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Autore: DolceMella    17/03/2007    7 recensioni
La follia corre di pari passo con l'amore... Nulla è calcolato, l'imprevedibilità del genere umano tenuta in sospeso sopra un filo. Il filo della vita. Il più delle volte, però, questa immaginaria speranza viene scossa da eventi più grandi di lei, e sta solo a noi decidere se la vita è più importante e forte della morte... e Akane su questo non ha dubbi, né incertezze... Cronaca di un amore che nasce, muore e risuscita. Storia della vita.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Ranma Saotome, Shan-pu
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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capitolo

you take my heart but pardons my love


du nimmst mein Herz aber Entschuldigungen meine Liebe


vous prenez mon coeur mais pardons mon amour


tomas mi corazón pero perdones mi amor


prendi il mio cuore ma perdona il mio amore



..**..**..
....**....
..**..**..






La dottoressa Osawa guardava distrattamente fuori dalla finestra del poliambulatorio, cercando di prestare attenzione alle parole di quella nuova paziente che gesticolava furiosamente alle sue spalle, sperando di ricevere un minimo di attenzione.

Niente da fare.

La giovane donna era presa da qualcosa che nemmeno lei sapeva spiegare, un sentimento nuovo, intenso.

La morte di quella ragazza, Akane, l'aveva molto scossa.

Non era la prima volta che succedeva, e non sarebbe stata nemmeno l'ultima, pensò scuotendo la testa bionda, ma nonostante tutto non riusciva a dimenticare quell'ultima conversazione con lei…



“È ora…”
Le aveva detto con voce atona, tranquilla.

“Quando?”
La ragazza dai capelli corvini si limitò a dipingere un sorriso amaro sulle labbra, non si girò nemmeno per guardarla.

“Credo… che sarà verso le 16,00, al massimo alle 16,30…
Mi disp…”

“No. …la…la ringrazio moltissimo per tutto quello che ha fatto… Un ultimo favore, la prego…

Non dica niente a nessuno.

Non voglio che mi vedano così…

Non è giusto.”


Si girò irrequieta sulla sedia girevole, cercando di guardare la paziente che sbraitava in preda ad una crisi isterica.

Cosa..? Ah, ecco. Un'altra di quelle che crede d'essere la vittima della cattiveria umana… Un raffreddore… Vuole qualcosa di più forte per il raffreddore… Ah bhé, certo, è tutta colpa mia…
Certo, vuole che faccia sparire il raffreddore perché ha una serata di gala.

Incurante degli strepiti delle donna che aveva di fronte, La dottoressa si alzò, dirigendosi verso la porta del suo ufficio.

“Non ho tempo da perdere con lei. Le ho prescritto un'aspirina, ma se lei continua a strillare in questo modo, non guarirà mai…
Se vuole le faccio amputare il naso, altrimenti se ne vada immediatamente fuori di qui.
Ci sono pazienti che avrebbero veramente bisogno di cure, si tolga dai piedi.”

Eccola la dottoressa Osawa.
Determinata, orgogliosa, fiera. Senza nemmeno rendersene conto, capì di avere molte cose in comune con quella ragazza che per poco non le aveva fatto rischiare la sospensione dal servizio medico.

Si diresse come in un sogno verso la porta della camera dove, fino a pochi minuti prima, aveva sentito un tonfo sordo.

Aveva subito compilato il referto, scrivendo la data del decesso della paziente n^ TA78X900783, non era andata nemmeno a vedere se poteva fare qualcosa.

Le urla di dolore del ragazzo bastavano e avanzavano per farsi un quadro generale della situazione…
poteva quasi sentire l'odore acre del sangue e il lieve rumore delle lacrime quando cadono sul nudo pavimento.

Ma ora stava dirigendosi proprio verso quella porta, per vedere, per sapere.

Si guardò intorno.

Nessuno era più lì, nessuno voleva ancora rimanere in quella stanza di dolore.

Per terra dovevano ancora pulire, e si limitò a farsi un piccolo promemoria da riferire alla donna delle pulizie.

