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Autore: Nini91    30/08/2012    3 recensioni
E' la mia prima storia, abbiate pietà e dateci un'occhiata xD
Non ve ne pentirete!
«Quel che voglio fare con la fotografia, è quello di catturare quel minuto esatto, parte della realtà»
Chi l'avrebbe mai pensato che quel misero minuto, avrebbe riscosso un ruolo così importante nella mia vita.
Genere: Commedia, Generale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Axel, Roxas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
Capitoli:
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13 Novembre 2009
Chiarimenti”




Continuò ad osservare il suo cocktail, in perenne attesa del suo arrivo, sospirò più e più volte, quasi annoiato.
Ancora non riuscì a crederci di essere venuto al Matrimonio nonostante tutto quello che era successo mesi fa, e dire che si vestì pure bene, sistemò i capelli, legati per la prima volta in una coda senza sembrare per davvero un incrocio con un porcospino, ma non resistette ad evitare il trucco, va bene conciarsi come un damerino, ma non volle di certo abbandonare del tutto il suo modo di essere, nemmeno per un giorno.
Spostò lo sguardo smeraldino lungo l’intero perimetro della villetta affittata per il ricevimento, incredibile che i genitori di Roxas abbiano speso così tanto per un semplice matrimonio.
Si strinse le spalle, portandosi una mano tra i capelli e cercando con ancora più nervosismo, finchè i suoi occhi si bloccarono alla figura del biondo.
Roxas si trovava dalla parte opposta rispetto a lui, lo vide presentare Xion ad Hayner e Naminè, mostrando poi le foto che probabilmente scattò prima al matrimonio, comportandosi come se lui fosse inesistente.
Ogni tanto gli rivolse una veloce occhiata, trasmettendo ad Axel un’ansia che crebbe mano a mano i loro sguardi si incrociarono. In quei momenti si maledì, perché il bel sorriso del biondo sparì ogni qual volta incontrò i suoi occhi.
Axel strinse i pugni, voltando il capo con aria seccata.
Era un bambino, un permaloso e testardo bambino, e lui si stufò di stargli sempre appresso.
E pensare che successe tutto per una sciocchezza.



...........................



Fu un sabato sera importante, Demyx dovette fare un concerto a Traverse Town, ma ebbe una discussione con il bassista, che decise di abbandonarlo qualche giorno prima del grande evento, così Axel accettò volentieri di aiutarlo, in fondo era un buon modo per divertirsi e conoscere nuove ragazze, si sa che vanno matte per i musicisti, inoltre aveva bisogno di sfogarsi, era stato appena licenziato come barista per il suo pessimo carattere, di sicuro la musica e qualche bevuta lo avrebbero tirato su di morale.
Terminato il concerto, con Demyx raggiunse gli altri al bancone del bar, notò sorpreso che Saix ordinò già per lui.
Strano a dirsi, ma in quell’ultimo periodo sembrò essere diventato più…Umano, il rosso giurò inoltre di averlo visto sforzare qualche sorriso in più. Sarebbe dovuto essere contento di questo, ma sapeva che in fondo, il suo strano comportamento era dovuto per via della sua situazione famigliare. La madre di Axel continuò a peggiorare e suo padre per assisterla si prese più ferie del dovuto, di questo passo, rischiava di perdere il lavoro. Su questo avvenimento ne erano a conoscenza solo Saix, perché da sempre amico di famiglia, e Roxas, confidente e amico che abita in un’altra Nazione.
Axel fu talmente immerso nei propri pensieri, che non si rese nemmeno conto della litigata che Demyx e Xaldin stessero facendo alle sue spalle.
«Non avresti possibilità…»
«E chi lo dice! Lo sanno tutti che le ragazze hanno un debole per chi suona la chitarra, mica sono diventato così bravo per niente» Assentì il biondo.
Xaldin ridacchiò, dandogli una leggera spintonata, che però fatta da lui diventò “leggermente” più forte del dovuto, per poco Demyx non cadde all’indietro «Ma sentitelo, e poi si parla di “passione”. Tzè...L’unica passione che ha lui è per le ragazze»
Demyx mugugnò un “non è vero”, seguito da sonori sbuffi e le braccia incrociate, ma l’atmosfera venne interrotta da una chiamata, Axel voltò il capo per capire chi fosse e immediatamente sbiancò.
