Scusatemi tantooooooo, il tempo è volato e non ho avuto tempo di scrivere, chiedo perdono a tutti i miei lettori che seguono questa storia, spero mi possiate perdonare e che non perdiate la voglia di leggere la storia.. senza farvi aspettare oltre vi lascio leggere..
Buona lettura ^^
Dopo
aver fatto una ricca colazione, su
richiesta del capitano più allegro del solito, ci
incamminammo verso la casa
della strega, guidati da Rubbis che non mi perdeva un attimo di vista.
-
Nami, quando ti stanchi non esitare a
dirlo!- disse Rubbis
- sta
tranquillo sono molto resistente! -
gli risposi senza troppe moine, odiavo essere trattata come una
bambina, io so
cavarmela benissimo!
- ad
ogni modo, se riusciremo a
distruggere la maledizione che ci lega, non sei obbligata ad andartene,
potresti anche restare e regnare al mio fianco -
- io
credo di no! - incalzò Zoro appena
dietro di noi che, ovviamente, aveva ascoltato ogni parola di quella
conversazione.
-
questa è una decisione che deve
prendere solo Nami - disse Rubbis con sguardo di sfida
- si
infatti, perciò smettetela! - dissi
fulminandoli con lo sguardo.
-
Nami è mia!- a quelle parole si
bloccarono tutti indirizzando i loro sguardi verso il capitano che non
sembrava
esserne turbato. – E’ la mia navigatrice! Poi
immaginare tu stesso che è un
membro essenziale nella mia ciurma, per cui levati dalla testa
l’idea di
sposarla o roba simile, perché lei viene via con noi!- disse
le ultime parole
sfoggiando un sorriso a trentadue denti. Dio quanto mi piaceva quel
sorriso…
Zoro
osservava ancora incredulo il capitano,
che stesse progettando un piano di vendetta?!
- si,
posso capirlo, ma Nami è importante
anche per me! - disse Rubbis
-
come puoi dire che una persona appena
conosciuta sia importante per te? Parli così solo
perché adesso la tua vita
dipende dalla sua, non ti importa niente di lei, invece a noi che siamo
i suoi
compagni, amici, la sua famiglia, per noi lei è tutto! -
disse Robin con
sguardo severo.
-
hanno ragione, non potrei mai separarmi
da loro, sono la mia famiglia, non resterò qui, non
regnerò con te, non posso
nemmeno amarti! - dissi sorridendo.
-
questo perché sei già innamorata di un
altro uomo! L’ho capito sai, da come vi guardate - io e Zoro
ci guardammo
imbarazzati, in tanto avevamo ripreso il cammino, notai che
l’espressione del
capitano, poco distante da noi, era triste, non più serena e
tranquilla,
semplicemente triste. Forse stava sentendo, forse aveva capito, forse
anche lui
prova qualcosa per me.. e se così fosse.. avrei rovinato
tutto, se io e Zoro
uscissimo allo scoperto il capitano ne soffrirebbe.. non posso fare una
cosa
del genere al mio capitano, al mio Rufy.. a in fondo perché
non potevo? Amare
una persona non è un reato, ma forse Zoro non era
l’unico ad essere entrato nel
mio cuore, forse anche Rufy aveva fatto breccia nel mio cuore.. i
pensieri mi
inondavano la testa, non riuscivo a capire cosa provavo in quel
momento, non
sapevo cosa fare, avevo solo una gran voglia di stringere il mio
capitano e
coccolarlo fino a fargli tornare il sorriso.
Avevo
deciso di andare da lui, fare quattro
chiacchiere, cercare di tirarlo su, ma proprio quando stavo per andare
vidi
Robin arrivargli da dietro togliergli il cappello che aveva in testa e
metterselo.. come aveva osato?! Solo io posso mettere il cappello del
capitano,
quello è il suo tesoro, solo io posso custodirlo in sua
assenza! Una bruciore
mi pervase lo stomaco, ero furiosa.
-
Nami che hai? - mi chiese Rubbis
-
niente! - gli risposi secca.
- mi
è preso un forte bruciore di
stomaco, non sarà che devi andare in bagno?! - mi chiese
tranquillo.