Il sangue era sparso principalmente in una macchia al centro della stanza, ma si vedevano chiaramente degli schizzi uscire dalla porta, come se si fosse rialzata.

Impossibile. Subito pensò che l'avessero portata via in braccio, probabilmente proprio quel…
Come si chiamava? Ah, si.

Ranma.

Proprio un cavallo selvaggio, pensò sorridendo fra sé… Sperò solo che almeno sapesse fare il genitore, sebbene avesse un nome così assurdo.

Si diresse verso il letto, molto disordinato, anzi, quasi distrutto.
Le coperte pendevano disordinate tutte da un lato, le lenzuola erano per terra e il materasso…

Acuì meglio la vista.
Era sporco…

Ma com'era possibile?
L'infermiera l'aveva cambiato giusto la sera prima, e da come aveva visto, la sua non era una paziente da agitarsi tanto.

A meno che…

Sorrise maliziosa.

Certo che quella tipa non si scoraggiava mica, eh?
Cambiò subito atteggiamento e pensò -per la seconda volta- di come ci fossero così poche donne come lei.

Un vero peccato…

Diede un'altra rapida occhiata in giro, quando gli occhi si posarono su un piccolo aggeggio posato sulla scrivania.

Avanzò lentamente, e prese il piccolo oggetto fra le mani, identificandolo come un nuovo prodotto della Sony, una piccola cinepresa.

“Ma cosa..?”

Smontò delicatamente un pezzo dopo l'altro, fino a raggiungere ciò che le interessava.

Una piccola video cassetta, che stava ancora girando lungo i nastri rossi della pellicola, ignara di tutto quello che fosse appena successo.

O forse no?

Guardò meglio nelle informazioni di quel modello digitale, leggendo a piccoli caratteri rossi una breve ma incisiva scritta.

Ultima registrazione
12 Aprile 2006
ore 04,16 p.m.



Schiacciò con decisione il tasto -STOP- e si diresse altrettanto spedita verso la piccola sala in cui attendevano i familiari della vittima.


..**..**..
....**....





“Cosa?”
Ranma era visibilmente distrutto, ogni traccia di quell'impetuosità e di potenza datagli in parte da quel nome così assurdo, svanita.

Non riusciva nemmeno a tenere in braccio la sua bambina, non con quelle mani ancora sporche di sangue.

“Dicevo che… ho trovato nella stanza della sua ragazza questa cassetta. Penso sia per lei.”

“Perché lo pensa?”
La sua voce non era più provocatoria e forte, ma al contrario, quasi atona e assente.

“Perché… Tutto ciò che ha fatto, lo ha fatto solo per due persone… lei e la bambina. Quindi, a meno che non abbia cambiato i suoi programmi, penso che sia meglio che veda questa.

Gli porse delicatamente quel piccolo oggetto, pesante come un macigno quando sfiorò le dita del ragazzo.




..**..**..
....**....




Ranma non ricordava nemmeno come e quando si fosse mosso per dirigersi verso l'ufficio di quella Osawa, pensò solo di morire quando la registrazione partì e vide, dopo quello che per lui era un secolo, il volto sorridente del suo maschiaccio.

Era bella, kami se era bella.

I capelli… Non se li ricordava così lunghi e lucenti, quasi parve cogliere solo in quel momento i riflessi così bluastri.
Ad ogni impercettibile movimento, creavano come una sorta di onda di luce che si spostava e si infrangeva su tutta la lunghezza della sua chioma, come un mare in tempesta.

Esattamente come lei.

Gli occhi… Nemmeno quelli gli parvero tanto belli.
Era difficilissimo, quasi impossibile reggerne lo sguardo, dolce e fiero allo stesso tempo, occhi determinati, occhi che parlavano in un modo tutto loro.

Occhi ridenti e fuggitivi ad ogni abbraccio che le avesse fatto, e lei, imbarazzata e dolce come sempre, che si accoccolava di più a lui, cercando il suo calore.

Le labbra. Piccole, piene, succose come un frutto maturo, dolci come una caramella, piccanti come il peperoncino.

