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Autore: Aede    31/08/2012    2 recensioni
Ambientata durante la prima stagione.
Dopo la morte di Jessica le priorità per i fratelli Winchester sono due: trovare il padre e uccidere Azazel, il demone dagli occhi gialli che ha reso le loro vite un inferno.
Cosa succederebbe se, lavorando all'ennesimo caso soprannaturale, Dean e Sam si imbattessero (per caso o per destino?) in una cacciatrice e in una strega dal passato misterioso?
Intanto, in una tranquilla cittadina del Wisconsin, qualcuno (o qualcosa!) rapisce giovani donne...
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Famiglia Winchester, John Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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Capitolo lunghetto, gente... almeno per i miei standard!
Spero in qualche commento in più questa volta, perchè sono curiosa di sapere cosa ne pensate!
Buona lettura e buon rientro dalle vacanze a tutti!


Socchiuse gli occhi, disturbata dalla tenue luce mattutina che trapelava dagli spessi tendaggi color carta da zucchero posti a coprire le finestre.
L'orologio appeso sopra la porta d'ingresso segnava le sette e quaranta minuti.
I suoi occhi castani vagarono per la camera in penombra soffermandosi sulla figura addormentata di Dean che riposava sulla brandina accanto alla sua; a giudicare dall'espressione rilassata dipinta sul suo viso, il ragazzo dormiva tranquillo.
Il divano sul quale si era coricato Sam poche ore addietro era vuoto e nella stanza non c'era traccia della presenza del giovane cacciatore; doveva essersi svegliato molto presto.
"Lui non c'è; è uscito una decina di minuti fa."
"Ely!" Fece sorpresa voltandosi verso la compagna che, seduta a gambe incrociate vicino alla porta del bagno, la guardava inespressiva "Non ti avevo vista!"
La bionda distolse lo sguardo in silenzio, per tornare a fissare un oggetto di stoffa rossa che stringeva tra le mani.
Ad un esame più attento, Alice si rese conto che era una sciarpa; quella che la sera prima aveva usato per bendare la spalla sanguinante di Dean.
"E' diventata rossa."
"Possiamo lavarla, vedrai che tornerà come nuova!"
"Non ci si può liberare delle macchie di sangue." Mormorò Elisa in risposta "Non importa quanto provi a cancellarlo, il sangue lascia sempre una traccia di sè."
Alice la guardò preoccupata; aveva lo sguardo spento e le occhiaie che già normalmente circondavano i suoi occhi erano persino più pronunciate del solito.
"Forse dovresti dormire qualche ora." Suggerì in apprensione.
"Non ne ho bisogno."
"Sei esausta, hai bisogno di riposare."
"Sto bene." Ribattè l'altra volgendo gli occhi verso il cacciatore addormentato e perdendosi nell'osservazione dell'alzarsi e l'abbassarsi ritmico del suo petto.
Un brivido percorse la schiena di Alice mentre un'immagine ormai familiare le attraversava la mente; un'Elisa tredicenne e atterrita, rannicchiata sotto una specie di grata di ferro attraverso la quale zampillava un flusso ininterrotto di sangue che le inzuppava i capelli e i vestiti.
Sapeva che quello che vedeva non era altro che una proiezione dei pensieri della compagna; le sue doti extrasensoriali la rendevano in grado di sintonizzarsi empaticamente con chiunque provasse sensazioni particolarmente intense o, come nel caso di Elisa, rivivesse un ricordo dolorosamente vivido.
"Dean sta bene." Disse nel tentativo di confortare l'amica "La sua spalla guarirà molto presto."
"C'era così tanto sangue!" Rispose la bionda con voce tremante.
Respirò a fondo cercando di riprendere il controllo dei suoi nervi scossi; odiava sentirsi fragile e di solito disponeva di un autocontrollo invidiabile, ma in quel momento si sentiva incapace persino di trattenere le lacrime che premevano per scaturire dai suoi occhi.
