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Autore: Shuchan    16/03/2007    1 recensioni
Resta solo, come si è da sempre prefissato.
Si tocca assente le labbra, abbassando lo sguardo.
Questo non glielo doveva fare.

[ NdAdmin: questo riassunto è stato modificato dall'amministrazione poichè non conteneva alcun accenno alla trama. L'autore è invitato a cambiarlo con uno di sua creazione. ]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allison Cameron, Greg House
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Sulla soglia della porta, andò a sbattere contro qualcosa… o qualcuno.

Con precario equilibrio, riuscì a rimanere in piedi grazie alla presa di qualcuno sul suo braccio.
Alzò gli occhi, e tra la penombra, incontrarò quelli azzurri del suo capo.

H: e dire che sono io quello col bastone

C: scusa… non ti avevo visto

H: davvero? Avrei giurato che mi fossi venuta contro di proposito. Ah, no. Quello che mette intenzionalmente la gente a disagio sono io

Lei si liberò freddamente da quella stretta.

C: mi sembra di averti chiesto scusa

Non le rispose, per cercare di togliersi di dosso i suoi occhi, si chinò per raccoglierle le cartelle che aveva fatto cadere, lei fece lo stesso.

C: lascia… faccio io

Chinati a terra, le loro mani si sfiorarono.
House mise la propria sopra quella di lei, quasi per non volerla far scappare.
Sollevarono il volto e si resero conto di essere tanti vicini da potersi quasi sfiorare con la punta del naso.

H: cosa volevi dirmi

C: non so a cosa ti riferisci…

H: questa mattina in laboratorio

C: ah… mi… mi dispiace per… per averti baciato…

Ci fu un breve silenzio durante il quale rimasero immobili, ancora con le mani congiunte.

H: perché dici che ti dispiace

C: adesso è cambiato tutto…

H: è stato solo un bacio

C: è bastato a far cambiare tutto. Anche tu lo sai…

H: se fossimo andati a letto insieme, cosa sarebbe successo? Mi sarei risvegliato gay e te suora di clausura?

Lei sfilò la propria mano da sotto quella di lui, raccogliendo le cartelle sparse ai suoi piedi.
Si sollevò da terra, lui dopo alcuni secondi fece lo stesso.
Di nuovo a fronteggiarsi.
Occhi contro occhi.
Verde contro blu.

Erano entrambi davanti all’entrata dell’ufficio.

C: devo passare

Non si mosse di un millimetro.

La sfidava con lo sguardo.
Sapevano che non sarebbero riusciti a controllarsi se avessero avuto un altro contatto, anche il più insignificante.

Cameron sarebbe potuta introdursi nell’ufficio, passando da diagnostica, ma non lo fece.
In caso contrario, avrebbe perso il confronto con lui, con i suoi sentimenti.
E questo non poteva assolutamente permetterlo.

House le sbarrava la strada.
Non aveva nessuna intenzione di togliersi di lì.
Per quale motivo lo stava facendo?

C: spostati

H: non rientra tra i miei progetti a breve termine

Lo scontro era inevitabile.
Stavano mettendo in gioco tutto, ogni cosa.
Il primo a cedere avrebbe perso.
Lui lo sapeva.
Lei lo sapeva.

C: cosa vuoi da me, House

H: è interessante vedere fino a che punto riuscirai a spingerti

Lo sguardo di lei si colmò di delusione.

C: è un gioco. Per te è soltanto un gioco? Uno dei tanti enigmi da risolvere?

H: perché ti sei pentita di avermi baciato?

C: ho detto che mi dispiace di averlo fatto

H: quindi non sei pentita?

Lei protese il braccio destro, porgendogli le cartelle.
Lui dopo averle fissate, le prese perplesso.

La vide addentrarsi nelle tenebre del corridoio del quarto piano.

-

Erano circa le 11 di sera.
Cameron era tornata a casa da almeno un paio d’ore.
Correva sul tapirulan per scaricare la tensione.

Un rumore sordo.
Possibile che fosse un altro deejavu?

Aprì la porta.
A quanto pare, era possibilissimo.
House era di fronte a lei, con il casco in mano e lo zaino in spalla.

