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Autore: amelie_K    30/08/2012    2 recensioni
He looked just like you'd want him to| Some kind of slick chrome American prince| A blue jean serenade, and moon river, what you do to me.. *[A DustLand Fairytale - The Killers]
Okay...che dire, che dire, che dire.
Ah, sì. È la mia prima storia a capitoli. Non ho mai scritto niente di simile, c'è qualcosa che mi convince, qualcosa che proprio no (i titoli, i titoli ho ADORATO inventarli!). Mettiamola così, è un esperimento, va...
La storia è ambientata ad inizio terza stagione, e tranne sporadici episodi e riferimenti, non ha quasi nulla a che vedere con la serie. Gli autori avevano detto di voler creare il rapporto tra Dan e Blair già in questa serie - poi gli hanno preferito il triangolo Olivia-Dan-Vanessa ovviamente -.-
La mia storia parla di cosa sarebbe potuto succedere e -molto, ma molto fantasiosamente- come sarebbe andata a finire.
Vi avviso: pretenziosa, è pretenziosa, perché ci ho ficcato dentro tutti i riferimenti letterari possibili che mi venivano in mente. Ma del resto, Dan e Blair lo sono.
Oh, e ho trattato bene tutti i personaggi. ♥
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Dan Humphrey, Quasi tutti | Coppie: Blair Waldorf/Dan Humphrey
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione, Contesto generale/vago
Capitoli:
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07

07. Extremely Close and Incredibly Allowed. [1]


Signore, vorrei sapere chi fu il pazzo che inventò il bacio.
[Jonathan Swift]


***FLASHBACK*** [2]

Nello squallio negozio di souvenir, ad un certo punto Harold Waldorf aveva notato una serie di ciondolini – E questi?
Blair aveva riso – Papà, sono a forma di animale, sembrano per bambini, non per mamme!
– Infatti è per te. – ne aveva preso uno in mano e lo aveva consegnato alla figlia – ti piace, questo?
– Cos'è?
– Un totem indiano.
– No, non è vero, è un animale!
– Un totem indiano a forma di armadillo...
– Stai mentendo...ti stai inventando una storia!
– No – aveva riso – è scritto proprio qui. Dice che l'armadillo con la sua armatura aiuta a proteggersi dai nemici.
– Davvero?
– Te l'avevo detto, che c'erano cose magiche qui.
Blair aveva sorriso – Non hai mai detto una cosa simile...
– Dice che questo, portato al collo, ti aiuterà a trovare la forza in te stessa e mantenere le distanze dalle pretese altrui, senza commettere azioni che non vuoi veramente...
– Mi piace. – aveva detto Blair. 
–...ma anche a riconoscere quali esperienze sperimentare.
– Mi regali anche un armadillo vero?
– Quello a mamma non piacerebbe – aveva sorriso lui.

Una volta tornati a casa, aveva visto suo padre avvicinarsi a sua moglie – El, mi dispiace, ti amo.

Lei gli aveva dato un bacio a stampo sulle labbra. Blair si era sentita sollevata – Mamma, guarda cosa mi ha comprato papà!
La donna aveva finto entusiasmo per quell'oggettino di cattivo gusto – Adesso fargli togliere quell'affare sarà impossibile...sai che per lei ogni tuo regalo è sacro...Spero tu non ne abbia portato uno anche a me... – aveva sussurrato in un sorriso a suo marito, che aveva risposto sereno, solo un po' malinconico – No, non c'era niente che ti sarebbe piaciuto lì. – lei lo aveva ribaciato – Almeno, mi conosci ancora molto bene...

***-***

Serena la scuote allegramente – Sveglia, dormigliona!
– Mmmm-mhhh – bofonchia in risposta Blair, faccia sul cuscino.
L'amica non si arrende – Hai dimenticato che oggi è il terzo venerdì del mese, questo vuol dire che...
Blair si tira su di colpo, battendo le mani – ...è il nostro Giorno delle Due Streghe [2]! Come ho potuto dimenticarmene?
– Santo Cielo, quanto hai dormito stanotte? Hai una faccia sconvolta! Ehi, fa un po' vedere quella collana, da dove spunta fuori?
Blair si porta la mano al collo per coprirla – È un regalo di mio padre, devo dimenticato di toglierla...ignorala...e anche la mia faccia...Dorota! Portaci del caffé e la rilegatura mensile dei giornali di Gossip, presto! Mi sento particolarmente ispirata, a questo giro...
– È davvero brutta, B!
La ragazza sorride – Lo so...ma è un porta-fortuna...me l'ha regalato mio padre quando avevo otto anni, ancora uno dei ricordi migliori che ho... – ride – è talmente brutta, che almeno non ne risente, dei cambi di moda...
La bionda le prende la mano – Ti manca tuo padre? Potremmo andare a trovarlo...
Blair annuisce, slegando il laccio della collana e riponendola nel cassetto. La domestica fa il suo agitato ingresso nella stanza, con in una mano il vassoio, e nell'altra un pesante volume in pelle.
– Vuole anche degli impacchi di camomilla, Miss Blair?
Blair si sforza di essere discreta nel riservarle un'occhiataccia – Non sono stanca! Sai benissimo che mi sono ritirata nella mia camera molto presto ieri sera, non c'è motivo per cui non avrei dovuto dormire...
Dorota non capta il segnale – Il suo cellulare non ha smesso di squillare per tutta la notte...
– Ah sì? Non me ne sono neanche accorta...e, per la cronaca, non ti pago per spiarmi...
– Magari è qualche forma di allergia...
Serena cerca di togliere la coetanea dall'imbarazzo – Cornetti e Macaron...non disturbarti, Dorota, vado a prenderli io! B, se vuoi un consiglio, lascia perdere l'impacco e bevila, quella camomilla – aggiunge gaia – non ti vedo così irritabile da quando... Penelope ti ha regalato una salopette per il tuo quattordicesimo compleanno, credo!

