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Autore: Aliens    02/09/2012    4 recensioni
Passato, delusioni, illusioni e scoperte vanno sempre a braccetto nella vita di tutti i giorni. E basta un solo sguardo per ricordare ed immergersi di nuovo in quello che è stato. Basta un solo passo...per saltare da una situazione all'altra.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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[ANNIKA]

 

Sono le 10:46 ed una nuova giornata di sole illumina le strade di Amburgo.

Mi sono alzata da circa mezz’ora e, non so perché, stamattina mi sento strana.

Positivamente strana, credo.

Il litigio avuto una settimana fa con Tom mi è decisamente rimasto in testa.

Ci ho pensato praticamente ogni giorno e devo ammettere che non sono riuscita a giungere a nessun tipo di conclusione.

Come al solito l’ansia mi attanaglia la bocca dello stomaco.

Ma è un’ansia…eccitante, che mi dà adrenalina ed energia.

Mi sento le cosiddette farfalle allo stomaco, ecco.

Non so come ho fatto, ma ho detto a Tom di conquistarmi.

Gli ho lanciato una sfida in pratica, e lui l’ha accettata.

Dopo aver a lungo discusso con lui, finalmente l’ha ammesso: mi ha confessato che mi sente come la sua ragazza, in un certo senso.

Credo di aver capito abbastanza bene il suo ragionamento: mi sente vicina, gli piaccio, vorrebbe che tra di noi ci fosse più di una semplice amicizia e gli rode che io mi comporti come se lui non esistesse.

Ma io?

Io cosa voglio realmente?

Dire che non lo so, sarebbe mentire, probabilmente.

Tom mi piace, eccome.

Mi è sempre piaciuto, a dire il vero. Ma c’è quel qualcosa che mi fa stare perennemente in guardia.

Quel qualcosa che mi spinge a non fidarmi del tutto di lui.

Quel qualcosa che si interpone tra me e lui.

Ed io voglio essere assolutamente certa e convinta di quello che farò, qualsiasi cosa sia.

Per ora continuo nella strada già intrapresa.

Farlo rosicare: solo così può capire che io non sto completamente ai suoi piedi.

E d’altronde questa è la tecnica giusta con i ragazzi per antonomasia, si sa.

Sorrido lievemente guardandomi allo specchio del mio bagnetto privato.

Mi infilo un cerchietto dorato di Alviero Martini, il primo che mi capita in mano, tirandomi indietro i capelli leggermente scompigliati.

Afferro il barattolo della mia crema viso idratante Chanel Precision che ho acquistato al modico prezzo di 53€ con uno sconto del 10%, solo perché sono la figlia di Elisabeth Stern.

Ricordo le bestemmie che ha mandato per aria Andrea quando l’ha saputo: mi ha accusata di essere una folle e di dovermi realmente far curare da uno bravo, ha aggiunto.

Sorrido leggermente, ripensando alla sua faccia e ancor più alle sue urla.

Apro il barattolo e infilo il mio indice con delicatezza all’interno della sostanza chiara, morbida e vellutata.

Me ne distribuisco un po’ sul viso, per poi iniziare a spalmarla accuratamente.

Sento il rumore del tagliaerba provenire ovattato dall’esterno.

Mi affaccio con discrezione dalla finestra del mio bagno, quel poco necessario per vedere il fisicaccio allenato di Frank muoversi dietro una macchinetta e spingerla con decisione.

Vedere il mio giardiniere che taglia l’erba sotto il sole cocente di metà luglio, a dorso nudo, è sempre una bellissima visione.

Sospiro tra le nuvole, godendomi il panorama delle sue spalle possenti, con i muscoli ben evidenti e sorrido tra me e me dandomi, peraltro, della pervertita.

I miei pensieri contorti e moralmente dubbi vengono interrotti dalla suoneria del mio cellulare.

Finisco velocemente di spalmarmi la crema sulla fronte e mi tampono un attimo la mano su un piccolo asciugamano appeso accanto al lavandino.

Afferro il mio I- Phone bianco dal mobiletto di legno e leggo il mittente.

-Andrea- esclamo io raggiante, portandomi il cellulare all’orecchio e rispondendo.

Con una mano cerco di riavvitare il tappo della mia crema, con notevole difficoltà.

-Tutta la nazione sa che io sono la ragazza di Bill Kaulitz, Cristo!- la sua voce isterica e ad alto volume mi arriva chiara alle orecchie.

Già dal suo tono capisco che non dev’essere per niente di buon umore.

-Cosa?- le chiedo io corrugando la fronte e non capendo il minimo senso delle sue parole.