Terra.
«Merda» Imprecò a bassa voce, fece scivolare il suo sguardo verso il drink che gli aveva ordinato Saix e lo spostò verso Xaldin, fingendo assoluta noncuranza.
«Ciao Axel»
«Yo, Terra!! » Lo salutò, fingendo un’allegria talmente evidente che fece insospettire persino Demyx.
Il nuovo arrivato inarcò un sopraciglio, mostrando un piccolo sorrisetto
«Se devi far finta di essere contento di vedermi, per lo meno cerca di non strillare come una ragazzina» Indi posò l’occhio sulla bibita vicino a Xaldin «Stavi bevendo per caso? »
«Io? Per poi guidare? Ma sei matto! » Rise falsamente.
Terra incrociò le braccia, appoggiandosi sul bancone e mostrando un altro dei suoi sorrisetti da so tutto io «Sei pessimo a mentire, lo sai? »
«Ha ragione» Disse schietto Saix.
Axel gli lanciò un’occhiataccia, se la metteva così allora sarà lui a portarlo a casa sbronzo per i prossimi mesi, così imparerà a non chiudere quella boccaccia nei momenti meno opportuni.
«Ma se è tutto vero, allora non ti dispiace se lo bevo io? »
Dopo qualche istante di esitazione, il rosso gli passò con aria affranta la bevanda.
Maledetto Stronzo.
Può fare il galletto con lui solo perché è un’agente della polizia, inoltre conosce suo padre da anni, non odia Terra, ma detesta quel suo modo di fare solo per beccarlo in flagrante mentre guida completamente ubriaco, portandolo a casa dal padre come se fosse un’adolescente in piena crisi sociale. Ma come spesso ripeteva, “faceva parte del suo lavoro”, anzi, molte volte avrebbe dovuto ritirargli la patente di guida senza troppi ripensamenti, invece si fece sempre in quattro per affibbiarli al massimo qualche ramanzina o, in casi eccezionali una multa.
«Ah e comunque…» Disse il castano, prima di bere un altro sorso della bibita «Questa sera non sono in servizio»
A quelle parole, Axel sgranò gli occhi, battendo forte il pugno sul tavolo «Sei un idiota, ridammi il MIO drink! »
«Axel, sei stato fregato» Assentì Saix con un lieve ghigno sul volto «E bravo Terra, ma bada che te lo paghi tu»
«Ammetto che questa volta me l’hai fatta» Sorrise il rosso, portandosi le mani ai capelli e cercando con lo sguardo il barista per ordinare un’altra bibita.
«Cosa ti porta qui Terra? Non ti facevo un tipo da concerti folli»
«Sono arrivato poco fa, in tempo per sentire un’imbarazzante stonatura del cantante nell’assolo finale»
«Ma…Ma…» Frignò Demyx che, dopo quella battuta, sembrò più afflitto di prima, evidentemente Terra non si accorse che il cantante stonato in questione, fosse proprio il biondino al suo fianco, ma quando notò il suo malumore rivolse immediatamente un’occhiata ad Axel «Che gli prende? »
«Niente di importante…» Minimizzò Saix
«E’ in serata OFF. Non ha rimorchiato nessuna ragazza e perciò ha l’umore a pezzi» Mentì il rosso, anche se in fondo cu fu una punta di verità, per quanto si sforzasse, i modi di fare di Demyx non erano proprio il massimo per rimorchiare.
Terra si strinse le spalle, posando successivamente il suo sguardo su una ragazza a caso, il locale quella sera ne sembrò pieno «Perché non ci prova con quella? »
«Mi ha dato buca lunedì» Mormorò tristemente il biondo.
«Ah…» Dopo di chè rivolse un ulteriore occhiata ad una seconda ragazza, questa volta più giovane rispetto la prima «E quella? »
«Mi ha detto che non poteva uscire perché deve studiare per un compito in classe»
«Demyx…»
«Si Saix? »
«Siamo a Luglio»
«…Oh…»Piagnucolò sconsolato.
A quel punto anche Xaldin sembrò voler partecipare a: Trova quante ragazze hanno tirato pacco a Demyx, dalle scuse più banali a quelle più assurde. E ne uscirono di incredibili, come:
1) Spiacente un’indovina mi ha detto che quel giorno esatto potrei rischiare di morire quindi è meglio che non esca di casa.