Alice la raggiunse e, ignorando le sue flebili proteste, la spinse gentilmente fino alla branda sulla quale aveva dormito fino a poco prima, aiutandola a distendersi.
"Non mi interessa quello che dici; sei sfinita e non ti alzerai da questo letto prima di aver riposato un paio d'ore, dovessi legarti con le mie mani!" Dichiarò sedendosi sul bordo del materasso.
"Ti strozzerei, ma in questo momento ho la forza di un lombrico spiaccicato." Replico Elisa chiudendo gli occhi stravolta.
La rossa sorrise divertita; sapeva che in condizioni normali la compagna non si sarebbe mai arresa con tanta facilità, ma non si sentiva minimamente in colpa ad approfittare delle sue condizioni dal momento che in gioco c'era il suo stesso bene.
"Dormi adesso!" Sussurrò accarezzandole affettuosamente i capelli scompigliati.
Nell'arco di pochi minuti il respiro della ragazza si fece più lento e profondo e i tratti del suo viso si distesero in un'espressione rilassata.
Si era appena addormentata, quando Sam fece il suo ingresso nella stanza.
Con un cenno, Alice gli fece segno di fare silenzio e il ragazzo rispose indicandole la porta.
Il più silenziosamente possibile, si alzò dal letto e lo seguì fuori dalla camera.
"Buongiorno!" Gli sorrise chiudendosi la porta alle spalle.
"Non pensavo di trovarti sveglia." Replicò lui ricambiando il sorriso "Ti va se ti offro un caffè?"
"Magari! Ho un disperato bisogno di caffeina!"
Fianco a fianco si incamminarono in direzione della caffetteria del motel.
"Dici che abbiamo fatto male a lasciare Dean e la tua amica da soli?" Chiese il giovane Winchester una volta che si furono sistemati sugli sgabelli intorno ad uno dei numerosi tavolini del locale.
"Non credo." Rispose la ragazza "Non dovrebbero correre pericoli, e in ogni caso entrambi sanno diferndersi egregiamente."
"Veramente mi preoccupa la possibilità che si ammazzino tra di loro."
"Beh, questa è un'altra faccenda." Rise la ragazza "Mi dispiace ma non posso garantire l'incolumità di tuo fratello se dovesse far perdere la pazienza ad Elisa."
Sam la osservava ridere in silenzio; era difficile convincersi che quello che registravano i suoi occhi non fosse soltanto uno dei suoi sogni bizzarri.
"E' una situazione assurda, vero?" Fece lei leggendo l'espressione sul suo volto, improvvisamente seria.
"Decisamente!"
"Ci sono un sacco di cose che vorrei chiederti."
"Lo stesso vale per me; non so nemmeno da dove iniziare!"
"Forse dovremmo cominciare da zero." Disse la rossa "Non abbiamo avuto l'occasione di presentarci come si deve! Piacere, io mi chiamo Alice."
"Il piacere è mio." Replicò il cacciatore stringendole la mano "Il mio nome è Sam ."
"Iniziamo a ragionare!" Decretò la giovane sorridendo soddisfatta "Allora Sam, cosa ti porta a Berlin?"
"Affari di famiglia." Rispose lui criptico.
"Interessante! E magari questi affari di famiglia hanno qualcosa a che fare con i casi di rapimento che si sono verificati nell'ultimo periodo?"
"Faresti prima a chiedermi se stiamo lavorando allo stesso caso, non trovi Alice?"
"Lo sapevo, siamo entrambi cacciatori!" Fece la ragazza trionfante.
"E a quanto sembra non è l'unica cosa che ci accomuna."
Tra i due calò un silenzio assorto disturbato solo dal tamburellare nervoso delle dita di Sam sulla superfice lignea del tavolo che occupavano.
"Penso che ci sia un motivo se le nostre visioni ci hanno portato a trovarci in questa città nello stesso momento, Sam." Disse infine Alice.
