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Autore: OneShotMaker    31/08/2012    2 recensioni
Il poliziotto mi salutò e ordinai alla cameriera di accompagnarlo alla porta. Nella testa mi balenava, insistente ed assillante, una sola domanda, alla quale proprio non riuscivo a dare una risposta: Perchè? Perchè se ne era andato senza dire niente a nessuno? Perchè mi aveva lasciata sola, col cuore dolente in petto?
Ma soprattutto dove era andato? E quando sarebbe tornato?
Un brivido mi scosse. "E se non tornasse più?".
Al solo pensiero sarei voluta sprofondare, o buttarmi a terra e gridare il suo nome finchè non me lo fossi ritrovato davanti, bello come il sole, e con quel sorriso, uno di quelli che solo gli angeli sanno fare. "Ehi mamma, va tutto bene. Sono di nuovo qui, calmati."
Il pensiero della sua voce calda e ovattata bastò a infondermi di nuovo quel coraggio e quella speranza di cui avevo bisogno e mi cullò dolcemente, fino a farmi addormentare.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se è vero che qualcuno ha già scritto il nostro destino, bhè… con me non era stato molto indulgente.
Ho commesso errori madornali, li ho fatti pesare sulle persone a cui volevo più bene, ho sprecato del tempo con persone che non lo meritavano e abbandonato chi voleva solo proteggermi e starmi accanto.
Ma, in effetti, non è proprio tutta colpa mia, no?
Semplicemente doveva andare così. Io non avrei potuto farci niente comunque. Sono solo una marionetta con la quale qualcuno si diverte a giocare.
Non deve essere semplice decidere il destino di milioni di persone. Curare i minimi dettagli, creare l’ostacolo perfetto, condannare qualcuno al dolore o riempirlo di gioia.
Cavolo, deve essere davvero un lavoraccio.
“Ehi gente, questo ragazzo dovrà far innamorare tutte con i suoi ricci pazzeschi, avrà una madre fantastica e bellissima, che poi sarà costretto ad abbandonare per cercare di realizzare il suo più grande sogno… il canto! Si, lui vuole diventare un cantante! Ah, già che ci siete, perché non gli fate conoscere una tipa meravigliosa che non riuscirà più a levarsi dalla testa? E magari creategli anche delle false aspettative e qualcuno che lo deluda e lo tradisca, ovviamente.. Dai mettetevi tutti a lavoro su!”
Più o meno è questo che devono essersi detti quando avevano parlato del mio, di destino.
La cosa che mi innervosisce di più, adesso che sono qui in aeroporto, è che non so dove andrò. Davvero, non ne ho la minima idea. Ma tanto tra poco scoprirò anche questo. Voglio dire, non sarò comunque io a deciderlo.
Ma certo. Si, ottima idea! Andrò in Italia! Io ho sempre amato da matti quel paese!
Dovunque ti giri, trovi un’opera d’arte. È ciò è… fantastico!
Vado ad informarmi sul prossimo volo per l’Italia. O meglio, per Roma. Una donna con tono scocciato mi dice tra due ore.
Due ore?!?
Ma io non posso aspettare tutto questo tempo! Devo andarmene adesso!
Ma tanto è inutile lamentarsi. In fondo quella donna non ne aveva nessuna colpa.
Posso solamente aspettare qui, seduto.
Provo a pensare a qualcosa per passare quel tempo infinito . Sul tavolino ci sono 4 o 5 riviste. Do una rapida occhiata ad ognuna, ma poi constato sconsolato che nessuna mi interessa davvero: semplici pezzi di carta stracolmi di stupidi gossip. Che squallore!
Provo di nuovo a cercare qualcosa da fare e, istintivamente, mi porto le mani in tasca, poi da quella destra estraggo il mio block-notes. Questo si che è interessante!
Mi aveva sopportato per tutto il tempo che ero stato a Londra e aveva ancora una decina di pagine libere, che non reggevano comunque il confronto con le altre - più della metà - piene di inchiostro.
Lo sfoglio distrattamente, cogliendo delle date qua e là. All’inizio non scrivevo mai che giorno fosse, semplicemente perché non pensavo che ne sarebbero trascorsi così tanti, di giorni.
Poi però, mi sono dovuto ricredere.
E così, siccome sentivo che il tempo mi stesse fuggendo dalle mani, decisi di imprigionarlo tra quelle pagine.
E devo dire che ci sono riuscito.
Mi basta guardare le date per capire tutto ciò che era successo in un determinato giorno, anche senza leggerlo.
Perché era tutto lì, vivo nella mia memoria. Ed è forse proprio per questo che non ho il coraggio di affrontare quelle parole, scritte in fretta e furia. Quei momenti riescono ancora a ferirmi. Sono come un pugnale dritto al cuore.
Qualcuno potrebbe dire: “ Ehi, se proprio ti fanno così male, cancellale no? In fondo è semplice cancellarle da un pezzo di carta.”
Appunto.
Da un pezzo di carta. Ma dal cuore no. Quando qualcosa entra lì, ci rimane. Per sempre. I ricordi ti si appendono ad ogni angolo con dei chiodi. E tu non puoi fare altro che chiudere gli occhi e lasciare che, per l’ennesima volta, sanguinino.
 
***
- Stiamo per decollare. Allacci le cinture e spenga il suo telefono cellulare - dice l’hostess, sorridendomi cortesemente.
Io la ringrazio e le ricambio il sorriso.
Finalmente sono sull’aereo, dopo due interminabili ore d’attesa.
Allaccio le cinture, poi prendo nuovamente il mio block-notes dalla tasca.
Non so quanto tempo passerà prima di atterrare, ma non ho voglia di starmene con le mani in mano o, peggio ancora, di rimuginare sui miei errori. Così, lo apro.
Di nuovo.
Do una rapida occhiata.
Di nuovo.
Ma, questa volta, tra le tante date, una sola attira la mia attenzione: 13 aprile 2010, esattamente tre mesi dopo il mio arrivo.
Mi faccio coraggio e affronto le parole che, impertinenti, mi fissano dalla carta.
“Avanti Harry, puoi farcela.” E mi lascio sopraffare dai ricordi.
 
 
 
 
 
 
My space:)
Ciao a tutti! Sono tornata, un po’ troppo tardi, ma sono tornata LOL
Ho avuto molto da fare e non trovavo mai tempo per pubblicare il capitolo, ma adesso l’ho fatto e spero di aver ricompensato l’attesa u.u
Eheheh sono moooolto crudele! Ho intenzione di tenervi sulle spine ancora per un po’ riguardo al trascorso di Harry a Londra v.v Diciamo che nel prossimo capitolo tratterò di qualcosa che tratta di questo, ma le cose importanti ancora ce ne vorrà di tempo per leggerle ;)
Spero come sempre che gradiate e che mi facciate sapere cosa ne pensate.
Baci, Monica xx
  
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