-Ti giuro che se riesco a prendere quei cazzo di paparazzi di Bravo prima gli faccio causa e poi li levo al mondo!- sbotta lei, con tono incredibilmente alterato.

Bravo?

Cosa c’entrano i paparazzi di Bravo ora?

D’un tratto il mio cervello sembra fare mente locale e ricollegare il tutto.

-Aaaah- esclamo io, come illuminata, rendendomi finalmente conto- vi hanno beccati insieme, non è vero?- le chiedo io, sedendomi sul bordo della mia vasca da bagno.

-Si!- urla lei isterica- ma io dico, non hanno un cazzo da fare il sabato sera?- sbotta lei.

Ridacchio leggermente.

-è il loro lavoro!- esclamo io, ovvia.

-Li difendi?- la voce di Andrea si colora di una sfumatura di minaccia. Mi sembra già di immaginare la sua espressione accigliata.

-No!- esclamo io convinta- ma dovevi immaginarlo: Bill è famoso!- esclamo io, facendogli notare quel piccolo particolare che sembra esserle sfuggito.

-Lo so, ma….non è piacevole trovare le foto dell’ appuntamento con il proprio ragazzo su un giornale come Bravo che legge tutta la nazione- esclama lei evidentemente adirata.

-Lo immagino, Andrea, ma se tu ci pensi bene, cosa puoi fare se non accettarlo?- le chiedo io, accavallando le gambe ed entrando per bene nel discorso- voglio dire, Bill c’è abituato e tu sei la sua ragazza. Dovrai farci l’abitudine anche tu, prima o poi- commento io.

La sento sospirare profondamente.

Già la immagino affranta, buttata sul suo letto, come se fosse inesorabilmente arrivata alla fine dei suoi giorni.

-Per giunta il modo in cui l’ho scoperto è stato terribile- mi annuncia lei, mesta.

-Avanti, racconta- la esorto io a parlare.

-Ero in giardino a leggere, quando ho sentito casualmente il discorso di Angie, presente la puttanella svampita dell’appartamento accanto al mio?- mi chiede lei e, dopo aver ricevuto un mio mugolio di assenso, continua- beh, stava parlottando con la sua amichetta Emma, quella cretina che sta sempre inchiodata a casa sua, e parlavano del nuovo numero di Bravo su cui erano state pubblicate le foto di Bill Kaulitz con una ragazza- mi spiega lei.

-E loro non sapevano che tu le stavi ascoltando?- le chiedo io, presa dal racconto.

-No, ovviamente! Quando ho sentito pronunciare il mio nome, ti giuro che mi si è gelato il sangue nelle vene. Sono andata da loro e gli ho strappato la rivista dalle mani e…- la voce le si blocca all’improvviso- mi sono sentita mancare il fiato quando ho visto le foto del mio appuntamento con Bill, dei nostri baci e dei nostri abbracci- mormora lei.

Immagino lo stato in cui è Andrea in questo momento.

-Tu sai quanto io odio le testate giornalistiche, Annika- mormora Andrea- immagina come mi sono sentita nel momento in cui ho visto le foto raffiguranti il mio primo bacio con Bill…- la sua voce si tinge di rabbia, nervoso.

-Lo so, Andy, devi solo cercare di mantenere la calma e pensare che in questo momento tutta la Germania ti starà invidiando!- le dico io sorridendo e cercando di farle cogliere il lato positivo.

-Questo è sicuro- esclama lei ridendo di poco- ma…mi sento comunque violata- mormora lei quasi in un sussurro- è come se quei momenti bellissimi che ho vissuto con Bill non siano più solo i nostri, ma siano diventati di dominio pubblico- mi spiega lei.

-Io capisco come ti senti, Andrea, ma devi pensare che stare con una rockstar famosa come Bill, inevitabilmente comporta dei disagi, dei problemi, dei fastidi, chiamali come vuoi- le dico io sincera- ma il fatto che tutta la Germania ora sta vedendo il bacio mozzafiato che vi siete scambiati, non vuol dire che tu sia stata privata delle emozioni che avete provato- continuo io-  non sarà una foto, dalla pessima risoluzione peraltro, a far provare a tutte le ragazzine fan dei Tokio Hotel le sensazione che hai provato tu baciando Bill! Lo capisci? Quelle sono solo tue e di Bill, solo vostre! Al diavolo le foto che pubblica un giornale!- esclamo io sventolando le mie mani in aria.

Mi sembra di percepire il sorriso di Andrea, quasi.

Sento il silenzio.

-Ehi ci sei ancora o stai meditando un modo per fare un attentato alla sede di Bravo?- le chiedo io con una visibile ironia nella voce.

-Ci sono, ci sono- mormora Andrea ridendo- maledetti paparazzi- sbotta poi, con tono rabbioso.

