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Autore: Fefy_07    01/09/2012    6 recensioni
Ambientazione post 3 stagione. Damon, per il patto stretto con Stefan, ha lasciato Mystic Falls. Dopo 4 anni ritorna, stanco di dover stare lontano dall'unico posto che riesce a chiamare casa. Capisce subito che qualcosa è andato tremendamente storto quando è andato via, e i suoi sospetti non fanno altro che accrescersi, trovando casa sua perfettamente vuota. Dove sono Elena e Stefan? Cos'è successo dopo la sua partenza? Avrà presto una risposta ai suoi dubbi e sarà costretto ad una nuova, grande battaglia, per salvare suo fratello.
Prima long-fic, spero di avervi incuriositi e che leggerete!
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Klaus, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV Elena

Ero consapevole di averlo stravolto, con quelle tre semplici parole, perché erano le ultime che si sarebbe aspettato di sentirmi dire. Rimase a guardarmi con gli occhi sbarrati per qualche minuto, prima di sussurrare: “Non è possibile, Elena, Klaus è morto. Io c’ero quand’è successo, ho visto il suo corpo bruciare. Quando e come potrebbe essere tornato?” Rimasi zitta, non erano cose semplici di cui parlare, e lui era il primo con cui lo facevo.
“Non è stato facile capirlo neanche per me, Damon. È stato tutto molto improvviso e…” mi interruppi, davvero non sapevo descriverglielo. Chiusi gli occhi e mi tornò in mente quella sera, la sensazione di incombenza, Stefan a terra, il ghigno maligno di Klaus, l’energia oscura che si irradiava nella casa, l’impotenza, poi il dolore, la rabbia, le lacrime, la solitudine. È successo quando già ero sola, troppo debole per potermi difendere. A tutti quei ricordi mi salirono le lacrime agli occhi e Damon parve accorgersene, perché sentii la sua mano stringermi un ginocchio.
“Elena, se non riesci a dirmelo…” iniziò, con voce bassa ma profondamente turbata “allora mostramelo.” Che intenzioni aveva? “Come faccio a mostrartelo?” gli domandai, sinceramente stupita. Mi rispose con uno sguardo confuso. “Non lo sai? Noi vampiri possiamo entrare nella mente e anche manipolarla. Di solito succede coi sogni, ma un vampiro abbastanza forte che entra nella mente di uno abbastanza fragile può avere accesso anche ai suoi ricordi. Se ti concentri bene su quello che è successo, puoi farmelo vedere nella mente. Sarò lì come uno spettatore, ma tu non lo saprai, non ti accorgerai nemmeno di me. Devi solo darmi il tuo permesso.”
Si, forse farglielo vedere sarebbe stato più facile, anche se rivivere di nuovo quella notte dopo tutti i miei incubi non era esattamente quello che volevo. Ma Damon aveva il diritto di sapere. Annuii, cercando di apparire più sicura di quanto in realtà non fossi. Poi lui mi spiegò che dovevo chiudere gli occhi e rilassarmi, come fossi sul punto di dormire, concentrandomi sul ricordo che intendevo mostrargli. E allora lo feci. Non appena la mia mente fu abbastanza sgombra, mi concentrai su quell’unico ricordo e mi ritrovai in casa dei Salvatore, due anni prima, quando tutto aveva ancora un senso.

POV Damon

Non ero completamente sicuro del fatto che Elena avrebbe accettato di farmi entrare nella sua mente, ma il modo più rapido per sapere cos’era successo era senza dubbio quello. Il ritorno di Klaus mi aveva sconvolto, ma sicuramente non quanto aveva sconvolto lei, a giudicare dalla reazione che aveva avuto soltanto ripensandoci. Mi rendevo anche conto che sarebbe stato difficile per lei rivivere il tutto un’altra volta, ma ero impaziente. Se Klaus aveva ripreso Stefan, poteva essere successo il peggio.
