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Autore: Fefy_07    30/08/2012    2 recensioni
Ambientazione post 3 stagione. Damon, per il patto stretto con Stefan, ha lasciato Mystic Falls. Dopo 4 anni ritorna, stanco di dover stare lontano dall'unico posto che riesce a chiamare casa. Capisce subito che qualcosa è andato tremendamente storto quando è andato via, e i suoi sospetti non fanno altro che accrescersi, trovando casa sua perfettamente vuota. Dove sono Elena e Stefan? Cos'è successo dopo la sua partenza? Avrà presto una risposta ai suoi dubbi e sarà costretto ad una nuova, grande battaglia, per salvare suo fratello.
Prima long-fic, spero di avervi incuriositi e che leggerete!
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Klaus, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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POV Elena

Ero stravolta. Anzi, forse qualcosa in più. Continuavo a sbattere le palpebre, quasi avessi paura di star sognando e che, a momenti, la figura davanti a me sarebbe scomparsa in una nuvola di fumo, o evaporata, o chissà che altro. Semplicemente non riuscivo a spiegarmi perché Damon fosse tornato, dopo tutto questo tempo, all’improvviso.
Erano giorni che lo sognavo, e in quei sogni invocavo il suo nome e lo vedevo dissolversi, all’orizzonte, dopo avermi lanciato un’ultima occhiata, non troppo diversa da quella che mi lanciò anni fa, quando venne a salutarmi e io fui troppo codarda per fermarlo. Avrei potuto farlo, avrei potuto seguirlo appena lasciò la mia camera, ma non lo feci. Cercai di convincermi che andava bene così, ma in realtà non andava bene niente.
Passammo alcuni minuti a guardarci, entrambi leggermente spaesati, incerti su cosa dire. La situazione era abbastanza paradossale, io l’avevo attaccato alle spalle mentre era sul divano di casa sua. È stato un istinto, purtroppo non riesco ancora a controllarli del tutto, e col calare della notte i miei sensi da predatrice si riscuotono e si affinano.
“Che ci fai qui?” trovai finalmente il coraggio di chiedergli e fui ripagata con un sorrisino ironico, tipico di Damon. Quanto mi era mancato un sorriso così, in questi quattro anni?
“Potrei farti la stessa domanda,” cominciò spavaldo, ed ebbi un brivido risentendo la sua voce “fino a prova contraria, questa è casa mia, sei tu che non dovresti esserci.” Si avvicinò piano, io restavo immobile a fissarlo, cercando di memorizzare ogni dettaglio. Aveva mantenuto nel tempo il suo stile total black, t-shirt e jeans, la giacca di pelle era gettata su una sedia nell’ingresso (dettaglio che avevo mancato di notare prima) e il suo profumo non era cambiato, come avevo fatto a non accorgermene prima di attaccare? Era inconfondibile, dolce ma deciso, fresco come una brezza primaverile, rassicurante, perfettamente adatto a lui. I capelli corvini erano leggermente scompigliati, effetto probabilmente del piccolo scontro appena avuto. I suoi occhi azzurro ghiaccio mi scrutavano, cercando di studiarmi, di capire come avrei reagito. Aveva piegato leggermente la testa e mi ricordò tremendamente la prima volta che ci siamo conosciuti, quando mi ha colto di sorpresa alle spalle, a casa Salvatore. Anzi, la seconda volta che ci siamo visti, anche se all’epoca non lo sapevo mi corressi mentalmente, i ricordi erano tornati praticamente due giorni dopo la sua partenza e ancora faticavo a conviverci.
“Passo sempre qui, la sera,” non seppi perché, mi sentii in dovere di spiegargli “so che troverò tutto vuoto, perciò mi ha sorpreso trovare le luci accese e un tizio che dovrebbe essere sparito nel nulla steso sul divano a bere!” terminai la frase in modo tagliente, con una certa nota di accusa nella voce e non dubitai che l’avesse notato.
“Beh, sai, ogni tanto una visitina a mio fratello e alla sua dama, è d’obbligo” scherzò lui, forse per alleggerire l’atmosfera, ma per me era alquanto insostenibile. Non gli risposi, ma lo guardai intensamente, forse per accertarmi che lui era davvero lì, poi mi sfuggirono un paio di lacrime. Sono decisamente troppo emotiva, ma tutti i ricordi, i pensieri, le angosce che mi avevano assalita da quando se n’era andato si riversarono prepotentemente nella mia testa, e non potei fare a meno di lasciarmi andare.
Si avvicinò a me allarmato, evidentemente non sapeva come comportarsi e non si aspettava una reazione del genere. Quando mi fu ormai a due passi, mi avvinghiai a lui e lo tenni stretto, come per impedirgli di scappare ancora. All’inizio non rispose al mio abbraccio, l’avevo sorpreso di nuovo, ma poi mi strinse a sé, delicatamente, dolcemente, e cominciò ad accarezzarmi i capelli, sussurrando qualcosa, che pensai fosse una specie di rassicurazione. Non mi preoccupai di ascoltarlo, stavo troppo bene nelle sue braccia, finalmente, dopo tanto tempo e non volevo pensare ad altro.