Rido divertita dalle sue parole.

-E poi pensala così: non tutti ti conoscono!- le spiego io- per oltre metà della Germania sarai semplicemente la ragazza di Bill, non sanno realmente che sei tu, Andrea Linke-

-La cosa non mi consola- mormora lei demoralizzata.

-Sapere che tutte le fan dei Tokio Hotel in questo momento darebbero un braccio per essere al tuo posto? Questo ti consola?-

Sento la risata cristallina di Andrea.

-Tu sei la ragazza di Bill, cacchio! Te ne rendi conto? Fregatene di una rivista del cavolo!- sbotto io.

Un urletto eccitato mi raggiunge, facendomi sorridere.

-Stai tranquilla?- le chiedo io, visibilmente apprensiva.

-Non proprio, ma dovrò abituarmici,  credo- conclude lei seria.

-Io penso che stamattina  farò un salto da Bill- le annuncio- voglio congratularmi con lui per essersi ufficialmente accollato un guaio infinito- dico io con ironia.

Sento un suono di dissenso provenire dal telefono e sorrido.

-Andrò a metterlo in guardia e gli dirò che è ancora in tempo per ripensarci- esclamo io scherzando.

Sento Andrea grugnire dall’altra parte del telefono e scoppio a ridere.

-Io vado in cucina, credo che prima o poi dovrò affrontare i miei- mi annuncia lei rassegnata.

-Fatti coraggio, e vedrai che tuo padre non reagirà poi così male- cerco di tranquillizzarla io.

-Non ci giurerei- mi contraddice lei- in 17 anni non mi ha mai visto baciare un ragazzo- esclama lei, evidentemente preoccupata.

-Credo comunque che se lo immagini, Andrea, e dubito che si stupirà! Voglio dire, lui ha concepito tre figli, sa come funzionano queste cose- esclamo io ridendo.

Sento la risata di Andrea provenire dall’altro capo.

-Buona fortuna- mormoro io.

-Ne avrò bisogno- dice lei tornando seria.

-Ci sentiamo presto, mia piccola Andy- dico io dolce.

-Già, se sopravvivrò, Stern- conclude lei col tono di chi sta per affrontare una battaglia all’ultimo sangue col suo peggior nemico, per poi chiudere la chiamata.

Sospiro profondamente.

Spero con tutto il cuore che Andrea si calmi e non inizi ad essere paranoica.

Stare con Bill Kaulitz e vedere le foto del loro appuntamento su Bravo è il minimo.

Dovrà solo farci l’abitudine e allora il suo sclero isterico si trasformerà in un sorriso.

Sorriderà al pensiero che tutta la Germania sa che Bill Kaulitz è suo e solo suo.

 

 

*

 

Sfreccio con la mia Audi A3 cabrio per le vie dell’Amburgo bene.

Tra casa mia e la villa dei Kaulitz ci sono circa 10 minuti di auto.

Bill e Tom abitano nel mio stesso quartiere, comunemente definito dalla volgar plebe il “quartiere dei ricchi”, ma stanno praticamente dalla parte opposta.

I miei lunghi capelli biondi mossi sventolano all’indietro a causa del vento.

Adoro sfrecciare con la mia cabrio, soprattutto in giornate calde come questa.

Adoro provare il brivido della velocità.

Adoro la sensazione di essere onnipotente.

La sensazione di poter avere tutto nelle mie mani.

La sensazione di poter essere felice semplicemente grazie ad un’auto che concentra inevitabilmente tutti gli sguardi su di me.

Ormai ci ho fatto l’abitudine, ma all’inizio mi sentivo spesso eccessivamente osservata.

È decisamente insolito vedere una bionda al volante di un’auto sportiva come questa, per di più a soli 18 anni.

Sorrido leggermente, fissandomi nello specchietto.

Grandi occhialoni vintage di Gucci mi coprono gli occhi perfettamente truccati.

Rallento in prossimità della casa dei gemelli, fermandomi lentamente.

Metto la freccia giusto per avvisare la BMW X5 che sopraggiunge dietro di me che sto svoltando ed evitare che mi travolga.

Svolto sulla destra ed entro all’interno della villa dall’aspetto moderno, spigoloso per certi versi.

La conosco piuttosto bene questa casa, ormai.

Entro all’interno del cancello in ferro, e parcheggio sul vialetto accanto alla Q7 di Bill. Noto che manca l’R8 di Tom.

Bene, manco a farlo apposta, vengo qui ogni volta che non c’è lui.

Probabilmente sarà il destino che ha deciso di evitare di farci incontrare qui, in questa casa.