- ma
quale bagno cretino! - gli dissi
atterrandolo con un pugno sulla testa.
-
ma.. che ho detto..- disse rialzandosi
a stento.
-
amico, quella è la vera Nami! - disse
Zoro sorridendo beffardo
Il
dolore del pugno che avevo dato a
Rubbis non tardò ad arrivare, cavolo, sapevo far male!
(Rufy)
Mi
sentivo triste, avevo capito
perfettamente a chi si fosse riferito Rubbis dicendo: “questo
perché sei già
innamorata di un altro uomo”, quell’uomo non sono
io, è Zoro, Nami ama Zoro.
Improvvisamente sentii il mio cappello diventare leggero e mi accorsi
di Robin
al mio fianco con il cappello tra le mani.
- che
stai facendo? - le chiesi sorpreso.
- ti
faccio compagnia! - disse
sorridendo, mettendosi il mio cappello
- non
dovresti mettere il mio cappello! -
dissi serio
- a
Nami lo fai mettere! - disse
continuando a sorridere
- Nami può!- dissi
senza pensare che avrei
potuto offenderla. – è la mia navigatrice, lei
può perché ho fiducia in lei, ci
sono molto legato -
-
dovresti iniziare ad avere fiducia
anche in me - disse diventando seria – so quello che provi
per lei, e so che
lei non prova la stessa cosa per te -
- questo l’ho
capito- ammisi. – ma non importa,
non posso certo smettere di volerle bene solo perché lei non
mi ricambia -
dissi sorridendo
-
questo è vero.. ma potresti guardarti
intorno..- disse
- che
vuoi dire? - chiesi perplesso
-
Nami non è l’unica ragazza sulla nave,
non è l’unica a volerti bene, e non è
l’unica alla quale dare fiducia - disse
l’ultima frase passando una mano sul cappello, ma io non
capivo cosa volesse
dire
-lo
so, voi tutti mi volete bene, questo
lo so - dissi pensando volesse farmi capire questo.
-
proprio non capisci eh - disse
sorridendo
- ti
ho detto che ho capito -
-
Rufy quello che voglio dirti è che.. -
venne interrotta dalla mano di Nami che le strappò il
cappello dalla testa
correndo via urlando “questo è mio”. Non
ne capivo il motivo ma quel gesto mi
aveva riempito il cuore di gioia, batteva all’impazzata.
Diressi lo sguardo
verso Robin che sorrideva.
-
cosa stavi dicendo? - le chiesi
-
niente, non importa, ci saranno altre
occasioni per parlare – disse allontanandosi.
- che
strane le donne.. -
(Nami
)
Senza
capire perché, corsi verso di loro
e afferrai il cappello del capitano dalla testa di Robin fuggendo
subito dopo.
-
questo è mio - le gridai sorridendo.
Lei non rispose ma sorrise, il mio sguardo poi si diresse verso il
capitano che
incredulo aveva osservato la scena per poi spostare lo sguardo verso
Robin.
Perché il solo fatto che lui l’abbia guardata con
quello sguardo così
interessato mi dava fastidio? Decisi di ignorare il fastidio e
indossando il
cappello raggiunsi di nuovo Rubbis, che sembrava gli stesse per venire
una
crisi, e Zoro.
-
perché lo hai fatto? - chiese Zoro
senza guardarmi
-
questo è il tesoro del capitano, solo
io posso custodirlo - gli dissi senza troppi giri di parole, su questa
cosa non
transigo, non mi importa se Zoro o Robin ci rimangono male, solo io
posso
portare il cappello di Rufy, lo sanno tutti.
-
capisco, se è solo per questo che lo
hai fatto.. – disse Zoro serio. Non mi credeva, non credeva a
una sola delle
parole che aveva pronunciato. Non ci credevo nemmeno io, la
verità è che una
parte di me desiderava avere il capitano tutto per se, una parte di me
amava il
capitano.. si possono amare due persone contemporaneamente?!
Evidentemente si..
-
siamo a metà strada, nessuno mai ha
osato oltrepassare questa zona, gli abitanti dell’isola la
temono, non so bene
il perché ma pare che sia una zona maledetta. Si narra che
chiunque abbia
oltrepassato la linea di confine, che si trova proprio a pochi metri da
noi,
non sia più tornato – disse serio.