"Se scopri qual'è fammelo sapere!"
"Dovevamo incontrarci! Altrimenti perchè avrei avuto quelle visoni su di te e sulla tua famiglia?!"
"Aspetta, sulla mia famiglia?! Cosa vuoi dire?!"
"Ho sognato l'incendio che ha distrutto la tua casa in Kansas e quello in cui è morta la tua ragazza."
"Ti ho vista mentre sognavo la morte di Jessica, ma non sapevo che..."
"Non sapevi dei miei incubi su quello che il demone dagli occhi gialli ha fatto alla tua famiglia?"
"No, e francamente non mi aspettavo che tu sapessi dell'esistenza di Azazel."
"Lo conosco molto bene, purtroppo."
"Non dirmi che sei anche tu una dei suoi bambini speciali!"
"Qualcosa di simile."
"Anche tua madre è morta in un incendio quando avevi sei mesi? Sei nata nell'ottantatre?"
"No, mia madre è morta durante il parto e io sono dell'ottantaquattro."
"Tutto questo non rientra nello schema, ma forse fai parte di una generazione successiva di bambini prescelti dal demone; spiegherebbe le incongruenze."
"Pensi che Occhi Gialli sia coinvolto nel caso a cui stiamo lavorando?"
"Non lo so, potrebbe essere." Replicò il moro incerto "Sono mesi che io e mio fratello tentiamo di indovinare le mosse di quel bastardo, ma l'unica persona in grado di dargli filo da torcere è mio padre, che è scomparso nel nulla."
"Vuoi dire che non sai dove si trovi tuo padre?!"
"Nessuno lo sa; potrebbe anche essere morto, ma non voglio nemmeno pensarci! Ho bisogno di trovarlo e non smetterò di cercarlo per nessun motivo al mondo!"
Alice lo fissava a bocca aperta, tanto sbalordita da non riuscire a pronunciare parola.
John Winchester era vivo e vegeto! L'aveva incontrato lei stessa non più tardi di pochi giorni addietro, com'era possibile che i suoi figli ne avessere perso le tracce e arrivassero persino a dubitare del fatto che fosse vivo?!
"Ti devo dire un cosa, Sam." Esordì ancora stranita "Io ho visto..."
Lo squillo vivace del suo cellulare la interruppe.
Distrattamente, estrasse il telefonino dalla tasca del giubbotto e lanciò un'occhiata alle lettere che capeggiavano sul display componendo il nome del chiamante: Missouri.
"Scusami, devo rispondere!"
Senza attendere replica da parte del ragazzo, si alzò e raggiunse la toilette della caffetteria dove sapeva di poter godere di maggiore privacy e silenzio.
"Pronto? Missouri?"
"Tesoro, grazie al cielo hai risposto!" Disse la donna all'altro capo del telefono sospirando di sollievo.
"Stai bene? E' successo qualcosa di grave?"
"Non ti preoccupare, io sto benissimo." Rispose la sensitiva in tono sbrigativo "Ma devo parlarti urgentemente di una faccenda che riguarda Sam e Dean Winchester."
"Cosa?! Come sai che...?!"
"Lascia perdere! So che stanno lavorando al vostro stesso caso; il punto della faccenda è un altro."
"Spiegati meglio."
"Per nessuna ragione devi dire ai ragazzi di aver incontrato John a casa mia."
"Ma loro lo stanno cercando da mesi! Sono preoccupati per lui! Sono i suoi figli, Missouri!"
"Me ne rendo conto piccola, e nessuno è più dispiaciuto di me per quello che stanno passando quei poveri ragazzi, ma John ha le sue buone ragioni per tenersi a distanza da loro."
"Davvero? E quali sarebbero?"
"Vuole proteggerli! Sta dando la caccia al demone che ha ucciso la madre e la fidanzata di Sam!"
