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Autore: Audrey Shadows    31/08/2012    5 recensioni
Mel ha quasi 18 anni, è una ragazza alta, con lunghi capelli neri, e occhi verdi che con il cattivo tempo diventano grigi.
Aveva poco più di 17 anni quando le venne diagnosticata la leucemia.
Improvvisamente, a differenza del carattere forte che l’aveva sempre contraddistinta, smette di lottare e si abbandona alla chemio e ai sintomi postumi che essa causa.
Iniziò a dividersi tra l’ospedale di LA e casa sua, nella quale aleggiava una forzata allegria.
Solo una cosa ancora le lascia un briciolo di speranza: la musica.
In particolare 4 ragazzi, che continuano a farle battere il cuore, pompando sangue nelle vene.
I Tokio Hotel.
Quando li vide la prima volta di innamorò immediatamente; sognava di poterli incontrare, andare ai loro concerti, farsi delle foto con loro etc….
Sognava che Bill un giorno potesse ricambiare il suo amore.
Poi era arrivata quella cazzo di malattia.
E la sua vita era finita, ancora prima che potesse cominciare.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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you're gonna catch a cold
from the ice inside your soul





"vaffanculo. VAFFANCULO. odio gli aerei, gli aeroporti e tutto ciò che concerne gli aerei" Tom sbuffò e sprofondò su una seggiola dell'aeroporto, vicina al suo gate d'imbarco.
Aveva preso un volo per LA 1 ora fa, e al momento era fermo sul suolo francese grazie alla svista di un cazzuto pilota.
L'aereo sul quale era salito aveva un guasto al motore "sarie potuto morire!!" sbuffò ulteriormente e si sistemò la giacca addosso.
Odiava la Francia e i francesi.
Stava aspettando che chiamassero il suo volo, che per giunta era anche in ritardo. Prese il cellulare dalla tasca e cominciò a disegnare con una nuova applicazione appena scaricata.
-Sheiße! Fanculo gli aerei!- Una ragazza si lasciò cadere accanto a lui -anche lei sta aspettando il volo per LA? Fantastico no?-
Ma Tom era rimasto pietrificato; a quanto pareva non serviva l'intervento di David per ritrovare Liz.
L'aveva al suo fianco.
-che sfiga, eh?- chiese. Aveva la voce tremante. La odiava, le voleva bene, voleva guardarla negli occhi e sincerarsi che non l'odiasse. Ma non ci riusciva.
-già ... che vai a fare a LA?-
-ci vivo ... e tu?- questa cosa lo incuriosiva sinceramente.
-mi hanno offerto un lavoro ... com'è vivere la?- Nessuno dei due si era ancora voltato verso l'altro.
-è caotica, movimentata ... è diversa. Ma a me piace ... e scommetto piacerà anche a te-
-come fai ad esserne così sicuro? Ci vivi tu ...- ok, lo aveva riconosciuto. E molto probabilmente, e senza bisogno di spiegazioni, lo odiava.
-ma se mi odiassi, cosa che non ti biasimerei, non saresti qui a parlarmi, no?-
Finalmente ebbe il coraggio di girarsi e guardarla negli occhi. Erano tremendamente azzurri, e i capelli ora erano rosso fuoco. Cazzo.
In quel momento Tom si ricordò di Kate, per una frazione di secondo.
-ti trovo bene, Mopp- gli disse sorridendo. Tom inarcò il sopracciglio. Non riusciva a capire so volesse squoiarlo o meno.
-anche tu ... anche tu stai bene ...- pregò che chiamassero il prima possibile quel cazzo di volo.
-per una che è stata in coma sette anni, eh? ...- calò nuovamente il silenzio. Un silenzio carico di dolore e rancore -non mi hanno offerto un lavoro ... ho detto una cazzata. Il tuo produttore mi ha fatto avere una lettera e un biglietto per LA-
Tom annuì. Non poteva succedere.
-Tom ... senti, io non ...-
-Perchè non mi hai chiamato?- sibilò -perchè non hai permesso a tuoi di chiamarmi?-
-che differenza avrebbe fatto Tom? Ero arrabbiata e se soltanto ti avessi parlato avrei detto cose di cui probabilmente mi sarei pentita in futuro, perché per quanto possa sembrare assurdo, non è colpa tua se sono finita in coma- prese un respiro -Non so perchè mi sono girata verso di te quella sera, o perché mi sono lasciata stupire ... insomma, sapevo sin da quel pomeriggio che saresti scappato di casa e saresti venuto all'incontro. Non hai nessuna colpa Tom, nessuna.- Liz cercò di sfiorargli il braccio, ma Tom si alzò di scatto.