Appena Elena fu abbastanza rilassata, mi concentrai bene sulla sua mente ed entrai subito. Dovevo ricordarmi di rimproverare Stefan per non averle insegnato a difendersi dagli attacchi psichici. Poteva risultare fatale, in certi momenti. Mi ritrovai al pensionato, osservando Elena e Stefan seduti sul divano, che parlavano concitatamente. Non riuscivo ad afferrare le parole, ma sembrava stessero discutendo. Elena aveva una brutta sensazione e tentava invano di spiegargliela, mentre Stefan le diceva di tranquillizzarsi, che andava tutto bene.

D’un tratto la porta si spalancò, con una folata gelida. Entrambi scattarono in piedi, in posizione di attacco, ma prima che potessero fare qualunque cosa (prima ancora che io capissi cosa stesse succedendo) Stefan si ritrovò a terra, dolorante e ansimante, con un orrendo morso sul braccio, scoperto per la t-shirt che indossava. Un morso di lupo mannaro. Anzi, per essere precisi, di ibrido.
Un Klaus, col volto sfigurato da un ghigno che non gli si addiceva per niente (un misto di selvaggia soddisfazione e sete di sangue), lo osservava dall’alto, con gli occhi gialli del lupo che c’era in lui. Si stava asciugando lentamente le labbra, da cui colava sangue fresco. Ci misi un attimo a capire di chi fosse quel sangue e la rabbia mi salì fino al cervello. Quel bastardo aveva morso mio fratello.
“Klaus!” ansimò Elena, che si era accasciata accanto a Stefan terrorizzata, prima di percepire la presenza dell’ibrido “Tu? Come? Sono passati due anni..Tu dovresti..” si interruppe, confusa, tremante e arrabbiata. “Non farai del male a Stefan!” si impose poi, rialzandosi e mettendosi tra lui e il mio fratellino, ancora a terra. “Mi duole doverti comunicare, dolce Elena, che invece è esattamente quello che mi appresto a fare,” cominciò quello, con voce melliflua “anzi, in un certo senso, l’ho già fatto, ma sarebbe fin troppo magnanimo da parte mia lasciarlo morire adesso, con un semplice morso di lupo, dopo quello che lui ha fatto a me, non credi?”
Rimasi interdetto dalle sue parole. Cosa aveva fatto Stefan a Klaus di tanto grave da portarlo a diventare assetato del suo sangue? Si, insomma, è sempre stato un assassino a sangue freddo, ma con Stefan si è sempre tenuto un occhio di riguardo, per via del 1920, della prima volta che se l’era portato dietro e tutto il resto. Adesso invece sembrava essere spinto solo dalla collera e dal desiderio di vendetta.
Evidentemente anche Elena non sembrava aver capito, perché Klaus si prese il disturbo di spiegare. “Oh, già, non sei abbastanza furba da capire quanta importanza ha avuto una certa scelta di Stefan sulla mia esistenza intera, vero? Bene, lasciami spiegare..” si avvicinò di qualche passo, Elena rimase stoica davanti a Stefan, pronta a scattare in caso di attacco. “Suvvia, non penserai di riuscire a farmi qualcosa, da sola?” ghignò quello, osservandola, poi aggirò entrambi e raggiunse il mio angolo dell’alcol, versandosi del whiskey.
“Vedi Elena, tu sei una vampira adesso..Hai idea di cosa questo comporti per me?” domandò retorico, mentre beveva il primo sorso. La consapevolezza si fece largo sul volto della ragazza mentre anch’io raggiungevo la sua stessa conclusione, a cui lei diede voce subito dopo. “Non puoi più creare ibridi, senza il mio sangue.” “Esattamente! Visto che riflettendo un attimo torna tutto? E adesso, visto che io per l’eternità non potrò più avere qualcuno come me al mio fianco, ci penserà Stefan a darmi qualcosa da fare..” concluse, ghignando ancora.