Serena lascia la stanza, Dorota si appresta a seguirla, quando il cellulare della mora squilla nuovamente, e la polacca resta in attesa della reazione di Blair, che tuttavia rimane immobile – Ancora insisti, con questa invadenza?

Blair legge il messaggio e si rituffa sul letto. Agita un campanellino dorato – Dorota! Dorota, non mi sento bene!
La ragazza fa finta di non essersi accorta della palese diffidenza della sua domestica – E se fosse davvero un'allergia?
Quella si fa irriverente – Potrebbe... non si può mai sapere cosa si trova a Brooklyn...
– Non osare! – le urla Blair – Parla...parla piano.
– Miss Blair – si lamenta Dorota – Miss Serena sa che lei e Mister Dan siete amici?
Solitamente Blair adora come Dorota continui a riferirsi a lei e le sue conoscenze con l'appellativo di miss e mister, come dentro un romanzo ottocentesco, questa volta riconosce, però, una nota stonata...Mister Dan Humphrey...non suona bene per niente. Tralascia il pensiero e annuisce – Ne abbiamo parlato, a lei sta bene...
Dorota ha un brivido nel chiederle, quindi, quale sia il problema.
Blair abbassa gli occhi, strascicando suoni non percepibili dall'orecchio umano. Fortuna che Dorota ha avuto modo di affinare capacità sopraffine, in campo di udito raffinato e lettura del labiale, da quando lavora per i Waldorf.
– Miss Blair! Lei glielo deve dire!
La ragazza sbuffa – Non è l'unica opzione. Si può sempre...negare... fino alla morte, fino a farla diventare una leggenda improbabile come... la fine del mondo nel 2012, Atlantide, il Big Foot....Lancaster capitale degli Stati Uniti [3]!
Tra le qualità di Dorota, sicuramente non spicca il buon senso –  Ma se Miss Serena lo scoprirà, sarà molto peggio! Miss Serena è comprensiva, lei...sa come vanno queste cose, se capisce cosa intendo...lei gliene deve parlare, capirà...
Blair sembra pensarci –  Non posso. Non importa quanto dica di averlo superato, non si superano mai abbastanza certe cose...Io non avrei voluto saperlo, se si fosse trattato di lei e Chuck...fa ancora un certo effetto perfino sapere di lei e Nate...
– Come ritiene giusto, Miss Blair...

***

Le due ragazze sono dedite alla loro mensile ricorrenza: spettegolare e appuntare i commenti più maligni sui gossip contenuti nei giornali scandalistici delle ultime quattro settimane, precedentemente fatti elegantemente rilegare, per fini pratici, sotto ordine della moretta.
Serena finisce di sorseggiare il suo the ed esclama – Come può essere legale sposare la propria figlia adottiva! È disgustoso! E decisamente imbarazzante durante le festività in famiglia...– La ragazza si accorge del BlackBerry vibrare poco distante da lei – Chi è così insistente da spingerti a togliere la suoneria? Dicevi di volerla sempre tenere attiva, nel caso Hilary Clinton finalmente si accorgesse di avere bisogno di una nuova nuova consulente del look!
– Oh, Hilary Clinton non chiamerà oggi, te lo assicuro...non sono state giornate molto fortunate...
Serena azzarda frizzante – Chi è? Chuck?
Blair non risponde.
– Oh-oh! Ok, sappiamo entrambe cosa stai nascondendo...
– Lo...sappiamo entrambe? Ah, sì? – la moretta è confusa, ma sollevata dal non sentire astio nella voce dell'amica.
– Blair, è passato così tanto tempo. Quello che ha fatto Chuck è stato orribile – Blair sente la fiducia crescere dentro di sé – ma voi vi amate, e so di averti detto di riflettere bene riguardo il perdonarlo o meno, ma reprimere quello che provi non è la soluzione. Pensi di dovere delle spiegazioni al mondo, o tutti ti vedranno come una debole, ma non è così. Se dentro di te senti che riprovarci sia la cosa giusta, allora lo è. Solo tu puoi sapere se sia cambiato davvero. E personalmente, non ci vedo niente di male, a passare un po' di tempo insieme, e vedere come si mettono le cose...Fargliela penare un po', magari...può essere divertente!

E invece no, Serena non ha capito niente. Blair deglutisce.

Serena continua – Perciò smettila di torturarlo e torturarti, ed accetta questa benedetta tregua!
Blair deglutisce di nuovo.

– Serena, non è Chuck! ...Quanto...quanto vanno bene, le cose con Nate, esattamente?
– E va bene, non mi lasci altra scelta: se non vuoi rispondergli tu, lo farò io per te! – Prende il cellulare e, ridendo delle minacce di Blair, apre il messaggio.
Blair dice – Anche questa volta, posso spiegare.

Serena scuote la testa, intendendo che non ci sia niente da spiegare. Appena letto il messaggio, cambia idea.

Blair, continuare a non rispondermi è come recapitarmi un invito formale a presentarmi a casa tua, a questo punto.
Vuoi del tempo per riflettere, è questo? Qualsiasi cosa sia, puoi dirmelo...ho una lezione a mezzogiorno, ma domani mattina, fino a quell'ora, puoi trovarmi al Moma.
Se vuoi possiamo anche fare finta di niente, possiamo anche ritornare ad essere due estranei, solo...preferirei deciderlo insieme, parlandone.
- D.