"E con questo?! Sam e Dean sono cacciatori, e non credo che se ne starebbero con le mani in mano se avessero la possibilità di aiutare il padre."
"Il demone in questione è Azazel; i ragazzi non sono abbastanza forti per affrontarlo."
Alice tacque; gli eventi stavano prendendo una piega sempre più strana.
"Se sapessero che John è sulle tracce di Occhi Gialli, quei due non esiterebbero un attimo prima di rischiare la pelle per dargli man forte." Continuò Missouri "Si farebbero ammazzare! Lo capisci questo?!"
"Quindi mi stai chiedendo di mentire."
"Ti sto chiedendo di proteggere Sam e Dean Winchester e di impedire loro di fare una brutta fine." Precisò la donna "Tu sai meglio di chiunque altro di cosa è capace Azazel, Alice."
"Già." Replicò la ragazza cupamente.
"Farai quello che ti ho chiesto?"
"Si, Missouri." Sospirò rassegnata "Fingerò di non aver mai incontrato John Winchester, anche se la cosa non mi piace affatto."
"Detesto chiederti di mentire bambina, ma è necessario."
"Lo capisco, so che lo fai per il bene di quei ragazzi."
"Ero sicura di poter contare su di te, tesoro." Disse la sensitiva in tono affettuoso "Spero che quella buona a nulla della tua amica comprenda la gravità della situazione e si comporti adeguatamente."
"Lo farà."Sorrise la rossa "Si sente già abbastanza in colpa per aver sparato a Dean, non farebbe niente che possa nuocere a lui e a suo fratello."
"Povero Dean! Prima o poi farò ingoiare a quella stupida la sua dannata pistola! Riferisciglielo!"
"Va bene, ne sarà entusiasta!" Ironizzò Alice"C'è un'ultima cosa che devo chiederti, Missouri."
"Di cosa si tratta, cara?"
"Del caso di cui ci stiamo occupando io ed Elisa."
"Cosa vuoi sapere?"
"I Winchester stanno seguendo lo stesso caso; cosa dobbiamo fare?"
"Mi sembra ovvio, dolcezza: collaborare con loro!"
"Cosa?! Ma io ed Elisa siamo abituate a lavorare da sole!"
"Non questa volta, Alice." Rispose Missouri gravemente "Sento che sta succedendo qualcosa di grosso dalle vostre parti; tu e la biondina siete ottime cacciatrici, ma questa volta potrebbe non essere sufficiente. Fidati di me se ti dico che unire le forze a due professionisti come  Sam e Dean può solo farvi comodo."
"Ma come convinco i ragazzi? Cosa dico ad Elisa?!"
"Ora devo salutarti tesoro, ho tante cose da fare!" La ignorò la donna impaziente di tagliare  corto e di trarsi d'impaccio "Mi raccomando, sii prudente e riguardati! Abbi cura di te!"
"No, aspetta! Missouri!"
Troppo tardi; la comunicazione era stata interrotta ed Alice si ritrovò a parlare senza la presenza di un interlocutore.
"Ti odio quando fai così!" Borbottò come se l'amica fosse stata in grado di sentirla.
Mise in tasca il cellulare e si volse verso lo specchio appeso sulla parete di fronte a lei, indirizzando un'occhiata interrogativa al proprio riflesso.
Sam Winchester la attendeva oltre la porta di quel bagno nel quale ormai era rintanata da parecchi minuti e voleva spiegazioni; cosa poteva rispondere alle sue domande? Come spiegargli la necessità di lavorare insieme al caso delle donne rapite senza menzionare ciò che le aveva detto Missouri?
Prese un respiro profondo; rimandare la conversazione che inevitabilemente avrebbe dovuto sostenere con il cacciatore era inutile.
Prese coraggio e spalancò la porta dirigendosi verso il ragazzo con passo deciso, preparandosi ad improvvisare nella speranza di essere assistita dalla fortuna, una volta tanto.