“Non è stata colpa sua se sono morta!” esclamò subito Elena “Rebekah mi ha uccisa, Klaus, lei ha fatto uscire di strada la mia macchina!” Il ghigno di Klaus si fece se possibile più largo per un secondo, poi si rabbuiò improvvisamente. “Lo so benissimo, e Rebekah ha già pagato per quello che ha fatto..” sussurrò, prima di aggiungere “ma anche Stefan ha le sue colpe, no? Se non sbaglio, eri ancora viva quando si è tuffato per recuperarti, però non ti ha salvata subito..” Lo sguardo di Elena si fece duro, al ricordo. “L’ho voluto io, è stata una mia scelta.” “Che lui non avrebbe dovuto permetterti di fare!” scattò subito Klaus, prima di aggiungere “comunque ormai il danno è fatto. Ma lui non la passerà liscia. Verrà con me e potrò pensarci io a fargli ricordare quanto abbia sbagliato quella notte..”
Elena tornò in posizione di battaglia. “Tu non porterai via nessuno!” esclamò, e si preparò a combattere una battaglia già persa in partenza. Io li fissavo, incapace di fare alcunché, anche perché come avrei potuto? Ero in un ricordo, qualcosa di intangibile e su cui non avevo potere. Mi sentii inutile e strinsi i pugni e i denti, mentre Klaus scoppiava a ridere davanti alla neo vampira che, probabilmente, avrebbe perso facilmente la vita in uno scontro con lui. La risata ironica dell’ibrido rimbombò per la casa, e immaginai che Elena fosse spaventata a morte, seppur non lasciava trasparire niente.
“Ti prego, potrei strapparti il cuore prima ancora che tu te ne renda conto, così come ho morso lui” fece un cenno verso Stefan “ma, sfortunatamente, ho una specie di accordo. Sai, per quanto sia potente non avrei potuto salvarmi da solo dal cacciatore di mia madre, quindi ho sfruttato un piccolo aiuto, che adesso è anche qui con me. Vuoi entrare, tesoro?” Si voltò verso la porta, da cui stava entrando una figura alta e slanciata, con una lunga veste nera e unghie laccate dello stesso colore. Aveva gli occhi abbastanza vacui, come se non si rendesse perfettamente conto di dove si trovava, e lanciò un’occhiata rapida a Elena, che era impallidita e la guardava a occhi e bocca spalancata, e a Stefan, che aveva anche smesso di ansimare e contorcersi, per la sorpresa, prima di fermarsi al fianco di Klaus. Anch’io non potei fare a meno di rimanere rigido per qualche secondo, prima di rendermi effettivamente conto che la ragazza che era appena entrata, trasudando oscurità da tutti i pori, era effettivamente la streghetta che ci aveva salvato tante volte: Bonnie Bennett.
“Bonnie?” domandò esitante Elena, poi si rivolse a Klaus “Che cosa le hai fatto, mostro?!” Lui ridacchiò, poi le rispose “Oh, tesoro, io non le ho fatto niente, lei ha fatto tutto per me. Mi ha salvato, quando ero spacciato e poi ha abbracciato il suo lato oscuro. Certo, c’è voluto un piccolo aiutino, perciò ho tardato tanto a venire qui. Due anni sembrano tanti, ma passano in fretta quando una persona ha tanto da fare, tra cui convincere una strega buona a passare alla cattiveria. È stato particolarmente difficile confinare il suo lato giusto nei meandri più reconditi della sua consapevolezza, ma in fondo un ibrido di migliaia di anni avrà qualche trucco, no? Purtroppo ho dovuto scendere a patti con quello e ho giurato che non avrei ucciso né te, né tantomeno lui,” accennò ancora a Stefan, con la testa “cosa che non avevo già intenzione di fare, detto tra noi. Il mio patto si limita a voi, cosa scocciante ma abbastanza equa, considerato che adesso ho una strega oscura forte, dotata e assolutamente sotto il mio controllo.” Concluse il suo discorso con un altro ghigno diabolico, poi si voltò verso Bonnie e le fece un occhiolino, quasi a comunicarle qualcosa.