H: posso entrare, vero?

C: hai visto che ore sono?

L’uomo si scoprì i polsi e glieli mostrò.

H: ora sai cosa regalarmi a natale

C: cosa c’è, House?

Lo sguardo dell’uomo era perso.
Solo pochi istanti prima si era accorto dello stato in cui si trovava la sua immunologa.

Indossava un paio di pantaloncini che le mostravano interamente le lunghe e sinuose gambe.
La canottiera che aveva, era per la maggior parte aderente al suo corpo ricoperto di sudore oltre a lasciarle scoperte le spalle.
Il respiro di lei era corto e affannato. Per una presunta attività sportiva o per la sua presenza?
Di certo, dare per buona la seconda alternativa, rendeva House altrochè compiaciuto.

C: allora?

H: cosa…?

C: perché sei venuto qui

H: fammi entrare e te lo dico

C: dammi una solida valida ragione per far entrare un uomo a casa mia, nel cuore della notte

H: per soddisfare la tua curiosità e scoprire cosa mi ha spinto a venire qui

C: non sono ossessionata su queste cose come te

Si mise di lato, facendolo passare.

H: allora perché mi stai facendo entrare?

C: correre il rischio di essere infastidita da te fino a domani mattina? Hai trenta secondi per dirmi cosa vuoi

L’uomo di tutto punto, si tolse lo zaino dalla spalla e lo aprì.
Da esso tirò fuori quelle che sembravano essere della cartelle cliniche.
Gliele porse, lei titubante le prese e le sfogliò.

C: ma… sono quelle che ti ho dato prima! Devono stare nel tuo ufficio, non a casa mia…

H: lo so. Ma devi farlo da sola

Il volto di lei, si riempì di perplessità e rassegnazione.

C: quindi… me le hai riportate fino a casa perché Io le mettessi al loro posto, quando potevi benissimo farlo tu stesso risparmiandoti così questo viaggio?

Lui cercò inutilmente di pensare a qualche buona risposta da darle.

H: diciamo che era un pretesto mal architettato per venire qui

C: ciò quindi, mi riporta a chiederti. Cosa vuoi da me, House?

H: il fatto è che, non ricordo cosa ho provato

C: …che vuoi dire?

H: quando ci siamo, cioè, quando Tu mi hai baciato. Ho cercato di non pensarci talmente tanto, da aver scordato cosa ho provato in quel momento

Cameron era spiazzata, non sapeva come ribattere.

C: e io come potrei aiutart-…

Ad un tratto, tutto le sembrò più chiaro, anche se ancora totalmente assurdo.

C: tu… senti… se vuoi un altro bacio da me non nasconderti dietr-…

H: non fraintendere. Per me è di vitale importanza archiviare ogni mia emozione, così da poterla razionalizzare ed analizzare

I suoi occhi, gli sembrarono quasi delusi da quella fredda risposta.

C: vattene

H: non mi sembra di chiederti poi un grande sacrificio. O devo forse ricordarti che l’altra volta l’hai fatto per ficcarmi una siringa al braccio e dissanguarmi?

C: ti sbagli. Ti ho baciato perché credevo che avessi il cancro, e sai quanto sono attratta dai malati terminali. Il cancro al cervello poi, è quello che mi eccita di più

House non parve affatto contento di quella risposta.

H: nessuno ti ha chiesto di farlo

C: hai ragione, House. Ma sai cosa ti dico? Mi hai domandato se ero pentita. Ebbene si, lo sono. Ora sei soddisfatto? Hai risolto brillantemente un altro dei tuoi enigmmmmh…

L’unica cosa che sentì, furono le mani di House che, afferrandole le spalle, la tirarono verso di lui chiudendole la bocca con la propria.

Fu un bacio diverso dal primo.
Lei ricambiò quasi meccanicamente quel gesto.
Non ebbe neanche il tempo di rendersi pienamente conto di cosa stesse succedendo che lui la distanziò da lui.

H: Si, hai un buon sapore.

Raccolse lo zaino e il casco da terra, ed uscì senza aggiungere altro.
Cameron rimase immobile, sconvolta, al centro del salotto.
  
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