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Autore: _Haily_    01/09/2012    2 recensioni
Gervhart, un uomo che costretto dalla guerra, abbandonò la sua terra, Edras, quando era ancora un bambino.
Cresciuto, vuole far ritorno alle sue origini, per trovare la vendetta che cerca da anni. Aiutato da Raki, sua amica d'infanzia, che nasconde uno straordinario segreto, il vecchio Rhoderich e la sensuale Asha, 'arma' di Gervhart, faranno ritorno a Edras, riscoprendo in esso, tutte le verità che si celano dietro al Re Nero.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: non ci posso credere, sono riuscita finalmente ad aggiornare *A* Sapevo che d'ora in avanti sarebbe stato più difficile, ma non immaginavo così! Ma almeno pian piano aggoirno XD Anzi, se devo dire la verità, questo è il peggior capitolo che ho scritto ;A; Non mi riusciva. Solitamente ci impiego poco per scrivere i capitoli, ma questa volta mi ci sono voluti due giorni per saltarci fuori. Speriamo che ai prossimi non sia così!
Bhe che dire, che è un capitolo noioso =_= è stato noioso per me da scrivere figuriamoci per voi da leggere. Ma quando prenderà il via la storia speriamo vi aggradi di più. Attendete!
Avrei voluto fare il cap più lungo, ma devo stare entro certi limiti, altrimenti il capitolo non si chiudeva bene.
Dunque vi auguro un buona lettura, per quanto buona possa essere D:



Capitolo 7

Ricerca di una nave.Aiuto.Selva







Come la corrente di un fiume che scorre veloce lungo il suo letto, il via vai di gente lungo la grande strada che dava sul mare, sembrava proprio lo scorrere di un torrente, mentre come un piccolo sassolino fermo in mezzo a quel mare di persone, che si vedevano costrette a girarci intorno per non sbatterci addosso, Raki se ne stava impalata ritta su di se, la bocca semi aperta in una espressione stupita, ammirava quel grande veliero dalle vele gonfie e bianche candide, simili a nuvole che si stagliavano nel cielo azzurro che ne faceva da sfondo.
Non ne aveva mai visti di così grandi, aveva visto qualche piccola imbarcazione da quando era a Calvadian, non aveva mai avuto più l'occasione di salire su una barca dopo quel giorno, l'unico giorno in cui salì su un'imbarcazione fu quella per abbandonare la sua casa.
Ma non erano certo quei pensieri a cui andava pensando, solo un gran stupore di come una cosa così massiccia riuscisse a navigare sul mare, di come era possibile manovrarla e come l'uomo avesse potuto avere l'ingegno di fare una cosa simile.
Raki era talmente persa nelle sue domande che non faceva minimamente caso alla gente intorno a lei o semplicemente alle persone che stava seguendo.
Solo nel momento in cui si sentì prendere per mano, una mano calda, quel calore che sapeva riconoscere tra mille, che la sua mano conosceva da sempre, la riportò alla realtà.
Come svegliata da un sogno, sobbalzò, sbattendo più volte le palpebre, illuminando ancora di più i suoi occhi ambrati.
Si voltò di scatto ritrovandosi Gervhart a braccio teso che le teneva ancora la mano, delicatamente, in mezzo a tutta quella gente che si era fatta più fitta.
-Vedi di non perderti.-
E come era sempre stato, quella sua voce, fin da quando era piccola, l'aveva sempre calmata. Il tempo era passato e la sua voce si era fatta più roca, più da uomo, ma la dolcezza con cui rivolgeva quelle parole a lei, la facevano tornare bambina.
-Non voglio perdere altro tempo a venirti a cercare. Per cui stammi vicina.-
La sua mano la strinse di più, ma non le fece mai male, per qualche istante Raki la fissò. La sua mano era così piccola e sottile, pareva così bianca a confronto della carnagione scura di Gervhart.
-Andiamo!-
Lei annuì, sembrava la figlia che veniva portata per mano dal padre per paura di perderla nella folla, in certi frangenti lui ancora la trattava come  la bambina che era tempo fa e in quei momenti Raki non riusciva a far scaturire la sua forte personalità.