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Le fronde cadenti del salice che adornava il cortile esterno alla caffetteria di quel piccolo motel dall'aspetto squallido celavano a sguardi indiscreti la presenza di qualcuno che, con occhi attenti, seguiva i movimenti dei due giovani impegnati in una fitta conversazione.
Con i pugni contratti dalla rabbia, lo spettatore inconsiderato assisteva ad un evento che sapeva avrebbe comportato lo stravolgimento totale dei suoi progetti.
La sua presenza a Berlin era dovuta a quella di Sam Winchester perchè era di lui che doveva occuparsi; mai avrebbe immaginato di imbattersi in Alice, ne tantomeno che quest'ultima potesse allacciare un qualsiasi tipo di rapporto con il suo bersaglio.
Quei due non avrebbero dovuto incontrarsi e l'ingresso in scena di quella dannatissima strega dai capelli rossi rischiava di compromettere l'esito della sua missione, nonché la buona riuscita del piano elaborato dal suo superiore, che doveva assolutamente essere informato dei recenti sviluppi.
Furente, volse lo sguardo sulla coppa d'argento cesellato che aveva adagiato sull'erba ai propri piedi e, chinandosi su di essa,  iniziò a disegnare cerchi con le dita sulla superfice vischiosa e scarlatta del sangue che essa conteneva.
Per procurarsi quel sangue aveva sgozzato un senzatetto che aveva sorpeso a  sonnecchiare ubriaco in un luogo isolato poco distante dalla sua attuale posizione; aveva fatto piazza pulita del cadavere e contava sul fatto che nessuno tra gli abitanti di quella cittadina si sarebbe accorto, o quanto meno rammaricato, della dipartita di un simile personaggio.
Mormorò una formula in latino e dopo pochi istanti la linfa racchiusa nel piccolo bacile prese ad agitarsi all'interno del proprio contenitore; il contatto era stabilito.
"Mio signore, la strega è qui e si trova in compagnia del giovane Winchester al momento."
Un sibilo assordante riempì l'aria e se solo anima viva si fosse degnata di capitare in quel tratto di Wisconsin, in quel preciso istante, avrebbe visto il cielo oscurarsi per una frazione di secondo prima di tornare al celeste vacuo tipico delle mattine di mezza stagione nella regione dei grandi laghi.
"Non potevo prevederlo, mio signore! Richiedo istruzioni!"
Ad una pausa di silenzio teso delle durata di pochi istanti seguì il gorgoglio cupo prodotto dal ribollire frenetico del liquido all'interno della coppa.
"Come desidera, mio signore."
La decisione era presa.
Nascosta dai rami rigogliosi del salice, la sagoma scura rivolse un ultimo sguardo a Sam ed Alice prima di allontanarsi e svanire.

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Aprì gli occhi pigramente e la luce del sole mattutino filtrata dalle tende lo accecò per qualche istante.
Si mosse lentamente e il suo corpo indolenzito protestò inviando al suo cervello ancora pressoché assopito una scarica di dolore; sforzò la sua memoria e l'immagine di una pistola impugnata contro di lui da una ragazza bionda tornò a galla dolorosamente.
Portò la mano alla spalla che ricordava essere ferita e la trovò fasciata di tutto punto.
Si alzò dal letto sul quale aveva dormito, rendendendosi improvvisamente conto che non era il proprio, e si guardò attorno realizzando con disappunto che non sapeva minimamente dove potesse essere finito.
Dall'arredamento squallido della stanza nella quale si trovava, intuì che doveva essere la suite di un qualche motel,  ma stranamente non aveva idea di come vi fosse arrivato ne dell'ubicazione dell'albergo stesso.
"Sammy?" Chiamò accorgendosi improvvisamente dell'assenza del fratello.
Qualcuno mugugnò nel sonno in risposta, ma non era Sam.
Sul letto accanto al suo dormiva la biondina che gli aveva sparato la sera prima.