2) Scusa ma devo finire di studiarmi tutto l’elenco telefonico, non posso proprio uscire.
3) Mio fratello ha una mano incastrata nel tostapane, devo aiutarlo a liberarsi.
4) Mi dispiace, ma quel giorno è l’onomastico della moglie del giardiniere della mia vicina di casa.

«Pazzesco! Dovresti partecipare al guinness per il più alto numero di due di picche!! Ahaha! »
«Xaldin smettila!! » Lo interruppe il biondino, ma solo per qualche istante, perché alla risata del metallaro si aggiunse anche quella del rosso, Terra cercò di trattenersi ma doveva ammettere che certe scuse erano davvero micidiali.
Xaldin notò un’altra ragazza molto carina dai capelli scuri entrare al locale e prendere un tavolo vicino a loro, diede una leggera gomitata a Demyx «Avanti, perché non ci provi? »
«Così riderete di me? Scordatevelo» Brontolò il ragazzo, incrociando le braccia, gli altri continuandolo ad incitarlo per farsi avanti e, dopo numerosi tentativi, alla fine Demyx cedette, dirigendosi al tavolo della ragazza.
Axel osservò per bene la scenette con un flebile ghigno stampato in volto, riconoscendo dopo qualche minuto la ragazza con cui stesse parlando il suo amico. Quando Demyx tornò, tuttavia, non sembrò così amareggiato come ci si aspettasse «Tutto apposto»
«E cioè? Ancora un due di picche? »
«Sì ma questa volta ci sono i buoni motivi» Lanciò un sospiro, stringendosi le spalle «Ho fatto le mie migliori battute, ma lei ha detto che non può uscire con me perché le piacciono le ragazze»
I presenti si scambiarono una veloce occhiata, finchè Axel scoppiò in una fragorosa risata di fronte a loro, portandosi le mani allo stomaco «Impossibile! Demyx, è una scusa vecchia come mia nonna! » Si asciugò una lacrima.
«E tu che ne sai? Magari può essere vero» Borbottò il biondo. Axel scosse il capo, mostrando un sorrisetto vittorioso «Impossibile ti dico, ci sono stato a letto un mese fa e ti assicuro che non è affatto dell’altra sponda»
Demyx lo osservò con la bocca spalancata, mentre Axel non la smetteva di ridere, seguito da Xaldin e Terra, nonostante quest’ultimo cercò invano di trattenersi il più possibile.
Solo Saix sembrò non riderci su, anche se un sorrisetto tuttavia glielo strappò per la battuta del rosso «Sei sempre il solito, Axel»
«E’ inutile!! Non conquisterò nessuna questa sera! » Piagnucolò Demyx, cercando conforto dai suoi amici che però, lo ignorarono, chiacchierando tra di loro come se nulla fosse successo.
Ma proprio quando tutti stettero per abbandonare l’argomento trova una ragazza per Demyx, un’altra “fortunata” concorrente sembrò entrare in scena, ma appena la notarono, i ragazzi si arresero ancor prima di spronarlo a provarci.
Il perché?
La ragazza in questione era Larxene Dallas, una snob, scorbutica, arrogante e presuntuosa fanciulla, molti si facevano ingannare dal suo aspetto angelico, capelli biondi, occhi azzurri, può sembrare la ragazza dei sogni che tutti vorrebbero, ma si sa: Non è tutto oro quel che luccica.
«Con quella hai già perso a prescindere» Disse Xaldin, bevendo un sorso di birra.
Axel non sembrò d’accordo sulla sua affermazione «Nah, secondo me potrebbe anche farcela, non mi sembra così pretenziosa»
Gli occhi di Demyx si illuminarono non appena sentirono quelle parole «Grazie Axel, tu sì che sei…Un momento…Pretenziosa? Guarda che non sono mica da buttare! »
«Ti stavo solo difendendo» Sbottò il rosso, sorseggiando il drink appena ordinato.
«Perché non ci provi tu! Dato che ti credi così bravo!»
«Perché a me non interessa quella vipera» Rise il fulvo «Non vado matto per le bionde»
«Strano» Mormorò Saix, voltandosi verso di lui «Da come ti comporti, credevo che a te piacessero molto i biondi»
Axel lo fulminò con lo sguardo, nascondendo un lieve rossore
«Fanculo»
«Forse vorresti dire LE biondE» Lo corresse Xaldin.
