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Autore: Nemia    17/03/2007    3 recensioni
Un ragazzo inquieto, dai pensieri tristi, solitario e forte.
Un ragazzo spensierato, felice, altruista e fragile.
Ma chi dei due è quello veramente fragile?
Genere: Romantico, Triste, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Organizzazione XIII, Riku, Sora, Xemnas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà dei rispettivi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro

 

 

 

 

Il sole brillava nel cielo blu del pomeriggio. Era di un colore quasi accecante. La spiaggia su cui si infrangevano le onde del mare era dorata, deserta. Si sentiva il rumore dell’acqua.

 

Arrivarono, uscendo da una capanna, due ragazzi che si rincorrevano. Uno era piuttosto basso e con i capelli castani, l’altro era alto, i capelli lisci fino alle spalle, azzurrini. Il piccoletto si trovava piuttosto in difficoltà a tenere il passo dell’altro, lasciandosi superare per un attimo.

_ Sei lento Sora..! _ esclamò il ragazzo più alto, ridendo. Il più piccolo strinse i denti e con un verso strano superò l’amico che lo guardò stupito. Sora corse più veloce, ma senza seminarlo.

_ Riku io non sono..! _ gridò Sora girandosi verso di lui, sbeffeggiandolo e correndo all’indietro. Inciampò, cadendo lungo disteso, mentre l’altro spalancava gli occhi, urtandolo e cadendogli sopra.

Sora spalancò gli occhi a sua volta  al contatto accidentale delle proprie labbra con quelle di Riku. I capelli di lui gli sfioravano la pelle, in una carezza morbida, il suo respiro gli solleticava il labbro.

Il suo corpo premuto contro il suo gli faceva un effetto strano.. arrossì al sentire il rigonfiamento dei pantaloni di Riku contro di sé. Riku gli rivolse uno sguardo strano, che non seppe interpretare.

Sora aprì bocca per parlare, ma sentì la voce soffocata da qualche parte nella gola. Le sue  guance avvamparono di imbarazzo, mentre anche un vago rossore si diffondeva sulle guance di Riku, forse finalmente conscio della situazione imbarazzante.

_ Sora io.. _ cominciò col dire Riku, sfuggendo il suo sguardo, per la prima volta da quando lo conosceva. Sora ebbe paura per un attimo e sentì il respiro mancare. Senza capire il perché il suo cuore prese a correre furioso nel petto. Poi improvvisamente la voce di Kairi li fece sussultare entrambi.

_ SOORA!! RIKU! Che fate? Dai, veloci devo farvi vedere una cosa! _

Sora scattò a sedere, colpendo con la testa il naso di Riku, che cadde all’indietro, atterrando seduto. Guardò Sora sorpreso, poi si alzò in piedi andando via, imbarazzato.

 

Cosa caspita gli era preso? Riku si tenne la testa, appoggiato al tronco della palma, guardando sconvolto la sabbia. Chiuse gli occhi, nascondendosi la faccia nelle mani tremanti. Aveva ancora chiaro il sapore di quella bocca, il calore di quel corpo sotto il proprio, quegli occhi.. scivolò lungo il tronco, sedendosi e fissando il tramonto. Aveva il cuore in gola, ma il rossore stava abbandonando le sue guance.

Sospirò, chiudendo gli occhi. In fondo non era successo nulla.. che fosse proprio quello a spaventarlo?

Fissò il frutto a stella del Papou che teneva in mano, senza un motivo preciso.

Avvertì dei passi dietro di lui, e alzò il viso ad incontrare quello di Sora che lo guardava incerto, tormentandosi una manica della maglia. Riku abbassò di nuovo il viso sul Papou.

_ Sai che dicono che chi ne mangia un pezzo con la persona che ama non si separerà mai più da lei? _ disse Riku, con un tono strano.

Sora rimase in silenzio. Forse ripensava a quel che era successo prima.

_ Vedrò di farlo mangiare al più presto anche a Kairi, allora _ si affrettò ad aggiungere Riku, guardandolo strafottente. Sora lo fulminò con lo sguardo.

_ Non ci pensare nemmeno!! _

_ Scemo, tanto vuole me, mica te..! _

Riku si alzò in piedi, mentre Sora gli faceva una linguaccia. Non visto Riku staccò un pezzo del Papou, infilandolo in tasca, per poi buttarlo in mare.