-
come facciamo a vedere la linea di
confine? – chiese Zoro.
- oh
è molto semplice, vedete quei due
alberi? – indicò i due alberi poco distanti da
noi, erano stranissimi, i loro
tronchi erano enormi e i rami formavano un arco intrecciandosi verso
l’alto..
sembrava un’entrata, mancava solo il tappeto con la scritta
“benvenuti”, si
capiva benissimo, come aveva detto lui,
dove fosse il confine.
-
fantastico - disse il capitano
-
ragazzi io penso che resterò qui -
disse Usop iniziando a tremare
- io
resto con Usop - aggiunse Chopper
-
avanti Usop, non vorrai perderti
l’occasione di vivere questa nuova avventura - disse Rufy
entusiasta. Chopper
osservava Usop perplesso, mentre il poverino cercava una scusa per
svignarsela.
- e
va bene, andiamo! – disse rassegnato.
Oltrepassammo
cauti l’arco di alberi e
subito riuscii a percepire il cambiamento dell’atmosfera,
l’aria era
irrespirabile, una nebbia fittissima ci circondò, non si
vedeva un palmo dal
naso avevo perso i miei compagni nel giro di un istante. Mi sentivo
stanca, le
gambe appesantite e gli occhi mi si chiudevano da soli. Iniziai a
chiamare uno
dopo l’atro i miei compagni ma non riuscivo a sentire alcuna
risposta,
camminavo senza una meta ma più di una volta mi era sembrato
di sentire una
presenza alle mie spalle.
Improvvisamente
andai a sbattere contro
qualcosa.
-
Nami! - disse il capitano stringendomi
a se.
-
Rufy - dissi contenta
-
finalmente ti ho trovata, ti ho cercata
tanto, avevo paura di averti persa di nuovo - disse sollevato
-
Rufy che ti prende, lasciami, sono qui
adesso stai tranquillo, ma come hai fatto a trovarmi? -
- ho
seguito il tuo profumo – disse con
il suo solito sorriso.
- dai
adesso andiamo a cercare gli altri,
saranno preoccupati – dissi allontanandomi da lui ma mi
bloccai quando mi
sentii afferrare la mano.
- che
ti prende? – gli chiesi incuriosita
-
provi qualcosa per Zoro vero? – mi
disse serio
-
Rufy questo non è il posto ne il momento
adatto per parlare di questo – gli dissi nervosa, come potevo
dirglielo? Come
potevo rischiare di perderlo?
-
Nami io devo saperlo, devo mettermi
l’anima in pace, non posso resistere così
– disse abbandonandosi per terra con
la testa tra le mani
-
Rufy che stai dicendo? – dissi
inginocchiandomi davanti a lui. Alzò lo sguardo per
guardarmi ma quello k vidi
mi sconvolse, stava piangendo.
-
Nami tu sei mia! – disse mettendomi
sulle sue gambe.
-
Rufy ma che dici? E fammi scendere –
dissi stupida dal suo comportamento.
-
Nami io ti amo! – disse prendendo il
mio viso con la mano per portarlo vicino al suo.
Ero
paralizzata, ma non dalla paura ma
dalle diverse emozioni che si scatenavano in quel momento dentro di me,
non
sapevo se essere felice, triste o arrabbiata, non sapevo se piangere o
ridere,
se scansarmi o restare ferma, potevo solo guardare incredula il mio
capitano
piangere per me.
-
Perché non mi ami anche tu? Perché? –
-
Rufy ti prego torna in te! – sentii in
lontananza le voci dei miei compagni avvicinarsi e senza pensarci due
volte con
un urlo li chiamai. Io
in tanto mi ero
liberata dalla presa del capitano che però non ne voleva
sapere di lasciarmi
scendere dalle sue gambe. Si precipitarono tutti e quando si accorsero
di come
si erano messe le cose tra me e il capitano assunsero tutti delle facce
non
molto rassicuranti specie quelle di alcuni (Zoro, Robin e Rubbis)
-
Ragazzi non so cosa gli sia preso, non
riesco a farlo calmare – dissi
-
Rufy lasciala andare avanti! – disse
Zoro avvicinandosi a me ma Rufy assumendo un’espressione mai
vista sul suo
volto si alzò in piedi afferrandomi saldamente.
