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Autore: Light Rain    01/09/2012    3 recensioni
"Cercavo con tutta me stessa si rimanere aggrappata a quelle realtà che mi sembrava ancora di possedere. Ma non mi ero ancora resa conto che erano già diventate irraggiungibili". Questa è la storia di Annie Cresta, prima, durante e dopo i suoi Hunger Games
_SOSPESA_
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Annie Cresta, Finnick Odair, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spalmo nervosamente la confettura sul pane.
Sono passati tre giorni.
Ne stacco un morso, poi un altro.
I tributi si sono ridotti quasi alla metà.
Tre li ha uccisi Finnick: due durante il bagno di sangue e ieri una ragazza.
Contemplo la mia fetta ormai ridotta ad un singolo boccone. Decido di prenderne un’altra.
—Tesoro io esco— la voce di mio padre mi fa sobbalzare.
—Dove vai?— chiedo curiosa, soprattutto perchè porta con se una sostanziosa manciata di soldi.
—Al mercato— risponde.
—Hai visto qualcosa di interessante da comprare?— chiedo, mio padre ci va solo se trova qualcosa di indispensabile, l’ultima volta per rimettere un po’ a nuovo la barca. 
—No, stamattina fanno una raccolta— fa una pausa —vogliamo mandare qualcosa al ragazzo— dice schioccandomi un bacio sulla guancia per poi sparire dietro la porta.
La rabbia mi ribolle nelle vene. 
Certo va a sprecare i tuoi soldi! Va a mandargli una focaccia! Come se stesse morendo di fame, come se quelli di Capitol City non gli mandassero niente!
Mi avvento sulla mia colazione.
Finnick è letteralmente sommerso da cibo, armi, medicine e oggetti di ogni tipo. Probabilmente ha più roba in quell’arena che di quando era a casa. Sarebbe più sensato mandare qualcosa alla ragazza, Sousette, visto che ha una brutta ferita alla spalla e non naviga nel cibo come Finnick. Ma questo a nessuno interessa, hanno già decretato il loro vincitore, anche Capitol City ne è ormai sicura. Non c’è praticamente più partita, i cittadini della capitale non permetterebbero mai che Finnick muoia, sono praticamente tutti ossessionati da lui. Ora si tratta solo di aspettare la fine dei giochi, che visto il numero dei concorrenti rimasti non è poi così tanto lontana.
 Sono disgustata.
è sorprendente come il mio modo di vedere Finnick sia cambiato completamente. Adesso mi sento quasi una stupida a ripensare alla scorsa settimana, quando ero logorata dall’angoscia perchè credevo che sarebbe morto. Non è mai stato veramente in pericolo ed io ero l’unica a non saperlo.
Perchè io, per quanto mi ostini a pensarlo, non lo conosco, non conosco Finnick come potrei conoscere Riza o Lian. Ci ho parlato poche volte, ma per quello che può valere ora, mi era sembrato di averlo capito, anche solo un po’.
E quello che avevo trovato mi era piaciuto.
Adesso si è rivelato essere esattamente il ragazzo che ho incontrato il primo giorno, di cui non mi fidavo, che non ci avrebbe messo meno di un secondo a denunciarmi a qualche pacificatore, il ragazzo che credevo in realtà non esistesse. Ma se è possibile si è rivelato essere anche peggio, visto che uccide sensa scomporsi minimamente.
Esattamente come tutti i vincitorii.
I vincitori da cui io mi tengo alla larga.
Mi alzo e mi trascino fuori diretta da mia cugina, a quanto pare il fatto che io sia leggermente terrificata da Finnick ci ha ravvicinate, non piace molto neanche a lei. Lian non mi ha ancora detto il suo parere e questo mi da abbastanza fastidio.
Apro la porta della sua casa e intravedo il capo di mia cugina fermo davanti allo schermo su cui trasmettono inevitabilmente i giochi.
—Morto qualcuno?— chiedo sedendomi sul divano accanto a lei.