-scusa, devo fare una telefonata- prese il cellulare e chiamò l'unica persona da cui volesse avere certezze in quel momento.
-hey ... come stai?- la voce calda e dolce lo inebriò.
-sto bene ... vuoi venirmi a prendere all'aeroporto?...- un attimo di silenzio.
-davvero? cioè ... io ti vengo a prendere e ti saluto e poi andiamo a casa?- Tom sorrise.
-sì, cosa c'è di tanto strano? Non ti va?-
-no, è una bella cosa. Ci vediamo tra un po', no? quando atterra il volo?-
-adesso non ti so dire ... l'aereo ha subito un ritardo. Appena mi imbarco ti mando un messaggio, ok?-
-perfetto- la sentì sorridere -mi sei mancato-
-anche tu. Un bacio, a dopo-
Compose velocemente un altro messaggio e lo inviò a Bill "ti mando un mex quando mi imbarco, vieni all'aeroporto a prendermi".
 
Tom era stato totalmente colto alla sprovvista.
Ora si ritrovava con ben due grosse gatte da pelare: Liz e la questione Ria.
La più importante era Liz, Ria poteva scomparire da un momento all'altro. Era arrabbiato e deluso. Sentiva il suo orgoglio ferito.
Pregò che suo fratello fosse puntuale all'aeroporto, pregò che Kate ci fosse.
Pregò che non combinasse casini, e così, tra quei pensieri tormentosi si addormentò.

-ti verrà a prendere Bill, per la tua felicità- Tom e Liz stavano recuperando i propri bagagli, e la ragazza si fermò e lo fissò.
-stai scherzando? e te?- alzò un sopracciglio, scrutandolo, cercando di capire che cosa avesse in mente.
-io andrò con la mia ragazza, se permetti ho bisogno di schiarirmi le idee- le rispose laconico.
Ci fu qualche secondo di silenzio, poi Tom prese la sua borsa e si allontanò.
Liz cercò di raggiungerlo il più velocemente possibile, lo tirò leggermente per un braccio, facendolo voltare.
-Tu hai una ragazza?- chiese sorpresa.
-sì, credevi che ti avrei aspettato in eterno?- la prima di una lunga serie di frecciatine, che fecero male ad entrambi.
-avevi detto che mi amavi ...- tentò di ribattere la ragazza.
-è vero, l'ho detto ... ma avevo detto tante altre cose, tra le quali di farmi chiamare quando tu ti fossi svegliata. Il mio amore nei tuoi confronti è morto quando sei entrata in coma- questo non era vero e lo sapeva benissimo, ma non era nella posizione di poterle confessare quello che provava.
Tom si voltò e scorse la fluente chioma rossa di Kate, sorrise e si voltò un'ultima volta verso Liz.
-cerca di farti trovare da Bill, avete tante cosa da dirvi ...- e si allontanò nella direzione della sua ragazza.
Liz lo seguì con lo sguardo; lo vide avvicinarsi ad una ragazza abbronzata e con capelli rosso ramati, li vide sorridere e stringersi forte, prima di baciarsi.
Una fitta al cuore la colpì.
Cosa aveva pensato quando aveva accettato di andare a LA?? Aveva forse creduto che lui l'avrebbe veramente aspettata e avrebbero coronato il loro amore sposandosi?
Vide la ragazza che la indicava e chiedeva qualcosa a Tom, Poi lui si voltò e sorrise prima di scuotere la testa e circondare le spalle della ragazza per andarsene.
Rimase ferma in mezzo all'aeroporto con un magone alla gola e le lacrime agli occhi.
-Liz?- una voce bassa, stupita e calma la chiamò.
Si voltò e vide un ragazzo alto, con una capigliatura stramba (testa rasata, se non per un ciuffo biondo che ricadeva scomposto), una canotta bianca gli fasciava l'addome; portava un giubbotto di pelle, dei jeans e un paio di bikers.
Nonostante i cambiamenti, riconobbe quel ragazzo come Bill.
Ma in lei non scattò un moto di odio verso quel poveretto, tutt'altro; si sentì ancora più triste, sconvolta e delusa dalle sue stesse illusioni.
E tutto questo la portò alle lacrime.
-hey ... Liz? che succede? Dov'è Tom?- Bill le si avvicnò preoccupato e la prese per le spalle; purtroppo il suo lato caritatevole faticava a rimanere nascosto.
Liz, cercando di non sembrare un'idiota, si asciugò le lacrime e sorrise timidamente al ragazzo.
-ti dispiace se ce ne andiamo a parlare ... solo io e te?- Bill la guardò stranito, ma alla fine accettò.
