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Autore: La sposa di Ade    02/09/2012    3 recensioni
Ancora così, era notti che lo vedeva, quell’ assurdo sorriso da lupo, ogni notte lo terrorizzava e quella notte buia non fu diversa dalle altre. Aveva occhi neri e capelli color rubino, così come il rossetto e l’ ombretto sulle labbra carnose.
[...]
Si mosse come in un sogno; il ruvido del legno sotto i suoi pied svanì, mentre il suo corpo sembrava scaldarsi scacciando il gelo della notte invernale.
[...]
Ciò che però rende questo caso unico è che pare che l’ uomo abbia perso la vita nel sonno.
Genere: Dark, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Di nuovo.
Ancora così, era notti che lo vedeva, quell’ assurdo sorriso da lupo, ogni notte lo terrorizzava e quella notte buia non fu diversa dalle altre. Aveva occhi neri e capelli color rubino, così come il rossetto e l’ ombretto sulle labbra carnose.
Si svegliò, madido di sudore e tremante,  eppure non capiva perché quel sogno lo terrorizzasse tanto, la donna che vedeva era Evi Langdon, era lei che appariva nei suoi sogni da una settimana buona, eppure fino a due mesi prima era certi di essere riuscito a lasciarsi alle spalle tutta quella paura, quel sogno assurdo, ed ecco invece era bastato parlarle al mercato che era tornata a tormentarlo.
Lei era una venditrice di tessuti delle più svariate tonalità di rosso: porpora, cremisi, scarlatto, fuoco, sangue… e continuavano a tormentarlo sorgendo da quelli che lui poteva  interpretare come i peggiori gironi dell’ Inferno.
Se solo si fosse trovato in una situazione migliore avrebbe potuto intrappolare il tutto si carta bianca con l’ inchiostro.
I suoi capelli colorarono il sangue e il fuoco, tinsero di porpora i sogni, di rosso scarlatto gli incubi, trascinando chiunque in un infinito girone di torture, nel nulla più rosso.”
 E sarebbe potuto anche andare bene per un altro dei suoi Horror da quattro soldi. Lui era certo di saper scrivere e che fosse il resto della gente fin troppo impressionabile. Per quello i suoi libri non andavano bene a nessuno, tranne che a lei. Evi che accoglieva tra le sue braccia fasciate da abiti rossi ogni sua nuova creazione. Ogni pezzo d’ anima che lui imprigionava nella carta.
Ora una parte di te resterà sempre con me” Diceva tutte le volte sorridendo e accarezzando le pagine, impaziente di impadronirsi delle sue parole.
Erano cominciati poco dopo averle regalato il suo primo libro, dopo quel suo sguardo ardente di fuoco nero quegli incubi non facevano altro che ridere di lui, tanto forte da privare tutto il mondo d’ ogni altro suono se non un continuo e lento gocciolare.

Plic.
Plic.
Plic.