Troppi brutti ricordi.

Spengo il motore della mia auto e mi sistemo di poco i capelli, scompigliati a causa del vento.

Mi guardo un’ultima volta attraverso lo specchietto e finalmente esco dall’auto, chiudendo lo sportello con delicatezza.

Ho deciso di indossare qualcosa di semplice, per venire qui, da Bill.

Un pantalone di tessuto, color sabbia, leggermente largo il prossimità del cavallo, ma strettissimo sulle caviglie.

Una canotta rosa, leggermente lunga e scollata con un motivo a farfalla nella parte posteriore.

Un paio di Hogan chiare, un foulard bianco attorno al collo, tanto per dare un tocco di classe al mio abbigliamento.

Il mio orologio Liu Jo bianco al polso sinistro, un braccialetto di Alviero Martini a fantasie quadrate sul polso destro ed infine un paio di orecchini sempre di Prima Classe a forma di cuore, decisamente poco vistosi.

La borsa Gucci chiara appesa al mio braccio completa il tutto.

Salgo i pochi scalini che mi dividono dal portone di casa Kaulitz e suono il campanello.

 

 

 

 

 

 

[BILL]

 

Sto guardando la tv, beatamente stravaccato su divano del mio enorme salotto.

Tom è appena andato a studio a registrare la parte strumentale del nuovo cd, mentre io mi godo il meritato riposo.

Sto seduto scompostamente sul mio morbido divano in pelle chiara, con le gambe poggiate sul tavolinetto in vetro di Murano che mi sta dinanzi.

Tanto per la cronaca, se lo sapesse Tom mi spaccherebbe la testa in tre parti visto che lui assolutamente era contrario a spendere 3000€ ad un tavolinetto del cazzo, a suo dire. Ho insistito proprio io per comprarlo, infatti.

Indosso semplicemente una t-shirt color tortora, dal colore leggermente invecchiato, effetto sbiadito, con una bocca di vampiro disegnata.

Labbra rosse, canini appuntiti e un rivolo di sangue che rende la stampa decisamente macabra.

La stessa che ho indossato in Italia durante un’apparizione tv a TRL.

L’adoro, anche se ultimamente non l’ho indossata più tanto spesso. Ma devo dire che dovrei, visto che l’ho pagata la bellezza di 198,66 €.

Una semplice tuta scura della NYC mi copre le gambe magre, ricadendo su un paio di calzini scuri.

Il telecomando in mano e uno stato di appagamento in testa.

Con il pollice scorro i canali, non trovando praticamente nulla di anche lontanamente interessante.

A dire il vero non sto minimamente prestando attenzione alle immagini che mi scorrono davanti.

Nella mia testa c’è…Andrea.

Mi sento veramente un demente, ma non riesco a togliermela dalla testa.

Così dolce, tenera, piccola e insicura…può sembrare strano, ma lei è decisamente più attraente di una bomba sexy che fa per mestiere la seduttrice.

E poi, così minuta, magra e bassina…la trovo terribilmente attraente.

E probabilmente riesco a capire l’istinto e la pulsione sessuale che spinge Tom a scoparsi una ragazza ogni sera.

Per Andrea io provo un’attrazione incontenibile.

Ma, ovviamente, aspetterò il momento giusto: non voglio rovinare tutto per andarci semplicemente a letto.

Con lei sarà amore, non sesso.

I miei pensieri vengono interrotti dal suono del campanello.

Mi riprendo immediatamente e faccio balzare giù dal tavolinetto i miei piedi.

Sarà Tom che ha dimenticato qualcosa?

Molto probabilmente.

Mi avvicino alla porta, senza alcuna fretta, e faccio scattare la serratura, aprendola definitivamente.

Vedo una sorridente e solare Annika fissarmi, curiosa.

Eh già, il mio abbigliamento stile “sciattone per eccellenza” e i miei capelli scompigliati non sono il massimo.

La osservo: sempre perfettamente abbinata, curata e precisa.

Le sorrido.

-Buongiorno Bill!- trilla lei, sorridendomi vistosamente e sfilandosi gli occhiali da sole che appende alla borsa Gucci, trendissima.

 -‘Giorno, Annika- esclamo io sorpreso nel vederla e facendole spazio all’interno- vieni, entra pure- la esorto io.

Lei entra incerta all’interno della mia abitazione.

-Ti disturbo?- mi chiede, come sempre educatissima.

-Affatto- scuoto la testa sicuro- a dire il vero cazzeggiavo sul divano in cerca di qualcosa di decente in tv- le spiego io omettendo le pippe mentali che mi stavo facendo pensando ad Andrea.