_ Nooo! ‘Caspita fai, scemo!! _ esclamò Sora sporgendosi dal pontile a fissare il Papou affondare.

_ Tanto non funziona mica.. _ borbottò Riku. Fissò Sora, poi gli diede un calcio nel sedere, facendolo cadere in acqua con un grido. Sora sparì sott’acqua, poi riemerse sputacchiando, fissandolo in cagnesco.

_ E per prima.. non farti strane idee, spastico! Non sai neanche fare a correre! _ lo schernì Riku, incrociando le braccia.

Sora lo guardò arrabbiato, i capelli afflosciati che gli coprivano mezzo viso; poi prese a nuotare verso riva, sguazzando nell’acqua trasparente come un pesce.

Riku seguì con lo sguardo il suo tragitto, facendosi serio. Mise la mano in tasca, toccando il frammento di Papou che vi era riposto. Quella sera lo avrebbe usato.. non vedeva l’ora che il sole scendesse.  La voce di Sora attirò di nuovo la sua attenzione.

_ Perché strane idee? Cosa c’entra adesso?! _  esclamò Sora dalla spiaggia, stupefatto. Riku lo guardò fisso, stupito a sua volta; poi scosse la testa, sorridendo fra sé.. Già. Dimenticava che Sora non capiva mai un accidente. Se uno aveva una qualche intenzione con lui… fino a che non gliela spiegava chiaramente lui non la riusciva a capire. Il ragionamento più complesso che potesse fare la mente di Sora era il modo in cui poteva arrivare a procurarsi un Papou. Era così ingenuo e spensierato che Riku provava invidia verso di lui. Lui non riusciva a pensare cose così semplici. Si complicava sempre tutto, qualunque cosa dovesse fare.

_ Uffa Riku, rispondimi!! _ gridò Sora mentre Riku scendeva dal pontile con un salto. Atterrò con un ginocchio sulla sabbia, poi se ne andò, raggiungendo la zattera che stavano costruendo.

Fissò quella che stava diventando la piattaforma della zattera, accucciandosi per toccare il legno chiaro. Chiuse gli occhi, per riaprirli poco dopo e fissare il sole che cominciava a scendere nel suo lento percorso.

Quella riga interminabile che era l’orizzonte lo incuriosiva così tanto.. da sempre desiderava andar via da quella minuscola isola, vedere tutto quello che c’era all’esterno, lontano da lì. Si sentiva oppresso, soffocato. Conosceva tutto quello che c’era da conoscere di quell’isola: ogni sua grotta, ogni suo piccolo segreto.

Voleva altro. Altro con cui poter nutrire la propria curiosità. E lì non c’era più nulla ormai. L’unica cosa che avrebbe voluto per sé.. non la poteva avere.

Sospirò, fissando di nuovo la piattaforma della zattera, lasciando che l’acqua del mare gli bagnasse le dita che aveva lasciato immerse nella sabbia fine. Chiuse gli occhi, sorridendo, per assaporare quella sensazione vellutata e fredda sulla propria pelle.

_ Ehi, Riku _ la voce dolce di Kairi gli fece aprire gli occhi, alzando la testa per guardarla. I capelli rossi erano mossi da una brezza leggera, e lei li teneva lontano dal viso con una mano.

_ Mh? _ gli disse Riku, fissandola. Anche lui portò una mano a tenere indietro i capelli che gli invadevano il viso, sospinti dal vento. Si alzò in piedi.

Kairi alzò le spalle, ridendo. Riku si sentì pungere dalla sua bella risata. Una puntura che lo fece sorridere.

_ Nulla, volevo solo sentire la tua voce _ disse Kairi, sorridendogli. Anche Riku le sorrise, mentre lei lo abbracciava. Poi Kairi si alzò in punta di piedi, per baciarlo sulla guancia. Lo guardò maliziosa, correndo subito via e ridendo.

Riku scosse la testa, sorridendo, tornando a fissare il mare. Aveva già morso il Papou, ora che ci pensava.. rimaneva solamente da rubare il suo morso.

Si sdraiò sulla sabbia, appoggiando la schiena al tronco di una palma vicina, incrociando le braccia dietro alla testa. Fissò per un po’ l’orizzonte, poi la sua piattezza  e il tepore del pomeriggio finirono per mettergli sonnolenza. Sentì gli occhi chiudersi, e scivolò nel sonno.

 

 

 

 

  
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