Una volta saliti in macchina la portò a Malibu,  in un piccolo pezzo di spiaggia dove era solito rifugiarsi.
-forza ... ti ascolto ...-
Liz si guardò intorno, poi focalizzò la sua attenzione sul cantante. -non so nemmeno perchè io sia venuta fin qua ... non so che cosa mi aspettassi di trovare- il ricordo di Tom le spezzò il cuore. E le provocò una nuova serie di singhiozzi.
-non so come io mi sia potuta illudere tanto ... a dir la verità non so più un cazzo!- concluse tirando su con il naso.
Bill l'ascoltava in silenzio; lui e Liz non si erano mai scambiati confidenze, solamente insulti. In quel momento però, si sentiva al posto giusto al momento giusto, e non si spiegava il perché.
-sai ... pensavo non mi sarebbe mai più venuto a cercare ... e invece! Ci ho guadagnato che oltre ad averlo perso come ragazzo, l'ho pernso anche come amico. Bill, non so perché non l'ho chiamato ... se non subito, almeno dopo un po'; davvero non lo so-
-ti ha voluto tanto bene Liz, posso capire che tu fossi arrabbiata ... e credimi, non ti biasimo, però ... ti aveva detto che ti amava, e sapevi perfettamente che Tom credeva in ogni singola cosa che diceva- e poi sospirò e si voltò verso la ragazza -non sai nemmeno quanto sia stato male quella sera, e non sai quanto male è stato quando mi ha detto che ti eri risvegliata da 3 anni e non lo avevi nemmeno chiamato, nemmeno per insultarlo ...-
-è questo il punto Bill ... mi sono illusa talmente da credere che mi rivolesse ... e invece ha una ragazza, con la quale sembra particolarmente felice-
Bill sospirò ancora -è innamorato, anche se lui deve ancora ammetterlo a sé stesso; tu ora gli hai scombussolato un po' le idee ... sotto quell'aspetto non poteva aspettarti per sempre, anche se ti avesse amato tanto, devi riconoscerlo-
Liz annuì e si asciugò gli occhi -credo che la cosa che mi faccia più male, sia il fatto di aver visto la delusione nei suoi occhi ... quella delusione che non avrei mai voluto vedere-
-che vuoi che ti dica Liz? è naturalmente felice di vedere che, nonostante tutto, tu stia bene e non abbia riportato grossi danni. Ma è anche deluso dal tuo comportamento ... e non biasimo nemmeno lui- la rabbia saliva dentro Bill; lui era uno che reagiva di pancia, e che se aveva qualcosa da dire la diceva, non riusciva a tenersela dentro -ti sei comportata da egoista, idiota e come una persona senza cuore e sentimenti ...- Liz annuì.
Si riconosceva perfettamente nella descrizione del ragazzo.
-mia madre è morta a causa mia- Bill si voltò sconvolto verso la ragazza. Per quanto non le stesse simpativa Liz, Isabel, sua madre, l'aveva sempre considerata una signora con un gran cuore.
-Isabel è morta?- chiese allibito.
Liz annuì -dopo circa un mese dopo essermi risvegliata mi sono trasferita a Parigi ... non ho mai risposto alle chiamate di mia madre, né ai suoi messaggi ... credo che alla fine le sia venuto un infarto. Non sono nemmeno andata al funerale-
Bill stentava a credere a quelle parole; come poteva aver fatto una cosa simile?
-perché Liz? Cosa ti avevano fatto? Hanno passato 7 anni accanti al tuo letto in ospedale ... e tu li hai ripagati in questo modo?-
-sono un mostro ... e a causa di questo riceverò solamente odio-
-forse è quello che ti meriti, tu che dici?- Bill mise in moto -evito di trattarti di merda perché a quello ci penserà già Tom, dovresti ringraziarmi-
La ragazza rimase zitta e immobile sul sedile del passeggero, finché non arrivarono a casa dei gemelli.
-al momento tutte le stanze della casa sono occupate ... ti sistemerai nella piccola depandance che abbia in giardino ... è inutilizzata e non so in quali condizioni versa; appena rriviamo chiamo una signora delle pulizie per farla sistemare- le spiegò mentre scaricava il suo bagaglio.
-ci sono tutti in casa; Georg con sua moglie, Gustav e i miei genitori ... hai avuto un ritorno con i fiocchi, eh?- la voce di Tom la fece sobbalzare.
-ciao Bill, quanto mi sei mancato- e lo abbracciò, lasciando quest'ultimo stupito.
-ciao Tomi ... Ciao Kate- Liz vide Bill sorridere alla rossa che era rimasta in disparte.
