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Autore: ItsMilersh_    01/09/2012    0 recensioni
Inserire accenno alla trama della storia (breve riassunto o anticipazione) e/o citazione dal testo. No linguaggio SMS, No tutto maiuscolo, No Spoiler! NON C'E' BISOGNO DELL'HTML PER ANDARE A CAPO IN QUESTA INTRODUZIONE.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Continuavo a guardare il cielo. Era limpido. Le stelle si potevano contare.
La luna risplendeva. Si specchiava vanitosamente nel mare e come una regina, regnava elegantemente su quel cielo colorato di un blu intenso.
"A cosa pensi?"- mi chiese lui prendendomi la mano.
Io misi la mano dentro la borsa vicino alla mia testa e gli porsi un bigliettino: "Ti sei mai fermato un momento? Un solo momento a pensare. A guardare la luna. A contare le stelle. A pensare a ciò che hai fatto fino ad ora e a quello che vorresti fare. Ti sei mai fermato un solo momento a guardare le lancette spostarsi. A sentire il rumore che fanno ad ogni secondo che passa. A pensare a cosa hai fatto per gli altri e in che modo loro ti hanno ripagato. Hai mai dimenticato qualcosa? Qualcuno? Hai ma rinnegato qualche tua azione? Qualche tua parola? Hai mai sperato che andasse diversamente? Che non era come immaginavi? Sei mai rimasto deluso? Hai mai visto i tuoi sogni infrangersi come le onde sugli scogli? Hai mai pensato di essere in più? Ti sei mai sentito invisibile? Hai mai provato la sensazione di sentirsi soli in mezzo ad una folla? Sei mai stato tradito?"
"L'hai scritta tu?"- domandò.
Io annuii: "Ricordo di averlo scritto in una sera in cui mi sentivo giù. Poi me lo sono ritrovato nel portafoglio. Ogni tanto lo rileggo."
"E che effetto ti fa?"
"Mi fa pensare. Mi fa riflettere. Mi ricorda di guardare la luna e di chiederle consiglio."
"Ti fidi di lei?"
"A volte molto più delle persone."
"E la musica?"
"La musica accompagna la sua luce. Nelle notti più luminose la sua luce entra in camera mia sotto forma di note."
"E le stelle? Credi a loro?"
"Ti ricordi quella sera in cui vidi una stella cadente?"
"Si, eravamo insieme."
"Il mio desiderio si è avverato."
"E qual era?"
"Sarò patetica e scontata, ma il mio desiderio eri tu."
"Chiara?"
"Si?"
"Devo dirti una cosa importante."
"Dimmi." - dissi appoggiandomi sulla sua spalla.
Ero stanchissima, cosi appena mi poggiai su di lui chiusi gli occhi e mi addormentai.
 
Mi risvegliai. Ero coperta e tutta rannicchiata su me stessa.
Mi girai verso di Harry, ma lui non era li.
"Buongiorno." - disse il ragazzo sorridendo.
"Quanto ho dormito?"- chiesi stiracchiandomi.
"Quattro o cinque ore. Fra poco la spiaggia si illuminerà, peccato che di qui non si possa vedere l'alba."
"E' un vero peccato."
Harry si avvicinò all'asciugamano e si sedette accanto a me.
"Tutto bene?"
"Si, sono felice."
Lui sorrise, contento di quella risposta.
"Forse è meglio tornare a casa."- disse.
Io risi. Lui si alzò di scatto e mi porse le mani per aiutarmi ad alzarmi.
"Aah le mie povere ossa!"
"Aah le mie povere ossa!"- ripete' lui con tono scherzoso.
"Prendi in giro?"
"Prendi in giro? Dai aaah le mie ossa. Nemmeno fossi una vecchia di novanta anni."
"Idiota!" - dissi dandogli un colpo con l'asciugamano.
Mi prese in braccio.
"Nooo! Lasciami!"
Cascammo per terra.
"Scusami!" - mi disse.
I nostri corpi di nuovo a contatto.
"Però vista da qui sei bellissima!"
"Alzati!"- dissi imperativamente.
Ci alzammo in piedi.
"Tu invece così sei perfetto." - dissi dall'altezza del mio metro e 58.
"Nanetta."
"Spilungone.'
"La mia nanetta preferita."
"Io non cambio la versione, sei sempre uno spilungone."
Scoppiammo a ridere e per mano ritornammo alle nostre cose.
 