Anzi, vedere la schiena di Gervhart e sentire la sua mano stretta nella sua la fece arrossire e ringraziò il cielo perché il ragazzo non la stesse guardando.

Il molo era ancora più rumoroso del mercato nonostante la gente si ammassasse principalmente su quello, ma gli scaricatori avevano la tendenza ad urlare per farsi sentire e ne avevano tutte le ragioni, lo sbattere delle casse in legno, persino le onde del mare che si infrangevano sulle navi si mescolava a tutti gli altri rumori, creando una sorta di concerto di diversi suoni.
Ma c'erano anche donne ben vestite, eleganti e con vestiti sfarzosi, civettavano in gruppetti o in compagnia di un uomo in uniforme, gente che molto probabilmente viaggiava nei lussuosi velieri.
Potevano non passare inosservate certe bellezze eleganti, ma neanche Asha, nonostante il suo vestiario frivolo e semplice, attirava su di se molti sguardi e molto spesso cercavano di attirare la sua attenzione con qualche fischio o elogio, ma lei sembrava non darci peso, aveva occhi solo per il suo padrone che seguiva come un'ombra.
Da quando si erano avvicinati al molo, Rhoderich aveva detto di nascondere le proprie armi, lui stesso aveva coperto la sua spada con il mantello, ma Gervhart aveva risposto con una semplice frase: 'Penso di star nascondendo la mia arma meglio di chiunque altro, penso che nessuno se ne accorgerà!'
Asha fece spallucce sorridendo, Raki ridacchiò in faccia al vecchio che si sentì preso in giro.
Avevano adocchiato diverse navi, mercantili più che altro, non troppo grandi da dare nell'occhio almeno e proprio ad una di queste si avvicinarono.
Rhoderich si presentò ad un uomo intento a scaricare una cassa di legno che sembrava parecchio pesante.
-Scusi il disturbo.-
L'uomo si levò su dopo aver appoggiato a terra la merce, passandosi la mano sulla fronte grondante di sudore.
-Mi dica. Ha bisogno di qualcosa?-
Rhoderich fece un tale sorriso di circostanza che a Raki vennero i brividi a guardarlo, sembrava la persona più gentile del mondo.
-Io e la mia famiglia…-
Si voltò per presentarli, spiazzando i tre. Gli aveva detto che ci avrebbe pensato lui a cosa dire e certe balle se le poteva inventare solo lui.
-Avremo un grosso favore da chiedere.-
L'uomo inarcò il sopracciglio non capendo.
-E sarebbe?-
-So che è un brutto momento questo, ma…avremo bisogno di un passaggio per Edras.-
A quelle parole il marinaio sobbalzò, scrutandosi intorno sospettoso, come se avesse paura che qualcuno li stesse ascoltando.
-Ascoltatemi bene…-
Si  avvicinò a Rhoderich, parlò sottovoce e sembrò parecchio adirato.
-Se pensate che qualcuno vi aiuti ad arrivare ad Edras vi sbagliate di grosso. Non c'è nessuno disposto a rischiare il linciaggio per delle personcine come voi.  Se le guardie ad Edras vi scoprono vi uccidono e uccidono chi vi porta. Non ho motivo di chiedervi il motivo che vi spinge ad andare ad Edras, non mi interessa, ma…-
Ci fu un momento di silenzio.
-Quel paese è cambiato parecchio. Non pensate che arrivati là sia tutto tranquillo e felice come una volta. Edras è irriconoscibile.-
Il cuore di Gervhart fremette, quelle parole avevano stranamente riaperto nella sua mente certi ricordi, i ricordi felici della sua terra, del suo piccolo villaggio e delle persone a lui care, suo padre e sua madre che gli sorride, quel sorriso amorevole di una madre gentile, ma tutto viene offuscato dalle fiamme rosse di quella notte, le urla e le grida disperate risuonavano nella sua mente.
Raki vide la sua mano tremare, non riusciva bene a vederlo in volto, i suoi occhi erano coperti dalle ciocche di capelli ondulate, ma poteva vedere i muscoli del viso contrarsi e quando lo faceva, sapeva bene che era adirato. Non lo faceva quasi mai, non era uno che si arrabbiava facilmente, anzi quella era una delle poche volte che lo vedeva fare così.