– B, cosa vuol dire questo messaggio?
– Vuol dire che il nostro Giorno delle Due Streghe è tramontato prematuramente, questo mese...S, dobbiamo parlare.
Serena sorride. Ha gli occhi innaturalmente sgranati e le labbra un po' rigide, ma è il meglio che possa fare in quel momento – Certamente.

***

Messi da parte cornetti e caffé, Serena procura un piatto di fragole con cioccolato fuso e Blair provvede al gin schietto, per rendere il tutto più sostenibile – Ti ascolto – dice Serena.
Blair butta giù il primo bicchiere senza pensarci due volte.
–  Vuoi? – offre all'altra, che fa cenno di no.

– Non sei stata la prima persona a cui ho raccontato la faccenda di Jack e dell'hotel, Dan lo è stata. Le anomalie sono cominciate proprio da quel momento.  Humphrey – evidenzia la ragazza – mi ascoltava, e non poteva giudicarmi peggio di come già mi considerasse, oltretutto sai benissimo che non mi è mai importato granché del suo giudizio...era perfetto per svuotarsi la coscienza e raccontargli l'accaduto. La parte più difficile è stata sopportare i seguenti moti di pietà che lo spingevano a contattarmi giornalmente per assicurarsi che stessi bene, dopo quello che mi era capitato. Sai di aver toccato il fondo quando anche Dan Humphrey crede che la tua vita sia messa peggio della sua. È successa una cosa strana...devo essere messa parecchio male, se ad un certo punto ho iniziato a trovare gradevole la sua compagnia, perfino il suo loft sembra...abitabile.
Serena chiude gli occhi – Perché non me l'hai detto?
– Te l'ho detto! Mi hai risposto che eravamo liberi di uscire con chi ci pareva...cosa avrei dovuto fare? Aggiornarti di mia spontanea volontà sulla frequenza degli incontri? Non è qualcosa che si voglia lasciar detto ai posteri...

A Serena non tornano i conti – E come siete arrivati, da questo, a fare sesso?
Blair la guarda disgustata – Non abbiamo fatto sesso! Mai! Come puoi... – taglia corto quando nota l'aria spazientita dell'altra – C'è stato un bacio. Un bacio occasionale. Una tantum.
– E...?
– E basta. È stato tutto lì – Blair pensa una sola, un'unica, sola, piccolissima bugia a fin di bene – Un bacio a stampo, praticamente, niente che verrà ricordato negli Annales...Pochi secondi, prima di renderci conto di quanto fosse sbagliato. E inopportuno. E sgradevole. Non te l'ho detto perché...perché l'altra volta hai reagito in una maniera un po' brusca...e non ce n'è bisogno perché...il mio destino è Chuck...noi...abbiamo gli stessi intenti...

Serena non sembra aver placato i suoi dubbi. Blair cerca telepaticamente di indurla ad un sorriso, ma soprattutto a credere alla sua versione – Ma ci tieni a lui?
Blair vorrebbe così tanto chiederle cosa ti farebbe meno male? in risposta, ma non può farlo. – Come ci si può affezionare ad soprammobile, o ad un peluches...ad un labrador o...una canzone – sorride tra sé, poi torna seria –  ...come a qualsiasi cosa conti meno della tua amicizia, Serena...
Serena sospira, pensando sia davvero una situazione scomoda.

– Sei arrabbiata, vero?
– Sono furiosa, Blair. Dan è un bravo ragazzo, che bisogno c'era di coinvolgerlo in tutto questo?
– Ti chiedo scusa...
– Non è con me che devi scusarti!
– Con...Humphrey? No, lui... lui è solo pieno di questi preconcetti ottocenteschi sui rapporti, lo sai. Domani andrò al Moma e mi ascolterò i suoi patetici discorsi su quanto non abbia fatto altro che sentirsi in colpa per essersi lasciato cogliere da una debolezza, nel tentativo di scacciare te dalla testa...
– B, io non credo che questo abbia molto a che fare con me...
– Ha tutto a che fare con te! Non mi avrebbe nemmeno mai rivolto la parola in primis, se non fossi stata...
– ...mia amica. Lo so, l'hai detto anche l'altra volta. – riflette – e...ricordo anche quello che ti ho detto io... Sono felice con Nate, abbastanza felice da mantenere il mio karma stabile e comportarmi diversamente, stavolta. Ovvero, limitarmi a pregarti di sistemare tutto, prima che tre persone ne subiscano i danni emozionali.

Blair guarda in basso, ingoia in un solo boccone l'ultima fragola – E, per il fatto che c'è stato un bacio tra me e Dan, come ti senti?
– Non lo so. Sinceramente, non lo so. Ho scelto Nate, no? Mi riprenderò dallo shock...tu risolvi la tua confusione, ammesso che ci sia, della confusione...
– Non c'è della confusione: l'unica confusione sta nel capire come ricucire il rapporto con Bass.
Rimangono in un silenzio insostenibile.

S, ho davvero bisogno di averti dalla mia parte, stavolta...
– B, io sono sempre dalla tua parte...– la sprona Serena, un po' meno tesa – Se vuoi Chuck, che Chuck sia...vorrei solo che, per una volta, mettessi te al primo posto...
Blair risponde alla sua mimica facciale – Non è Chuck ad essere al primo posto, te lo assicuro...
A Serena sembra di capire che non si riferisca a Blair stessa, ma neanche a Dan – Però, se ne sei così sicura della tua scelta, perché non hai ancora risposto a Dan? Chiede solo un messaggio per capire cosa ti stia frullando in testa, non mi sembra di poterlo biasimare...qual è il grande sforzo nel dirgli quello che hai detto a me?