"Credo di non averci mai messo cosi tanto per riordinare quattro asciugamani in tutta la mia vita!" - dissi appena salimmo in macchina.
Lui scoppiò in una sonora risata e partimmo.
"Andiamo a casa?" - chiesi.
"Pensavo di fare colazione. Ti porto a conoscere degli amici."
Stavo girando la manovella del volume della radio quando sbalzai in avanti. L'auto inchiodò. La cintura bloccata mi tirava verso il sedile. Sentii un male atroce alla schiena e al collo. Mi girai verso Harry. Aveva le mani bloccate sul volante. La testa bassa.
"Harry? Harry?" - lo continuavo a chiamare in preda all'ansia.
Il respiro accelerava, il battito impazziva. Mi slacciai la cintura che quasi mi soffocava. Scesi dalla macchina e andai dalla parte di Harry. Aprii la porta e gli slacciai la cintura. Lo rimisi seduto.
"Harry, rispondimi."
Aprì gli occhi e sentii stringermi la mano.
"Harry, come stai? Rispondimi?"
"Che è successo?" - chiese massaggiandosi il collo.
"Qualcuno ci ha tamponati da dietro."
"E ora dov'è?"
"Non lo so, sono scappati appena hanno fatto il danno. Ma tu come stai?"
Non rispose. Scese dalla macchina. Andò a vedere i danni procurati all'auto. La parte dietro era praticamente distrutta. Era un miracolo che stessimo bene."
Chiara?" - disse Harry prima di accasciarsi per terra persi i sensi.
Corsi verso di lui. Ero in totale panico. Chiesi aiuto a una coppia di ragazzi che passava di li. Era stata una gran fortuna. Era presto e quasi nessuno era uscito ancora di casa.
"Che è successo?" - mi chiese lei.
"Dei tipi in macchina ci hanno tamponato e sono scappati."
"Non vi preoccupate, noi abitiamo qua. Vi portiamo subito al pronto soccorso."
Presi la mia borsa. Caricammo Harry in macchina dei due ragazzi e partimmo per l'ospedale.
"Che succede?"- si riprese il ragazzo mentre eravamo in viaggio.
La sua testa appoggiata alle mie gambe.
"Stai tranquillo. Adesso andiamo all'ospedale." - gli dissi accarezzandogli i capelli.
Spostando una ciocca mi accorsi che aveva un taglio sulla fronte. Non so se causato da qualche scheggia del vetro dietro o dalla caduta successiva.
Il battito non cessava e il respiro non si calmava. La ragazza continuava a ripetermi che sarebbe andato tutto bene, che ci avrebbero aiutati.
 
Arrivammo all'ospedale e ci visitarono.
Io uscii in breve tempo. Avrei dovuto bere qualcosa per i dolori alla schiena.
Invece Harry era ancora dai dottori.
Chiamai i miei e gli spiegai cos'era successo. In un men che non si dica erano li anche loro.
 
Eravamo in sala d'attesa. Stavo impazzendo. Volevo vederlo. Volevo assicurarmi che stesse bene. Volevo stare lì con lui, stringergli la mano e ripetergli ogni minuto che sarebbe andato tutto bene, come lui aveva fatto con me.
Passarono due ore. Avrei voluto spenderle in modo diverso, le avrei cambiate con qualsiasi altra cosa. L'attesa mi stava consumando. La mia gamba continuava ad andare su e giù. Mia madre che ogni tanto la toccava per farla fermare, ma poco dopo riprendevo il movimento. Mio padre era preoccupato. Continuava avanti e indietro per il corridoio, e questo non mi aiutava a tranquillizzarmi. Mia madre mi accarezzava i capelli e mi ripeteva pian piano nell'orecchio che sarebbe andato tutto per il verso giusto.
Le unghie ormai erano consumate.
Dopo l'arrivo dei miei avevo salutato e ringraziato i due ragazzi che ci avevano aiutato e assicurai loro che li avrei chiamati per fargli sapere.
 