Strabuzzò gli occhi, sentendo ancora nella sua testa quel continuo gocciolio, si portò inutilmente le mani alle tempie respirando profondamente come si fa quando un capogiro particolarmente forte da riempie di macchie nere tutta la visuale, e nonostante si possa solo attendere che il mondo riprenda i suoi colori, si va avanti ricordandosi a memoria la disposizione della casa. Fino a che la fitta alla testa non svanisce avvisandoti che questa avvolta sei andato vicino al farti implodere il cervello.
Eppure quel suono non cessava, nonostante gli giungesse alle orecchie riusciva a malapena a capire da dove provenisse.
Si alzò e le pesanti coperte si afflosciarono a terra. il suono continuò, con un ritmo irregolare, a impregnare il suo corpo di ansia e a far correre il suo cuore. Le tavole di legno gemettero sotto il suo peso. Batté più volte le palpebre per rimuovere gli ultimi residui di sonno e cancellare le immagini che avevano popolato i suoi incubi.
Si mosse come in un sogno; il ruvido del legno sotto i suoi pied svanì, mentre il suo corpo sembrava scaldarsi scacciando il gelo della notte invernale. Si disse di respirare perché ancora gli giunse alle orecchie quella risata, seppur attutita da uno strato di paura.
 Aprì la porta ed entrò in corridoio, il tutto era illuminato da una strana luce rossa, era come vedere il riflesso dell’ acqua tutt’ intorno a lui, poi ancora la risata, più forte e vicina di prima.
Giunse alla cucina lì dove si trovava lei, con le gambe accavallate e tra le mani un libro dalla copertina scura.
Quando lo vide entrare dalla porta il suo viso si contorse in una smorfia, infastidita dall’ interruzione della lettura che aveva tra le mani, o forse no. Chiuse il libro e le pagine spesse si scontrarono con un tonfo
E per la prima volta la pioggia non fu l’ unica cosa a scorrere sul suo viso sfregiato.*” Recitò a memoria, alzandosi; i suoi capelli rossi si muovevano come accarezzati da una brezza inesistente, mentre le sue labbra rosse si schiudevano e rivelavano un dentatura da squalo, o meglio, il suo sembrava un sorriso da lupo, ancora. Quello che aveva appena letto era il finale del libro che le aveva regalato appena una settimana prima.
Lui arretrò sentendosi minacciato, ma qualcosa di duro e compatto bloccò la sua schiena, la porta da cui era appena entrato non c’ era più, sostituita da freddo muro, era in trappola.

“Stai scherzando vero?” La sua voce era quasi inumana, un ruggito di rabbia inondò la testa dello scrittore, mentre i tacchi della donna battevano sul parquet, il libro cadde a terra con un tonfo e le pupille nere di Evi si illuminarono di una luce scura, ma nonostante la rabbia che traspariva dal suo volto le labbra restarono tese in quel terribile sorriso. “Così non mi piace. Non è così la tua anima.” Lui a malapena capì a cosa si stesse riferendo.
Ora una parte di te resterà sempre con me” Ancora.

Toc!
Toc!
Toc!

Qualcuno batteva contro il vetro della finestra, insistentemente e con forza, riuscì a malapena a staccare gli occhi dal volto distorto della donna in rosso. Appollaiato sul davanzale stava un grosso corvo nero come la notte, gli occhi rilucevano di luce rossa mentre gracchiava e rideva di lui, tornando poi a battere con insistenza contro il vetro. Un sogno, doveva essere un sogno, per forza.
“Lo senti questo?” Evi restava a distanza da lui, comunque sicura di averlo in pugno.  Alzò l’ indice inclinando di lato la testa, mentre i denti appuntiti sporgevano dalle labbra. Non era più il rumore del becco del corvo contro il vetro, ora erano campane lontane, che con lo stesso ritmo emettevano un suono appena udibile che pian piano si faceva sempre più vicino. “È un altro funerale!” Esclamò lei sorridendo ancora di più. Il corvo restava immobile e fissarli, lui pensò che sentirlo ridere sarebbe stato meglio che avere i suoi occhi rossi puntati addosso, sembrava impagliato, se non per le palpebre che si chiudevano e riaprivano a intervalli regolari, l’ inquietudine lo avvolse.
Evi fece un movimento e il suo tacco si infilzò nella copertina del libro come se si trattasse di burro, affondò sempre di più, lacerava le pagine e i volti racchiusi al suo interno. Quella visione lo faceva soffrire, come se fosse lui a trovarsi al posto del suo libro. Voleva dirle di smetterla ma la sua gola sembrava annodata, le parole bloccate, si sentiva soffocare, non riusciva più a respirare. Boccheggiò mentre la visuale si riempiva di macchie nere, esaltando ancora di più la figura di Evi che ancora sorrideva con quell’ espressione terrificante. Il suo tacco si sollevò, lasciando un buco nel libro e se non fosse che stava svenendo avrebbe giurato di vedere del sangue gocciolare sulla copertina da tacco alto della donna.
 