-Bene, allora- esclama lei seguendomi in salotto- ho pensato di passare a trovarti- esclama poi mentre io torno a stravaccarmi beatamente sul divano.

-Hai fatto bene, siediti- la esorto io ad accomodarsi, rivolgendole un sorriso.

La vedo poggiare la borsa su una poltrona e sfilarsi il foulard chiaro che aveva avvolto attorno al collo.

Devo ammettere che ha davvero gusto nel vestire.

Si siede sul divano accanto a me e mi sorride.

-Allora? Non hai niente da raccontarmi?- mi chiede lei con aria vagamente maliziosa.

Sorrido di rimando, ruotando gli occhi al cielo.

Non le si può tenere nascosto nulla, eh?

-Ho saputo la lieta novella- esclama lei molleggiando sul divano e sventolando i capelli in aria.

Ridacchio divertito.

-Eh già- annuisco io, visibilmente felice- io ed Andrea stiamo insieme- le dico semplicemente con una felicità tangibile.

La vedo sorridere, emanare un urletto eccitato e battere le mani all’altezza del suo petto.

-Non sai quanto sono felice per voi, Bill!- esclama lei con fare teatrale.

Il bello è che lei è sincera: questo è ciò che adoro di Annika.

Ridacchio divertito.

-Immagino che Andrea ti avrà già raccontato tutto dettagliatamente, non è vero?- le chiedo io, certo già della sua risposta.

-Ovviamente!- esclama lei annuendo con vigore e portandosi una mano al petto.

Sorrido, divertito dal suo frenetico gesticolare.

-Portarla a “La Vela” e poi sulla spiaggia, ottima scelta Bill Kaulitz, davvero!- esclama poi annuendo.

-Eh già, non sai quanto c’ho messo per decidere- le confesso io- ed ho dovuto farlo completamente da solo, visto che consultare Tom sarebbe stata un’idea pessima, assurda, orrida- esclamo io pensando allo scetticismo di Tom appena aveva saputo che l’avrei portata a cena fuori.

Per lui sarebbe andata bene una taverna in periferia.

Tanto, la ragazza in questione sarebbe comunque finita nel suo letto a fine serata.

Che differenza avrebbe fatto cenare in un ristorante di lusso o in una cantina umida e fredda?

-Avresti potuto chiedere il mio aiuto!- esclama Annika, fingendosi offesa- lo sai che per cose di questo genere, io sono sempre disponibile- esclama poi sorridendo al settimo cielo.

Sorrido nel vedere il suo sorriso, il suo atteggiamento così sinceramente spontaneo.

-La prossima volta non mancherò, te lo assicuro!- esclamo io rassicurandola.

-A quanto pare l’abbinamento che abbiamo scelto ha avuto l’effetto desiderato- esclama poi lei con aria vagamente maliziosa.

Sorrido ripensando al modo in cui Andrea mi guardava.

Al modo in cui io la guardavo.

L’attrazione si poteva percepire nell’aria.

E credo che entrambi ci siamo trattenuti dal saltarci addosso.

-Già, è stato perfetto- commento io annuendo- tutto perfetto- aggiungo poi.

-Avanti, dimmi com’è stato- mi esorta lei, con evidente eccitazione nella voce.

Capisco che vuole sapere da me le mie sensazioni, i miei pensieri, le mie emozioni.

Sentire raccontare la serata da Andrea è stato sicuramente diverso da come la racconterei io.

Lei mie sensazioni sono state sicuramente diverse dalle sue.

Lei così dolce, tenera, piccola.

Io mi sono sentito tanto Tom, nel tenerla tra le mie braccia.

L’avrei presa e posseduta lì, senza pensarci.

-Con Andrea sto provando emozioni che credo di non aver mai provato con nessuna ragazza- ammetto io. Non so perché ma con Annika riesco ad aprirmi perfettamente- stare con lei mi ha fatto sentire strano, veramente strano!- esclamo io non capendo neppure io bene cosa intendo- so solo che mi sento profondamente innamorato. Ed è lei che occupa i miei pensieri in gran parte del giorno- confesso io, aprendomi del tutto.

Vedo Annika sorridere, intenerita dalle mie parole.

-Ma hai detto delle cose bellissime, Biiil!- trilla lei, incrociando le braccia al petto con aria sognante.

Sorrido, leggermente imbarazzato.

Sono pur sempre un ragazzo.

E ho i geni di Tom, per di più.

-Tu sei il suo primo ragazzo, ne sei consapevole, vero?- mi fa lei seria.

-Che vuoi dire?- le chiedo io non capendo.

-Andrea non ha mai avuto un vero fidanzato, tu sei il primo- mi avvisa lei con una nota di eccitazione nella voce.