Avrebbe voluto prendergli la mano, come faceva lui con lei, però si sentiva una stupida, forse poteva dargli fastidio, avrebbe preso la sua mano e poi? Si sentiva più che altro in imbarazzo, era strano, perchè erano cresciuti insieme, ormai si conoscevano da tanti anni, eppure cominciava ad avere queste strane emozioni che frenavano spesso le sue azioni. Ma prima ancora di prendere la sua decisione Asha posò la mano sulla schiena del ragazzo, tranquillizzandolo subito. Lo vide voltarsi verso di lei ma non poté vedere la sua espressione.
Provarono a corromperlo con del denaro, quel denaro che Gervhart e a volte Rhoderich mettevano da parte combattendo nelle Celle dell'inferno. Non erano grandi appassionati di quel genere, ma pur di avere qualche soldo da parte facevano anche quello.
Chiesero ad altri mercanti, ma tutti diedero quasi la stessa risposta. Avevano troppa paura di portare qualcuno oltre il Mar Medio, la situazione a Edras sembrava essere più complicata del previsto.

-Uff!-
Raki sbuffò sedendosi a terra, con le gambe a penzoloni giù dal molo, stanca e con la pancia che brontolava dalla fame.
-Sono stanca e ho fame.-
-Non pensavo sarebbe stato così difficile. Sapevo che c'erano poche speranze, ma almeno qualcuno su centinaia di navi…-
-'Lasciate fare a me!' Aveva detto!- Raki cantilenò la frase imitando Rho. -E ci ritroviamo ancora con i piedi a terra.-
Il vecchio scompigliò i capelli della ragazza che la spinse tanto forte che dovette star attenta a non finire in mare.
-Mi basta poco per metterti a mollo i piedini, insieme a tutto il resto!-
Gervhart non si era lasciato trasportare nei loro battibecchi, ma la sua attenzione era stata attirata da alcune grida arrabbiate più avanti.
Poteva scorgere alcuni giovani marinai che se la stavano prendendo con un signore più anziano, dalla folta barba grigiastra e il viso solcato da lunghi anni di duro lavoro.
Probabilmente il vecchio aveva sbattuto contro il giovane marinaio facendogli cadere la cassa di pesce, che si era riversato in terra, adirando il ragazzo.
-Vecchio la prossima volta guarda dove vai! O sei diventato anche cieco oltre che sordo?-
Il ragazzo gli parlava a poca distanza dalla punta del suo naso, ma lui sembrava rimanere impassibile a viso chino.
Dal canto su Gervhart  odiava qualsiasi tipo di violenza anche verbale su chi non aveva colpe, sicuramente non poteva averlo fatto apposta.
-Hei vecchio mi stai a sentire? Voglio le tue scuse!-
Ma non ebbe alcuna risposta.
Il ragazzo inarcò il sopracciglio ancora più arrabbiato di prima, lo prese per il colletto ed era pronto a sferrargli un pugno in pieno viso, ma una mano più grande della sua gli strinse il polso, fermando la sua azione.
Si era voltato verso quella persona che aveva osato fermarlo pensando che avrebbe preso a pugni prima lui, ma appena si accorse che Gervhart era decisamente più robusto di lui strabuzzò gli occhi, indietreggiando.
-C'è qualche problema?-
Il tono di Gervhart era tranquillo, non era un ragazzo attaccabrighe, cercava sempre di evitare le risse.
Gli 'amici' del marinaio erano rimasti fino a quel momento in disparte, avrebbero potuto aiutare l'amico che si era voltato cercando conforto, ma l'unica cosa fu quella di voltare le spalle e intimare al ragazzo di andarsene.
Se ne andò anche lui, non prima di aver dato un'occhiataccia a Gervhart, ritrovandosi però di fronte due occhi verdi simili a quelli di una belva.
Rabbrividì, ma pure lui voleva evitare di arrivare alle mani, soprattutto con uno così. Riprese la sua merce e si avviò per la sua strada.
Gervhart sospirò e notò che il vecchio, dai capelli bianchi raccolti in un codino, non aveva profuso parola nè si era mosso dal suo posto.
-Tutto bene?-
Il vecchio alzò lo sguardo incrociando gli occhi del ragazzo.
