...-
Il silenzio era calato su entrambi, nessuno dei due sapeva davvero cosa fare, potevano riempirsi disperanza, di belle parole, di "andrà tutto bene" detti alla leggare, ma la realtà era che entrambi non avevano la minima idea di come risolvere quella situazione.
-dobbiamo dirlo ai miei, in qualche modo- fece rassegnata, sarebbe stato difficile in effetti, conoscendo il padre di Lory...
Pai la rassicurò, neanche tanto in realtà, dicendole -è inutile prepararci un discorso, pensiamoci quando arriveranno- lei annuii stancamente per poi addormentarsi contro il petto dell' alieno.
 
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-Lory! tutto ok?- una ragazza dai lunghi capelli neri era accucciata affianco all'ex mew mew dentro ai bagni della scuola.
-Mei-chan come sta?- un'altra studentessa, sta volta con i capelli corti e biondi stava affianco alla porta, camminando avanti e indietro.
Quando le due uscirono dal piccolo spazio dove era posizionato il wc la mew mew era uno straccio, il viso notevolmente pallido e le gambe che la reggevano a fatica -Haru-chan, dobbiamo portarla in infermeria!- la bionda annui per poi passare un braccio sulle spalle di Lory per aiutala a sorreggersi.
-non... non c'è bisogno, davvero, sto bene...-  il tono era davvero poco credibile, in risposte le due ai suoi lati rafforzaronola stretta e si diressero lentamente in infermeria.
Passando per i corridoi quasi vuoti della scuola la verde notò tra la folla une delle "amiche" che aveva prima di diventare mew mew,nonostante le sue condizioni, non riuscì a trattenere un sorriso quasi di vittoria, pensando alla volta in cui era stata male una volta e l'avevano ritrovata in bagno dopo delle ore perchè nessuno l'aveva cercata.
Era cambiata molto, dopo che Kisshu se ne era andato, segnando così la fine della loro lotta, aveva mandato al diavolo quelle tre arpie che si fingevano sue amiche e si era iscritta al club di economia domestica, dove aveva conosciuto Meiko ed Haruko che ora erano le sue migliori amiche.
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-è corsa via dalla classe improvvisamente e così ci siamo preoccupate!- l'infermiera della scuola e le sue amiche stavano parlando da ormai dieci minuti, senza prestare ascolto ai suoi "sto bene" o "non è niente" e questo la irritava non poco.
Finalmente l'attenzione si spostò su di lei, stesa su un lettino dell'infermeria  -Midorikawa-san, è già la terza volta questa settimana- le passo la mano sulla fronte -eppure non sei calda, non può essere influenza...- la donna sembrava pensierosa -potrebbe essere...- disse incerta in un sussurro per poi scuotere la testa, fermamente convinta che la sua ipotesi fosse sbagliata.
Porse a Lory alcune pastiglie per lo stomaco ma Lory le rifiutò, con un pò troppo ardore, per paura che facessero male al bambino.
-benissimo, ragazze grazie per aver portato qui Midorikawa-san, tornate alle vostre classi- detto questo si girò la sedia per poter tornare a controllare alcune scartoffie sulla scrivania.
Prima che le due uscissero però le fermo di colpo alzando di scatto la testa -chiamate qui Ikisatashi-kun, per favore- le due si guardarono confuse, ma uscirono senza dire una parola e fecero quello che gli era stato detto.
Non passò molto prima che Pai arrivasse, tutto trafelato, all'infermeria della scuola, entrò aprendo la porta
Entrambe le donne, un sdraiata e l'altra seduta accanto a lei sul lettino, si girarono a fissarlo ma ne lui, ne la ragazza avevano il coraggio di parlare.
L'infermiera invitò Pai ad entrare e a chiudere la porta, così da evitare che orecchie indiscrete sentissero la loro conversazione -spero che capiate che non posso tenere segreta questa cosa alle vostre famiglie vero?- le ragazza annui abbassando lo sguardo mentre l'altro sbiancò, sgranando gli occhi, senza distoglierli dalla donna.
Con un sospiro quella si alzò dalla sedia per andare, probabilmente, in segreteria, a contattare le famiglie. Quando Pai e Taruto avevano deciso di rimanere sulla terra Kyle era diventato il loro tutore ma ora si trovava in viaggio d'affari in America con Ryo, a quanto pare avevano deciso di rendere il mew caffè una catena mondiale.
in ogni caso, entrambi erano tesi -I tuoi non erano in viaggio?- disse il ragazzo, speranzoso -no, sono tornati ieri, mio padre ha avuto un intossicazione alimentare- Lory si era raggomitolata sul letto, la schiena appoggiata al muro, le ginocchia strette al petto e la testa su di esse.
Pai le si sedette accanto e l'abbracciò, tenendola stretta fino a che l'infermiera non tornò -Parleremo noi con i tuoi genitori d'accordo? Vedrai che andrà tutto bene- le disse dolcemente per poi sparire dinuovo dietro la porta.
Da quando aveva scoperto che Lory era incinta aveva abbandonato il carattere freddo che lo aveva accompagnato per tutta la sua vita ed una strana voglia di protezione si era insinuata nel suo cuore.
Certo, le manifestazioni d'affetto in pubblico erano ancora un tabù per entrambi  ma alcune piccole cose erano cambiate, camminando per strada si tenevano per mano, per esempio e Pai era costantemente in ansia per le condizioni della ragazza e non era affatto bravo a nasconderlo.
Quando i genitori di lei entrarono, Lory non seppe definire l'espressione di suo padre.
Era un misto tra delusione rabbia e, forse, di risentimento, per averglielo tenuto nascosto -Prendi le tue cose e vattene da casa-le disse freddamente, senza badare alle lacrime che, di nuovo, bagnavano il suo viso.
 