-Wow- esclamo io sconvolto- non pensavo che Andrea fosse così…-tento di dire io non trovando la parola adatta.

-seria?- mi aiuta Annika- già, diciamo che lei ci va…molto piano in questo genere di cose- mormora Annika annuendo convinta.

Sorrido stupito.

La cosa mi piace, e non poco.

Io sono il suo primo ragazzo.

-E puoi immaginare quanto lei sia eccitata in questo momento!- esclama lei riportandomi alla realtà.

Sorrido smagliante: mi fa tremendamente piacere l’idea che anche lei mi desideri almeno quanto io desidero lei.

-Che t’ha detto?- la incalzo io.

-Beh, ti posso semplicemente dire che è al settimo cielo, quasi non ci crede!- esclama lei sorridendo- tu le piaci veramente, Bill- aggiunge poi seria.

Sorrido mentre una strana sensazione mi prende lo stomaco.

-E stamattina m’ha chiamato sclerando come una pazza perché ha visto che Bravo ha pubblicato le foto del vostro appuntamento- mi dice d’un tratto lei.

Io annuisco sconsolato.

-Lo so, le ho già viste- dico io con tono di voce rassegnato- ormai c’ho fatto l’abitudine. Non riesco a sfuggire in nessun modo ai paparazzi di Bravo- commento io disilluso- quindi immaginavo che non si sarebbero lasciati scappare l’uscita pubblica con una ragazza- concludo poi.

-come l’ha presa Andrea?- le chiedo io apprensivo.

-non molto bene, diciamo- mormora lei per addolcire la pillola.

-ha fatto l’esaurita?- le chiedo io, avendo già capito tutto.

-più o meno- annuisce Annika, ridendo di poco- lei non ci è abituata e l’idea che tutta la Germania veda i momenti dolci che avete passato insieme le sembra una violazione- mi spiega lei.

-Ha ragione, ma…purtroppo questo è il prezzo da pagare per stare in questo mondo- dico io mettendo in luce uno dei pochi, forse l’unico, aspetto negativo dell’essere famoso.

-Io ho provato a spiegarglielo, ma credo che lei si tranquillizzerà solo ascoltando te- mi dice Annika accennando un sorriso.

-certo- annuisco io mentre la voglia di vederla e stringerla tra le mie braccia si impossessa improvvisamente di me.

Abbozzo un sorriso, rivolto verso Annika.

Mi piace il modo in cui io e lei parliamo e mi piace il legame che si sta creando tra di noi.

-Gliel’hai detto?- le chiedo all’improvviso, guardandola negli occhi.

-Cosa?- mi chiede lei, non capendo e corrugando la fronte.

-Il bacio che….c’è stato tra me e te- spiego ancora con un leggero imbarazzo.

-Ah- mormora Annika arrossendo lievemente- beh…si- dice poi leggermente incerta- so che glielo avevi già detto tu, ma io ho sentito comunque il bisogno di dirglielo- continua lei accorata- Andrea è la mia migliore amica, la conosco praticamente da sempre, tra noi c’è quasi un rapporto di fratellanza e sentivo la necessità imperante di confessarglielo di persona e di parlare con lei- conclude poi.

Sorrido leggermente e annuisco.

-Mi ha detto che avevate già chiarito tu e lei- riprende poi Annika- non l’ha presa tanto male!- esclama infine, sorridendo.

Ripenso al momento in cui gliel’ho detto.

Ripenso alla sua reazione.

-Ci credo! Lei ha baciato Tom!- esclamo poi ripensando al modo in cui me lo ha detto.

Lì per lì ho riso, perché in fondo io avevo fatto lo stesso con Annika, ma…se così non fosse stato, credo che l’avrei presa più di malissimo.

Vedo lo sguardo di Annika abbassarsi e sul suo volto dai lineamenti dolci e perfetti farsi strada un’espressione cupa, pensosa.

-Appunto- mormora lei con tono visibilmente risentito.

Mi schiarisco la voce e capisco di aver appena detto qualcosa di sbagliato.

-Scusa, non volevo…- tento di dire io, visibilmente impacciato.

-Non preoccuparti- mormora lei accennandomi un sorriso falso.

Riabbassa lo sguardo mentre nella stanza cala un silenzio imbarazzante.

Decido di avvicinarmi a lei, annullando quel mezzo metro che ci separa.

-Ti va di parlarne?- le chiedo dolce, intuendo che c’è qualcosa che la turba enormemente.

Lei alza le spalle, quasi come se fosse rassegnata e mormora un:

-Tanto la situazione non cambierebbe-

Sorrido impercettibilmente e la osservo da vicino.