-I giovani d'oggi non hanno un briciolo di rispetto per le persone più vecchie di loro.-
Sotto le sopracciglia folte si nascondevano due occhi cristallini, simili all'azzurro del mare, il suo viso rovinato dall'età e dal duro lavoro, come mostravano le sue mani grandi ma ormai vecchie, il vestiario che pareva poco pulito, un cotone pesante e dai colori scuri.
-Comunque ti ringrazio, ma avrei fatto anche da solo, non c'era bisogno che ti scomodassi.-
Detto questo l'uomo si voltò, riprendendo ad aggiustare un piccola rete da pesca.
-Per me è stato sono un piacere aiutarla.-
Il vecchio si voltò di scatto.
-Cosa vuoi in cambio?-
Il suo tono sembrava accusatorio, come il suo sguardo.
-Al giorno d'oggi se qualcuno fa una buona azione lo fa con l'intento di avere qualcosa in cambio!-
-Mi creda io…-
Non fece in tempo a finire la frase che Rhoderich lo spostò, sorridente come non mai, sembrava brillare alla luce del sole.
-Salve Signore! Vedo che ha già fatto la conoscenza del mio caro figliolo!-
-Figl-
Ghervhart venne ancora una volta bloccato.
-E' proprio un bravo ragazzo non è vero?-
L'anziano inarcò il sopracciglio stizzito.
-E le mie care ragazze? Non sono uno splendore?-
Indicò Raki e Asha che erano arrivate lì per caso, solo perché Rhoderich le aveva abbandonate saltellando via felice come il sole e l'unica cosa sensata fu quello di seguirlo. Rimasero sbigottite da quella presentazione, Rho era uno che di balle se ne inventava tante, ma quella era veramente il meglio. O il peggio.
Sospirò sconsolato.
-Sà…siamo scappati da Edras quando è cominciata l'invasione. Sono riuscito a portare in salvo i miei cari figli, ma purtroppo mia moglie è rimasta ad Edras.-
Faceva il melodrammatico, sembrava stesse recitando in una tragedia da teatro.
-Adesso che i miei figli sono grandi, vogliamo portare via da quella terra ormai dilaniata dalla guerra anche la loro madre. Per cui la prego…-
Si avvicinò al vecchio stringendogli le mani.
-Sarebbe così gentile da portarci a Edras con la sua nave?-
Raki avrebbe voluto scomparire, vederlo fingere in quel modo le metteva i brividi. Asha sembrava pensare ad altro, era una che non si scomodava per certe cose manteneva sempre un autocontrollo incredibile.
-Senta, Signor…-
-Rhoderich.-
-Senta Signor Rhoderich, sarò anche un vecchio decrepito con emorroidi grandi come una balena ma…non sono uno stupido!-
-Eh?-
-E lei come attore fa veramente schifo! Quelle non sono le sue figlie, una mora e una bionda, non si somigliano nemmeno nel pisciare e quel ragazzotto non è suo figlio…si vede nel modo in cui la sta' guardando, il che spiega che lei è un'emerito idiota.-
Quelle parole spiazzarono tutti, Asha invece pareva divertita, sorridendo sotto i baffi.
-Levatevi dalla testa che io vi porti a Edras.-
Fece per rigirarsi, ma Rhoderich non si diede per vinto, anzi, sembrò diventata una sfida tra lui e il vecchietto.
-Ok allora, la storia strappalacrime non le è piaciuta?-
Prese Asha per un braccio e gliela presentò davanti, in tutta la sua bellezza.
-La vede questa bella fanciulla? Può essere sua se ci porta a Edras!-
Gervhart strabuzzò gli occhi, Raki avrebbe voluto prenderlo a pugni,pure Asha sembrò sconvolta da quella sua presa di posizione, soprattutto senza chiederle il permesso o almeno il permesso del suo padrone.
Dal canto suo, il vecchio, vedendosi davanti un corpo femminile del genere, oltretutto seminudo non poté non guardarlo e arrossire, cosa che cercò subito di nascondere.
-Ma…co-come si permette! Non sono un vecchio pervertito io!-
Levò il pugno per aria sbraitando. Almeno questo lo aveva smosso in qualche modo e Rhoderich sogghignava.