“Non provare mai più ad andare via così, Damon, MAI!” gli sussurrai ancora con voce rotta, dopo qualche minuto, cercando di suonare minacciosa “E se lo fai e ti ripresenti all’improvviso, giuro che ti ammazzo con le mie stesse mani.”
Ridacchiò, continuando a stringermi e ribatté “Ho visto come combatti, poco fa, prevarrei senza neanche impegnarmi troppo. Comunque non correrò il rischio, non andrò da nessuna parte. Adesso meglio che mi lasci, o Stefan potrebbe ingelosirsi.” A quelle parole, mi irrigidii e lo lasciai andare, come mi fossi scottata. Lui mi guardò un po’ deluso per un attimo, ma non aveva capito. Il nome di Stefan mi si era completamente dissolto dalla mente in quei minuti, il ritorno di Damon ha coperto per un attimo quel problema, ma adesso era riaffiorato prepotentemente. Lo guardai con un’espressione afflitta e lo vidi allarmarsi.
“È successo qualcosa? Elena, dov’è Stefan?” Avrei tanto voluto rispondergli, ma non mi sentivo al sicuro tra le mura di quella casa, non più. “Non qui, vieni con me.” Lo presi per mano e uscimmo da quella casa, nella notte fredda e buia. Corremmo per circa venti minuti, mentre raggiungevo quella specie di condominio mezzo abbandonato che ero costretta a chiamare “casa” da due anni a quella parte. Damon alzò un sopracciglio, mentre lo guidavo dentro, salendo una rampa di scale. Preferì non fare domande per il momento, sapeva che gli avrei spiegato tutto una volta a destinazione. La porta di “casa” si aprì cigolando sinistramente, mostrando il posto dove alloggiavo. Non era esattamente una reggia, ma nemmeno una catapecchia, qualcosa come una via di mezzo. C’erano una zona salotto, arredata con un divanetto verde di stoffa consunta e un piccolo camino; un angolo cucina, con un fornello, un lavandino e un frigorifero, il necessario per sopravvivere; un piccolo bagno e una camera da letto il cui unico mobilio consisteva in un piccolo comodino con una lampada e il letto singolo. Il tutto veniva illuminato, in quel momento, da due lampadine al neon, che si erano accese con un ronzio.
Damon strinse le labbra, con disappunto. “Non mi aspetto che ti piaccia, è il necessario per sopravvivere” liquidai la sua stizza con un gesto della mano, poi mi gettai sul divano, cercando di mettere ordine ai pensieri. Ora c’era la parte difficile, spiegare a Damon tutta la situazione in cui ci trovavamo, che non era per niente bella. Non aveva aperto bocca da quando avevamo lasciato casa sua, e non lo fece neanche adesso, limitandosi a lanciarmi un’occhiata piuttosto eloquente, mentre si sedeva accanto a me.
Dopo poco, vedendomi esitante, chiese schietto “Allora, cosa accidenti è successo in questo posto da quando sono andato via? Sai, non ho trovato nessuno” calcò particolarmente la voce su quella parola, quasi volesse farla risaltare nella frase “delle persone che conosco anche minimamente, né il tuo amico umano, né il tuo fratellino, né la Barbie o la streghetta. Perfino Tyler Lockwood sembra sparito nel nulla! E così sua madre e lo sceriffo. Ultimi ma non ultimi, non riuscivo a capire che fine poteste aver fatto tu e Stefan..” si fermò, per riprendere fiato, ma poi aggiunse solo “Penso che tu mi debba una spiegazione.”
Fossi stata in lui, non avrei detto una cosa del genere. Mi scaldai immediatamente alle sue parole, e invece di rispondergli, lo fulminai con lo sguardo “Io ti devo una spiegazione?! Che ne dici di spiegarmi tu, prima, per quale assurdo motivo sei tornato qua, proprio adesso?! Una girata di testa improvvisa?!” Mi ero ripromessa di non attaccarlo, ma quell’uscita non mi era piaciuta per niente. Mi sfidò con lo sguardo e rispose “Io sono libero di fare quello che voglio, quando voglio e come voglio! Si, anche se fosse stata una girata di testa?! Ho deciso che volevo tornare a Mystic Falls ed eccomi, sono qua, ma certamente non mi aspettavo questo quando mi sono messo in viaggio!”