La luce del sole primaverile illuminava il mercato, bambini correvano intorno alle bancarelle e restavano incantati dagli strani oggetti in vendita. Al centro della piazza, sfarzosa e ricca di tessuti rossi stava la bancarella più grande; una donna dai luminosi capelli rossi e dagli occhi del colore del cielo notturno stava sistemando le ultime stoffe. Una bambini vestita da abiti rovinati e dal viso sporco le si avvicinò portando sotto il braccio numerosi giornali.
“Ciao Evi!” La voce della bambina era squillante e ingenua.

“Ciao piccola, come stai?” La donna si sporse oltre il bancone appoggiandosi con le braccia sui tessuti lisci.
“Ho appena perso il mio primo dente! E ti ho portato il giornale.” La bambina mostrò orgogliosa il sorriso più ampio che conosceva; il punto in cui ci sarebbe dovuto essere un dente ora era occupato da un buco più o meno quadrato.
“Bene.” Le labbra di Evi si stesero in un sorriso sincero, tirò fuori da una delle sue tasche una grossa moneta d’oro e la porse alla piccola mentre cercava di prendere un giornale dal gruppo che aveva sotto il braccio senza fare cadere gli altri. La piccola si allungò per darle l giornale felice di quella ricompensa più generose del solito, quando notò un grosso uccello nero appollaiato su un alto trespolo appena dietro la donna, era immobile.
“Quello è vero?” Chiese al bambina lasciando il giornale in mano alla donna che si voltò per vedere di cosa stesse parlando. Il corvo in tutta risposta allargò le ali e, rivolto alla piccola, gracchiò, come per dire ‘certo che sono vero!” Poi richiuse le ali che fremevano e si risistemò nella stessa posizione di prima. Evi sorrise alla ragazzina che era rimasta catturata dalle sfumature di blu che avevano le sue ali nella parte interna. La piccola sorrise a sua volta per poi salutare la donna e correre via saltellando e vendendo giornali alla gente.
Evi srotolò il giornale leggendo la prima pagina con il solito sorriso.

“Nuova misteriosa morte!”

 
“È stato ritrovato questa mattina stessa il corpo di un mediocre scrittore di libri Horror della zona. La causa del decesso è avvenuta per dissanguamento, vista l’ evidente e profonda ferita riportata al petto. Non ci sono segni di lotta, quindi si presume che la vittima conoscesse il carnefice –del quale però ancora non si hanno tracce-.
Ciò che però rende questo caso unico è che pare che l’ uomo abbia perso la vita nel sonno.
Le autorità della zona ritengono che questa vittima sia opera dello stesso assassino che nei due anni precedenti aveva ucciso allo stesso modo cinque scrittori residenti nella stessa città di questa vittima. Nonostante questa certezza si è ancora molto lontani dallo scoprire che possa aver commesso simili crimini poiché l’ assassino sembra essere molto accurato nel non lasciare alcuna prova che possa condurre le autorità a una qualsiasi ipotesi. Si consiglia quindi agli aspiranti scrittori di mettere da parte penna e ispirazione per un po’ di tempo, almeno fino a che questa serie di omicidi non venga fermata.
Per i parenti e gli amici il funerale verrà svolto domani al cimitero non consacrato della città.”

 

 

 

 

* Chi l’ha riconosciuta? ^^”
Comunque; questa One-Shot mi è uscita dalle dita verso le due di notte di qualche giorno fa, si vede infatti che tutto questa non potrebbe mai essere frutto di una mente riposata… Mi è venuta in mente pensando ai lettori che spesso non sono soddisfatti dei finali dei libri, così mi sono messa a scrivere quello che… Insomma avete capito no? Questa è una One-Shot che non mi ha soddisfatto così come avrei pensato (mi sembra di non essere più in grado di scrivere, boh), ma almeno mi sono divertita a scriverla. E l' mmagine secondo me è fantastica u.u
Da notare la mia banalità nell’ inventare dei nomi: Evi Langdon = Evi L. = Evil. (mi vergogno per questo u.u)
Ah! Non ho mai scritto un articolo di giornale, quindi non so come sia venuta fuori l’ ultima parte ^^” 
Ma volete sapere quel'è stata la parte più difficile? Scegliere la sezione; quindi se ho sbagliato avvisatemi che provvederò a spostarla :)

  
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