Blair pensa che la sua amica abbia scelto un pessimo momento per scoprire di avere una perspicacia – Dorota potrebbe avere ragione, potrebbe essere una qualche allergia. Il cuore di Dan non si spezzerà se non mi presenterò per una buona ragione, dal momento che vorrà solo ribadire che il bacio non ha significato niente nemmeno per lui...per quanto in nessun dizionario troveresti la sua foto sotto la definizione di virilità, è pur sempre un uomo: non gli piacerà l'idea che Chuck ora si possa sentire il maschio alfa... Ma se proprio ci tieni, domani andrò a sorbirmi l'ultima vergognosa resa dei conti di questa storia...

– Ripensandoci, non dovresti andare al Moma, domani. Prenditi ancora qualche giorno... – stavolta è Blair a non capire il discorso dell'amica, che prontamente spiega – se tu e Chuck siete sulla via della riconciliazione, non è più necessario continuare a vedere Dan, per giunta in luoghi pubblici...potrebbe solo complicare ulteriormente la situazione, e poi non dovresti esporti ai pollini delle vie alberate intorno al Moma...Gli darò io le spiegazioni al tuo posto. Se è come dici tu, capirà. Puoi pensare se chiamare Chuck, nel frattempo...
– Oh chiamarlo, sì...lo farò. Penso proprio che dovrei farlo...solo, sai come sono le allergie..sembra andare meglio, e di colpo ti ritrovi a fare uno starnuto dietro l'altro. E per la prima uscita insieme non posso farmi vedere con il naso rosso e gli occhi gonfi... le foto saranno ovunque.
– sorride – Devo essere perfetta, potente, sicura.e poi, in un improvviso cambio di tono – Ma davvero andresti al mio posto al Moma? Faresti questo per me?
– Tutto, per la mia migliore amica. – conclude Serena, afferrandole la mano. Blair la guarda. Si scambiano il primo sorriso sincero del pomeriggio.

***

Il giorno dopo, al Moma, la bionda si presenta con degli occhiali da sole e un vestitino a pois – Perdona gli occhiali da sole, ho dormito davvero poco. – spiega a un Dan incredulo più del solito.
– Mi...mi sono perso qualcosa? O forse sono impazzito. Come Edward Norton che crede di non essere Brad Pitt in Fight Club: forse per tutto questo tempo tu e Blair eravate la stessa persona, e ho sempre pensato foste in due!
Serena sorride. In fondo un po' gli era mancato.
– No, posso assicurarti che siamo due entità ben distinte. Come uragano e pioggia. Blair fa i danni e io...io lavo via i detriti...posso offrirti un caffé?


– E insomma, tu e Blair vi siete baciati...
– Lo sai?
– Certo che lo so, è la mia migliore amica. Non esserne così sorpreso! – in realtà, Serena stessa prova un po' di stupore nel constatare quanto poco tempo, tutto sommato, ci abbia messo Blair a vuotare il sacco.
– Allora? – chiede lui, interrogandosi su quale sia il motivo della visita di quella.
– Dan, io sto con Nate adesso.
– Quindi non sei qui a reclamare il mio sangue?
– Signor presuntuoso! No! –  fatica a nascondere l'imbarazzo nel ricordare improssivamente la sua prima reazione alla notizia dell'appuntamento tra i due – Cioè...è strano...insomma, tu e Blair...chi se lo sarebbe aspettato? Non io! – ride nervosamente.

– Ecco, non che ci sia un noi: mi ha sbattuto fuori di casa e non ha risposto ai miei sms –  ma saprai già anche questo –  e il fatto che sia seduta qui tu, e non lei – senza offesa – ma non sembrano le premesse migliori del mondo...tu, tu sai qualcosa? Ti ha detto qualcosa?

Serena fa una smorfia. Non è il discorso più facile da affrontare con il tuo ex, non ci vuole un genio a capirlo – Si dà il caso che sì, mi ha detto qualcosa...
Dan espone i palmi, esortandola a parlare, ma la bionda replica – Non così in fretta! Migliore amica versus ex ragazzo...uhm, non ti vedo vincere il confronto così facilmente, perché dovrei dirtelo?