“Ah, davvero?! Magari ti aspettavi una festa con tutte le persone che conosci e una torta con scritto “Bentornato a casa, Damon”?!” mi resi conto di essere stata molto acida e di avere la voce satura di ironia, ma non potei evitarlo, anche se mi sentii confusa. Fino a mezz’ora fa lo abbracciavo in lacrime e adesso gli urlavo addosso. Ma era sempre stato così con lui, diventavo imprevedibile e reagivo impulsivamente. Mi guardò in cagnesco, prima di rispondere “Mi aspettavo se non altro di trovare mio fratello con la sua ragazza, o magari chiunque che potesse spiegarmi dove accidenti erano, chiedevo troppo?!” Non risposi, ma lasciai sbollire la rabbia, mentre lui continuava “Elena, non voglio litigare. Mi dispiace per essere andato via improvvisamente, quattro anni fa, ok? Ma era la cosa giusta da fare e lo sai anche tu. Eri molto instabile, appena trasformata e avevi bisogno dei tuoi affetti. E comunque avevi scelto, cosa ti aspettavi? Che rimanessi a vedere te e Stefan sbaciucchiarvi tutti i giorni? Non avrei potuto sopportarlo.”
“E allora spiegami perché sei qui ora,” mi decisi finalmente a rispondere, quando fui abbastanza sicura che non gli avrei urlato addosso di nuovo “perché adesso era il momento di tornare e non prima? Perché adesso le cose dovrebbero essere diverse?” Abbassò lo sguardo, che fino a quel momento era stato puntato dritto nel mio, e poi rispose “Non penso che lo siano. È solo che..” ebbe un’esitazione “Beh, ero stufo di scappare via dall’unico posto in cui mi sento bene. Ho provato a lasciarmi tutto alle spalle, ma non è servito. E allora eccomi qua, sono tornato e ti chiedo scusa se hai sofferto per la mia partenza, o se preferivi che io non tornassi. Ho sentito il bisogno di farlo, ma se tu vuoi che vada via, posso farlo.” Concluso il suo discorso, sempre a testa bassa, attese. Io ero rimasta abbastanza basita, vedere Damon così vulnerabile non capitava troppo spesso, anche se, dovetti ammettere che con me succedeva molte più volte di quanto probabilmente era mai successo con chiunque altro. “Ovvio che non voglio questo, Damon, anzi, ho bisogno di te più che mai, adesso.”
A quelle parole parve rincuorato, e mi guardò sorridendo, anche se s’incupì un attimo dopo. “Ora vuoi spiegarmi cosa succede qua? Dov’è Stefan? E tutti gli altri?” Ricambiai il suo sguardo ansioso con un altro perfettamente identico, poi sospirai. Era così tremendamente difficile, ma era una cosa che andava fatta. “Ti spiegherò tutto, Damon, ma non interrompermi, non è così facile. Sono successe così tante cose, da quando sei andato via, che ci vorrà forse tutta la notte per riassumertele.” Si accomodò meglio sul divano e mi guardò, in attesa. Ok, adesso o mai più. Cominciai con un’unica frase, dovevo fargli capire il più possibile la situazione e pensai che andare subito al sodo fosse la cosa migliore. “Klaus è tornato.”

 
Angolino dell’autrice :)

Ciao a tutti! :D Allora, che dire? Sono irrecuperabile xD Ieri ho avuto una visita medica, più lunga di quanto pensassi, e dunque non ho potuto aggiornare. Spero di farmi perdonare con questo capitolo, anche se non è troppo lungo e le spiegazioni sono state rimandate di nuovo, ma che devo farci, la storia si sta praticamente scrivendo da sola e se ci avessi messo anche tutte le spiegazioni, a quest’ora, il capitolo non finirebbe più :P Veniamo a noi, la persona che ha attaccato Damon, l’ultima volta, era Elena (*rullo di tamburi* Complimenti a Esperanza97, che ha indovinato subito ;)) e il capitolo è scritto dal suo punto di vista, per cambiare un po’ ma anche perché mi sembrava più adatto, non chiedetemi l’oscuro motivo della scelta D: Allora, lei e Damon condividono un momento dolce, appena si rivedono, e subito dopo uno più difficile, ma gli alti e bassi tra loro sono frequenti (basti pensare alla puntata 3x19, prima avvinghiati a baciarsi e dopo che neanche si parlano, in macchina) quindi pensavo ce ne stesse bene uno anche qui, anche perché è ancora prestino per i momenti più intimi, ma vi anticipo che arriveranno, in fondo Elena non ha mai avuto l’occasione di parlare con Damon dei suoi ricordi, no? Bene, quest’occasione arriverà, in seguito. Inoltre mi sono soffermata particolarmente sulle emozioni che il ritorno di Damon le suscitano e sulle descrizioni, per cercare di farvi capire più o meno dove si trova ad abitare la nostra vampira. Che altro dire? Finalmente nel prossimo capitolo, questo ve lo garantisco, sapremo tutto su cos’è successo a Mystic Falls dopo la partenza del nostro protagonista, e anche qualcosina sull’Elena vampira e su questa strana nuova sistemazione. Bene, detto questo, vi invito come sempre a recensire per farmi sapere cosa ne pensate e spero che continuerete a seguirmi (11 persone tra le seguite, 1 tra le preferite e 1 tra le ricordate, vorrei baciarvi tutte <3) e leggerete anche il prossimo capitolo, che arriverà prestissimo :D Alla prossima!!
  
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