-E chi te l’ha detto? Ricorda che Tom è il mio gemello. Io lo conosco più di chiunque altro, e credo di essere la persona più adatta per parlare di lui, non trovi?- le chiedo con una punta di presunzione nella voce che fa sorridere Annika.

Passo un braccio attorno alle sue spalle e la stringo leggermente a me per poi tornare in fretta nella mia posizione.

-Qual è il problema, Annika? Che c’è che non va con Tom?- le chiedo io, centrando perfettamente il punto.

Lei scuote la testa, mantenendo lo sguardo fisso sulle sue Hogan.

-Non lo so- mormora lei triste- non lo so, Bill- ripete poi alzando lo sguardo verso di me. Noto che i suoi occhioni ghiaccio sono diventati improvvisamente lucidi- tra me e Tom tutto è sempre stato incasinatissimo- piagnucola poi, come implorando il mio aiuto.

-Lui ti piace?- le chiedo, già certo della risposta.

Lei rimane in silenzio per qualche istante poi mi fissa, annuendo leggermente.

-Altrimenti non mi sentirei così- mormora poi, torturandosi le unghie perfettamente smaltate di rosa.

Scommetto che ci ha impiegato un intero pomeriggio.

Sorrido di poco.

A lei piace Tom.

A mio fratello piace Annika.

Sono solo loro che si complicano le cose.

-Cos’è che ti fa stare così? Il fatto che Tom abbia baciato Andrea o magari qualcos’altro?- le chiedo poi, sentendomi tanto psicanalista in questo momento.

Lo sguardo di Annika saetta ancora per la stanza, in cerca di qualcosa da dire.

Qualcosa di sensato nel mare di incertezze ed indecisioni che domina la sua testa.

-Io…io so solo che quello che c’è adesso tra me e Tom mi fa stare dannatamente male- confessa lei accorata- quando Andrea mi ha detto che lo aveva baciato, ti giuro, mi è caduto il mondo addosso. Ci sono rimasta malissimo, avrei voluto solo piangere in quel momento- continua lei mentre la voce le si incrina visibilmente- non me la sono presa con Andrea, ma con Tom- va avanti lei con voce incerta e occhi lucidi- perché io ho capito che Andrea vuole veramente te, sei tu che le interessi. Per lei è stato solo uno sbaglio. Ma per Tom? Per lui cos’è stato?- sembra rivolgere la domanda a sé stessa più che a me.

-Magari è stato uno sbaglio anche per lui? Non ci hai pensato?- le chiedo io con sguardo penetrante.

So che per Tom è stata veramente una stronzata priva di importanza, ma è ovvio che Annika non lo pensi.

La vedo scuotere la testa e quando alza lo sguardo verso di me e vedo la prima lacrima solcare la sua guancia, mi intenerisco enormemente.

-Lui non ha pensato a me in quel momento mentre io…- la voce le si blocca. Si asciuga le lacrime con una mano e poi riprende- quando noi ci siamo baciati io pensavo a lui- ammette lei confermandomi una cosa che già pensavo- e questo mi fa sentire malissimo, Bill- mormora lei con il viso bagnato di lacrime.

Poggio una mia mano sulla sua schiena e la accarezzo di poco.

La stringo leggermente a me, come per farle capire che io ci sono.

-Secondo te perché si è arrabbiato tanto quando ha saputo del nostro “bacio”?- le chiedo cercando di farla ragionare.

Lei mi fissa con quegli occhioni umidi che mi fanno un’incredibile tenerezza.

-Perché è uno stronzo- mormora lei tra le lacrime.

-No, invece- sorrido stringendola di poco a me- perché a lui piaci- le dico io, ovvio- possibile che tu non te ne renda conto?- le chiedo io, incredulo.

Lei mi guarda, sorpresa, interrompendo il suo pianto.

-Tom è geloso, e gli ha dato tremendamente fastidio l’idea che tu mi abbia baciato - le spiego io- lui non ha mai voluto seriamente una ragazza ma credo che stavolta con te faccia sul serio, nonostante io non gli stia manifestando apertamente il mio appoggio- concludo poi.

Sorrido pensando al mio aperto schieramento nei confronti di Annika.

Tom deve capire che ha a che fare con una ragazza che, nonostante sia stata ripetutamente ospite del suo letto, ora gli sta dando del filo da torcere.

Annika mi guarda, io le sorrido leggermente, come per rassicurarla.

Sto per abbracciarla, quando sento il mio cellulare vibrare nelle tasca della mia tuta.

-Oh, scusami- mormoro io afferrando il mio Smart Phone e osservando lo schermo.

-È Andrea- mormoro io con un’eccitazione tangibile nella voce, evidente nonostante io stia cercando di nasconderla.