-Kate? non essere timida ... vieni, ti presento la mia migliore amica, Liz.- Kate si avvicinò guardinga, chiedendosi il motivo di quell'intonazione di voce che rasentava il sarcastico.
-piacere Kate- sorrise all'altra rossa difronte a lei, che le rispose con una smorfia.
-Liz- poi si voltò, raccolse il suo bagaglio e seguì Bill in giardino.
-che le ho fatto?- chiese Kate al ragazzo -mi ha guardato come se fossi l'ultima delle pezzenti-
-volevi sapere chi era la mia migliore amica? Eccola. è finita in coma per un combattimento di arti marziali miste, avevo chiesto di contattarmi qualora si fosse svegliata o... insomma, capito. Sono tornato in Germania l'altro giorno solo per vederla ... e vengo a sapere che si era risvegliata 3 anni fa- Tom strinse i pugni -non mi ha mai chiamato, non mi ha mai fatto sapere che stava bene, ovunque fosse ... niente di niente. E intanto io vivevo nei sensi di colpa-
-perché?- chiese ingenuamente la ragazza.
-perché quella sera fuoi io a distrarla durante il combattimento che le mise a repentaglio la vita. Ma si è rivelata per quello che era: una persona egoista e senza cuore.-
Tom alzò il tono sull'ultima parte della frase in modo che sentisse.
-forza, vieni ... - Tom tentò di sorridere nuovamente, nonostante gli spiacevoli eventi l'avessero travolto.
La prese per mano e la fece entrare in casa.
-sono a casa!!- Tom urlò decisamente troppo forte, ma sua madre e Gordon comparvero dal salotto sorridenti.
-Tom!- la madre lo assalì nuovamente; Kate vedeva l'amore scorrere a fiumi tra loro.
-Bill dov'è?- chiese poi guardando Kate e sorridendole.
-Bill è con la nuova ospite della casa ...- il tono di Tom tornò ad essere scontroso.
-oh ... e chi è?- chiese Georg scendendo lo scale con Michelle.
In quel momento la portafinestra dela salotto venne aperta e Bill entrò in casa blaterando qualcosa monocorde -questo è il salotto ... e penso basti. Per la colazione è qui ...- ma arrivato in corridoio si ritrovò accerchiato dalla propria famiglia.
E poi entrò Liz.
Simone e Gordon sgranarono gli occhi, Georg rimase immobile sulla scala, Michelle non capiva che cosa stesse succedendo e Bill sbuffò.
-Liz? Sei veramente tu?- chiese la madre dei gemelli avvicinandosi. La ragazza annuì.
-sì ... come sta Simone?-
-io sto bene ... come stai tu, piuttosto ...-
-sta bene, non vedi? è in forma smagliante! ... Mi chiedo se anche io fossi così carico dopo un periodo di sonno così lungo- sputò acidamente Tom.
Kate gli circondò la vita con un braccio e lo strinse a sé.
C'era qualcosa in quella ragazza che non la convinceva e non le piaceva. Proprio per niente.
-Tom!- lo rimproverò Gordon.
-che c'è? me lo stavo solamente domandando ...- disse questo ricambiando il gesto d'affetto della propria ragazza, circondandole le spalle con un braccio -sta così bene, vero Liz? Combatti ancora?-
Gli occhi della ragazza erano pieni di lacrime, ma mai e poi mai si sarebbe lasciata mettere KO da Tom, MAI.
-sì, combatto ancora ... non vedo l'ora di trovare il giro giusto qui a LA ... sembra tutto così dannatamente illegale ...- rispose beffarda -che dici, ti va di venire a vedermi?- lo sguardo dei presenti saettò dalla ragazza a Tom, che fremeva di rabbia.
-no, grazie, passo ... ora se volete scusarci ...- e si portò Kate in camera, che imbarazzata salutò i presenti.
L' ultima cosa che udirono fu lo sbattere della porta di camera di Tom.

Liz Ebel era sempre stata quella ragazza che a scuola era invidiata e odiata dalla maggior parte delle ragazze.
Perché? Vi era una lunga lista a suo carico, come:
  • mangiava di tutto e di più e aveva un fisico da favola;
  • era una bellissima ragazza, la tipica tedesca con i fiocchi e controfiocchi;
  • andava bene a scuola e aveva una vespa;
  • aveva abbastanza soldi da permettersi di fare shopping  quasi ogni sabato pomeriggio;
  • e ultimo ma non meno importante era la migliore amica di Tom Kaulitz, ergo, il più bel ragazzo del Gymnasium.
Molte sostenevano che ci andasse a letto assieme; la maggior parte delle ricreazioni le passavano insieme a ridere, scherzare e saltuarialmente a ripassare per una verifica importante.