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Andavano avanti con l'assegno mensile, abbastanza consistente, che gli mandava Kyle, tuttavia Pai aveva deciso di smettere di studiare dopo il diploma e trovarsi un lavoro mentre la ragazza si era trasferita da lui.
La voce a scuola si sparse inevitabilmente ma nessuno dei due aveva rinunciato a diplomarsi, nonostante il ragazzo fosse contrario Lory gli aveva assicurato che non avrebbe fatto sforzi eccessivi.
Erano davvero insopportabili però, gli sguardi delle persone attorno a lei quando camminava per i corridoi dell'edificio, solitamente o Pai o alcuni amici la "scortavano" dappertutto, gelando con delle occhiatacce tutti ma non quel giorno, poteva sentire chiaramente i bisbigli intorno a se.
Le sue orecchie erano riempite da aggettivi come "stupida", "puttana" o cose così, in particolare però venne ferita dal commento di alcune ragazza che non si erano accorte che era entrata in bagno.
Riconobbe chiaramente la voce della presidentessa del "Pai fun club"  chiacchierare con altre ragazza -che sgualdrina! scommetto che il bambino non è nemmeno di Pai-sama!- le altre ridacchiarono e una dsse -per me se lo è inventato per non farsi lasciare!- scoppiarono tutte a ridere.
Probabilmente fu quello scambio di battute, ascoltate per caso, che determinò la totale fine della remissiva e timida ragazzina che era stata fino a quel momento.
La porta della latrina si aprì di scatto, le altre ragazze non fece neanche in tempo ad accorgersi di cosa stesse succedendo che si  ritrovarono con le guance rosse e doloranti -non mi forò più mettere i piedi in testa! voi non avete il diritto di dirmi queste cose chiaro?!?- detto questo usci sbattendo sonoramente la porta e mandando sguardi infuocati a chiunque osasse dire qualcosa su di lei.
 
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A casaMidorikawa, nel mentre, la situazione era insostenibile.
La madre aveva deciso di non fermare il marito nella sua decisone di cacciare Lory, ma gli aveva chiaramente detto che se entro due settimane non si fosse riappacificato con la ragazza avrebbe preso i figli e sarebbe andata a vivere altrove.
La signora Midorikawa era una donna allegra e davvero gentile ma era anche una di quelle persone che non vorresti avere come nemiche.
Gestiva un locale in uno dei quartieri di lusso di Tokyo, uno dei più famosi tra l'altro, ma non si poteva certo dire che era solo un bar, solo lei e sua figlia, destinata a gestire il posto in futuro, sapevano cosa succedesse realmente in quel posto, sta di fatto che la donna aveva molte più conoscenze del marito.
D'altronde anche il padre era preoccupato per la figlia, era un uomo orgoglioso ma sapeva ammettere quando sbagliava e in quel momento si rese conto che, di sbaglio, ne aveva fatto uno grosso.
Prese il cuscino e la coperta e si diresse a passo spedito verso il divano, la moglie lo aveva cacciato dal letto e, dopo che lui era uscito, si era chiusa a chiave la porta alle spalle.
L'uomo quella stessa notte prese una decisione.
 
