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Autore: Insecurity    31/08/2012    1 recensioni
la storia di Katniss, di Peeta e di tutti gli altri tributi dal punto di vista di uno dei miei personaggi preferiti: Cinna. Ho dato voce ai suoi pensieri e alle sue paure, perchè vive in un mondo di cui non fa parte.
Genere: Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cinna, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finisco di applicarmi l’eyeliner dorato sulle palpebre. Chiudo gli occhi, li riapro e guardo il mio volto riflesso allo specchio
-  Ce l’ho fatta.Sono uno stilista. Ho realizzato il mio sogno, finalmente. Sì.. vestire dei poveri ragazzi che nel giro di una settimana moriranno. Che grandi aspirazioni, eh Cinna?
-  Sono arrivati, sono arrivati!
Senza prendersi il disturbo di bussare, Octavia spalanca la porta della camera, si fionda con ben poca grazia verso di me, fermandosi a cinque centimetri dalla mia faccia
-  Allora, sei pronto? Oh, sono così esaltata per quest’edizione, non puoi capire quanto!
Non credo stia aspettando una risposta, penso tra me e me; infatti, inizia a saltellare per la stanza, ma inciampa nei tacchi 30 centimetri color melanzana, che secondo lei tanto si intonano alla sua carnagione verde pisello, si aggrappa malamente alla tenda della finestra, ma cade lo stesso a terra con un gran tonfo. Fa una risatina, di quelle basse e affettate, che tanto vanno di moda tra la gente di Capitol City. Moda. Davvero quelle persone credono che un paio di baffi, la pelle color verde menta o dei ghirigori sulle guance li faccia apparire attraenti? Già, è di questo che si tratta. Apparenza. Gli abitanti di Capitol City non sanno cosa voglia dire, non l’hanno mai saputo a dir la verità, essere semplicemente sé stessi.
-  Cinna, CIIIINNA!? Per favore dammi una mano!
Allunga verso di me una grassoccia mano verde, inanellata fino al mignolo. Non senza fatico la tiro su, si rassetta la camicetta bourdeaux con delle esagerate maniche a sbuffo e, imbarazzata Octavia mi dice:
-  Sono nuovissime queste scarpe, ti piacciono? Dicono che siano all’ultima moda, ti piacciono?
-  Sì, certo. – rispondo fingendomi interessato. -  Allora, ti ricordi cosa dovete fare tu e gli altri?
-  Certo, dobbiamo lavare e preparare la ragazza, ma non dobbiamo assolutamente truccarla o tingerle i capelli o la pelle e non le diciamo nulla dei vestiti che hai in mente per lei. Ok, perfetto capo, ci vediamo dopo!
Così corre via, o meglio cerca di correre, facendo dei piccoli passetti per evitare di finire a gambe all’aria un’altra volta. Mi muovo anche io, voglio andare a controllare i vestiti per il tributo. Il guardaroba è ai piani sotterranei, perciò devo prendere l’ascensore. I tributi. Eccone alcuni. A giudicare dai loro sguardi determinati, devono essere dei Favoriti. Quello biondo e alto, è sicuramente del 2, ha la faccia da assassino.
Ma sono solo ragazzi, penso tra me e me, non sono colpevoli dell’educazione che hanno ricevuto. Tristemente, penso, se fin da piccoli gli viene insegnato come ammazzare, è più che naturale che diventino per davvero assassini. Io provo tanta pena per loro; sì, sono arroganti, spietati e brutali, ma è ciò che gli è stato insegnato. In un angolino, c’è una ragazzina… lei dev’essere dell’11, ha la pelle scura scura, probabilmente è abituata a stare tutto il giorno al sole. Lei invece.. questo non  è il suo posto. Ha l’espressione spaventata. Comprensibile, penso. Non avrà nemmeno dodici anni, è stata portata via dalla sua famiglia e dalla sua casa e sa che non tornerà mai più. Lo sa, non ha speranza di vincere, li ha visti gli altri tributi. Come può uno scricciolo indifeso come lei affrontare quei giganti?
Ecco il piano giusto. Il guardaroba del 12 è l’ultimo in fondo al corridoio, sono costretto a passare di fronte agli altri. Sono tutti così esaltati.
Sono tutti così ciechi e ottusi.                                                                                  
Ma davvero non capiscono quello che succede veramente durante questi hunger games? Davvero non capiscono che 24 ragazzi si dovranno ammazzare per il nostro, per il loro piacere?
Oh, ecco Portia, con l’immancabile rossetto nero sulle labbra; lei è già all’opera.
- Oh ciao Cinna! Allora, sei pronto?
Pronto a vestire un tributo, che tra qualche giorno indosserà un vestito da funerale?
-  Certamente, la nostra idea è fantastica, i nostri tributi attireranno l’attenzione di tutti
-  È quello che penso anche io, sei geniale Cinna!
Ci guardiamo negli occhi, ci sorridiamo. Con lei è diverso. Sì, si veste come gli altri, ma io sento che lei sa, sento che lei è diversa. O magari è speranza, non lo so. Abbiamo una connessione di un qualche tipo e.. se non si truccasse così tanto, sarebbe davvero attraente.
-   Hai già visto il ragazzo?
-   No, ma mi hanno detto che è molto carino e.. spaventato.
-  Beh, mi sembra normale…
-   Già…
 
Ecco, è quello ciò di cui stavo parlando: anche per lei tutto questo non è giusto ma.. ma come per tutti gli altri, non lascia apparire la vera Portia, ma una Portia modaiola, dai folti ricci e dalle labbra nere.
- arrivato il momento di andare a vedere cosa stanno combinando i miei assistenti, a quest’ora avranno già fatto venire mal di testa al mio tributo – dico scherzando
-  Oh, non vedo l’ora di vedere la faccia che faranno quei due vedendo i costumi per la sfilata! Ci vediamo dopo
La sto per incontrare. La ragazza che renderò bella, ma che presto morirà. Ma voglio che nessuno si dimentichi di lei. Voglio che nessuno si scordi il suo viso. Voglio che tutti conoscano il suono della sua voce.
Eccola lì, stesa sul lettino, con la pelle irritata e liscia come la pelle di un bambino. Gira la testa verso di me, i nostri occhi si incrociano.
-  Ciao, Katniss.
Sono gli occhi della ghiandaia imitatrice.

  
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