L’altro scosse il capo, volgendo un ghigno divertito verso il fulvo «Veramente, io intendevo proprio i…»
Ma Axel interruppe la conversazione, alzandosi di scatto «E va bene, vado io! » Indi si diresse verso Larxene, che intanto stava parlando al cellulare.
Saix sarebbe stato finalmente zitto, non seppe cosa lo spingesse a prenderlo in giro sul suo rapporto con Roxas (perché palese che si stesse riferendo a lui), ma tutto questo doveva finire, e forse Larxene sarebbe potuta essere d’aiuto.
Giunto alle sue spalle, poté sentire la sua “soave” voce da principessa «Parla più forte, non riesco a sentire un cazzo in questo posto di merda»
Inarcò un sopraciglio, soffocando una risatina. Però… Alla faccia della finezza, forse non si sarebbe dovuto fare avanti lui ma Xaldin, con i loro caratteri sarebbero potuti andare d’accordo in fin dei conti, ma ormai era fatta, non poteva di certo tornare indietro.
«Eh-ehm…Scusa…» Le diede un piccolo colpetto alla spalla, tanto per farsi notare, la bionda si voltò di scatto verso di lui, mostrandogli uno sguardo infastidito «Che vuoi?! Non vedi che sono al telefono?! »
«Non hai notato che è impossibile parlare al cellulare con una musica così assordante come sottofondo? »
Lei portò le mani ai fianchi, roteando gli occhi
«Se è così assordante allora perché ti trovi qui? »
«Ho aiutato un mio amico al concerto di poco fa»
La bionda sgranò gli occhi con stupore, avvicinandosi al suo viso
«Wow, allora tu suoni, devi avere molte ragazze ai tuoi piedi…»
Il rosso si strinse le spalle, tirando fuori un piccolo sorrisetto «Eh…In effetti sì e…»
«O ragazzi, a giudicare da come ti trucchi» Gli lanciò un’occhiataccia, sotto lo sguardo stupito del fulvo, che al contrario, era convinto di essere riuscito per lo meno a guadagnare qualche punto sulla conquista, ma come poté capire, Larxene era una che non si faceva impressionare facilmente.
Detto ciò, la ragazza chiuse la chiamata di prima e se ne andò.
Axel rimase per qualche istante immobile, oltre alla musica adesso il locale era coperto dalle risate dei suoi compagni, sicuramente lo avrebbero preso in giro appena tornato. Era una cosa che non poteva di certo permettersi, decise di raggiungere Larxene, afferrandola per un braccio.
«Ma che vuoi ancora?! » Gli urlò.
«Ascoltami, io non piaccio a te…»
«Perspicace»
«E tu non piaci a me. Ma si dia chiaro che non intendo farmi rovinare la giornata da te, diventando lo zimbello della serata»
Larxene lanciò una veloce occhiata al gruppetto di Axel che osservavano la scena incuriositi, ovviamente da quella distanza a stento riuscivano a sentirli «Una scommessa eh? Voi maschi siete così idioti» Biascicò con un lieve sorrisetto.
Il rosso cercò di ignorare la sua battuta spudoratamente femminista e passò oltre «Lo so che sei una tipa difficile, ed è proprio per questo che ho accettato la sfida»
«Un vero uomo» Commentò sarcasticamente la bionda, ma dopo qualche minuto di esitazione, incrociò le braccia, voltandosi verso Axel «Fingerò. Fino ad un certo limite, sia chiaro. Inoltre dovrai offrirmi da bere e se mi va anche da mangiare»
«Che cosa?! »
«Ti conosco di vista, sei Axel Morris giusto? Sapendo da che famiglia provieni direi che non hai problemi di soldi, quindi non venire a fare il tirchio con me»
Ma tu guarda che atteggiamento.
Per fortuna che si trattò solo di una sera, qualche giorno in più di sicuro non l‘avrebbe retta oltre «D’accordo» Disse, leggermente infastidito da tutte quelle proposte, ma per lo meno non fu costretto ad ascoltare le prese in giro dei suoi cosiddetti amici.
Cominciò a pensare di aver perso colpi con le ragazze.