La sua mano si mosse veloce verso la cintura, in cerca del pugnale; cosa ci facevano lui e quella furia scatenata nella stessa camera? E soprattutto, che fine aveva fatto suo fratello?
Ora che ci pensava, anche la bionda aveva una compagna che mancava all'appello; che diamine stava succedendo?
Mille e più domande si accavallavano nella sua mente confusa mentre squadrava con sospetto la ragazza addormentata, quasi aspettandosi che gli si avventasse contro armata come la sera precedente.
Come se avesse avvertito lo sguardo del cacciatore su di sè, la giovane si stiracchiò brevemente e, sbadigliando, aprì gli occhi.
"Sei sveglio." Osservò avvedendosi della presenza del ragazzo "Come va la spalla?"
Dean la guardò sconcertato, chiedendosi da dove provenisse tutta la naturalezza che ostentava nel rivolgerglisi.
"Ti dispiacerebbe mettere giù quel pugnale?" Continuò la biondina con noncuranza "Qualcuno potrebbe farsi male."
"Qualcuno potrebbe farsi male?!" Ripeté lui incredulo "Si da il caso che QUALCUNO si sia già fatto male! Mi hai sparato!"
"Se la memoria non mi inganna, tu hai tentato di assalirmi con quell'affare."
"Potevi uccidermi!"
"Io non la farei troppo lunga, in fondo non ti sei fatto niente di grave."
"Avere un proiettile nella spalla e perdere litri di sangue ti sembra una cosa di poco conto?!"
"Non c'è più nessun proiettile, la mia amica l'ha estratto dalla tua ferita."
"Quindi siete state voi a curarmi?"
"Devi ringraziare Alice, la mia compagna."
"Allora non siete demoni."
"Siamo cacciatrici, Dean."  Replicò la ragazza "Esattamente come te e Sam."
"Conosci il mio nome e quello di mio fratello, per correttezza dovresti presentarti."
"Mi chiamo Elisa."
"Bene Elisa, sappi che trovo davvero difficile credere che tu sia un semplice essere umano."
"Cosa ti fa pensare che non sia così?"
"Meni troppo pesante per essere una donna."
"Non sarà per caso il tuo orgoglio maschile ferito a parlare?" Ghignò lei in risposta "Forse ti brucia il fatto di averle prese di santa ragione da una signora, grande eroe?"
"Non le ho prese da te!" Ribatté Dean "Mi hai solo colto di sorpresa!"
"Io direi piuttosto che ti ho conciato per le feste."
"Senti chi parla, sei ricoperta di cerotti!"
"Almeno io sono arrivata in questa camera sulle mie gambe, non in braccio a mio fratello!"
Il cacciatore arrossì furiosamente; ecco spiegato com'era giunto in quel luogo e i vuoti di memoria.
"A proposito di Sam, sapresti dirmi dove si trova?" Chiese desideroso di sviare la conversazione su un altro argomento "Non avrai massacrato anche lui, spero!"
"No, diversamente da te non lo meritava." Rispose Elisa "Comunque l'ho visto uscire molto presto questa mattina, ma non so dove sia andato."
"Manca anche la tua compagna." Osservò il giovane "Forse sono insieme."
In quella la porta si aprì e Sam ed Alice fecero il loro ingresso nella stanza chiacchierando fittamente.
"Dean! Sei sveglio!" Esclamò il più giovane dei Winchester sollevato.
"Come ti senti?" Chiese Alice in tono premuroso "La spalla ti fa male?"
"Sto bene." Asserì Dean spiccio "Ma vorrei capire cosa sta succedendo, cosa ci faccio in questo posto e soprattutto con quale coraggio il mio unico fratello mi ha lasciato quì da solo, in balia di questa pazza furiosa!"
"Ehy!" Protestò Elisa.
"Dean, sono cacciatrici anche loro." Intervenne Sam bloccando il battibecco sul nascere "Ieri sera ci hanno praticamente salvato, anzi, sei vivo grazie a loro."