-
State lontani, lei è mia! –
-
andiamo non fare lo sciocco, lasciala!
– disse Zoro innervosendosi
-
Nami resta con me, sarai la mia regina,
regneremo su tutti i mari – disse guardandomi e solo allora
mi accorsi
dell’alone nero che aveva sotto gli occhi.
-
cosa ti sta succedendo Rufy? Perché ti
comporti così? – gli dissi iniziando a piangere
-
perché tu sei la persona più importante
per me e non posso permettere che ti portino via, resta con me Nami!
Per
sempre! – il suo corpo stava cambiando, lo sentivo tremare,
vedevo i suoi
canini allungarsi più del normale e i suoi occhi diventare
rossi come il
sangue, le sue unghie crescevano affilare e le sentivo lacerarmi la
carne dove
mi teneva stretta, i ragazzi osservavano la scena pietrificati mentre
Zoro si
preparava ad affrontare il suo migliore amico o meglio quello che
sembrava
esserlo.
Sfoderò
la spada ma prima che potesse
sferrare il colpo mi liberai dalla presa per precipitarmi davanti al
capitano impedendo
che gli facesse del male.
-
Fermati Zoro!- dissi seria ma
continuando a piangere. – Non osare toccarlo –
continuai.
-
Nami non è più lui! – disse arrabbiato
-
E’ lui invece, e qualunque cosa abbia
lo aiuteremo – dissi dando le spalle a Zoro per andare dal
mio capitano
-
Rufy vieni qui – gli dissi aprendo le
braccia. Lui senza perdere tempo si precipitò da me
accoccolandosi tra le mie
braccia, sembrava un bambino impaurito.
-
Cosa vuoi Rufy? – gli chiesi accarezzandogli
i capelli più lunghi del solito
-
voglio la mia Nami! – disse piangendo
-
sono qui Rufy, non andrò via – gli
dissi
-
puoi amare un mostro come me? – mi
chiese allontanandosi da me per guardarmi negli occhi.
- tu
non sei un mostro Rufy, non potresti
mai esserlo per me – gli dissi sorridendo.
- non
mi hai risposto – disse
- sei
tu che non capisci! – gli avvolsi
le braccia intorno al collo e mi avvicinai al suo viso, sentivo il suo
respiro
sulla pelle, era affannato, i suoi occhi erano fissi su di me e mi
imbarazzai
di questo, per un attimo mi dimenticai degli sguardi dei nostri
compagni fissi
su di noi ai quali nemmeno lui aveva dato importanza.
- Ti
amerei anche se fossi un mostro!-
gli sussurrai prima di eliminare le distanze tra le nostre bocche.
Assaporai il
suo sapore sulle labbra, era come una droga, ne volevo sempre di
più, non
riuscivo a staccarmi da lui mentre mi stringeva e mi baciava con
passione. Lo
sentivo farsi strada con la lingua nella mia bocca e cercare di sentire
il mio
corpo sempre di più, non sentivo più i suoi denti
affilati e le sue unghie
graffiarmi la pelle, stava tornando “normale”. Mi
staccai da lui ricordandomi
dei nostri compagni ma quando aprii gli occhi per cercarli non
c’erano più, in
tanto lui aveva preso a Baciarmi il collo per poi scendere
più sotto verso il
seno.
-
Rufy che fai? – gli chiesi bloccandolo
- Hai
detto di amarmi giusto? Lo hai
detto! – disse fermandosi a guardarmi, era tornato quello di
prima, il mio
capitano.
- Si
l’ho detto! –
- Mi
ami? –
- Si!
– ammisi arrossendo
-
Dimmelo – disse serio
- Ti
amo –
- sto
solo facendo quello che il tuo
cuore desidera – disse sorridendo
-
quello che il mio cuore desidera? –
- si,
perché è la stessa cosa che
desidera anche il mio, perché ti amo – i suoi
soliti discorsi da bambino che in
qualche modo seguivano sempre un filo logico.