Labbra da sentire, vedere, toccare.
Labbra che erano state solamente sue.

Le sue mani accucciate nel ventre, tremavano leggermente, piccole, bianche e profumate di vaniglia.

Mani calde che lo abbracciavano, facendolo sentire importante, speciale.

Si rese improvvisamente conto che era un'agghiacciante verità quella cui si trovava davanti.

Quella per cui le persone si apprezzano veramente solo quando queste non ci sono più.

Si mise ad ascoltare il video, in un silenzio quasi surreale.
Poteva sentire addirittura i battiti furiosi del proprio cuore rimbombare nella stanza.





Salve a tutti…
Probabilmente, se siete qui ad ascoltare questa cassetta, vuol dire che ormai io…

Non ci sono più.

E probabilmente avrei dovute dirvele io queste cose, ma non sono molto a parole…Credo che ormai voi lo sappiate bene!



-Era bella, serena nonostante la morte già le si leggesse sul viso, nonostante il dolore che stava provando. Inginocchiata per terra, ma con la schiena dritta e orgogliosa, un sorriso carico d'infelicità dipinto sulle labbra rosso scuro. Le sue labbra.-




Ho deciso di fare questo piccolo video per due motivi.

Il primo lo annuncio subito, per farmi perdonare da Nabiky il furto della sua cassetta che sto utilizzando.

…il Testamento.

Io… mi dispiace, ma non posso lasciarvi molto, anzi, chiederò io qualcosa a voi.

Lascio a mio padre e al signor Saotome la palestra di arti marziali, anche se spero vivamente che la donerete a Ranma.

Alla dolce Kasumi, un ringraziamento…

Grazie, perché sei stata la mia mamma quando lei non c'era più. Ti prego, aiuta anche Kyoko.

-poggiò la fronte delicatamente a terra, in un grazioso inchino, ma le lacrime già scendevano sul suo viso di porcellana.-

Nabiky… Lo so, avevo un grosso debito con te, perciò puoi prendere i miei risparmi…non sono molti, ma dovrebbero riuscire a saldare il debito.

-Disse, facendo brevemente un piccolo occhiolino alla sorella maggiore, quasi come se sapesse di trovarla proprio lì di fronte a lei.-

A Ranma…

-Guardò intensamente lo schermo, le lacrime che si confondevano con le gocce di sangue che già imperlavano le labbra-

Ti lascio Kyoko, ti prego, proteggila, falla crescere orgogliosa e fiera di te, falla diventare forte nelle arti marziali ma dolce nel carattere.

Voi siete tutta la mia vita… ti prego… Quando sarà grande, dille che…
Dille che… la mamma le vuole bene, dille…

Che anche se io non ci sono, io… le voglio… VI vorrò sempre bene…

…Vi amo con tutta me stessa…

Ti prego!

-Un singhiozzo, le lacrime che scorrevano ormai abbondanti, sfociando in un pianto disperato, che straziava i cuori di chi l'ascoltava.
Si udiva chiaramente il tono di preghiera, quasi di supplica nella voce della ragazza accucciata per terra, la fronte che toccava il nudo pavimento, le mani che stringevano il ventre in un pianto disperato, di paura, di sofferenza fisica e psicologica.
Alzò lo sguardo, cercando chiaramente di calmarsi, di ritrovare quella grinta che le apparteneva.-



Tu… tu non puoi nemmeno immaginare quanto vi amo.
Scusami se te lo dico solo ora, ma…

Ti amo.

Te l'ho detto troppo poche volte, ma…

Dimenticalo.

Perché devi vivere, e non si campa di ricordi, ma…

Ricordami.

Perché se dovessi dimenticarti di me, morirei davvero.

Ti prego…
Perdonami.

Se ti ho fatto solo soffrire.

Ma devi vivere… tu… devi andare avanti… ma… Ti prego!

Ti creerai una famiglia, incontrerai una donna migliore di me, forse avrai altri figli, ma…



-Si morse forte la labbra, fino a farle sanguinare.
Quello che stava dicendo, la faceva soffrire più di qualsiasi malattia.
Dentro di lei una lotta interiore, che la divideva in due.