—L’ultima è stata la ragazza del 6 durante la notte— afferma senza staccare gli occhi dallo schermo.
Ho paura. Ho paura di chiedere chi sia il suo assassino. Ho paura, perchè so che lui ne sarebbe capace. Ho paura perchè il Finnick che credevo di conoscere potrebbe allontanarsi ancora di più da me.
—I favoriti l’hanno scovata mentre era al fiume a bere— fa una pausa —Alexander l’ha trafitta e lasciata lì a mollo— conclude.
Non è stato Finnick! è stato il ragazzo del due!
Mi tranquillzzo un po’.
—Claudius ha detto che con questa siamo ufficialmente a metà— mi dice Riza.
Non è consueto che solo al quarto giorno si siano già dimezzati, ma quelli più pericolosi sono ancora in gioco.
C’è il gruppo dei favoriti con entrambi i tributi del 2 e il maschio dell’uno. Fino a ieri ne faceva parte anche Sousette, ma ha provato a farli fuori nel sonno senza successo, è stata ferita al braccio e solo grazie al favore delle tenebre è riuscita a scappare. Finnick invece se ne sta per conto suo nei pressi del settore di roccia, nascosto in una grotta, non ha bisogno neanche di uscire: ha tutto ciò che gli serve. Però se dovessero attaccarlo i favoriti non so chi vincerebbe.
Poi sono rimasti il ragazzo del tre, quello del sei, il gigante del sette, le ragazze dell’otto e del nove ed entrambi i tributi del cinque.
In tutto dodici, come quelli che sono morti fino ad ora. Se non rallentano il ritmo i giochi saranno finiti entro la settimana. Mi domando cosa faranno gli strateghi per renderli più interessanti, gli Hunger Games che finiscono così velocemente devono almeno concludersi in modo epico.
—Sousette è peggiorata molto— mi dice Riza.
—In che senso?— chiedo fingendo interesse.
—La ferita si è infettata e ha perso molto sangue, non è conciata per niente bene— mi risponde mia cugina.
Sousette al contrario di Finnick non ha ricevuto neanche un paracadute, immagino che il massimo che abbia potuto fare per fermare l’emorragia sia aver fasciato il braccio con uno scampolo di stoffa.
Se Finnick fosse stato ferito, cosa abbastanza improbabile, avrebbe ricevuto all’istante tonnellate di doni.
Non riuscirebbe a morire neanche se volesse.
è impressionante come la gente della capitale sia stata completamente soggiogata dal nostro tributo, forse è perchè non sono abituati a vedere una bellezza naturale, là anche gli uomini sono coperti dal trucco da cima ai piedi.
—Sai della raccolta?— mi chiede Riza guardandomi dritto negli occhi.
—Anche tuo padre è andato?— chiedo sorpresa a mia cugina.
—Già— sospira —a quanto pare hanno deciso che tra la nuova attrezzatura per la barca e Finnick è più importante lui— dice ridendo.
In effetti potrebbero non avere tutti i torti, se lui vince l’intero Distretto ne giova, ma cosa se ne farà mai di quello che gli mandiamo noi, a questo punto dei giochi costa tutto moltissimo, al massimo riusciranno a mandargli una pagnotta.
—Sembra proprio che ci sarà uno scontro a breve!— annuncia una voce squillante proveniente dallo schermo, sobbalzo per lo spavento. Claudius Templesmith ridacchia allegramente mostrandoci che il gigante del sette si sta dirigendo dritto dritto alla palude, niente di strano, se non fosse che lì si sono accampati i favoriti.
—Lo vedranno di sicuro— annuncio.
—Già non penso abbia molte possibilità— mi risponde mia cugina.
I favoruti sono in tre, lui è da solo. Loro sono sommersi da armi, lui ha solo un’ascia. Loro sono ben addestrati, lui si basa sull’istinto. Loro hanno ucciso quattro tributi, lui “solo” due. Quasi sicuramente morirà, ma forse si porterà qualcuno nella tomba.