"Ma se è stata proprio questa stronza a spararmi!"
"E' stato tutto un equivoco! Comunque se non fosse per Alice non saresti quì adesso; ha estratto il proiettile dalla tua spalla e ha ricucito la ferita in modo magistrale."
"Quindi ti chiami Alice, sei una cacciatrice e a quanto pare sei un'infermierina niente male." Fece il cacciatore rivolto alla rossa "Beh tesoro, il mio nome è Dean, sono dell'acquario e mi piacciono le lunghe passeggiate sulla spiaggia mano nella mano; che ne diresti se per sdebitarmi ti portassi...AHI!"
Sam era opportunamente intervenuto assestando una gomitata tra le costole al fratello.
"Perdonalo, i suoi ormoni gli giocano brutti scherzi." Disse bonariamente alla ragazza che rideva divertita.
"Allora Dean, pensi di riuscire a restare serio il tempo sufficiente da permettermi di fare un discorso serio?"
"Posso provarci, ma non ti assicuro niente."
"E' già qualcosa." Sospirò il più giovane rassegnato "Come avrai sicuramente immaginato, Elisa ed Alice stanno lavorando al nostro stesso caso..."
"Davvero?"
"Si." Rispose alzando gli occhi al cielo esasperato "Sono cacciatrici esperte e stanno dando la caccia alla creatura responsabile delle sparizioni delle donne di questa città."
"Non più."
"Non più?"
"Non è più necessario." Decretò Dean serafico "Adesso che ce ne stiamo occupando noi, possono anche lasciare Berlin e dedicarsi ad altro."
"Cosa?! Non ci pensiamo neanche!" Intervenne Elisa al colmo dell'indignazione "Siamo venute qui per risolvere un caso e non ce ne andremo prima di aver rispedito all'inferno il maledetto bastardo che ha rapito quelle donne!"
"Questo è fuori discussione! Il caso è nostro!"
"Ah si?! E chi lo dice?!"
"Io!"
"Peccato che tu non abbia nessuna voce in capitolo, Winchester!"
"Senti ragazzina, questo non è un gioco! Tornatene a casa e lascia fare ai professionisti, non vorrei mai che ti rompessi un unghia!"
"Tornatene tu a casa se non vuoi che ti ci spedisca io a suon di ceffoni!"
Sam ed Alice assistevano allo scambio di battute tra i due lanciandosi di tanto in tanto sguardi preoccupati; sembrava che Dean ed Elisa non riuscissero a stare insieme nella stessa stanza senza bisticciare o azzuffarsi.
"Ehm, ragazzi?" Si schiarì la voce il moro cercando di attirare l'attenzione dei due litiganti.
"Credi di farmi paura?! Spiacente biondina, ma ci vuole ben altro per spaventare me!"
"Strano, perchè ieri quando ti ho sparato mi è sembrato che te la fossi fatta sotto!"
"Ragazzi?"
"Stai scherzando?! Tu te la sei fatta sotto quando ti ho disarmata! Senza pistola non puoi tenere testa a uno come me!"
"Uno come te?! Intendi uno con un ego smisurato come il tuo, forse! In un corpo a corpo ti distruggerei in cinque secondi!"
"RAGAZZI!" Perse la pazienza Alice riuscendo nell'intento di ammutolirli e richiamarli all'ordine "Smettetela di accapigliavi come bambini!"
"Ha cominciato lui!"
"Non mi interessa!"Ribatté la rossa zittendo l'amica con un'occhiataccia "Fatela finita! C'è qualcosa di importante che io e Sam dobbiamo dirvi."
"Di cosa si tratta, Sammy?" Fece Dean rivolto al fratello.
"Di quello che sta succedendo in questa città, Dean! E del perchè ci siamo trovati tutti     qui nello stesso momento."