– Cosa saresti venuta a fare, altrimenti, scusa!
– Facciamo un patto – Dan pensa che questa moda dei patti nell'UES dovrà passare, prima o poi, e non può fare a meno che aspettare quel momento con ansia – La tua versione dei fatti per quella di Blair, mi sembra ragionevole.
– Perché dovrebbero esserci due versioni differenti se...okay, te lo concedo, domanda stupida. Si tratta di Blair, ci sono sempre almeno due versioni dei fatti con lei. D'accordo, ci provo. Solo un momento...
– Dan!
– Tutto questo è imbarazzante!
– Dan...
– Okay, ecco. Non che ci sia granché da aggiungere. Credo che all'inizio cercasse solo di passare del tempo con qualcuno che l'ascoltasse il più possibile e somigliasse il meno possibile a Chuck. Poi sai com'è Blair, non le è mai importata la mia opinione, per lei era come parlare ad uno specchio, suppongo. Abbiamo passato giorni interi a discutere dei suoi problemi e non so perché mi sentissi obbligato a farlo...forse perché mi dispiaceva per lei, forse perché nei piccoli intermezzi in cui non si focalizzava sui suoi drammi, aveva un qualcosa di spontaneo e divertente. Se non fosse stata lei, avrei giurato ci fossero anche dei cenni di autoironia. Quando ero quasi arrivato al limite della sopportazione – chi è che passerebbe gran parte delle sue giornate a parlare di Bass, andiamo! – lei ha smesso. Come se, simultaneamente a me, anche lei se fosse arrivata al limite. Siamo andati a vedere dei film, delle mostre...oppure non facevamo niente di che. Una volta ci siamo perfino fumati una canna con della musica anni sessanta in sottofondo, e anche se tecnicamente ero stato io a proporlo, comunque lei aveva accettato...
– E le è piaciuto? – Serena non può fare a meno di chiedere.
– Ahm, ha detto che ero un'idiota. Mi ha chiesto se adesso mi fossi dato alle tecniche da stupratore per abordare le ragazze..e poi si è affrettata a precisare che scherzava, mi ha detto non credere che non sappia quello che stai facendo qui, che era chiaro che stessi iniziando ad usare i suoi stessi trucchi, e poi ha aggiunto, con quel suo tono snervante sono colpita, Humphrey, ti direi che sono orgogliosa di te, ma la verità è che il fatto che uno come te possa tenere in considerazione le mie tattiche mi fa dubitare di me stessa e della loro efficacia...
– Sarebbero, questi trucchi?
– Oh, un'idiozia che si è messa in testa la prima o la seconda volta che siamo usciti...far ingelosire Chuck convincendolo che ci fosse qualcosa tra di noi. A conti fatti è stata solo fortuna se abbiamo evitato la tragedia e Chuck ha dedotto da sé che fosse un'eventualità così da fantascienza, da dover essere un piano di Blair, più che la realtà. Non che non mi sarei mai più ripreso dall'essere stato il toy boy di Blair Waldorf, semplicemente non avrei voluto un Bass infuriato con me, ecco.
– Fantascienza...ma il bacio c'è stato.

– Senti lascia perdere, okay? Era triste, a conti fatti è stata lasciata andare per la miliardesima volta in vita sua, ero lì e...insomma, nessuno dovrebbe essere triste in quel modo per Chuck Bass...è successo ed è stato un errore...non c'è molto di cui parlare...non lo avremmo fatto in condizioni normali, lo sai...
– Risparmiami i dettagli, questa conversazione ha già superato il confine della definizione di
strano nel momento in cui è iniziata!
Dan sorride con approvazione – Nel momento in cui mi sei apparsa davanti, vorrai dire!

– Dan, non sarebbe bello per me vederti con la mia migliore amica. Di tutte le persone al mondo, lei è quella che non avrei voluto. E non solo perché è Blair. Complica tutto, per quanto vorremmo non fosse così...
– È stata una stupidaggine, te l'ho detto. Te lo garantisco. Non ho neanche bisogno di sentire cosa hai da dirmi di quello che ti ha raccontato Blair per capire che è finita ancora prima di iniziare, quindi...dimentichiamolo e basta.
– Io non ho detto questo...quando io e Nate abbiamo avuto la spiacevole idea di cedere ai nostri sentimenti nonostante il suo legame con Blair, dopo ero terrorizzata. Non avrei mai pensato che avrei potuto guardarlo ancora negli occhi senza provare vergogna per me stessa. Non è stato facile, tra me e Blair, ma siamo andate avanti. A volte le cose succedono per un motivo, ma non sempre si ha il coraggio di lottare per capire fino a che punto siano radicati i sentimenti, a volte, è più facile seppellirli da qualche parte e dimenticarli. Se tra me e Nate fosse andato tutto perso, forse avrei avuto qualcosa di cui pentirmi, oggigiorno...Per cui, sta a te decidere: pensi che ne possa valere la pena?

Lui la guarda, triste – No, vedi, non è la stessa cosa...Blair non prova niente, IO non provo niente, perché...ormai credo di aver capito perché sei amica di Blair Waldorf: a volte lei è diversa. Magnificamente diversa. È sensibile, è intelligente, è appassionata. Ti fa venire voglia di buttarti a capofitto nei rischi della vita, perfino negli errori. Ma è così repentina, nei suoi cambiamenti d'atteggiamento: le altre volte è irascibile, infantile, capricciosa e sadica. È una cosa ed è l'altra, e – sarò sincero – potrei anche innamorarmi di una delle due Blair Waldorf, ma l'altra? Non posso ignorarla, di sicuro. Finirebbe con lo schiacciarmi, o io finirei con il detestarla...

Non rientrava nella top-five delle situazioni in cui Serena avrebbe voluto immischiarsi, ma pensa che, quando si tratta di questioni di cuore, più queste sono irrisolte e volutamente trascurate, più tendono a ripresentarsi – e spesso platealmente – E poi, in fin dei conti, gliene devo una, a Blair...così Serena dice – Ecco i fatti: lei ti piace, tu le piaci.
– Io...le piaccio? È questo che ti ha detto?
– Cielo, no! Tutto il contrario, in effetti, ma ormai – a quanto pare –  la conosci abbastanza anche tu da sapere che Blair dice sempre il contrario di quello che pensa, quando sente di doversi difendere. Mi ha detto che non ti sopporta, che sei stato un errore e che ha intenzione di tornare con Chuck, ha detto che lo avrebbe chiamato...uhm...proprio mentre noi stiamo avendo questa conversazione in effetti...
– Credo di aver perso il filo...stai cercando di spingermi all'omicidio dell'ultima parvenza di vita sociale che mi è rimasta? A quest'ora sarà già tornata con Chuck...
– Forse. O forse no. Sai, Blair è imprevedibile, e poi, potrebbe essersi sentita poco bene...è un po' di tempo che un brutto mal di testa la perseguita, poverina...crede di essere allergica a qualcosa...