-Ah no? L'ho vista sà, come ha guardato il suo corpo.-
Gli sorrise maliziosamente.
Il vecchio arrossì nuovamente.
-Stupido!-
Ci fu un momento di silenzio, in cui tutti aspettarono una ribattutta.
-Le ragazzine piatte non mi piacciono!-
A queste parole tutti rimasero basiti, non si aspettavano una risposta del genere da lui, che fino a quel momento sembrava una persona seria e matura. Asha si guardò il seno, non si faceva certi complessi per il suo corpo, anzi, poteva essere anche la ragazza più piatta al mondo ma sapeva sfruttare al meglio le sue potenzialità in altri modi, ma nessuno aveva mai parlato così del suo seno.
Fatto sta' che non ci fu verso di adescare il marinaio, che ritornò sbuffando e parlocchiando tra sè e sè al suo lavoro. Non ci fù più motivo di smuoverlo.

Il sole stava calando, disegnando sfumature color pastello nel cielo e il mare brillava come piccoli diamanti.
-Come diavolo ti è venuta in mente la storia dei figli?-
Raki sbuffò adirata.
-Non era una storia commuovente? Pensavo che con il vecchio avrebbe funzionato.-
-La prossima volta che mi usi come merce di scambio giuro che ti taglio il gingillo.-
Il sorrisetto di Asha a Rhoderich lo fece rabbrividire.
-Eheh, non stavo mica dicendo sul serio.-
La Necromorpher lo guardò di sottecchi, facendolo zittire.
-Non avremmo dovuto prenderci gioco di lui.-
Gervhart sembrava parecchio sconsolato, perché lui veramente non voleva chiedere in cambio nulla per l'azione che aveva fatto prima e si era sentito in colpa per aver provato a raggirare quell'uomo.
-Se vuoi tornare a casa devi provarle tutte…mi sembra parecchio ambigua questa frase.-
Si fermò a pensare, aggrottando le sopracciglia e tenendosi il mento tra la mano. Sembrava realmente una persona colta e matura in quel momento, tanto che Asha si fermò ad ammirarlo.
Raki continuava a guardare il suo amico d'infanzia, vedeva l'amarezza sul suo volto, la tristezza di non essere riusciti a superare quel primo ostacolo e pure lei sentiva di dover fare qualcosa, di provare il tutto per tutto per poter riuscire a ritornare al suo paese d'origine. Avrebbe fatto qualsiasi cosa. Almeno per Gervhart.
Si fermò di scatto.
-Raki?-
Gervhart si girò a guardarla, preoccupato.
-A mali estremi, estremi rimedi!-
Aveva parlato a bassa voce, quasi come se quella frase fosse rivolta a lei stessa.
Il suo sguardo era determinato, i pugni stretti lungo i fianchi, nessuno di loro aveva capito cosa stesse per fare. Ma una cosa era certa…quando Raki aveva quella luce negli occhi, non presagiva nulla di buono.

Il vecchio marinaio era intento a impilare delle piccole casse, ma pareva parecchio stanco. Aveva un fisico comunque possente, non era tanto alto, poteva essere già abituato a quel genere di fatica, ma aveva comunque la sua veneranda età. Si diede dei colpetti alla schiena, sospirando.
Mentre si asciugava il sudore dalla fronte, si voltò, ritrovandosi il viso di Raki a pochi centimetri dal naso.
Prese spavento, indietreggiando, ritrovandosi a sbattere contro il muro.
-Ancora tu? Cosa vuoi ragazzina?-
Inizialmente sembro burbero come prima ma strabuzzò gli occhi a quella visione: Raki strinse le braccia attorno al seno, questo lo fece sembrare ancora più grande e e voluminoso, si avvicinò a lui con un visino angelico, gli occhi lucidi e quel rossore sulle guance la facevano sembrare ancora più carina e dolce.
L'uomo deglutì.
-Avevi detto che ti piacciono le ragazze con certe forme no?!-
Il vecchio si sentì alle strette, avrebbe voluto scappare ma non avrebbe certo potuto buttare giù quel muro e davanti a lui si trovava una ragazza dalle forme abbondanti che lo stava provocando e letteralmente mettendo con le spalle al muro.