Portò una mano sulla spalla della bionda, facendole cenno di seguirla al bancone per sbeffeggiare della sua conquista davanti agli altri, ma prima che potesse fare un altro passo in più, Larxene si bloccò «Un ultima cosa…»
«Vuoi anche un passaggio in macchina al ritorno?” Tentò di indovinare, la ragazza inarcò un sopraciglio, mostrando un leggero sorrisetto «Non male come idea» Tornò seria, indicando il tavolo dei suoi amici «Ma non è questo. Devi dire al tuo amichetto biondo di smetterla di guardarmi il culo»
A quella strana richiesta Axel soffocò una risata, facendo le spallucce e riprendendo a camminare
«Memorizzato»

.............

Il mattino seguente, Axel venne svegliato di soprassalto dal suono di un campanello, guardò fuori dalla finestra, vedendo i suoi genitori davanti alla porta.
Imprecò mentalmente, al diavolo la sua scarsa memoria. Quella mattina sarebbe venuti a fargli visita e lui se l’era completamente scordato, la serata durò più del previsto ed Axel tornò letteralmente ubriaco marcio con…
Oh cazzo…
Non ricordò quasi nulla del suo arrivo a casa, a stento riuscì a stare in piedi. Ma Larxene? Che sia rimasta qui durante la notte?
Non poté permettere che i suoi vedessero scoraggiare per la casa una ragazza conosciuta la sera precedente dal figlio, non di fronte a sua madre.
Mentre si vestì chiamò ininterrottamente la bionda «Oh Larzxeeene? Dove sei finita? Vieni qui! »
Improvvisamente gli piombò davanti la ragazza, vestita con una cannoniera bianca e ancora in mutande
«Numero uno: Non chiamarmi come se fossi il tuo cane.
Numero due: Non farti strane illusioni per ieri notte, ero solo molto ubriaca.
Numero tre: Hai una cucina che è davvero un orror… »
«Non c’è tempo! » Gli urlò il giovane, recuperando i suoi pantaloni e spingendola vicino alla finestra «Devi andartene, ora! »
«Che cosa?! Ma tu guarda che maleducato, cercavo solo di…»
«Senti, me lo racconterai la prossima volta» Sospirò il rosso, aprendo la finestra di camera sua e indicandogli la scala antincendio «Esci immediatamente, poi ti spiegherò tutto, ma non ora! »
Lei portò le mani ai fianchi, inarcando un sopraciglio «Vuoi che io esca dalla finestra di casa?! »
«Esattamente» La incitò, in un primo istante Larxene fu contraria sul da farsi, ma dopo che lottò contro la tenacia (e soprattutto la forza) del ragazzo, fu come “costretta” ad uscire, prendendo la scala antincendio, ma prima di potersene andare, si voltò un’ultima volta, ormai fuori controllo « Sei davvero un idiota Axel Morris, un grande pezzo di__»
Ma il fulvo chiuse la finestra, annuendo come per assecondarla «Sì sì, hai tutte le ragioni del mondo per odiarmi, a presto! » Detto ciò si rivestì velocemente, mentre il campanello continuò a suonare più volte.
Cercò di sistemarmi come meglio poté i capelli, senza accorgersene che il trucco ormai sbavato lo rese nuovamente un pagliaccio da circo, se Roxas fosse stato qui non si sarebbe fatto scrupoli nel farglielo notare.
Ma lui non c’era...
Aprì nervosamente la porta, facendo entrare i genitori nel suo appartamento, entrambi osservarono le stanze con un leggero timore, come se si aspettassero da un momento all’altro di trovare della biancheria sporca da settimane in giro per casa o qualche ragazza mezza nuda sbucare fuori dal bagno come l’ultima volta.
«Allora? Volete…Volete qualcosa da bere? O meglio, andiamo a mangiare fuori, che ne dite? » Un ottima scusa per non fare vedere lo stato attuale della cucina. Dall’ultima volta in cui Demyx si dilettò nella preparazione delle frittelle, Axel si promise ogni giorno di ripulire il disastro.
Passò una settimana, e ancora si sentì il terribile odore di frittella bruciata.
Appena la madre si voltò verso il figlio, lanciò un urlo preoccupato «Axel! Ma…Ma cosa ti è successo?!»
Lui in un breve istante non capì il motivo del suo atteggiamento, rimase immobile, aggrottando la fronte «Eh? »
«Sei stato di nuovo in mezzo ad una rissa, vero?» Domandò freddamente il padre.