***

Blair sa di aver mentito, sul bacio. Ripensa a come è successo. Ogni piccolo particolare di quei momenti.
Ora non devo in nessun modo mentire a me stessa. Per restare lucida. In controllo. Decidere una strategia di negazione, che sia valida da qui all'eternità.

– Miss Blair, Serena ha detto di controllare suo umore oggi.
Blair alza gli occhi al cielo – Dorota, come puoi non accorgerti che sono impegnata?
– Uhm, dovrò riferire a Miss Serena che non è buono...
– Non essere sciocca, Dorota. È...una bella giornata, non c'è ragione di avere preoccupazioni in un giorno così bello. Perché pensi questo?
– Beh per cominciare, non ha nemmeno urlato, nel cacciarmi fuori dalla sua stanza.
– Magari non sono quello che hai sempre pensato: una persona che ha bisogno di dare ordini a destra e a manca per sentirsi realizzata. Ma, visto che insisti così tanto...DOROTA! Esci immediatamente da questa camera e trovati qualcosa da fare! Anzi, va' a prendere il mio diario all'istante: ho una lunga sfilza di annotazioni sul tuo operato da appuntare, e quando avrò finito, avremo molto da lavorare sulla tua condotta in questa casa!

Dorota sorride sollevata – Gradirebbe anche dell'uva, oltre al diario?
– Sì...fa' pure. Ma non pensare di comprare la mia clemenza.
– Miss Blair? Se posso, ero così in pena! Ho creduto che fosse cambiata per via di quel Ragazzo Solitario...se fosse stato così, allora avremmo avuto un gran lavoro da fare, per farlo diventare un pretende accettabile per Miss Blair, e Vanya già si lamenta del poco tempo che mi concede di dedicargli...

Blair rimane in silenzio ad occhi sgranati. Fortuna che è di spalle alla domestica, che quindi non se ne accorge.

Scrive di getto e dopo rilegge il tutto, sembra quasi un racconto. Per evitare di incappare nella sua logica distorta, fatta di rifiuti e distorsioni della realtà, aveva infatti deciso di scrivere in maniera impersonale.