E lei deve aver capito, perché in un attimo Elena si accasciò urlante a terra, reggendosi la testa e contorcendosi, cosa che fece anche Stefan, il quale, essendo già debole, svenne pressoché subito. La Bonnie oscura si premurò di continuare a torturare Elena mentre Klaus raccoglieva il corpo del suo nuovo giocattolo (mio fratello, come non mancò di ripetermi la coscienza, mentre lo vedevo con gli occhi illuminati dalla gioia). Quando ormai non avrebbe più potuto avere la forza per contrastarli, smise di farle esplodere il cervello, lasciandola ansimante e tremante a terra.
Stava avvicinandosi alla porta, da cui Klaus era già uscito dopo aver salutato Elena con un “Ci rivedremo molto presto, forse prima di quanto immagini”, quando Elena la chiamò, flebilmente “B-Bonnie..” balbettò, incapace di evitarlo, mentre le lacrime le scendevano dagli occhi “Perché? Come p-puoi aver ceduto a q-quello?” La voce di Bonnie uscì pacata, quasi distorta, profonda e calma “Era così che doveva andare, Elena.” Poi si voltò e uscì, chiudendosi alle spalle la porta, anche se avrei giurato di vedere una lacrima salirle agli occhi, che ovviamente era sfuggita a Elena, ancora raggomitolata sul tappeto, preda di singhiozzi.

Continuavo a fissare impotente Elena disperata e la porta ormai chiusa, da dov’era uscito mio fratello per l’ultima volta, preda di un dolore sordo, tutto nuovo, quando mi sentii trascinare quasi fuori da lì. Il ricordo era finito ed Elena stava aprendo gli occhi. Li riaprimmo contemporaneamente, fissandoci per un lungo momento, lei ansimava e aveva gli occhi colmi di dolore, io stavo zitto, quasi che proferir parola rovinasse quell’attimo in cui la mia mente stava elaborando frenetica tutto quello che avevo appena concluso di vedere. Klaus era vivo, per merito di Bonnie, che ora era, in un certo senso, controllata da lui. Aveva rapito Stefan, non per ucciderlo, ma per torturarlo per chissà quanto tempo, per fargli espiare la sua colpa di averlo privato della possibilità di creare ibridi. Questo mi spiegava metà dei miei dubbi, forse la metà più dolorosa, ma non capivo perché Elena non avesse chiamato aiuto.
Quasi mi avesse letto nel pensiero, Elena sussurrò: “Non ho potuto fare niente. Era troppo forte. Nessuno di noi avrebbe potuto fare niente. Inoltre, Caroline e Tyler sono partiti quasi subito dopo di te. Non sapevamo perché Tyler fosse vivo, lui ricordava solo di essere svenuto e rinvenuto dopo una settimana. Come se avesse un anello della resurrezione a lungo termine. Non ci facemmo troppe domande, semplicemente ci salutammo. Anche le loro madri decisero che era pericoloso rimanere a vivere qui e si spostarono tutti insieme. Questo ti spiega perché non hai trovato nessuno. Non so bene se vivano sotto lo stesso tetto o no, non ho più provato a rintracciarli da quando sono partiti, sono stata impegnata a imparare a controllarmi e poi..” “Aspetta!” la interruppi, alzando una mano “Quello che ho visto..quando è avvenuto?” Parve incerta se affrontare o no la questione, poi disse “Due anni fa, Damon. Appena Klaus è riapparso, ho cercato Jeremy e l’ho soggiogato. È una delle cose che ho fatto in tempo a imparare prima che..beh, insomma, dovevo mandarlo via. Non era al sicuro, né lui né Matt. Perciò li ho spediti insieme a Denver, non ho scordato quanto Jeremy sembrasse felice e normale nel periodo passato lì. Ora che sono sicura che gli ibridi non lo disturberanno, ho voluto concedergli ancora un’opportunità per vivere una vita da essere umano, e Matt si assicurerà che stia bene.”
