Duffy: ank a me ^^ dato k tifo tantissimo per sora riku ^^
L_Yasha Shaman Slayer: bè,
sicuro!!
E
a tutte e due un grazie enorme per avere commentato ç.ç sono contenta vi
piaccia ^^ e per premiarvi metto anche un secondo capitolo.. sperando vi piaccia
anche questo :p
Era sull’isola, a piedi scalzi sulla
battigia, a fissare il lento andare e venire delle onde. L’acqua fredda
sfiorava come in una carezza timida i suoi piedi, per poi ritrarsi pudica.
Lasciò che il suo sguardo si perdesse
nell’orizzonte. Il sole stava finendo il suo percorso e cominciava ad affogare
nel mare, tingendo il cielo di densi scuri.
Socchiuse gli occhi, tenendo la frangia che si
scompigliava per il vento. Sorrise.
Era bello trovarsi di nuovo lì. Ancora in quel
sogno.. dove da mesi si ritrovava spesso quando dormiva. Da quando aveva capito
quanto Sora amasse Kairi..
Era frustrante stare accanto a loro due, in
mezzo a loro due, sentire Sora che gli raccontava le sue paure, le sue stronzate
varie, quanto volesse bene a Kairi.. e lui lo osservava parlare, fissava le sue
labbra rosa che si muovevano nello scandire le parole, quella piccola bocca che
voleva solamente soffocare di baci, sentiva il suo odore dolce insinuarsi nelle
narici e fargli perdere la testa, eccitandolo fino a farlo star male.
E il sapere che non avrebbe mai potuto
stringerlo a sé, baciarlo, toccarlo come voleva lui lo stava uccidendo giorno
dopo giorno.
La sera prima, quando Sora gli aveva chiesto di
dormire vicino a lui, il sentirlo caldo e tenero contro di sé lo aveva fatto
impazzire.
Non aveva dormito per nulla, rimanendo immobile
come uno stoccafisso, Sora accanto a lui che si rigirava nel sonno, e che gli
tirava occasionalmente qualche calcio.
Chiuse gli occhi, sorridendo mentre ripensava
al momento culmine della nottata.. ossia quando Sora con un gemito gli era
rotolato sopra.
Riku era rimasto inchiodato sotto di lui,
mentre il moretto lo stritolava in un abbraccio ansioso.
Ricordava perfettamente quel corpo esile contro
il proprio, in una pressione decisa e il cuore del ragazzino che batteva contro
il proprio petto nudo. Le lacrime del ragazzino che gli bagnarono la pelle lo
scossero. Si sentiva morire dalla paura che aveva di toccarlo e di svegliarlo,
interrompendo quel momento sospeso per
farlo andare via schifato. Ma.. perché piangeva?
Lo abbracciò, cercando di calmarlo, il cuore
in gola per l’apprensione. Sora lo strinse forte per un momento, mormorando
disperato il suo nome, poi si zittì, sembrando finalmente calmo.
Riku aveva continuato a fissarlo preoccupato,
accarezzandogli incerto la testa, asciugandogli le guance bagnate. Scosso dalle
sue lacrime.
Poi era rimasto immobile tutto il tempo così,
circondato dalle esili braccia di Sora e col suo respiro che gli solleticava la
pelle, che gli faceva spostare i capelli argentei posati sulle spalle. Aveva
fissato non sapeva neanche lui per quanto tempo quel viso così innocente e
sincero corrugarsi nella paura, distendersi nel sorriso.. senza neanche
accorgersene aveva avvicinato le dita al suo viso, per allontanare dei capelli
che gli coprivano gli occhi, scendendo come incantato lungo la curva del naso,
scorrendo il pollice sulle sue labbra rosee che si dischiusero, mostrando il
rosa della lingua. Deglutì, sentendo il desiderio di violare quella bocca farsi
intenso e lacerante dentro di sé, mentre si mordeva le labbra, in uno spasmo. I
boxer lo stavano uccidendo, erano così stretti che sapeva ci sarebbe morto da
un momento all’altro.
