Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà dei rispettivi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro
Il
sole brillava nel cielo blu del pomeriggio. Era di un colore quasi accecante. La
spiaggia su cui si infrangevano le onde del mare era dorata, deserta. Si sentiva
il rumore dell’acqua.
Arrivarono,
uscendo da una capanna, due ragazzi che si rincorrevano. Uno era piuttosto basso
e con i capelli castani, l’altro era alto, i capelli lisci fino alle spalle,
azzurrini. Il piccoletto si trovava piuttosto in difficoltà a tenere il passo
dell’altro, lasciandosi superare per un attimo.
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Sei lento Sora..! _ esclamò il ragazzo più alto, ridendo. Il più piccolo
strinse i denti e con un verso strano superò l’amico che lo guardò stupito.
Sora corse più veloce, ma senza seminarlo.
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Riku io non sono..! _ gridò Sora girandosi verso di lui, sbeffeggiandolo e
correndo all’indietro. Inciampò, cadendo lungo disteso, mentre l’altro
spalancava gli occhi, urtandolo e cadendogli sopra.
Sora
spalancò gli occhi a sua volta al
contatto accidentale delle proprie labbra con quelle di Riku. I capelli di lui
gli sfioravano la pelle, in una carezza morbida, il suo respiro gli solleticava
il labbro.
Il
suo corpo premuto contro il suo gli faceva un effetto strano.. arrossì al
sentire il rigonfiamento dei pantaloni di Riku contro di sé. Riku gli rivolse
uno sguardo strano, che non seppe interpretare.
Sora
aprì bocca per parlare, ma sentì la voce soffocata da qualche parte nella
gola. Le sue guance avvamparono di
imbarazzo, mentre anche un vago rossore si diffondeva sulle guance di Riku,
forse finalmente conscio della situazione imbarazzante.
_
Sora io.. _ cominciò col dire Riku, sfuggendo il suo sguardo, per la prima
volta da quando lo conosceva. Sora ebbe paura per un attimo e sentì il respiro
mancare. Senza capire il perché il suo cuore prese a correre furioso nel petto.
Poi improvvisamente la voce di Kairi li fece sussultare entrambi.
_
SOORA!! RIKU! Che fate? Dai, veloci devo farvi vedere una cosa! _
Sora
scattò a sedere, colpendo con la testa il naso di Riku, che cadde
all’indietro, atterrando seduto. Guardò Sora sorpreso, poi si alzò in piedi
andando via, imbarazzato.
Cosa
caspita gli era preso? Riku si tenne la testa, appoggiato al tronco della palma,
guardando sconvolto la sabbia. Chiuse gli occhi, nascondendosi la faccia nelle
mani tremanti. Aveva ancora chiaro il sapore di quella bocca, il calore di quel
corpo sotto il proprio, quegli occhi.. scivolò lungo il tronco, sedendosi e
fissando il tramonto. Aveva il cuore in gola, ma il rossore stava abbandonando
le sue guance.
Sospirò,
chiudendo gli occhi. In fondo non era successo nulla.. che fosse proprio quello
a spaventarlo?
Fissò
il frutto a stella del Papou che teneva in mano, senza un motivo preciso.
Avvertì
dei passi dietro di lui, e alzò il viso ad incontrare quello di Sora che lo
guardava incerto, tormentandosi una manica della maglia. Riku abbassò di nuovo
il viso sul Papou.
_
Sai che dicono che chi ne mangia un pezzo con la persona che ama non si separerà
mai più da lei? _ disse Riku, con un tono strano.
Sora
rimase in silenzio. Forse ripensava a quel che era successo prima.
_
Vedrò di farlo mangiare al più presto anche a Kairi, allora _ si affrettò ad
aggiungere Riku, guardandolo strafottente. Sora lo fulminò con lo sguardo.
_
Non ci pensare nemmeno!! _
_
Scemo, tanto vuole me, mica te..! _
Riku
si alzò in piedi, mentre Sora gli faceva una linguaccia. Non visto Riku staccò
un pezzo del Papou, infilandolo in tasca, per poi buttarlo in mare.
_
Nooo! ‘Caspita fai, scemo!! _ esclamò Sora sporgendosi dal pontile a fissare
il Papou affondare.