A quel punto si ricordò di avere il trucco di ieri sera ancora sul viso, tirò fuori un piccolo sorrisetto, cercando di calmare sua madre «Sta tranquilla ma’, è solo il trucco sbavato» Si portò un dito vicino agli occhi, sporcandoselo di nero «Vedi? »
La madre tirò un sospiro di sollievo,rivolgendosi poi al marito
«Direi che possiamo andare a pranzare in quel delizioso ristorante al centro»
«Meglio di no” Disse l’uomo «Non vorrei ti sforzassi troppo»
«Sei sempre il solito guastafeste» Scherzò la donna, voltandosi verso il figlio «Allora credo mangeremo qui, hai fatto la spesa tesoro? »
Axel borbottò un
«Credo» Seguito da un “Forse», ma quando sentì gli urli dei suoi genitori alla vista della cucina, capì che non sarebbe potuto andare avanti per molto con le solite scuse.
«Axel! La….La cucina…»
«E’ scoppiata qualche guerra qui dentro?! »
«Esagerati, è solo un po’ di sporcizia» Prese il cellulare dalla tasca dei pantaloni «Chiamo una cameriera e vediamo di risolvere la questione»
«Non se ne parla nemmeno» Sbottò il padre «Vivere da solo avrebbe dovuto farti diventare più responsabile, invece trovo la cucina un disastro, vestiti sparsi ovunque…»
«Sparsi ma non sporchi»
«E questa? » Domandò la madre, alzando un paio di maglie macchiate di sugo, il rosso ridacchiò, grattandosi nervosamente il capo «Bhè…Quasi tutti»
La donna fece per posare i vestiti, quando le scivolò dal mucchio un reggiseno rosa confetto, ma prima che potesse dire un’altra parola in più, Axel lo afferrò di scatto «Ecco dov’era finito, Denise sarà sollevata»
«Axel! »
«Oh no, aspetta…Credo che questo sia di Giselle…Mmh…O forse di Larxene…»
«Axel!! »
«Che c’è papà?! Fammi riflettere e poi ti saprò dire i nomi» Ci pensò su qualche altro istante «Nah…Sarà di Giselle, è poco ma sicuro, Larxene non mi sa da una tipa che ama il rosa»
L’uomo si portò una mano al viso, sospirando pesantemente «Non mi interessa di chi sia questo reggiseno»
«Almeno sono ragazze per bene? »
«Se si concedono la prima sera non credo proprio ma’» Rise il figlio, sotto lo sguardo severo del padre
«Ti metti a scherzare in questo momento?! Tua madre sta male, stiamo cercando tutti di aiutarla e tu pensi solo a divertirti»
«Guarda che ti sbagli! Ho lavorato giusto fino a ieri»
«Fino a ieri?»
«Ehm sì» Disse con imbarazzo «Sono stato licenziato, ma tanto me ne sarei andato comunque, quel posto non faceva per me»
«E’ da più di due anni che passi da un lavoro all’altro, ma non ti vergogni?!»
«Jack! » Lo sgridò la moglie «Non tollero altri litigi, non oggi, vi prego» Si sedette esausta sul divano, cercando di trattenere un sospiro di rassegnazione.
Axel distolse lo sguardo dal padre, allontanandosi dai genitori verso la cucina.
Aveva ragione, aveva maledettamente ragione, per quanto si sforzasse, doveva essere realista, sua madre aveva il cancro e lui si stava comportando come se nulla fosse, suo padre rischiava di perdere il posto di lavoro e lui si ubriacava ogni sera con i suoi amici, senza pensare di trovare un impiego fisso.
Certo, fece diverse domande di lavoro, fece perfino il provino per un film che stavano girando vicino a Traverse Town, ma ancora nessuna chiamata.
In quell’istante, Axel si sentì completamente affranto.

.................

Quando i suoi genitori se ne andarono, tirò nuovamente fuori dalla tasca il cellulare, componendo in fretta un numero. Quasi si dimenticò del fuso orario talmente era pensieroso.
Roxas tuttavia non rispose a nessuna delle chiamate, passarono i minuti, fino ad arrivare ad un ora, Axel decise così di lasciargli un ulteriore messaggio nella segreteria telefonica.
"Yo Roxas, so che magari sei impegnato, dal momento che non mi hai più risposto, ma avrei bisogno assolutamente di parlare, chiamami appena puoi"
Riattaccò, sperando di ricevere una sua telefonata pochi istanti dopo, ma non fu così…
E nemmeno nell’ora seguente, così decise nuovamente di inviargli un altro messaggio vocale.