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Ormai gli ultimo giorni di scuola erano arrivati, Lory si sentiva stranamente felice pensando alla meritata pausa che si sarebbe presa alla fine della scuola, lei e Pai non si erano demoralizzati nemmeno un attimo, anzi, provavano uno strano piacere a girare per i corridoi della scuola mano nella mano a testa alta senza dare soddisfazione a chi mormorava pettegolezzi al loro passaggio.
Così anche quel giorno procedeva normalmente, Lory prendeva diligentemente appunti decisa a non far calare il suo rendimento scolastico mentre Pai dormiva, sostenendo che voleva provare un nuovo metodo di apprendimento ma lei sapeva che in realtà la notte prima era rimasto sveglio a leggere i numeri arretrati di "papà oggi", li aveva trovati nascosti sotto il materasso ma non glielo aveva detto perchè tanto, sapeva benissimo che sarebbe morto pur di non ammettere che era in ansia.
Entrambi,  vennero  sorpresi dalla campanella che segnava la tanto agognata fine delle lezioni.
L'ex mew mew  rimise la sua roba nella cartella e fece lo stesso  con quella dell'alieno per poi scuoterlo delicatamente per risvegliarlo.
Si avviarono verso l'uscita con calma, facendo un cenno di saluto agli amici e dirigendosi verso il cancello d'uscita, di certo Lory non si aspettava di trovare suo padre appostato lì.
Quando lo vide, la prima cosa che fece fu cercare il suo sguardo, dovette combattere contro l'impulso di corrergli incontro piangendo e buttarsi ai suoi piedi chiedendo scusa ma anzi, si costrinse a rallentare il passo.
Gli arrivò davanti, pronta a fronteggiarlo, nonostante non fosse molto alta la sua espressione non lasciava trasparire nessuna emozione, vedendo il radicale comportamento della figlia rimase spaesato ma si fece coraggio e decise, si era preparato un discorso lungo e toccante eppure, quando stava per uscire quel pomeriggio, scrisse solo due parole sul palmo della sua mano, sapendo che, alla fine, avrebbe detto solo quelle e sarebbe stato maledettamente difficile.
-mi dispiace- le disse semplicemente, senza giri di parole ma questo non fece altro che aumentare il risentimento che leggeva negli occhi della figlia -quindi fammi capire- cominciò lei -tu mi cacci di casa, incurante del fatto che potrei non avere i mezzi per sopravvivere e poi, di punto in bianco, ti presenti qui, con tutta calma pensando che io ti perdoni perchè mi hai rifilato un pidocchioso "mi dispiace"?-  lo disse con tutta la cattiveria ed il sarcasmo che aveva in corpo -Ma non funziona così sai?- la voce cominciava ad incrinarsi -non puoi venire qui come se niente fosse- la prima lacrima le scese sul viso -e pensare che si sistemi tutto!-
Ormai il volto era bagnato dalle lacrime ma non se ne curava, come del fatto che stavano dando spettacolo -non puoi hai capito?!? NON PUOI!- l'uomo non sapeva cosa fare, così decise di chiudere gli occhi e lasciare che il corpo si muovesse da solo verso la figlia, abbracciandola.
Lory continuava a ripetere quelle parole come un mantra, sempre più piano, fino a ridurle ad un sussurro che finì con lo spegnersi -mi dispiace tanto papà- disse infine piangendo con il volto nascosto nel petto dell'uomo -è tutta colpa mia- le gisse lui, carezzandole la testa -andimo a casa-
Il padre della ragazza fece cenno anche a Pai, che era stato in disparte fino a quel momento, di salire in macchina, il ragazzo, entrato nella vettura, non potè fare a meno di pensare che, da li in avanti, sarebbe andato tutto bene. 


____________________________ANGOLINO MIO________________________________

Spero davvero che questa storia sia venuta bene, mi sono davvero impegniata per scriverla per cui spero vi piaccia!!
Mi raccomando recensite!!!!
Maci Mary
  
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