Da una parte, la paura d'essere dimenticata, dall'altra l'amore vero che gli diceva d'essere felice se Ranma e Kyoko lo fossero stati veramente.-




Ti amo, baka che non sei altro… Baka, che non si arrende mai, baka che non rifiuta mai una sfida.

Accetta la mia, ora.

Devi far sentire la piccola la più felice bambina di questa terra, non viziarla, però.

Sono sicura che sarai un ottimo padre, e lei sarà orgogliosa d'averti accanto, si sentirà felice anche solo se le sfiorerai la fronte con le labbra, se la farai allenare con te, se la fare dormire in una notte di temporale accanto a te.

Sarà orgogliosa e fiera d te…

Almeno quanto lo sono io.

Grazie…

e… perdonami.



Un ultimo sorriso, poi eccola alzarsi per andare a spegnere la videocassetta, quanto…

Un rantolìo di dolore, un cercare l'ossigeno in un ultimo disperato tentativo di salvarsi.

Un colpo di tosse.

Un altro.

E poi ancora, mentre il sangue continuava a uscire dalla bocca socchiusa.

Piccoli gemiti di dolore, fino a quando…

Il suo ultimo respiro, le gambe cedono, e cade lentamente all'indietro.

Non fa in tempo a toccare il marmo del pavimento, che la dottoressa Osawa, spaventata e con le lacrime agli occhi, decide di interrompere questo supplizio e stoppa il filmato.




..**..**..
....**....






Ranma era quasi in trance, gli occhi socchiusi e doloranti, la lacrime che si ostinavano a non scendere.

Poi... eccolo. Il pianto della sua piccola Kyoko, un pianto di chi ha bisogno d'affetto, il pianto di chi cerca amore e consolazione.

Kasumo stava già per cercare di calmarla, quanto due braccia forti e calde la bloccarono.

Ranma la distaccò delicatamente, e con altrettanta dolcezza, strinse la piccola contro il suo petto caldo a accogliente, cullandola dolcemente.

Niente ora sarebbe stato più lo stesso.

Si sentì improvvisamente e stranamente felice quando la piccola smise di piangere, e lo guardò sorridente.

Si girò verso la finestra dello studio con sua figlia in braccio, e guardando in un preciso arco di cielo, rispose...

“Ti amo.”





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Eccomi di nuovo qui...
Lo so, pesante questo capitolo, ho pianto anch'io nel leggerlo, ma spero vi sia piaciuto ugualmente, e mi raccomando...

LASCIATE UN COMMENTINO!!! =D


Ringrazio vivamente tutti coloro che hanno letto e commentato lo scorso capitolo, sperando che anche i successivi possano piacervi!! ^^


GRAZIE A...

Akane 25: T___T sono commossa anch'io per la tua “fedeltà” verso questa mia storia!! ^^
Scusami se ti faccio soffrire ancora, ma lo giuro, questo è l' ULTIMO capitolo così drammatico!!! =D

Majinnannetta: Ti ringrazio infinitamente!
1-perché hai detto commovente (pensavo di sfociare nella depressione della serie “dammi una lametta che mi taglio le vene”
2-per apprezzare il mio genere di scrittura, che molti odiano perché troppo descrittiva ed enfatica.
Quindi... Grazie!

Orologio_87:...uhm... mi sa che ti ho fatto soffrire ancora, ma don't worry! Il prossimo chappy sarà allegro!!! Grazie per il commento!

Akane_Tendo: Che bello, anche tu qui!
Ok, la prossima volta che scrivo qualcosa ti mando una e-mail!!!
Grazie per aver commentato anche questa nuova fanfic!!

Akane_val: Thank you very much!!!
E per quanto riguarda il nome della bambina è un omaggio alla Takahashi, preso dalla sua opera “cara, dolce Kyoko”

Rompi Zebedei: GRAZIE!!!! ^___^
Sono felicissima che tu abbia letto con piacere questa fanfic, sperando che continuerai a farlo!! ;)
Grazie mille per il commento!!!






Byebye
DolceMella

  
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