- si
ma.. non qui, fermati – dissi
nervosa
-
vuoi fare l’amore con me? – mi chiese
serio
- si
– gli risposi senza pensare e dopo
uno dei suoi soliti sorrisi a trentadue denti mi fece sdraiare per
terra e
ricominciò a baciarmi, con una mano iniziò ad
accarezzarmi la gamba per poi
salire e passare sotto la maglietta che mi sfilò per andare
a giocare con il
seno che toccava delicatamente. Mi tolse il reggiseno che gli impediva
i
movimenti e con la bocca scese fino ai capezzoli che iniziò
a torturare con la
lingua. Mai lo avrei creduto capace di questo, non pensavo potesse
rivelarsi
così bravo.
Con
la mano aveva lasciato il seno ed era
tornato ad accarezzare la gamba fino ad arrivare sotto la gonna, non
riuscii a
trattenere un gemito quando si insinuò con le dita dentro di
me dandomi
piacere, iniziai ad ansimare. Io in tanto gli avevo tolto la maglietta
e
accarezzavo il suo petto e la sua schiena, per poi scendere in basso e
sfilargli i pantaloni, lo sentivo sorridere sopra di me, tra i due
quella
impacciata ero io, e non riuscivo a spiegarmi il perché.
-
Nami posso farlo? – disse tornando a
guardarmi.
-
Si!- gli dissi guidandolo dentro di me,
non riuscii a trattenere un urlo quando lo sentii muoversi dentro di
me, un
caldo piacere mi pervase e vampate di calore mi attraversavano il corpo
ad ogni
suo movimento. Era sopra di me, mi fissava mentre si muoveva, lo
sentivo
tremare, ansimare e desiderare di venire. Mi sorrise prima di parlare.
-Adesso
svegliati –
Aprii
gli occhi, stavo sognando, mi
ritrovai distesa per terra avvolta dalla nebbia che piano, piano
svaniva
davanti ai miei occhi, era stato tutto un sogno, eppure sembrava
così reale,
riuscivo a sentire ancora il dolore provocato dalle unghie di Rufy e
istintivamente mi toccai il braccio che mi aveva stretto e mi accorsi
dei buchi
che mi aveva fatto nel sogno, ma allora era successo veramente! O molto
probabilmente era un altro dei sogni che mi tormentavano sulla nave per
colpa
di Rubbis, però questa volta lui sembrava non entrarci per
niente. Decisi di
ignorare per un po’ quel sogno e andare a cercare gli altri,
ad ogni passo la
nebbia sembrava farmi strada, era come se volesse guidarmi, iniziai a
sentire
uno strano rumore, che riconobbi quasi subito, il russare di Rufy era
inconfondibile, andai dove il rumore sembrava più forte e lo
trovai steso per
terra mentre dormiva beato.
-
Rufy! – dissi avvicinandomi. Continuava
a russare indisturbato.
-
Rufy il pranzo è pronto! –
-
Pranzo?! SI MANGIA!! – disse
svegliandosi di soprassalto. – dov’è il
cibo? – chiese deluso.
- Non
c’è Rufy, era una piccola bugia –
dissi sorridendo
- ah
Nami, sei tu.. – teneva lo sguardo
basso, era imbarazzato per qualcosa che non riuscivo a comprendere.
Possibile che
anche lui avesse fatto lo stesso sogno?
- che
ti prende Rufy? – gli chiesi
perplessa. Mi afferrò il braccio alla sprovvista senza
guardarmi in faccia, era
imbarazzato.
-
Questi come te li sei procurati? – si
riferiva ai buchi
sulle braccia.
- ho
fatto uno strano sogno – ammisi
- te
li ho fatti io vero? –
- era
solo un sogno Rufy! – dissi
sorridendo
- No,
era reale in qualche modo, guarda!
– disse mostrandomi le mani macchiate del mio sangue.
- hai
fato il mio stesso sogno? – gli
chiesi sconvolta. Cavolo che vergogna!
- si,
noi abbiamo.. abbiamo.. – notai
l’imbarazzo sul suo volto e innervosendomi gli diedi un pugno
in testa. – ahi!