Erano a casa di lei. Erano successe molte cose quella sera, ne avevano parlato per ore. Per essere precisi, la ragazza ne aveva parlato per ore, poi si era annoiata nel sentire la sua stessa voce lamentosa ed era rimasta zitta. L'ultima cosa che ricorda di aver detto era stata – Cosa succede, se si rimane immobili per sempre, perché non sai se ti terrorizzano di più le cose che cambiano o quelle che restano uguali?
Dopo non ci aveva più pensato, alla giornata e ai suoi diciannove anni. Di questo ne è sicura, perché - se nel corso della serata le fosse ritornata in mente la sua situazione, anche solo per un secondo - avrebbe notato che qualcosa era cambiata già allora, e forse avrebbe agito diversamente. Una parte di lei detestava quell'inconsapevolezza, ma l'altra no: era stato come se, per entrambi, niente che non fosse in quel momento e lì esistesse, che male c'è in fondo? Cosa c'è di spaventoso? 
Era vestita impeccabilmente, ma il ragazzo la guardava come se non gliene importasse niente, di quello che aveva addosso. Lei non era una stupida, se n'era accorta da un po', di quello sguardo. Non sarebbe stato un problema allontanarlo con una scusa qualsiasi, o semplicemente dirgli che era tardi, che aveva bisogno di riposare e che, quindi, avrebbe gradito che l'ospite togliesse il disturbo. Ma compiere questo gesto significava dover ammettere che ci fossero delle tensioni tra loro – e non dello stesso tipo di quelle che li avevano portati a detestarsi nel corso degli anni – e questo lei non lo voleva ammettere. E poi, cosa c'era di male? Lui era una brava persona, merce rara nel mondo della ragazza. 
Inoltre – come una volta aveva affermato lui – c'era un legame tra loro, che andava al di là del milione di differenze visibili: tempo prima, la ragazza lo aveva messo alla prova. Era convinta che avrebbero capito molte cose, da quell'esperimento, e in effetti fu così...solo non furono quelle che si aspettava lei. Alla fine non le era rimasto altro da fare che ammettere a se stessa che fosse diventata amica di quello stano, logorroico essere.
Ma amici era già tanto, amici era già troppo, così quello sguardo, a casa della ragazza, non era solo avvicinarsi al confine di quella che poteva essere una situazione deleteria: era proprio oltrepassarlo a piè pari. Con le mani dietro la schiena. Bendati. Eppure l'unico pensiero nella sua testa era:
cosa c'è di spaventoso, dopo tutto? Nonostante lo sapesse, non fece niente per ostacolare il modo in cui si svolsero gli eventi.
Quella volta che lui la guardava come se non gliene importasse niente di quello che aveva addosso, invece di fare ciò che era sensato, aveva messo su un disco che piaceva ad entrambi
[4], e si era accomodata accanto a lui sul tappeto, sorridendo.
Allora il ragazzo le ripeté una frase che le era solito dire, ma in un tono languido e arrendevole – A che gioco stai giocando, Waldorf?
Lei aveva risposto che i giochi erano per le bambine, cosa che ormai non era più. Era diventata adulta adesso, adesso che aveva smesso di piangere. Aveva gli occhi impercettibilmente umidi, mentre lo diceva. Lui si era spinto più vicino – Non fermarmi – aveva detto – ho pensato di farlo così tante volte ormai che una parte della mia testa pensa che sia già successo.
Lei non se lo aspettava, perché erano mesi che in nessuna situazione e per nessun motivo c'era stata una qualche forma di contatto fisico tra loro. Stretta di mano o tocco involontario che fosse. Ma in realtà se lo aspettava. Realizzò che – come quando leggi un giallo con distrazione – non aveva notato tutti gli indizi che erano già lì e che – se fosse stata più previdente – l'avrebbero portata a capire che proprio quel ragazzo sarebbe stato senz'altro la causa della sua morte sociale. Quel che è peggio, è che lei ne era stata la complice incauta per tutto il tempo.
Eppure, di tempo per cambiare le sorti ne aveva avuto, ma non aveva saputo – o voluto – sfruttarlo. Oramai il ragazzo era
estremamente vicino: non solo non c'era più tempo, non c'era neanche più spazio tra loro. Le aveva chiesto di non fermarlo, ma il fatto era che, anche se avesse voluto, la ragazza si sentiva paralizzata.
Udiva distintamente la voce di Thom Yorke biascicare:
I am all the days that you choose to ignore.
La ragazza risolse la chimica tra i due corpi in un bilanciamento del suo viso: chiuse gli occhi e dischiuse le labbra. Le labbra si congiunsero con quelle del ragazzo per pochi secondi: un bacio infantile, poco più che un bacio a stampo. Lui espirò a fondo e le fece scivolare la mano dietro la nuca, accarezzandole i capelli – Scusa – mormorò senza smettere di fissarla negli occhi – se ti sei sentita obbligata o ti ho confuso le idee.
La ragazza, dopo dieci secondi, aveva ben chiaro cosa avrebbe detto. Se ne prese altri cinque in quel limbo, ancora un attimo per rimanere ad ammirare quella porzione di tempo in cui le cose avrebbero potuto prendere qualsiasi tipo di piega, e poi gli rispose tranquilla che non le aveva affatto confuso le idee, che avrebbero fatto finta di niente e sarebbe tornato tutto come prima. È questo il modo in cui dovevano andare le cose, e così sarebbero andate.
Inopportunamente Thom Yorke sembrava essersi incantato a ripetere:
You are all I need, you are all I need
Il ragazzo la trattava come una bambina che non volesse ammettere di aver combinato una marachella – Non negarlo, Blair.
Lei disse: Ma non è successo niente. Per negare qualcosa, deve prima succedere. E non c'è modo che succeda qualcos'altro, quindi...
– Dico solo che sarebbe più semplice se non negassi...
Urlò che era
un formalissimo bacio a stampo: persone di culture che sottovalutano i rischi delle malattie oralmente trasmissibili lo usano come forma di saluto, ci sono alcune mamme che lo fanno con i loro figli...succede anche tra amiche eterosessuali. Aggiunse: Ho dato baci meno casti io stessa, a Penelope e Isabel, durante i nostri pigiama party. Non capisci la differenza? Non è come se avessimo fatto l'amore o ci fossimo resi conto di chissà che...se, se - per effetto momentaneo di qualche sortilegio - mi fossi mai sentita attratta da te, allora quello sarebbe stato qualcosa da negare, e stanne certo che l'avrei fatto a costo della vita, piuttosto che subire l'umiliazione di ammetterlo ad anima viva.
Il ragazzo rimase in silenzio, ferito.
– Ma la magia non esiste, quindi siamo a posto così...
La ragazza si innervosì ancora di più nel momento lui constatò con disappunto che se lo sarebbe dovuto aspettare, che lei non avrebbe mai permesso a sé stessa di cambiare...
Esplose
: Non è così. Non è questo, d'accordo? Sei tu che non vedi la differenza tra la scena reale e il romanzo che ti sei fatto in testa, e vuoi far passare me per matta e infantile. Allora non mi lasci altra scelta: te la mostro. Ti chiarisco cosa sarebbe stato, qualcosa da negare.
La ragazza lo bacia di un bacio così diverso da quello precedente che non sembra nemmeno che potessero ricadere sotto lo stesso lemma. 
Non aveva molto senso. Ma era così furiosa... preme le mani sulle spalle del ragazzo e lo avvicina a sé, spingendogli la lingua nel palato.
Dan la avvolge tra le braccia, come se non avvertisse rabbia nella ragazza, riprende a respirare più profondamente, ed ecco che – prima di accorgermene – le mie mani si spostano sul suo viso e sul collo, incliniamo la testa per sentirci di più. I baci profondi si alternano a schiocchi di labbra e piccoli morsi, per poi riprendere ad essere solo baci. È come se non avessi una sola preoccupazione al mondo,. ma dura poco: Thom Yorke sta ancora urlando, nel crescendo finale della canzone
it's all wrong it's all right it's all wrong... e il mio respiro soffia ancora nella sua bocca, quando gli ripeto –  Questo. Nego questo. Questo non è mai successo.
E poi lo caccio fuori dalla stanza.

Dannazione – pensa. Si è appena resa conto di aver usato il nome Dan, nell'ultima parte. E il tempo presente. E di aver parlato in prima persona – Dannazione.

Quando si accorge della presenza di Serena dietro di lei, chiude in uno scatto il diario.
– Passato il mal di testa?
– Molto meglio. Com'è andata al Moma?
– Abbastanza bene, o almeno Dan non dovrebbe più crearti problemi. Ma mi devi una cena al Four Seasons.
– Perfetto! – dice Blair – perfetto...sei proprio sicura che non creerà problemi, vero?
– È una persona ragionevole, lui. Ha accettato il tuo punto di vista senza troppe difficoltà.
– Il mio punto di vista, giusto...ma il suo punto di vista, qual era?
– Oh – fa la vaga Serena – molto più vicino al tuo di quanto immagini, credimi. Ad ogni modo, conta qualcosa?
– No, decisamente, no! – ridacchia Blair – Beh, tutto è bene quel che finisce bene, e abbiamo già perso abbastanza tempo...andiamo a festeggiare!
– Credevo volessi chiamare Chuck...
– Chuck può aspettare, tu vieni prima. Vieni prima di tutti.