_ Tanto non funziona mica.. _ borbottò Riku. Fissò Sora, poi gli diede un calcio nel sedere, facendolo cadere in acqua con un grido. Sora sparì sott’acqua, poi riemerse sputacchiando, fissandolo in cagnesco.
_
E per prima.. non farti strane idee, spastico! Non sai neanche fare a correre! _
lo schernì Riku, incrociando le braccia.
Sora
lo guardò arrabbiato, i capelli afflosciati che gli coprivano mezzo viso; poi
prese a nuotare verso riva, sguazzando nell’acqua trasparente come un pesce.
Riku
seguì con lo sguardo il suo tragitto, facendosi serio. Mise la mano in tasca,
toccando il frammento di Papou che vi era riposto. Quella sera lo avrebbe
usato.. non vedeva l’ora che il sole scendesse.
La voce di Sora attirò di nuovo la sua attenzione.
_
Perché strane idee? Cosa c’entra adesso?! _
esclamò Sora dalla spiaggia, stupefatto. Riku lo guardò fisso, stupito
a sua volta; poi scosse la testa, sorridendo fra sé.. Già. Dimenticava che
Sora non capiva mai un accidente. Se uno aveva una qualche intenzione con lui…
fino a che non gliela spiegava chiaramente lui non la riusciva a capire. Il
ragionamento più complesso che potesse fare la mente di Sora era il modo in cui
poteva arrivare a procurarsi un Papou. Era così ingenuo e spensierato che Riku
provava invidia verso di lui. Lui non riusciva a pensare cose così semplici. Si
complicava sempre tutto, qualunque cosa dovesse fare.
_
Uffa Riku, rispondimi!! _ gridò Sora mentre Riku scendeva dal pontile con un
salto. Atterrò con un ginocchio sulla sabbia, poi se ne andò, raggiungendo la
zattera che stavano costruendo.
Fissò
quella che stava diventando la piattaforma della zattera, accucciandosi per
toccare il legno chiaro. Chiuse gli occhi, per riaprirli poco dopo e fissare il
sole che cominciava a scendere nel suo lento percorso.
Quella
riga interminabile che era l’orizzonte lo incuriosiva così tanto.. da sempre
desiderava andar via da quella minuscola isola, vedere tutto quello che c’era
all’esterno, lontano da lì. Si sentiva oppresso, soffocato. Conosceva tutto
quello che c’era da conoscere di quell’isola: ogni sua grotta, ogni suo
piccolo segreto.
Voleva
altro. Altro con cui poter nutrire la propria curiosità. E lì non c’era più
nulla ormai. L’unica cosa che avrebbe voluto per sé.. non la poteva avere.
Sospirò,
fissando di nuovo la piattaforma della zattera, lasciando che l’acqua del mare
gli bagnasse le dita che aveva lasciato immerse nella sabbia fine. Chiuse gli
occhi, sorridendo, per assaporare quella sensazione vellutata e fredda sulla
propria pelle.
_
Ehi, Riku _ la voce dolce di Kairi gli fece aprire gli occhi, alzando la testa
per guardarla. I capelli rossi erano mossi da una brezza leggera, e lei li
teneva lontano dal viso con una mano.
_
Mh? _ gli disse Riku, fissandola. Anche lui portò una mano a tenere indietro i
capelli che gli invadevano il viso, sospinti dal vento. Si alzò in piedi.
Kairi
alzò le spalle, ridendo. Riku si sentì pungere dalla sua bella risata. Una
puntura che lo fece sorridere.
_ Nulla, volevo solo sentire la tua voce _ disse Kairi, sorridendogli. Anche Riku le sorrise, mentre lei lo abbracciava. Poi Kairi si alzò in punta di piedi, per baciarlo sulla guancia. Lo guardò maliziosa, correndo subito via e ridendo.
Riku
scosse la testa, sorridendo, tornando a fissare il mare. Aveva già morso il
Papou, ora che ci pensava.. rimaneva solamente da rubare il suo morso.
Si sdraiò sulla sabbia, appoggiando la schiena al tronco di una palma vicina, incrociando le braccia dietro alla testa. Fissò per un po’ l’orizzonte, poi la sua piattezza e il tepore del pomeriggio finirono per mettergli sonnolenza. Sentì gli occhi chiudersi, e scivolò nel sonno.