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Autore: Devon    01/09/2012    3 recensioni
Siamo nel 2010, poco dopo l'uscita di "Nightmare", quando i ragazzi fanno conoscenza con una strana tredicenne che somiglia spaventosamente al loro amico defunto.
Boh, non lo so, è una strana idea uscita fuori durante uno dei miei viaggi mentali. Non so cosa ne verrà fuori, una cagata probabilmente. Ma correrò il rischio, un bacio a tutte :3
Genere: Comico, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Dev'essere stata una cosa orribile - disse, mentre guidavo verso casa.
-Cosa? - domandai.
-Perdere il proprio migliore amico così, da un giorno all'altro. Voglio dire, vi conoscevate da una vita, avete condiviso tutto. Passi tutto il tempo con il tuo migliore amico a fare musica e a divertirti, poi un giorno ti svegli e scopri che lui non c'è più.
Touché. Strinsi le dita intorno al volante. Non volevo che mi vedesse piangere.
-Tu quando l'hai saputo? - domandai, fissando la strada.
-Qualche giorno dopo - sospirò, stringendo il vinile dei Pantera tra le dita -alla televisione. Poi mamma ha spento e mi ha mandata in camera mia. Non l'ho mai conosciuto, ma credo di avergli voluto bene, in qualche modo. Ma non ho pianto.
-Sapevi della band?
-Sì - annuì -ma a malapena vi conoscevo. Sapevo solo che lui suonava la batteria e tutti gli volevano bene. Non potevo volere di meglio per il mio papà. Avrei voluto essere con lui, perché lui sì che la vita se la stava vivendo alla grande.
-Sono sicuro che anche lui ti avrebbe voluto bene - le accarezzai una guancia.
-Mamma non parla mai di lui - sospirò nervosamente, arricciando le labbra -ma dopotutto è stata solo un'esperienza adolescenziale. Ogni volta che le chiedo di lui cerca sempre di sviare il discorso.
Sospirai a mia volta, non sapendo che cosa dire.
Dopotutto, in queste circostanze non si sa mai cosa dire.
-Sì beh, la sua morte ha sconvolto un po' tutti - commentai poco dopo -me compreso. Non sono ancora riuscito a riprendermi del tutto; era il mio migliore amico, lo sai. Non che gli altri ragazzi gli volessero meno bene, anzi... - mi sfuggì un sorriso -voglio farti vedere una cosa.
Lei aggrottò le sopracciglia, ma sollevò la schiena dal sedile, evidentemente incuriosita.
Fermai la macchina e mi slacciai la giacca di pelle. Sotto portavo una maglia con scollo a V, che dava una visuale piuttosto ampia del tatuaggio.
Ti sta mangiando con gli occhi. Forse non è stata una buona idea.
Eh falla finita. Volevo solo farle vedere il tatuaggio, non sedurla.
Però ci stai riuscendo ugualmente, anche se non era nelle tue intenzioni. 
Ahn, basta. Vocina del cazzo.

-FoREVer - lesse ad alta voce, gli occhi fissi sul mio petto. -perché il suo soprannome era Rev, vero?
-Sì - sorrisi -volevo qualcosa che mi ricordasse di lui, in modo che potessi averlo sempre con me. Non è come averlo qui in carne ed ossa, ma mi basta.
-è davvero un bellissimo gesto - disse, sorridendo a sua volta. -Lui te ne sarebbe grato, sei un ottimo amico. Vorrei che i miei coetanei fossero come te - sospirò -ma perché accidenti non sono nata negli anni '80?
Mi sfuggì una risatina.
-Per certi versi a quell'epoca le cose funzionavano meglio - dissi.
-Già - sbuffò di nuovo -Qui l'unica amica che ho è tua sorella.
Beh, era già qualcosa.
-E con lei ti trovi bene? - chiesi, riprendendo a guidare.
-Con lei sì, molto - sorrise -è l'unica che non mi ha snobbato da quando ho messo piede in quella scuola.
-Perché pensi che i tuoi compagni si comportino così? Non è per farmi gli affari tuoi, ma vorrei capire - inarcai un sopracciglio.
-Ma perché sono stupidi! - sbottò -Hanno iniziato a darmi della satanista solo perché il primo giorno indossavo una maglia dei Pantera. Ti sembra normale?
-No, per niente - risposi -ma conosco il tipo. Se hai notato quelli sono tutti uguali. Non hanno personalità, sono un gregge. E quando vedono qualcuno di diverso che cosa fanno? Lo criticano. Ci sono passato anche io.
-Davvero? - mi guardò, incredula.
-Certo - annuii -a volte mi succede anche adesso. Hai idea di quante cazzate si dicano in giro su di me? Eppure ci passo oltre. Rifletti: queste persone sono in grado di dare un giudizio su di te?
Lei sembrò rifletterci per qualche istante, poi mi ripuntò gli occhioni azzurri addosso.
-Non direi proprio - rispose.
-Ecco - sorrisi, rivolgendo nuovamente lo sguardo alla strada -okay, siamo quasi arrivati. 
-Devi proprio riportarmi a casa? - mise su un broncio adorabile, incrociando le braccia.
Ma non potevo. Non potevo portarla da me, lo sapeva. Era minorenne. Io non avevo nessuna autorità su di lei. Non ero mica suo padre.
-Sì, Blue - sospirai -altrimenti poi chi la sente tua madre?
-Tanto lei se ne frega - si strinse nelle spalle -lei ha Brent. Non ha bisogno di me.
-Ehi - le rivolsi un'occhiata severa -non dire così. Tua madre ti vuole bene. è solo che non ha una vita facile.
-Potrebbe evitare di scaricare la colpa su di me però - replicò, per niente intimidita dal mio sguardo -Hai idea di come ci si senta a sentirsi dire a otto anni "Sei nata per sbaglio, sei il frutto di un preservativo rotto"?
Complimenti, Brian. Sei un genio.
Avrei giurato di vedere una piccola lacrima, ma lei si affrettò ad asciugarsela bruscamente, con il dorso della mano.
Era proprio una Sullivan. 
-Mi dispiace Blue - sussurrai -non volevo...
-Lascia stare, non importa - mi interruppe. Ma non mi guardò.
Era proprio una Sullivan.


 

 
   
 
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