Serena capisce di aver avuto ragione, il pomeriggio precedente, ad intuire quale fosse la priorità di Blair. Non che non sapesse di essere come una sorella, per lei, e viceversa.
Per quanto possa essere felice delle premure dell'amica, sa che la situazione è ancora ben lontana dall'essere risolta.

Mentre compie un gesto così elementare come lo è quello di inserire cellulare e rossetto nella pochette, Blair si perde nelle sue riflessioni.
Molto più semplice del previsto. Mi ero preoccupata troppo, pensando che Dan avrebbe insistito. È ingenuo, ma non così tanto da pensare che tra noi potesse mai esserci qualcosa. Quindi è tutto finito. Giusto, semplice e rapido. Un po' troppo, forse.

***

– Blair, cosa ci fai qui?
Don Daniel Tenorio [5]! Come hai potuto?
Ecco che ci risiamo con l'isteria, pensa Dan.
– Mi hai baciata, e poi sei andato a dire che non te ne importava niente? Come ti sei permesso? IO sono quella a cui non importa niente, IO quella che se ne fa una ragione, ti è chiaro?
Per niente. Forse è impazzita completamente. Chuck le ha detto di no e sta cercando qualcuno da vittimizzare. Forse non ha capito niente di quello che le ha riferito Serena, o forse Serena si sarà espresso male. Potrei essere stato io ad esprimermi male con Serena?
Bene, adesso che hai fatto la tua scenata mi spieghi che ti prende?
– Ascoltami Cabbage-Patch, non me ne frega un cazzo se la tua vita è ridicola così com'è. Io ho amici, là fuori – va bene? E se il tuo stupido bacio avesse rovinato i miei rapporti con loro, non avrei mai potuto perdonarmelo. Dio solo sa quale miracolo ha voluto che a Serena non importasse – sarà una guarigione improvvisa, non importa – ma hai idea di quello che succederebbe se lo venissero a sapere tutti gli
altri?
Il ragazzo è piuttosto seccato – Okay, bene. Dal momento che non ti sei nemmeno degnata di presentarti, o di rispondere ai messaggi, non vedo perché adesso vieni qui a sprecare il tuo ed mio tempo su una cosa su cui non c'è niente da dire. Ci siamo sbagliati, d'accordo? Ma non è successo niente, proprio come sostieni tu...
– Non così in fretta. Non lo potrò mai raccontare a Chuck, passerò una vita con lui sapendo di mentire!
– Dio, Blair, tu passi la vita sapendo di mentire a tutti, non cercare di colpevolizzare me per il tuo carattere!
– Nate, mia madre, tuo padre, Lily, Chuck... nessuno mi guarderebbe più in faccia...
– No, questo non è vero, questa è solo la tua versione
Blaircentrica del mondo. Hai fatto cose ben più gravi di questa, e te le hanno perdonate. Evidentemente sono davvero tuoi amici...
Il tono di Blair si fa incerto senza preavviso.
– E tu?
– E io?
– Non sei davvero mio amico?

Scompenso di ormoni. Non c'è altra spiegazione.
Oddio, ci sarebbe quella supposizione di Serena “lei ti piace, tu le piaci”, ma...ma no. "Scompenso d'ormoni" rimane ancora la mia prima scelta.

– Sì, noi siamo amici, se vuoi...
– È chiaro che non voglio.
– Blair, ti prego credimi, quando ti dico che stai per mandarmi al manicomio. Non è divertente, tu lo trovi divertente?
– Nel momento in cui qualcuno ti dice che se vuoi puoi essere suo amico, non vuol dire che siete amici, ma che potreste diventarlo. E così il contrario. Per cui se io non voglio essere tua amica, e tu non vuoi essere mio amico, cosa cambia? Vuol dire che un giorno potremmo non esserlo, ma niente di più. Cosa siamo, adesso? Adesso siamo amici?

Dan scuote le spalle – Sì. Amici.



*TBC  

***
Angolo dell'autore (o così dicono):

1. Molto Vicino e Incredibilmente Concesso - titolo estrapolato da Extremely Loud and Incredibly Close, ossia Molto forte, Incredibilmente Vicino, di Jonathan Safran Foer.

2.
parte 3/3.

3.
Riferimento al Giorno delle Tre Streghe, che cade anch'esso nel terzo venerdì del mese ed è il giorno in cui scadono opzioni su indici e azioni, ed altre cose incomprensibili dell'alta finanza...sostanzialmente è il giorno in cui è più probabile che il mercato compia dei movimenti inconsueti...

3. Lancaster
, in Pennsylvania, è stata considerata - insieme alle altre città che ospitarono il Congresso statunitense dal 1774 al 1880 - una delle Capitali Nazionali Storiche degli USA.

4. Come spero si capisca più avanti, si tratta di In Rainbows, dei Radiohead. Avrei comunque scelto di inserire una loro canzone, dal momento che li adoro, ma il fatto che nel telefilm stesso si faccia menzione al fatto che piacciano ad entrambi mi ha fatto sentire autorizzata a scegliere la traccia n. 5 dell Album (All I Need) come colonna sonora del primo bacio.

5. Tenorio è il cognome di Don Giovanni, famoso latin lover letterario.
  
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