-Stai lontana ragazzina!-
Cercava di rimanere serio, ma i suo balbettare lo stava tradendo. Raki giocò la sua unica carta, sorridendo maliziosamente.
-Se ci porti a Edras…questo potrebbe essere tuo.-

-Ma dove diamine è sparita?-
Rho si stava impazientendo o forse cercava solo di mascherare il fatto che fosse preoccupato per Raki, camminando su e giù per il molo.
-Aveva detto che sarebbe tornata subito.-
-Appunto! Dovè?-
-Calmati Rho, vedrai che arriverà, sa cavarsela.-
Pure Gervhart poteva sembrare tranquillo, seduto su una cassa di legno, ma non lo era, infatti continuava a guardarsi intorno sperando di scorgere la ragazza tornare.
-Eccola!-
Asha indicò Raki con lo sguardo, che tutta sorridente e saltellante, come se dicesse 'Ecco visto! Io sono riuscita in quello che voi non siete riusciti a affare!' arrivava seguita dallo strano vecchio.
-Dove diamine ti eri cacciata?-
Non fece in tempo ad arrivare che Rhoderich la inondò di domande. Guardò stranito il marinaio.
-E lui?-
Gli chiese poi, come se fosse spuntato da nulla.
Raki sorrise a trentadue denti.
-E' la persona che ci porterà a Edras.-
Strabuzzarono gli occhi, increduli.
-Cosa?-
-Ho cambiato idea. Penso che vi aiuterò.-
Rho lo guardò assottigliando lo sguardo, per qualche ragione sembrava non credergli.
-Cosa ti ha fatto cambiare idea?-
Il vecchio arrossì leggermente, ma non proferì parola, si limitò a sviare lo sguardo.
Rhoderich guardò Raki che continuava a sorridere.
Cosa pensò in quel momento nessuno poteva immaginarlo ma gli venne in mente il possibile motivo, perché con uno scatto indicò la ragazza, incredulo.
-Raki! Non sarà che-
Questa volta fù Gervhart a troncare la frase dell'uomo, parandosi davanti a lui ritrovandosi faccia affaccia col vecchio.
-Mi dispiace per prima. Se le abbiamo recato disturbo con certe frasi.-
Il marinaio lo guardò con superiorità.
-E' davvero intenzionato a portarci a Edras?-
-Penso di si…-
Non era una risposta positiva e nemmeno negativa, ma era sempre un inizio.
Gervhart sorrise.
-La ringrazio.-
-Tsk! Ringraziatemi se arriverete sani e salvi a Edras. Mh?-
Il ragazzo gli pose la mano.
-Io sono Gervhart.-
Il vecchio guardò per un attimo negli occhi quel ragazzo e la sua mano. I suoi occhi azzurri per un istante parvero quasi malinconici, ma poi sorrise dolcemente, cosa che non aveva mai fatto da prima.
-Io sono Selva.-
Si strinsero la mano, due mani che avevano vissuto epoche diverse e che adesso si erano incontrate su quella strada, una nuova strada da percorrere insieme.

-Quindi hai una nave grande, se trasporti merci di valore.-
Rhoderich non sembrava già in buoni rapporti con Selva, si davano occhiatacce e si stuzzicavano continuamente.
-Tsk! La mia imbarcazione naviga ormai da anni in questo mare e ne ha passate parecchie! E' inaffondabile!-
-Sarà sicuramente un'ottima nave.-
Asha invece cercava di essere gentile, in fondo in tutti quegli anni vissuti, aveva imparato come comportarsi con ogni tipo di persona.
Camminarono lungo il molo, passando continue barche e navi, ormai il porto era tranquillo, svuotato di tutte quelle persone che si accalcavano già alle prime luci dell'alba, ma sparivano appena il sole calava.
-E' una delle migliori!-
Svoltarono l'angolo e si parò davanti a loro un'immagine che gli fece venire il brividi. Ma non erano brividi di esaltazione, ben si di paura.
Non era una nave come tutte le altre, no. Era la più brutta e mal ridotta di tutte le imbarcazioni viste per tutto il giorno.
-Forza ciurma! Domani si parte per il grande viaggio!-
In quel momento avevano capito che la loro vita era appesa ad un filo. E se era il filo che teneva insieme le vele di quell'imbarcazione…erano già morti.
  
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