Perché lo hai fatto? –
- era
solo uno stupido sogno! non provare
più a dire quello che abbiamo fatto!- dissi furiosa.
- non
era un sogno! – disse serio
-
smettila! –
- io
credo di provarle davvero quelle
cose, anche se non ne sono sicuro, non so cosa sia l’amore ma
quello che è
successo è stato bello! –
-
Rufy andiamo non è successo niente, è
stato solo un sogno e tu non provi quelle cose, come non le provo io!
Forza
dimentichiamoci dell’accaduto e andiamo a cercare gli altri - dissi alzandomi
- se
davvero non provi quelle cose non
dovrebbe essere difficile per te resistermi giusto?! – disse
avvicinandosi
- che
vuoi dire? – chiesi stupita, quello
non sembrava il mio capitano, sembrava essere cresciuto tutto
d’un tratto.
-
voglio dire che se io mi comportassi
come è successo in sogno tu non proveresti niente giusto?!
Non mi baceresti
nemmeno – disse con lo sguardo triste ma curioso al tempo
stesso. Stava davvero
cercando di mettermi alla prova? Proprio lui?
- non
lo faresti mai! E comunque no, non
ti bacerei! –
-
voglio esserne sicuro – senza nemmeno
finire la frase mi avvolse con il braccio stringendomi a se e
costringendomi a
fissarlo a pochi centimetri di distanza.
-
Rufy lasciami andare! – gli ordinai
cercando di liberarmi
-
Nami non ho intenzione di fare niente
che tu non voglia, devo solo sapere! – disse sorridendo
tristemente, perché era
così triste? Possibile che provasse davvero quelle cose per
me?
- se
vuoi delle risposte potresti
semplicemente chiedere! –
- mi
diresti delle bugie, come fai
sempre, quando hai paura nascondi la verità! –
aveva ragione, non riesco ad
essere sincera in momenti come questo, sono una codarda ma non potevo
cambiare
le cose.
-
Nami te lo prometto, se riuscirai a non
baciarmi ti lascerò in pace –
-va
bene Rufy, fai come vuoi – dissi
rassegnata, non sarebbe stato poi così difficile riuscire a
non baciarlo
giusto?! Mi prese il fiso con una mano portandoselo delicatamente
vicino al
suo, era come nel sogno, sentivo il suo respiro sulla pelle, il mio
corpo
reagii al tocco delle sue mani che poco prima, anche se in sogno, mi
avevano
regalato piacere.
-
Nami.. –
- che
c’è? – gli chiesi tornando alla
realtà
-
tu.. non senti niente? – mi chiese
imbarazzato
-
cosa dovrei sentire? –
-
dovresti avere voglia di baciarmi –
disse amareggiato, aveva la stessa espressione di un bambino al quale
è appena
stata sottratta la caramella
-
Rufy se anche io ti baciassi non
significherebbe niente –
- ma
nel sogno hai detto più volte di
amarmi e poi abbiamo.. – lo interruppi con un sonoro colpo in
testa. – ti ho
detto di non ripeterlo – gli dissi liberandomi dalla presa
- e
comunque era un sogno e non mi era
possibile controllarlo, è successo e basta –
- ma
io l’ho fatto! Nel sogno volevo
ucciderti ma ho cambiato le cose! –
-
come volevi uccidermi? Ma che stai
dicendo? Perché? –
- non
lo so era una voce che avevo nella
testa che mi ordinava di farlo ma poi ho deciso di cambiare le cose
– disse
sorridendo fiero di se
-
c’è qualcosa che non va in tutto
questo, qualcuno voleva spingerti ad eliminarmi, ma chi? Chi
può essere in
grado di fare questo? –
-
Rubbis riesce a controllare i tuoi
sogni –
- si
ma solo i miei, in oltre non
potrebbe mai uccidermi perché così morirebbe
anche lui –
-
allora è la strega! – disse con il suo
solito sorriso a trentadue denti.
-
è probabile, ma adesso
sarà meglio trovare gli altri! –
-
Nami prima di andare via potrei baciarti?