Era stato qualcosa come un monologo, un lunghissimo monologo, ma adesso tutti i pezzi combaciavano. Elena non poteva chiedere aiuto a nessuno. Stefan era nelle grinfie di Klaus da due anni. Non c’era più un altro solo vampiro o lupo mannaro o creatura sovrannaturale o meno che potesse aiutarla. E lei non ha cercato nessuno. Ha spedito via le persone che potevano farsi male a causa di Klaus. E poi si è trasferita per..far perdere le sue tracce? Per stare più tranquilla? “Non mi sentivo più al sicuro qui,” cominciò a spiegarmi e ancora mi stupii di quanto riuscisse a capire cosa mi passava per la testa semplicemente studiandomi “ho dovuto spostarmi. Non riuscivo a rimanere qua o a casa mia, troppi ricordi e..avevo bisogno di un posto anonimo, dove Klaus non venisse a cercarmi. Forse è stato inutile, potrebbe anche trovarmi da un giorno all’altro, ma per il momento non si è più fatto vivo.”
Dunque questa è la storia. Un bagliore dorato filtrò da una finestra e mi colpì al volto. Non potevo immaginare neanche che aspetto avessi. Tutto quello che avevo appreso era sconcertante, ogni singola informazione mi distruggeva dall’interno. Dovevo salvare mio fratello, ma non ero sicuro di come potessi fare. Avevo bisogno di tempo, per pensare, e per preparare un piano. Non potevo lasciarlo con quell’assassino maniaco un giorno di più. “Perfetto, ora che so quello che mi serve,” la guardai negli occhi, che fino a quel momento erano rimasti fissi sul mio volto ma che non avevo più incontrato direttamente dalla fine del ricordo “ci organizzeremo. Elena, io e te, insieme, salveremo Stefan!”

Angolino dell'autrice :)

Ciao a tutti lettori!! Allora, comincio con lo scusarmi per aver mancato di nuovo il capitolo, ma penso che comincerò ad aggiornare un giorno si e uno no regolarmente, mi aiuta a riflettere bene sul capitolo. Veniamo al nostro. Finalmente si scopre cos'è successo in questi 4 lunghi anni in cui Damon è mancato: il ritorno di Klaus, Bonnie "intrappolata" nella sua oscurità, Stefan rapito e torturato, Elena impotente...Si, sono successe cose di tutti i colori!! Perché Elena non ha fatto niente? E' una domanda a cui avremo risposta presto, quando lei e Damon cominceranno a riflettere sul piano per liberare Stefan dalle grinfie di Klaus, di nuovo. Ho preferito far entrare Damon nella mente di Elena per narrare il tutto, vederlo in prima persona era più forte e ha colpito parecchio il nostro vampiro. E poi farlo raccontare tutto a lei sarebbe stato più noioso, credo. Il capitolo è anche un esperimento per affrontare i fatti da più punti di vista nello stesso momento, più o meno, anche se l'introduzione è dal POV Elena più perché così era finito quello prima, mentre il resto si concentra su Damon che finalmente scopre quello che tanto bramava sapere. Bene, questo è quanto, concludo invitandovi come sempre a recensire, non avete davvero nulla da dire? Lo so che è noioso fermarsi a dare un parere ogni volta, me ne rendo conto (e perciò non smetterò mai di ringraziare Esperanza97 e la sua incredibile costanza, senza le tue recensioni sarei finita <3) ma anche una riga, di quelle che mi arrivano per messaggio, per farmi sapere cosa ne pensate è gradita, anzi, graditissima!! Risponderò a tutti e leggerò ogni parere, accettando anche i negativi!! Quindi mi prostro a voi e vi supplico di farmi sapere qualcosa, adesso che avete in mente meglio la situazione di questa fic. Ok, vi saluto tutti e vi aspetto :) Un bacione!! (17 persone tra le seguite, siete tutti fantastici, un bacione doppio a voi *_*)
  
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