—Voi a casa fate molta attenzione, questo sarà uno scontro entusiasmante!— grida con voce acutissima.
Inquadrano i favoriti: se ne stanno nascosti tra le sterpaglie, se il ragazzo del sette passa di lì sarà impossibile per loro non vederlo.
—Ci siamo! Ci siamo!— strilla l’annunciatore. Il ragazzo del sette si avvicina guardingo alla palude fangosa, ha prima vista sembra tranquilla, ma noi sappiamo che pochi metri più in profondità ci sono i favoriti. Vorrei gridargli di scappare, ma lo scontro è ormai inevitabile.
—Vorrei ricordare agli spettatori che Timothy, il tributo del Distretto 7, ha preso un magnifico nove come punteggio— Claudius ridacchia —sarà una battaglia all’ultimo sangue— conclude eccitatissimo.
Proprio in quel momento spuntano dal nulla i tributi del due che si parano minacciosi davanti a Timothy, lui fa per voltarsi ma alle sue spalle compare il ragazzo del Distretto 1: è in trappola.
Impugna saldamente la sua ascia e guarda dritto negli occhi Alexander che con lo sguardo fisso sul suo avversario fa un passo avanti facendo un cenno ai compagni di starsene in disparte: vuole giocarsela da solo.
Inquadrano per un attimo Claudius, non parla, è assolutamente preso da quello che sta succedendo nell’arena.
Alexander si getta su Timothy con violenza, lui riesce a mala pena a schivare il colpo, cade a terra, si volta di scatto e squarcia la gola di Alexander che cade a terra sommerso dal suo stesso sangue.
Sono tutti scioccati, Timothy per primo, non penso che la sua intenzione fosse esattamente quella, ma non ha importanza perchè non fa in tempo a compiere un passo che gli altri due favoriti gli piombano addosso riducendo quasi il suo corpo a brandelli.
Scappo via da lì, lontano dagli Hunger Games, ma sfuggirvi è praticamente impossibile.
Mi fermo fuori la soglia della porta, cerco di inspirare a fondo l’aria impregnata di salsedine ma è estremamente difficile perchè ho voglia di vomitare: tutto quel sangue mi da la nausea. Ma soprattutto non ci riesco perchè sono paralizzata dalla paura, anche solo pensare che potrebbe succedere a me mi fa fermare il cuore.
—Annie vuoi un biccchiere d’acqua?— mi chiede mia cugina picchiettando alla porta che tengo chiusa alle mie spalle.
—Sì— rispondo, mi sorprendo di essere anche solo riuscita a prender fiato per parlare.
Dopo poco Riza picchietta ancora alla porta, allento la presa e lei si fa uno spiraglio per raggiungermi, mi porge delicatamente il bicchiere d’acqua che inizio a sorseggiare a piccole dosi.
—è una cosa terribile— urla lei  —no, è peggio, è disumana!— squote la testa rassegnata —Costringono dei ragazzi ad uccidersi per il divertimento di qualche imbecille, quello a cui è venuta in mente questa magnifica idea devova essere rinchiuso in qualche ospedale, ed invece cosa hanno fatto— grida sbraitando a destra e a manca— l’hanno approvata e dopo sessantacinque anni non è cambiato niente— conclude lei.
Resta in silenzio per qualche istante, poi prosegue più infuriata di prima —Certo che non è cambiato niente! Se provi a dire qualcosa ti sparano una pallottola in fronte, come possono anche solo pensare che si possa vivere in un mondo così!— dice mia cugina tutto d’un fiato.
—Infatti loro non pensano che tu debba vivere— dico io —in un mondo così puoi solo sopravvivere— le dico stringendo saldamente il bicchiere nelle mie mani.
Ce ne restiamo lì fuori, sedute davanti alla porta, immobili, finchè i morsi della fame non ci costringono a preparare il pranzo. Cerchiamo di non buttare l’occhio sullo schermo, ma è quasi del tutto impossibile.