Vedo un lieve sorriso farsi strada sul volto di Annika.

Si asciuga le lacrime e poi tira su con il naso.

-và pure a rispondere- mi esorta lei.

Non me lo faccio ripetere due volte e mi dirigo in fretta nella sala prove, adiacente al salotto, per rispondere alla mia piccola.

 

*

 

[ANNIKA]

 

 

Vedo il corpicino da modella di Bill alzarsi dal divano, dopo avermi sorriso, e allontanarsi verso un’altra stanza.

Tiro ancora su con il naso e sospiro pesantemente, poggiando la testa sulle mie mani.

Perché mi sono messa così a nudo con Bill?

Perché ho lasciato che le mie emozioni prendessero il sopravvento?

Perché ho permesso alle mie lacrime di uscire fuori, una volta per tutte?

Perché sono una debole, ecco.

Perché sono tremendamente stupida, questa è la verità.

Non riesco a capire perché avere a che fare con Tom sia così dannatamente difficile.

Forse perché non so neppure io cosa voglio esattamente.

Forse perché sento di volerlo, ma non voglio ammetterlo a me stessa.

Se solo non avesse quegli occhi nocciola terribilmente intensi e quel sorriso da mozzare il fiato…

Il punto è che io non riesco a stargli lontana.

Se ne fossi in grado, probabilmente tanti problemi non ci sarebbero.

Mi appoggio pesantemente allo schienale del divano, pensando alle parole di Bill.

Tom non ha mai voluto seriamente una ragazza, ma credo che stavolta con te faccia sul serio.

Chi me lo dice?

Chi mi assicura che lui…mi voglia veramente?

Probabilmente la “sfida” che gli ho lanciato l’ultima volta mi farà capire cosa veramente vuole da me.

Io che cosa voglio da lui?

Sesso?

Amore?

Oppure un ragazzo, un fidanzato?

Io so solo che Tom è stato, finora, l’unico ragazzo che ha saputo farmi battere il cuore sul serio.

Nonostante mi stia facendo soffrire da morire, è stato l’unico capace di farmi provare sensazioni che mai nessuno ha saputo regalarmi.

Io so solo che, forse, inconsciamente magari, anche io lo voglio.

Ma è troppo difficile ammetterlo dopo il casino che c’è stato tra di noi.

Non posso certamente nascondere che mi fa battere il cuore da morire, ogni volta che mi è vicino.

Ma per adesso la paura e l’incertezza sono più forti di tutto.

Paura.

Incontrollabile paura di cascarci di nuovo, di essere presa ancora in giro, di essere usata e poi gettata via.

Paura di non contare nulla per lui.

Paura di non interessargli quanto lui interessa a me.

E paura di sentirlo di nuovo mio, di sentirmi di nuovo sua.

D’un tratto i passi di Bill si fanno vicini e mi riprendo dalla mia posizione di rilassamento, voltandomi.

-scusami- mormora lui tornando verso il divano e rinfilando il cellulare in tasca.

-Figurati, non preoccuparti, anzi, scusami tu-  dico io incerta, vedendolo sedersi di nuovo accanto a me.

Lui mi sorride e torna a guardarmi.

-Allora? Dov’eravamo rimasti?- mi chiede lui con un’espressione adorabile.

E ogni secondo che passa sono sempre più felice che Andrea stia con lui.

Sorrido dolcemente a Bill e poi mormoro un flebile:

-Grazie-

-E di cosa?- trilla lui, sorridente.

La telefonata di Andrea gli ha fatto decisamente bene.

-Di avermi ascoltata, di avermi permesso di sfogarmi, di non avermi giudicata e…-aggiungo poi con evidente difficoltà- di avermi capita, credo- mormoro io leggermente impacciata.

Vedo Bill sorridere.

Le sue braccia mi circondano il collo e sento il suo corpo stringersi al mio.

Passo le mie braccia dietro la sua schiena e ricambio il gesto.

Sento il calore di quest’abbraccio che mi fa sentire decisamente meglio.

Sento le sue braccia stringermi e la sua presenza tranquillizzarmi.

-Non credevo che te l’avrei mai detto, Bill ma…- tento di dire io staccandomi di poco da lui- ti voglio bene- mormoro io quasi in un sussurro.

Lo sento ridere.

La sua risata cristallina mi entra nelle orecchie.

-Anche io ti voglio bene, Stern- esclama lui scompigliandomi di poco i capelli- e sappi che, per qualsiasi cosa, io ci sono- aggiunge poi.

Lo guardo, gli sorrido.

La consapevolezza di aver trovato un vero amico si fa strada sempre più dentro di me.

 

 

   
 
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