"Chiara?"- disse un'infermiera.
"Si!" - dissi alzandomi di scatto dalla sedia.
"Venga con me."
La seguii, lasciando i miei ad aspettare su quelle odiose e scomode sedie.
"Entri pure, il ragazzo e il dottore la stanno aspettando."
Ringraziai e con molta calma e timore entrai nella stanza.
"Buongiorno."- dissi.
"Buongiorno."
"Come stai?"- sussurrai.
Harry mi fece il segno dell'ok col pollice.
Sorrisi e gran parte dell'agitazione calò.
"Si sieda pure." - disse il dottore.
Mi sedetti e risposi a tutte le domande che mi fece il dottore sulla dinamica dell'incidente.
Finalmente dopo qualche minuto d’interrogatorio mi assicurò che Harry si sarebbe ripreso in poco tempo. Avrebbe passato la notte in ospedale per precauzione e il giorno dopo sarebbe potuto tornare a casa.
"Ora dovrebbe uscire per qualche minuto, poi potrà tranquillamente rientrare."
Annuii.
Mi avvicinai al letto di Harry per dargli un bacio e poi uscii.
Andai a dare la notizia ai miei.
La situazione si era calmata come tutti i nostri animi.
"Quindi cosa pensi di fare?"
"Rimango qui con lui stanotte e domani torniamo a casa."
"Sicura?"- mi chiese dubbioso mio padre.
"Sicurissima."
I miei percepivano che ero convinta di quello che avrei voluto fare e quindi mi lasciarono rimanere.
Quando potei rientrare in camera di Harry, salutai i miei rassicurandoli.
"Come stai spilungone mio?"
"Hai cambiato versione!" - disse sorridendo con voce debole.
"Mi hai fatto prendere un colpo." - dissi sedendomi accanto a lui e baciandogli la fronte.
"Non lo farò mai più, promesso."
Gli strinsi la mano: "Andrà tutto bene, vedrai."
"Dormi qui?"
"Sì."
"Sei sicura?"
"Perché mi domandate tutti la stessa cosa? Sì, voglio rimanere qui con te. Come tu hai fatto con me."
"Allora vieni qua che ti faccio un po' di posto."
Mi accovacciai vicino a lui e lo abbracciai.
"Ho avuto tanta paura." - gli sussurrai all'orecchio dopo avergli baciato la guancia.
"Anche io. - rispose - ma l'importante è che ora siamo qui, tu ed io, sani e salvi."
"Su un letto di ospedale."
"Questo è solo un dettaglio."
Sorrisi e lo baciai. Le sue labbra erano deboli.
"Riposiamo?"- gli chiesi. Non mi diede risposta. I suoi occhi erano già chiusi e il suo respiro si era fatto più profondo.
"Buonanotte amore." - sussurrai.
 
Dei frammenti di luce entrarono nella stanza e colpirono le mie palpebre ancora chiuse. Cosi mi svegliai, spostai il braccio di Harry che mi abbracciava e scesi dal letto per stiracchiare le gambe.
Mi avvicinai alla finestra e guardai fuori. C'era un giardino stupendo.
Era presto e tutto là fuori si stava svegliando.
Mi rigirai verso Harry. Lo fissai per qualche minuto.
Guardavo il cerotto nascosto dai capelli sulla fronte e i tagli provocati dai vetri rotti dell'auto.
Tante domande mi vennero in mente in quel momento ma non potevo fare altro che pensare a lui e fissare la sua immagine. In pochi giorni mi aveva fatto vivere esperienze di una vita. Mi aveva dato sicurezza in me stessa, non smetteva un secondo di ripetermi che per lui ero bellissima. Il modo in cui anche in mezzo alla gente mi prendeva e mi baciava, il modo in cui voleva fare vedere che ero sua, il modo in cui trovava ogni pretesto per baciarmi. Pensavo se davvero fosse riuscito a conquistarmi in soli tre appuntamenti. Mi chiedevo cosa sarebbe potuto succedere dopo, cos'altro sarebbe stato capace di inventare. Sapevo sicuramente che ne sarei rimasta sbalordita e affascinata.
Mi girai di nuovo verso la finestra. Misi i gomiti sul davanzale e sulle mani poggiai la testa.
Sospirai profondamente e mi misi a guardare di nuovo quel giardino di fronte alla camera. Improvvisamente delle mani si poggiarono sui miei fianchi.
Mi girai di scatto.
"Tutto bene?"- mi chiese Harry prima di baciarmi.
"Tutto perfetto." - risposi dopo che le nostre labbra si staccarono.
"Scusami per tutto, per lo spavento, per tutto, davvero."
"Non è colpa tua."
Mi spinse verso di se' e mi baciò di nuovo.
"Grazie." - sussurrò.
  
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