Claudius ironicamente ci fa il riepilogo della mattinata, come sapesse che ci siamo perse un pezzo: i due favoriti dopo aver ucciso Timothy si sono separati, ora non ci sono più gruppi, Sousette sta sempre peggio, si è rintanata nella sezione boschiva e non da segno di volersi spostare. Il ragazzo del cinque se non si sbriga a cacciare rischia di morire di fame. Fanno una breve panoramica di tutti i tributi rimasti, ormai sono dieci ed infine inquadrano Finnick stravaccato nella sua grotta mentre gusta uno squisito stufato mandatogli pochi minuti prima. Visto la situazione abbastanza tranquilla Claudius rimanda in onda il filmato dello scontro tra i favoriti e Timothy, analizzando ogni singolo movimento e commentando fingendosi in qualche modo dispiaciuto. Nel frattempo la ragazza del due fa fuori quella del cinque, questo li fa rimanere solo in nove dopo solo quattro giorni.
è tardo pomeriggio quando i nostri genitori rientrano a casa, stanchi dopo una lunga giornata di lavoro, la pesca oggi non ha reso molto bene ma mia zia Leslie ha venduto abbastanza in negozio.
Ceniamo silenziosi fino a quando mio zio Drew ci fa girare verso lo schermo: Finnick sta raccogliendo un paracadute, al suo interno trova tre pagnotte dipinte col verde delle alghe, sono inconfondibili e mi bastano pochi secondi per capire che quelle gliele abbiamo mandate noi. Mio padre e mio zio ci guardano compiaciuti, il Distretto 4 è riuscito ad aiutare il suo tributo. Pochi istanti dopo dal cielo cade un altro paracadute, Finnick si precipita a raccoglierlo, rimaniamo tutti pietrificati quando vediamo che alla sua estremità è appeso un luccicante tridente. Claudius spiega che a questo punto dei giochi un’arma del genere è costata agli sponsor un occhio della testa, probabilmente non vi era mai stato un regalo così prezioso.
—Cosa se ne fa di un’altra arma? Ne ha già a sufficienza per difendersi— dico alla famiglia.
Mio padre dall’altro capo del tavolo mi afferra la mano, nei suoi occhi vi è tristezza, si sofferma un po’ su di me e poi dice: —Tesoro sono rimasti in pochi, i giochi stanno finendo in fretta— prende un respiro —Capitol City vuole che Finnick regali loro un finale epico— mi dice infine.
Mi ci vuole un po’ per capire il significato delle parole di mio padre. Ma tutto ciò che la mia mente ha il coraggio di analizzare è che quell’arma non serve a Finnick per difendersi, ma per attaccare.
 
Le onde mi accarezzano le dita dei piedi.
I giochi si sono conclusi in una settimana precisa.
Alzo il viso e contemplo il cielo limpido.
Il ragazzo dell’uno ha ucciso la ragazza del nove, Sousette è morta a causa dell’infezione, il ragazzo del cinque è stato ucciso dalla ragazza dell’otto che è morta a sua volta per dissanguamento, gli ultimi quatto rimasti li ha uccisi Finnick: con dei viticci ha intrecciato abilmente una rete che ha usato per intrappolare i suoi avversari poi, come fossero pesci in trappola, li ha trafitti con il suo tridente. Ha vinto senza il minimo sforzo, l’unica che gli ha dato del filo da torcere è stata la ragazza del due.
Mi metto a giocherellare con l’acqua quando una voce mi fa sobbalzare:— Torna oggi— mi dice Lian posizionandosi di fianco a me —verso mezzogiorno— continua lui.
Non alzo lo sguardo, continuo a scalciare istericamente le onde che mi si infrangono sui piedi.
Lo so dal primo giorno degli Hunger Games, il Finnick che conoscevo io è morto nell’arena, non tornerà mai a casa. Io riuscirò a vedere in lui solo un vincitore, un assassino di cui ho paura.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Scusate il ritardo...
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere il vostro parere.
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