Erano culo e camicia, come si suol dire.
Aveva sempre praticato hip-hop, vederla ballare era una delizia per gli occhi. Poi improvvisamente, nell'estate dei suoi 14 anni aveva deciso di fare arti marziali miste.
I suoi genitori avevano visto che era strana nell'ultimo periodo, pensarono fosse perchè la pubertà aveva iniziato il suo corso, ma se avessero scavato solo qualche cm sotto la superficie della stranezza, avrebbero trovato la muffa.
Lei e Tom erano soliti andare a ballare insieme, Simone li portava e Isabel li andava a prendere. Una sera Tom si trovò quella che aveva considerato "una figa pazzesca che non poteva lasciarsi scappare" e le aveva chiesto se per lei andava bene che tornassero separatamente.
Liz sorrise e gli diede un colpetto sulla spalla, dicendogli di andare ad acchiapparla, e così Tom sorridendo era scomparso.
Liz era rimasta per un po' seduta in disparte, poi era andata a ballare e la gente aveva cominciato a guardarla.
Finita la sua piccola esibizione, un ragazzo che non era nel suo corso, ma in uno più avanzato, si avvicinò e iniziò a parlare con lei.
A differenza di quello che si pensava, non aveva mai avuto un ragazzo e di certo al tempo non pensava a Tom in modi diversi oltre a "è veramente bello, ma siamo amici e blablabla".
Il tipo l'aveva convinta a bere un bicchiere, "che sarà mai un bicchiere" si era detta; ma non sapeva che dentro quel bicchiere c'era del ruphis*.
I ricordi della serata andavano scemando.
Si era ritrovata la mattina nel retro del locale; il vestito era distrutto, e non aveva la mutandine. Aveva varii graffi e qualche livido. Ma si accorse solamente quando si alzò di avere un lancinante dolore alle parti intime.
Per qualche secondo il pensiero andò a Tom; dov'era?
Poi si rese conto appieno che era successo l'irreparabile: era stata drogata e poi stuprata. Iniziò a piangere e cercò il cellulare, che ritrovò nei meandri della sua borsetta.
Non aveva il coraggio di chiamare sua madre, ma non aveva nemmeno il coraggio di chiamare Tom.
Così optò per la zia Christine.
Le raccontò tutto in lacrime, dandosi dell'idiota e della poco di buono. Le fece promettere che non avrebbe detto niente ai suoi genitori, nemmeno se avessero notato qualche stranezza.
Christine si trovò in difficoltà, per quanto sia era sempre la sua nipotina, e sua madre era sua sorella ... ma poteva capire come si sentisse in quel momento, e decise di occuparsene.
La portò all'ospedale, le fece fare dei controlli, per sapere alla fine che aveva usato un preservativo. Non sapeva dire se la cosa l'aveva sollevata o meno.
Fu per questo che smise di ballare, e cominciò a fare arti marziali miste. Doveva sfogare la rabbia e la vergogna che provava per sé stessa.
Ora a scuola aveva un profilo basso, l'unica cosa per cui la invidiavano era Tom.
e Tom non era a conoscenza nemmeno di quell'episodio della sua vita.

Si rigirò nel letto, pensando a quante cose avesse nascosto a Tom.
Probabilmente non faceva molta differenza ora che la odiava, ma doveva parlarci ... e magari non avrebbe concluso niente, ma doveva farlo.
Forse e probabilmente era l'unico ragazzo che avesse mai amato, con il quale avrebbe voluto instaurare un rapporto non solo di amicizia, ma di amore.
Pensò a quella ragazza ... quella Kate. Cosa aveva di speciale? Aveva una chioma ramata palesemente tinta, un corpo decente e un comportamento da ragazza perennemente sottomessa.
Non aveva proprio niente di speciale. Poi si accorse che aveva una cosa a suo vantaggio per riconquistare Tom; sorrise nel buio.
Lei gli era stata amica, lo conosceva da tempi immemorabili.
Quella Kate se ne sarebbe tornata a casa con la coda tra le gambe.








Spazio Autrice: bene bene ... ecco qui Liz. . Premetto che non sarà una presenza piacevole, se avevate l'impressione che fosse la solita bambolina (tolte le arti marziali) beh ... vi sbagliavate di grosso.
Diciamo che è meno "baldracca" di Ria, e il triplo più perfida e vendicativa.
Ho detto tutto :) spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi abbia incuriosito almeno un po' :)
Adesso devo scappare, scusate eventuali errori grammaticali!
Un bacione
Cat





   
 
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