"Ciao Roxas, sono di nuovo io. Strano che non rispondi. Bhè, sappi che io sto aspettando una tua chiamata" Sospirò, portandosi una mano tra i capelli "E’ importante e…Ho...Ho bisogno di parlarne con qualcuno" Si morse il labbro inferiore, sedendosi stanco sul divano "No anzi, non con qualcuno…Ma con te, ho bisogno di parlare con te. A più tardi"
Ma quella telefonata non avvenne nemmeno nelle ore seguenti, Axel cominciò davvero a pensare che fosse successo qualcosa o semplicemente che ce l’avesse con lui.
Più passò il tempo e più si preoccupò, più si preoccupò e più si arrabbiò, più si arrabbiò e più pensò al motivo che lo spingesse ogni volta a cercare quasi con ossessione quel ragazzino.
Il bisogno di sentire la sua voce rassicurante, delle sue risate cristalline, della sua vita in Inghilterra e di quanto Sora lo irritasse ogni qual volta lo batteva nei videogame.
Le ore trascorsero, così come la nottata, passata in bianco dai mille pensieri del rosso, sulla sua famiglia, sul suo futuro e, perché no…Anche sul fatto che Roxas non gli abbia nemmeno mandato un messaggio per scusarsi.
Dopo quasi due giorni, finalmente ricevette quella tanto attesa chiamata, ma questa volta Axel non sembrò sconsolato e desideroso di sentirlo come ieri, anzi…
"Ah ma bene, finalmente ti decidi a rispondermi!" Sbottò il ragazzo, mentre chiuse con un colpo secco il frigorifero.
"Che accoglienza" Borbottò il più giovane
Axel sbatté più volte le palpebre, sorpreso di quanto menefreghismo avesse quel ragazzo "Cosa pretendi? Che ti sommerga di complimenti dopo avermi fatto aspettare due giorni la tua chiamata? Spero tu stia scherzando"
Lo sentì mugugnare, irritandosi ancora di più "Hey piccoletto, dovrei essere io quello offeso, non tu, smettila di borbottare"
"Non dirmi cosa devo fare» Rispose infastidito "Ho anche io i miei buoni motivi per avercela con te»
"E cosa avrei fatto di così tremendo?!"
"Solo quindici chiamate e circa una ventina di messaggi in quarantotto ore" Sospirò  "Non ti sembra di esagerare? Vorrei vivere la mia vita in santa pace senza che tu debba ogni volta intrometterti"
Axel sentì un nodo improvviso alla gola, quelle parole gli fecero male, eccome…
Ma ciò nonostante, la sua impulsività verbale ebbe la meglio
"Che cazzo stai dicendo?! Se tu avessi risposto immediatamente non ti avrei contattato così tante volte, avevo bisogno di parlarti, ma tu mi evitavi per chissà quale ragione e…"
"Non ti ho evitato, quel giorno ero semplicemente uscito con dei miei amici e dentro al locale non prendeva, quando me ne sono ricordato, ho pensato che tu stessi dormendo, mica potevo svegliarti per questa sciocchezza"
"Avresti potuto…" Disse l’altro "…Se ci tenevi davvero a sapere come stavo"
In quell’istante ci fu un completo silenzio.
"Axel" Sospirò il biondo "Non farne un dramma come al solito, nemmeno mia madre se la prende così quando non rispondo al cellulare"
"Ci credo, preferisce spassarsela tutto il tempo con il suo fidanzato piuttosto che controllarti"
Altro silenzio.
"Vaffanculo"
"Eh no!" Tentò di fermarlo, prima che chiudesse la chiamata «Ora non giocare la parte della vittima, quello preso per i fondelli sono io, pensavo di essere il tuo migliore amico, ma mi abbandoni proprio nel momento in cui ho più bisogno di te, per andarti a divertire con i tuoi nuovi amichetti ingle__ "
"Un po’ come fai TU ogni singola sera, telefonandomi completamente ubriaco e facendomi ascoltare quelle disgustose gare di rutti dei tuoi amici!" Gli rinfacciò il ragazzo, ormai fuori di sé "Chissà cosa dovevi dirmi di così importante QUESTA VOLTA…"
A quell’affermazione, Axel inarcò un sopraciglio, appoggiando la schiena contro il muro "Cosa intendi dire con, questa volta?"
