Capitolo 1.
In Un’Altra Notte Di Aprile.
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ogwarts, come ogni vecchio castello che si rispetti, di
notte aveva il potere di terrorizzare.
Di far improvvisamente riaffiorare alla mente le proprie
paure infantili, e quelle più inconsce.
Di far perdere irrimediabilmente il senso
dell'orientamento e di far sembrare tutto più vecchio e cadente, di far
sobbalzare non appena un quadro sussurra o russa un po' più forte.
Alison sentiva il proprio cuore batterle nelle orecchie,
mentre camminava con passo lieve ma spedito verso la scalinata di ingresso. Se
i suoi passi non fossero dettati dalla frequenza con cui aveva percorso quei
corridoi, probabilmente si sarebbe persa.
Era confortata dallo scalpiccio dei suoi piedi nudi sul
marmo freddo, ma sobbalzò vistosamente quando il ritratto di un vecchio mago
gracile parlò.
-Hai visto, Arminda? questo conferma ciò che dicevo:
certo, Silente è un grand'uomo, ma con lui come Preside, qui gli studenti fanno
quello che vogliono!!- Borbottò con un tono acuto alla sua vicina, una grassa
donna opulenta. -Già Geoffry...Ah, ma quando andavamo a scuola noi, la parola
del preside era legge! Manca disciplina, qui siamo tutti d'accordo! Hai sentito
cos'è successo alla vicina di quel pazzo di Sir Cadogan? Mentre lei dormiva,
qualche studente ha fatto diventare la sua bacchetta un simbolo fallico!!- Rispose allora lei, in tono
indignato, un po' troppo forte.
Alison scosse vigorosamente i biondi capelli, affrettando
il passo; ovviamente sapeva chi era stato, perchè solo un Ravenclaw del settimo
anno sarebbe riuscito a modificare un ritratto.
Quando vide l'inizio della rampa di scale che portava
all'ingresso, il cuore le morì in gola.
Non aveva il coraggio di fare un altro passo, per paura
di disilludersi.
-...Sirius?- Chiamò con un soffio, i muscoli
che si tendevano in un brivido non certamente dato dal freddo, mentre tentava
inutilmente di far abituare maggiormente i propri occhi al buio che la
circondava.
Sentì distintamente un fruscio, che fece aumentare il
battito del suo cuore, -Alison?- Domandò una voce profonda, bassa.
La Ravenclaw sentì caldo dietro le orecchie, mentre
riprendeva a camminare velocemente e davanti ad i suoi occhi cominciavano a
stagliarsi i gradini e, verso la fine, la sagoma scura di Sirius.
Gli si sedette accanto con leggerezza, gli occhi
illuminati da un sorriso.
-Come facevi a sapere che mi avresti trovato di nuovo
qui?- Domandò il
Gryffindor, un ciuffo di capelli lucenti che gli ricadeva scomposto sul volto. Sembrava stanco, ma
nonostante tutto il suo sguardo riusciva ad essere intenso anche nella
penombra, conferendo un'aria più selvaggia ai lineamenti nobili.
Alison scrollò le spalle, -non lo so...Lo immaginavo e
basta...- sussurrò, sorridendo come una bambina, felice di aver avuto ragione.
Si sentì imbarazzata dallo sguardo confuso di Sirius e,
senza rendersene conto, si portò una mano a sistemarsi i capelli sulle spalle.
In realtà non sapeva cosa diamine ci faceva lì, lei odiava il buio, ne aveva
paura, la sera precedente era in giro per il castello solo perchè si era
trovata alle cucine con una sua amica degli Huffelpuff quando era ancora
chiaro, ma erano rimaste troppo a parlare.
Però quella sera, mentre era nel suo letto a baldacchino
dalle pesanti tende blu notte, leggendo svogliatamente un libro aspettando che
il sonno la cogliesse, la mente le aveva vagato fino a raggiungere il ricordo
della sera precedente, dell'espressione disperata di Sirius.
E l'aveva colta la consapevolezza che il ragazzo, in quel
momento, era nello stesso identico posto in cui l'aveva incontrato il giorno
prima, con la stessa angoscia inconfessata nel cuore, lo stesso ciuffo ribelle
che andava a coprirgli un occhio, e lo stesso buio che lo avvolgeva e tentava
di inghiottirlo.
Senza rendersene conto, era già a metà strada, mentre
cominciava ad essere presa dalla paura del buio.
-Si nota tanto?- Domandò Sirius,
sogghignando, ridendo di se stesso.
Alison fu scossa dai suoi pensieri, fissandolo
interrogativamente, cercando di non perdersi a contemplare i suoi occhi. -Che
sono disperato!- Continuò il ragazzo, e la Ravenclaw sbarrò improvvisamente gli
occhi. -No, che dici!- Provò
a mentire lei, ma si rese conto da sola che non era molto convincente.
Sirius rise di gusto, una risata simile ad un latrato,
passandosi una mano a portarsi indietro i capelli corvini, così luminosi. Poi
le sorrise, un sorriso tutto per lei, pieno di ringraziamento, -Non devi
preoccuparti, Alison...Infondo, io sono un eroe, no??- Disse, gonfiando il petto e battendoci sopra
il pugno. Poi la sua espressione si addolcì di nuovo, mentre allungava una mano a
cogliere, tra le dita, una ciocca dei capelli di Alison, che avvampò
improvvisamente. -Si vede che hai paura del buio...Non serviva che tu venissi
fin qui, veramente...Ma ti ringrazio tanto...- Sussurrò appena Sirius, il tono pieno di
gratitudine e malinconia, i lineamenti gentili, e lo sguardo profondo rivolto
verso di lei, in cui sprofondò senza ritegno. Il Gryffindor si portò alle labbra la
ciocca bionda, baciandola dolcemente, ed inspirando profondamente, prima di
rialzare lo sguardo su di lei, -shampoo alle mandorle??- Domandò scherzoso. Alison, imbarazzata e
tesa, si ritrovò a ridacchiare, di nuovo a suo agio.