"Sfortuna?" Ipotizzò il maggiore guardando eloquentemente Elisa che, ben attenta a non farsi vedere dalla compagna, rispose alla provocazione facendo una linguaccia.
"Crediamo che il demone dagli occhi gialli abbia qualcosa a che fare con la scomparsa di quelle donne." Tagliò corto Alice.
"Cosa ve lo fa pensare? E come conosci Azazel?"
"Alice fa parte dei bambini prescelti da Occhi Gialli." Spiegò Sam.
"Fantastico!" Commentò il biondo "Ultimamente spuntate come funghi! Tu cosa sai fare? Pieghi i cucchiai con la forza del pensiero o spari raggi laser dalle narici?"
"Ho il dono della veggenza." Replicò Alice "E, come accade per Sam, spesso quello che vedo è in qualche modo connesso al demone."
"Quindi il fatto di avere avuto entrambi delle visioni sul caso al quale stiamo lavorando ci porta a pensare che Azazel potrebbe essere coinvolto in quello che sta succedendo a Berlin."
Elisa guardò Alice interrogativamente; non le risultava che l'amica avesse visto o sognato niente che riguardasse le vittime dei rapimenti: per quanto ne sapeva, da un po' di tempo a quella parte, il protagonista assoluto delle sue visioni era Sam Winchester.
"State dicendo che tutti e due avete fatto dei sogni sulle donne scomparse?" Chiese Dean.
"Esatto." Confermò la rossa implorando con uno sguardo la compagna di non contraddirla "E visto che quello che sta succedendo in questa città coinvolge gli interessi di entrambi, abbiamo deciso di collaborare per risolvere questo caso."
"Cosa intendi per collaborare?"
"Vuole dire che lavoreremo insieme."
"Mi auguro che stiate scherzando! Io non ho nessuna intenzione di lavorare con questo pagliaccio!" Esclamò Elisa indicando il più vecchio dei Winchester.
"E io non voglio avere niente a che fare con questa sclerata!"
"Non possiamo obbligarvi a cooperare." Sospirò Sam "Ma noi abbiamo preso la nostra decisione; siete liberi di tirarvi indietro."
"Mi vuoi dire cosa ti passa per la testa, Sammy? Io e te cacciamo da soli! Affari di famiglia, ricordi?"
"Non possiamo affrontare il demone da soli!"
"Infatti eravamo d'accordo di trovare papà, prima di cercare il demone!"
"Potrebbero volerci mesi, Dean! Azazel è qui! Adesso!"
"Non puoi essere sicuro che Occhi Gialli si trovi in questa città."
"Hai ragione, non ne sono sicuro." Ammise il ragazzo "Ma so che, con l'aiuto di Alice, posso tentare di mettere insieme i pezzi del puzzle per risolvere l'enigma ed è quello che farò: con o senza di te."
"Sei un maledetto testardo, Sammy!"
"Fidati di me, Dean! So quello che faccio."
"No che non lo sai; non ne hai la minima idea! Ed è per questo che devo seguirti in questa follia: per evitare che tu ti vada a cacciare in qualche guaio."
Sam sorrise esultante mentre Alice volgeva gli occhi sull'amica.
"Tu cosa vuoi fare, Ely?"
"Non mi piace, Alice! Tutto questo non porterà niente di buono, me lo sento!"
"Non sei costretta a seguirmi."
"Invece lo sono." Sospirò la cacciatrice "Sei tu a costringermi: non mi fido a lasciarti sola con questi due! Senza contare che, se dovessimo separarci, sono sicura che dovrei restituirti i jeans che indosso e tutte le magliette che ho preso in prestito dal tuo guardaroba."
"Ci puoi giurare!" Rise la compagna.
"Allora è deciso." Decretò Sam "Lavoreremo insieme per eliminare il mostro che minaccia le donne di questa città e stanare Azazel!"
"Evviva!" Commentò Dean sarcastico guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Elisa "Si preannuncia uno spasso!"
  
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