Accidenti, se avesse continuato a pensare a
quello che non poteva fare sarebbe venuto.. a complicare la situazione ci si
mise anche Sora, che cominciò a muoversi, quasi strusciandosi, contro di lui.
Riku strinse la bocca, cercando disperatamente di trattenersi, arrossendo. Ma
poi per fortuna Sora si era calmato, addormentandosi e rimanendo fermo.
Riku si morse le labbra, ripensando alle
lacrime di Sora, preoccupato. Cosa diavolo aveva sognato quel moccioso?!
Sentì un formicolio percorrergli maligno la
schiena, e voltò senza una ragione particolare il viso a fissare di lato.
Spalancò gli occhi.
Un uomo alto dalla pelle abbronzata e i capelli
bianchi era a poca distanza da lui, fissando il mare con un sorrisetto sulle
belle labbra, come per sottolineare il fatto che sapeva di essere osservato.
Riku lo guardò sconvolto, non capendo cosa diavolo ci facesse quell’individuo
nel suo sogno. Era troppo reale per poter essere di sua invenzione.
_ Ciao Riku _ disse l’uomo, facendogli un
inchino di scherno. Riku lo guardò di traverso, riducendo gli occhi felini a
fessure pericolose. Non lo aveva mai visto. Perciò come diavolo faceva a sapere
il suo nome?
_ Che cazzo vuoi? Non ti conosco, come fai a
sapere il mio nome? _ gli ringhiò Riku, senza ben capire la propria aggressività.
Notò con orrore che era molto simile a quella dei gatti in trappola che
soffiano arrabbiati.
L’uomo sorrise e nella frazione di un secondo
il ragazzo se lo ritrovò sopra, che lo teneva schiacciato sulla sabbia. Lo fissò
stranito, divincolandosi arrabbiato dalla sua presa.
_ Mi piaci proprio, sai Riku? _ sussurrò
l’uomo, ghignando. Riku rimase per un attimo sotto la malia dei suoi occhi,
poi scosse la testa ringhiando, liberandosi da quella sensazione strana. Puntò
le braccia contro il suo petto, per levarselo di dosso. La risata dell’uomo lo
irritò, sommata al disappunto che gli diede il notare che la propria forza non
lo aiutava a liberarsi da quell’individuo. L’uomo gli afferrò il mento tra
le dita, sollevandogli il viso per osservarlo meglio. Riku lo fissò dritto
negli occhi, inviperito e ansimante. _ Sei proprio sexy in questo momento..
peccato che non ti vedi _ disse l’uomo con un sorriso perverso.
Riku in tutta risposta gli sputò in faccia,
con tutto il disprezzo e la rabbia che trovò.
Fissò l’uomo pulirsi il viso, lentamente e
cercò di levarselo di dosso ancora, ora che la sua presa si era allentata.
Si sollevò a sedere di scatto, spingendolo via
e cercando di allontanarsi, ma l’uomo lo afferrò di nuovo, inchiodandogli i
polsi sulla sabbia.
Riku scalciò, agitando a destra e sinistra la
testa, sollevandola e cercando ancora di divincolarsi.
Lo schiaffo dell’uomo si abbatté con
violenza sul suo viso, facendogli rimanere la testa di lato, gli occhi sbarrati
dallo stupore. Nessuno lo aveva mai picchiato.