Ma ad un tratto entrambi si bloccarono di colpo. Avevano
sentito distintamente un miagolio, proveniente dalla Sala Grande.
-Cosa c'è, tesoro mio? Hai sentito la puzza di qualche
sudicio studentello?- Domandò
una voce acuta e smielata, una voce così disgustosa, che risuonava talmente
stonata alle orecchie, che non poteva che essere di Gazza.
Alison impallidì improvvisamente, spaurita, cercando lo
sguardo di Sirius, che non aveva per nulla perso la calma. Quelle situazioni,
per lui, erano all'ordine del giorno. Si alzò con determinazione, tendendole la
mano per aiutarla ad alzarsi e sorridendole per rassicurarla, -non
preoccuparti, non ci faremo prendere da Gazza...- mormorò con tono di sfida.
Lei si sentì improvvisamente al sicuro, mentre lui la
trascinava per corridoi che lei non si sforzava nemmeno di riconoscere, i loro
passi fugaci che facevano poco rumore, il castello che non sembrava più
spaventoso e buio come prima e l'orientamento di Sirius che aveva così poco di
umano...
Ci sono situazioni, nella vita, che stranamente riescono
a legare le persone con un filo inesorabile e resistente. Ci sono situazioni
che vivi come un sogno, dove vieni travolto da emozioni di cui prendi
consapevolezza solo a mente lucida, molto più tardi. Ci sono situazioni che
riescono a svolgersi solamente se è notte.
Quella, era una di quelle situazioni.
La mano di Sirius era grande e calda, piena di tepore, e
lui sembrava così imponente, così eroico, così tanto Gryffidor! Ed era talmente
sicuro, anche mentre le lanciava un'occhiata per vedere se stava bene, che a
Alison aveva quasi voglia di prenderlo a schiaffi, per togliergli quell'aria
strafottente di chi ama l'adrenalina delle situazioni pericolose.
Quando Sirius si fermò, all'inizio di un corridoio, ormai
Alison aveva completamente perso il senso dell'orientamento da tempo, mentre
appoggiava inconsciamente la propria fronte sulla schiena del ragazzo, tentando
di riprendere fiato.
Sentiva il cuore batterle accelerato nelle tempie, e
l'odore di Sirius più forte e pungente che tentava di avvolgerla. I capelli le
accaldavano il collo, e le guance arrossate non solo per il caldo.
Sentiva il respiro di Sirius, che mano a mano andava
calmandosi, che le sembrava riempisse il silenzio.
-Bhe...Siamo arrivati...- sussurrò lui, con fare
compiaciuto. Solo in quel momento Alison si riscosse, cominciando a guardarsi
attorno. Le ci volle qualche secondo per rendersi conto di essere all'inizio
del corridoio che l'avrebbe portata al ritratto per la propria Sala Comune, e
ne fu quasi amareggiata.
Sorpassò Sirius sospirando, voltandosi a guardarlo, -Non
serviva che tu mi accompagnassi fino a qui...- Mormorò, guardando ora con familiarità il
corridoio.
Sirius sbadigliò, portandosi una mano davanti alla bocca,
e lanciando un'occhiata verso le finestre, da dove si intravedeva uno squarcio
di cielo ancora buio. -Ho preferito essere sicuro che non ti sarebbe successo
nulla- Rispose, sorridendo ironico. La penombra giocava sui suoi tratti nobili
e su quella bellezza quasi selvaggia.
Alison ridacchiò, sentendo ancora più caldo, -Allora
grazie mille Sirius, è solo a te che devo il fatto di non essere finita in punizione!-
disse allegra.
Non seppe mai dove trovò il coraggio di avvicinarsi di
mezzo passo, porgersi sulle punte dei piedi poggiando la mano alla base del
collo del ragazzo, per dargli un lieve bacio sulla linea della mandibola. Sentì
la mano di lui sfiorarle appena il fianco, prima di staccarsi di nuovo, in un
brevissimo contatto che le bruciò sulla pelle.
-Non devi ringraziarti, era mio dovere di Gryffindor
salvaguardare la tua incolumità!- Disse scherzoso, mentre Alison si allontanava di nuovo da lui,
notando lo sguardo di Sirius cominciare a cambiare luce ogni volta che la
guardava negli occhi.
*****
Ed anche questo è andato!!
Qua sta andando acora avanti un po’
lentamente, ma già dal prossimo capitolo entrerà in scena lui…L’Eroe…James
Potter!!
Non vedo l’ora!! Mi sono divertita un sacco
a scrivere di lui e Sirius…l’ho un po’ buttata sul ridere.
Grazie per tutti quelli che hanno letto e,
soprattutto, un bacio a chi ha recensito
Kikka91: Sono contenta di essere riuscita
nell’intento di dare a Sirius l’istinto canino…Approfondirò di sicuro il
personaggio di Alison, bisogna solo avere un po’ di pazienza per questi
capitoli ancora un po’ introduttivi.
Anche a me I Ravenclaw piacciono molto, un
po’ mi ci rispecchio, sinceramente.
Vane91: aggiornata al più presto, contenta?
^___^
PiccolaBlack: Il personaggio di Sirius
riserverà ancora molte sorprese, credo di aver dato il meglio del personaggio
nel capitoli più avanti, quando comincerà a mostrarsi un po’ di più…Sappimi
dire ^^
A presto, baci