Dopo qualche esitazione "N_niente di importante" Il suo tono fu talmente basso che quasi sussurrò.
"Che le mie chiamate sono noiose?"
"No è che…"
"Perché è questo quello che mi hai fatto intuire, non sono stupido come pensi che sia, Roxas."
"Strano, a me sembra il contrario"
"Ti prendi gioco di me?!" Gli urlò, sentendo un sospiro esasperato da parte del più giovane
"Axel Smettila di farmi tutte queste pressioni, mi stai assillando ed io sono stufo!! S-T-U-F-O, memorizzato?!" Domandò, con una leggera punta di ironia, ricalcando per bene la grande mania del rosso di fare lo spelling su qualsiasi parola gli passi per la mente, cosa che lo fece innervosire ancora di più.
"Questa volta sono io che ti mando a quel paese"
"Bene, spiegami la strada che di sicuro la conosci meglio di me"
Dopo quell’ultima affermazione, Axel riattaccò bruscamente la chiamata, maledicendo nuovamente Saix per aver avuto ragione fin dall’inizio.
Era stufo?
Lo stava assillando?
Voleva essere lasciato in pace? Bene.
Da quel momento non lo avrebbe più chiamato, neanche un messaggio, e così fece finché ricevette la lettera d’invito al matrimonio di Dalia (la madre di Roxas) e Luxord, il 13 Novembre 2009.



...............................



Sospirò, ripensando non solo a quei lunghi giorni, ma nei mesi seguenti fino ad ora.
Axel non la smise di fissarlo per tutto il tempo, studiò ogni suo più piccolo movimento, sentendosi terribilmente a disagio.
Probabilmente lo avrebbe ammesso perfino a Saix, se fosse stato lì con lui: Roxas gli mancava.
Il solo pensiero di non rivolgergli più la parola gli fece rimpiangere tutte quelle cose che gli disse quel giorno. Gli mancò tutto di lui, dai suoi occhi celesti, capaci di infondergli quella sicurezza e quel calore che mai nessuno ci riuscì prima, al suo buffo sguardo quando gli scompigliava scherzosamente i capelli, facendogli assumere un’espressione imbronciata, che lui trovava assolutamente
adorabile.
Non seppe cosa lo legasse così forte a quel ragazzino, ma non volle aspettare oltre, si diresse verso di lui con l’intenzione di risolvere questa faccenda.
Non gli importò se c’era gente o se lui non avesse voglia di parlargli, Axel voleva solo che le cose tornassero come prima, voleva di nuovo sentirsi parte della sua vita.
Ma prima che potesse raggiungerlo, qualcuno gli afferrò la manica della giacca, bloccando il suo tentativo di far pace con Roxas, o almeno per ora.





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E rieccomi! Avrei dovuto postare mooolto prima, purtroppo la mia coscienza mi ha portata a concentrarmi prima sui compiti, dato che avrò un'esame abbastanza complicato XD
Sì, lo ammetto, il capitolo non è un granchè, è concentrato per lo più sullo stile di vita di Axel, ma non potevo non inserire le vicende del locale *-*
In quanto a Larxene, bhè...io adoro quella ragazza, mi serviva una ragazza col suo caratteraccio per quella parte, purtroppo non so se sia abbastanza IC, ho cercato di renderla come il meglio possibile, anche per gli altri.
Che altro dire, spero vi sia piaciuta e spero anche in una vostra recensione!^^
Ora vado a mangiare fuori! (Finalmente *-*) ma di sicuro mi beccherò la pioggia a giudicare dal tempo! XD
Sono stata crudele con quei due? Ehhh...Ma vi prometto che al prossimo capitolo succederà una bella cosa!

A breve risponderò alle recensioni!
Grazie mille a tutti quelli che hanno metto la storia tra le preferite! (si commuove) e tra le seguite! (si commuove ancora di più) e a chi ha recensito (scoppia in lacrime)
Mi rendete davvero taaaaaanto ma taaaaaanto ma taaaaanto (okay la smetto XD) Felice !^^'
A questa storia ci tengo parecchio e mi fa piacere di non essere un disastro (o almeno credo)<3

Un bacio a tutti e alla prossima <3
  
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