Cercò di alzare il ginocchio per ricambiargli
il favore, ma era inchiodato a terra dal corpo di lui. Una mano dell’uomo si
chiuse sulla sua gola, stringendo. Riku lo fissò velenoso, ma poi si arrese a
spalancare la bocca in cerca di aria, cercando di strappare le sue mani dalla
gola, inutilmente. Chiuse gli occhi, agitandosi disperatamente. Spalancò gli
occhi, quando sentì la lingua dell’uomo in bocca, la sua bocca sulla propria
a privarlo del fiato che l’allentamento della presa gli stava ridando. Divenne
rosso in viso, di vergogna e per l’assenza di ossigeno, quando l’uomo lasciò
la sua bocca. L’uomo lo guardò mentre stava con la testa di lato, tenendosi
la gola offesa, ansimando. Infilò le dita nei suoi capelli, avvicinandosi di
nuovo a lui. Riku si voltò a guardarlo, continuando ad ansimare.
L’uomo osservò la sabbia che stava sporcando
i capelli del ragazzo, tanti granellini di sassi su quei capelli argentati.. le
sue labbra aperte e ansimanti erano tremendamente sensuali. Ed assolutamente
irresistibili. Gli afferrò le mani, aprendone il palmo.
Riku lo fissò, gli occhi attraversati da una
vena di spavento, cercando di chiudere a riccio le dita. L’uomo scoppiò a
ridere, nel fissare lo sguardo perso del ragazzo. Portò uno di quei palmi alle
labbra.
_ Conosco i tuoi punti deboli, Riku.. _ sussurrò,
con un sorrisetto perverso. Il ragazzo tremò per la prima volta in vita sua,
mentre l’uomo portava alle labbra quella mano e la accarezzava con le labbra.
_ ..proprio tutti.. _
Il ragazzo emise un gemito, gridandolo come
un’esclamazione. L’uomo continuò, imperterrito, mentre Riku sentiva dalla
propria bocca uscire versi che non aveva mai fatto in vita sua, scoprendo tutte
le tonalità nascoste della propria voce che non aveva mai conosciuto. Per
l’ennesima volta i pantaloni si fecero tremendamente stretti, e cominciò a
contorcersi, a tremare sotto il corpo dell’uomo, in preda ad un tormento
indicibile.. non capiva dove fosse andata a finire la parte razionale del
proprio cervello, ma la cosa non lo toccava in quel momento. L’uomo cominciò
a leccare in una lenta tortura il suo collo, facendolo morire tra i gemiti. Riku
strinse forte le gambe, in un gesto così femminile che arrossì, inarcando la
schiena contro l’uomo.
_ E bravo Riku.. _ sussurrò l’uomo,ghignando
di nuovo. Riku non lo vedeva più, gli occhi appena schiusi, lucidi di lacrime.
Singhiozzò, ma senza piangere. Tremava ancora per il piacere, e qualche gemito
continuò a fuggirgli dalle labbra, nonostante l’uomo avesse smesso di
toccarlo. L’uomo lo stava fissando con uno sguardo dolce, come innamorato. Le
sue dita fresche si insinuarono di nuovo fra i capelli di Riku e il ragazzo,
nell’aprire gli occhi, seppe di essere finalmente sveglio.
Fissò l’orizzonte, toccandosi la guancia
bagnata. Guardò incredulo le proprie dita, umide di lacrime. Si asciugò in
fretta il viso, spaventato. Sentiva il respiro corto e la gola gli faceva male..
e il sapore che aveva sulle labbra lo fece venire meno.
Non era stato un sogno. Era.. successo davvero.
Come cazzo poteva..?!
Si alzò di scatto in piedi, sconvolto. Un nome
sulle labbra.
Xemnas.
Che diavolo significava?!
La sensazione di impotenza, di debolezza, di
paura che aveva provato lo facevano star male.. quello.. Xemnas sarebbe
ricomparso di nuovo in un altro dei suoi sogni? Si sentì tremendamente
infantile a pensare quelle cose. In fondo era stato solo uno stupido sogno..
Cercò di convincersi di questo, ripetendoselo.
Ma non ebbe molto successo. Si avviò lungo la spiaggia, per raggiungere il
pontile, tenendosi la testa, ancora scosso.
Come faceva a conoscere il suo nome? Come
faceva a sapere.. di quel suo punto?!