–
- ma
che dici Rufy, ti ho dimostrato di
riuscire a resistere no? Quindi adesso basta! –
- lo
so ma vorrei provare almeno una
volta a farlo dal vivo e non in sogno –
- io
non so se.. – dissi indecisa, in
fondo era solo un bacio, per me non significava niente, o meglio avrei
finto
che fosse così.. quella dannata voglia di baciarlo assaliva
anche me!
- va
bene, ma dopo la finiremo con questa
storia ok?! –
- ok!
– mi strinse a se e lo sentii
respirare il mio profumo, avvicinò il suo viso al mio e
sentii le sue labbra ma
non dove dovevano essere..
-
Rufy che stai facendo? – gli chiesi
spostandomi
- ti
sto baciando – mi disse serio
-
sulla guancia? – dissi perplessa
- e
dove? –
-
pensavo volessi farlo come nel sogno –
ammisi un po’ delusa
- non
sono capace – cosa ci si poteva
aspettare da Rufy – e poi ho paura di ricevere un altro pugno
–
- si,
ok, se è questo che vuoi va bene! –
-
insegnami tu – disse sorridendo. Io
spalancai gli occhi, ovviamente per lui non era altro che un modo nuovo
per assaggiare
qualcosa di diverso dal cibo. – non spetta a me insegnarti
una cosa come
questa, dovresti farlo con la tua ragazza quando ne avrai una!
–
- ma
tu sei la mia navigatrice, in oltre
è a te che l’ho chiesto –
- va
bene, ma non dirlo a nessuno! –
- ok!
– questa volta fui io ad
avvicinarmi, gli poggia le braccia intorno al collo e sfiorai le sue
labbra
-
è come nel sogno – disse – si, ma
è
diverso – gli dissi e prima che potesse dire altro gli baciai
delicatamente le
labbra ma mentre stavo per staccarmi, mise una mano tra i miei capelli
per non
farmi andare via e dischiuse le labbra facendosi strada nella mia bocca
con la
lingua, mi stava assaporando, e sapeva farlo, mi aveva preso in giro!
-
Rufy adesso basta! – dissi staccandomi
da lui, quando improvvisamente tutto si fece nero intorno a me e Rufy
scomparve
sotto i miei occhi.
-
cosa ho fatto questa volta? – percepii
la voce di Rufy in lontananza e aprii gli occhi.
- Ti
sei svegliata finalmente – disse
Zoro al mio fianco, quando misi a fuoco vidi tutti i miei compagni
intorno a
me.
-
cosa è successo? – chiesi stordita
- non
appena varcato il confine tu e
Rubbis vi siete addormentanti di botto – disse Robin
indicando Rubbis non molto
distante da me - quindi era solo un sogno?! –
Come
d’istinto mi guardai il braccio e
notai che non c’era nessuna ferita, guardai Rufy che mi
fissava incuriosito
- che
ho fatto? – mi chiese preoccupato
per la sua sorte
- eh?
–
- mi
hai chiamato più volte mentre
dormivi e a un certo punto hai detto “Rufy adesso
basta” ma
ti giuro che io non ho fatto niente!-
- sta
tranquillo Nami stava solo sognando
– gli disse Robin
- si
ma cosa?! – incalzò Zoro innervosito
- era
un sogno terribilmente strano, e c’era
Rufy intento ad uccidermi- dissi cercando di evitare tutto il resto
- io
volevo ucciderti? – disse Rufy
preoccupato
- si
ma eri spinto da una voce nella tua
testa, ad ogni modo era solo un sogno! –
-
solo questo? – chiese Zoro
- eh?
–
- hai
sognato solo questo? – specificò la
domanda
- s..
si, solo questo, nient’altro! – dissi
cercando di nascondere l’imbarazzo che provavo nel ripensare
a quello che la
mia mente era riuscita a creare.
-
comunque resta da capire il perché del
vostro sonno improvviso – disse Robin turbata
-
provate a svegliare Rubbis, è da troppo
tempo che dorme- continuò
Si
sentivano i lamenti del ragazzo
intento a sognare chissà cosa, almeno quando sognava non
provavo il suo stesso
dolore, una misera consolazione pensando che almeno non aveva fatto il
mio
stesso sogno, ne aveva potuto percepire le mie emozioni.