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Autore: Em1D    31/08/2012    3 recensioni
Un ospedale. Una ragazza. Due ragazzi.
È come se tra me e lui ci fosse un contatto, come se uscissimo fuori dai nostri corpi, fuori da questo maledetto ospedale; come se lui potesse sentire solo me, le mie parole, i miei respiri.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Without blaming each other.

Volevo solo capire chi ero, volevo capire quale era la mia strada.
Ma mi stavo perdendo, negli angoli più bui di questo mondo. Sola, con le mie incertezze.
Il buio, il buio era l’unica cosa che vedevo.
Camminavo, avvolta dalle tenebre. Mi dirigevo chissà dove. Ero diventata buio anche io. Non avevo più una faccia, non avevo più un corpo, non avevo più nemmeno un nome.
Ero sola.
I miei pensieri vagavano in quella stanza senza muri, senza trovare via di fuga.
Quel poco che rimaneva di me stessa lottava contro la paura, la paura di essersi smarrita. Per sempre.
Avevo paura di me stessa, proprio come una bambina di 5 anni ha paura dell’uomo nero.
Un groppo in quella che doveva essere la mia gola, un macigno su quello che doveva essere il mio cuore.
Una luce, sempre più chiara. Due occhi, in fondo alla galleria. Blu come il mare, troppo lontani ma allo stesso tempo così vicini.
Mi svegliai ansimando, le mura non erano quelle di casa mia e con mia meraviglia mi ritrovai in ospedale.

Erano le 5 di mattina e già mi avevano dimesso. Non era niente di grave, ci ero abituata.
Anche se era da tanto che non mi capitava.
Avevo passato gli ultimi 5 anni a spostarmi da casa-ospedale, ospedale-casa almeno una volta alla settimana. Questo, ovviamente, prima di conoscere i ragazzi. Era cambiato tutto da quel giorno. Davvero.
Stavo ripensando al sogno, cosa poteva mai significare?
Io ero buio, Niall luce.
Questa era la mia unica certezza.

Alle 8 ero fuori scuola, non volevo rimandare ancora a ‘domani’ il mio ritorno alla vita quotidiana.
Il giardino era avvolto da una leggera foschia e i volti dei miei colleghi sembravano tutte uguali. Quelle voci, quelle mura…
Erano sempre le stesse. Le solite persone che incontri in metro, in autobus. Le solite persone che incontri in spiaggia. I soliti occhi che sprizzano felicità ovunque.
Sembrava di essere tornata alla normalità.

Quando arrivai al mio armadietto Helen e Jude erano lì ad aspettarmi.
Mi accolsero con un caloroso abbraccio.
«Ragazze che fine avete fatto? Jude, troppo impegnata con Louis?» Lei arrossì e io risi, quella ragazza era di una dolcezza infinita.
Poi alzò il viso, sorrise «E lei invece, signorina Payne?» Adesso quella che arrossiva ero io.
«Tu Helen? Cosa ci racconti?» gli chiesi per cambiare discorso.
«Ma niente, nessuna novità.» Rispose lei, evidentemente nervosa.
«Sta uscendo con un ragazzo.» Disse Jude salterellando.
«Oh, oh, e chi è?»
«Non vuole dirlo nemmeno a me.» La guardammo male e tutt’e tre scoppiammo a ridere.
Mi erano mancate un sacco.

La giornata passò abbastanza velocemente, tra i «ben tornata!» dei professori e i «come stai?» dei compagni di classe.
Era l’ultima ora e Liam tra non molto sarebbe venuto a prendermi.
Helen invece era scomparsa.
«Ciao splendore» Lizzie si avvicinò al mio banco. «Come stanno quei quattro frocetti dei tuoi amici?»
«Stai parlando del tuo ragazzo e dei suoi cani? No, non sono miei amici.» Dissi io prima che la professoressa entrasse.
All’uscita trovai Helen agli armadietti, aveva saltato la lezione. Non era da lei.
Liam era fuori ad aspettarmi, lo abbracciai. Posò le sue labbra sulle mie e per un attimo mi sembrò che avessero qualcosa di diverso. Per un attimo mi sembrò che lui appartenesse a qualcun altro.

Partimmo da casa mia che erano già le quattro e mezza, quindi quando arrivammo in clinica le visite erano già iniziate.
In stanza con Niall c’era il resto della squadra. Zayn era affacciato alla finestra, Harry era seduto sul letto con Niall e Louis andava avanti e indietro per la stanza.
Il mio sguardo si fermò poi su una mora, seduta sulla sedia che parlava con Niall.
«Lei è?» Chiesi a Liam prima di entrare.
«Una nostra vecchia amica. Ha una cotta per Niall da.. Ormai ho perso il conto degli anni. Forse finalmente si è convito a dargli una possibilità.»
Feci spallucce, ed entrai. «Buonasera!» urlai e vidi le loro mani intrecciate. Alzai gli occhi ed incontrai il suo sguardo. Liam scomparse. Scomparse la mora. E anche gli altri tre. E i letti, le mura, le macchine, gli alberi, il cielo. Finchè c’eravami solo noi, io e Niall, che ci fissavamo con un senso di vuoto nel mezzo. Non mi sorrideva. Anzi. Ma io non riuscivo a smettere di fissarlo, né lui me. Il tempo si era fermato e mi chiedevo se quando avremmo smesso di guardarci, saremmo diventati ormai vecchi e la nostra vita conlusa.
Mi emozionava così tanto vederlo, mi turbava così tanto essere a soli pochi centimetri da lui che ebbi un capogiro. Avrei voluto tanto fare qualche altro passo e buttarmi tra le sue braccia, spinta dallo slancio del cuore, ma Niall scosse la testa e tornò a fissare la mora.
Le loro labbra si avvicinarono, finché non si incontrarono. Dolore cocente allo stomaco.
Mi sembrava che il mio cuore si fosse inabissato in un angolo buio, senz’aria. «Ho capito, è così che si sente.» volevo urlare. «Ho imparato la lezione.»
«Te l’avevo detto.» mi stava dicendo una voce che aveva qualcosa di familiare. Doveva essere Liam. Liam non era scomparso, esisteva ancora e mi stava parlando, il che significava che dovevo esistere anche io. Abbassai la testa, vidi le mie gambe e capii che avevo ancora i piedi appoggiati a terra. Faci un paio di passi e mi buttai tra le braccia di Zayn. Il quale mi strinse forte, mi sollevò a due centimetri da terra. «Niall non prova niente. La ragazza che sta baciando non si chiama Alice.» mi sussurrò.

BUIO E LUCE CAMMINANO SEMPRE UNO AFFIANCO ALL’ALTRO.
 

CAGATEMI.

Si, sono ancora viva. Per vostra sfortuna.
Mi scuso per averci messo una vita a pubblicare questo capitolo, l'avevo scritto ma sono partita e quando sono tornata ero troppo depressa AHAHAHAHAHAH
Lo so, fa schifo. ç_ç
Ma capitemi, sono una schifezza, così sono nata. Non c'è niente da fare.
Spero che almeno un'anima pia lo leggerà e recensirà.
Vi prego, vi chiedo solo questo.
Comunque vi prometto di continuare presto. Ho già iniziato a scriverlo (FUCK YEAHH!)
Ok, vi abbandono.
Cagatemi.

  
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