Serie TV > Dr. House - Medical Division
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Autore: Shuchan    17/03/2007    2 recensioni
Resta solo, come si è da sempre prefissato.
Si tocca assente le labbra, abbassando lo sguardo.
Questo non glielo doveva fare.

[ NdAdmin: questo riassunto è stato modificato dall'amministrazione poichè non conteneva alcun accenno alla trama. L'autore è invitato a cambiarlo con uno di sua creazione. ]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allison Cameron, Greg House
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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House era radunato in diagnosta con Chase e Foreman.
Un nuovo paziente era stato ricoverato poche ore prima.

H: sapete qualcos’altro di questo tizio oltre al suo insignificante nome?

F: al Pronto Soccorso gli hanno fatto dei prelievi. Abbiamo chiesto ad un’infermiera di procurarci i risultati

In quel momento, Cameron fece il suo ingresso togliendosi la giacca e portando in mano dei fogli.

C: di sotto mi hanno detto che abbiamo richiesto queste analisi

House senza prestarle attenzione, le tolse con suo solito modo di fare brusco il foglio dalle mani.
Lei ormai abituata, ignorò quel comportamento e si infilò il camice raggiungendo i colleghi.

Chase le mostrò la cartella del paziente.

H: rivoglio tutti i test di routine e l’anamnesi

I due uomini si alzarono, Cameron però, rimase seduta a leggere con attenzione la cartella.

C: aspettate

Si voltarono perplessi, mentre House la scrutava in disparte.
L’immunologa si alzò dirigendosi verso il pannello luminoso.
Sfilò una lastra dalla cartella e ve la affisse.

C: guardate qui

Indicò un punto imprecisato.
I due colleghi le si avvicinarono.

Ch: non c’è nulla…

C: si vi dico. Qui, all’altezza della tricuspide

Scrutarono ancora più a fondo il reperto.

F: Chase ha ragione, non c’è nulla. Sarà un’ombra

House che non si era mosso, si avvicinò sbuffando.

H: levatevi

Chase e Foreman si fecero da parte.
Il diagnosta arrivò alle spalle di Cameron che, imperterrita, continuava a sostenere che ci fosse qualcosa.

Si voltò, lo sentiva con il fiato sul collo in tutti i sensi possibili.
House la guardava impassibile, aspettando che gli dicesse qualcosa.

C: è… qui

Le emozioni della sera prima erano più vive che mai.
L’uomo osservò in silenzio la lastra, poi si rivolse a Chase e Foreman.

H: lasciate stare i prelievi. Fategli una Tac Cardio-toracica

Il neurologo tornò davanti al pannello luminoso.

F: non c’è nulla

H: per questo dovete rifargli la Tac

F: ma se sai che non c’è niente perché vuoi rifarla?

H: perché forse potremmo accertarcene?

Ch: da quando dai fiducia ad un altro essere umano? I prelievi li volevi rifare

C: state dicendo che il mio giudizio è praticamente insignificante?

Ch: siamo in tre a dire che la lastra è pulita

H: avete da chiacchierare ancora per molto? Portatemene una fresca, muovetevi!

Uscirono dalla porta.
Cameron gli si avvicinò.

C: grazie

H: fila via, te e la tua fiducia

Lei sorrise e raggiunse i colleghi.

-

Cameron era accanto alla macchina della Tac, Chase e Foreman invece, stavano analizzando i risultati dall’altra parte del vetro.

Ch: è incredibile… Cameron aveva ragione

F: l’incredibile è che House l’abbia appoggiata

In quel momento, l’immunologa si avvicinò.

C: allora?

Ch: congratulazione

C: vado a dirlo ad House. Voi pensate al paziente

-

Wilson entrò nell’ufficio dell’amico il quale era intento ad una partita all’ultimo sangue alla psp.

W: allora?

H: allora?

W: ieri sera le hai parlato prima di tornare a casa?

H: penso di si se avessi avuto l’intenzione di farlo. Ma dato che questo non rientrava tra i miei progetti, ti risponderò con un esaustivo e inequivocabile No

W: è lampante che qualcosa di turba da qualche giorno a questa parte. Più che ricordarti che sono disponibile ad ascoltarti, non poss-…

H: oh, grazie. La tua opera caritatevole è terminata? Perché in quel caso potrei togliermi i tappi dalle orecchie

W: a Cameron tu piaci, e molto anche

H: riesci a formulare una frase di senso compiuto che non contenga la parola Cameron?

W: e te la adori

H: stai ascoltando una sola parola di ciò che sto dicendo?

W: no, amico. E in questo siamo perfettamente uguali

House dopo aver emesso un grugnito di dissenso, poggiò seccamente la psp sulla sua scrivania.

W: se ammettessi che ti piace le cose diverrebbero più facili. Ma se tu lo facessi dovresti agire di conseguenza

H: hai mai pensato di donare il tuo corpo e il tuo spirito alla chiesa? Potrei raccomandarti io come predicatore, riusciresti a far redimere un pluriomicida piuttosto di non ascoltarti

Cameron pochi secondi dopo, entrò nell’ufficio di House con un sorriso raggiante.

C: disturbo?

H: Crudelia Demon ha finalmente rinunciato ad avere una collezione di pellicce?

C: la massa tumorale c’è

Gli porse la nuova lastra.
Lui la guardò, poi la passò all’amico.

H: questo è lavoro per te

L’oncologo la osservò.

W: si, è operabile

C: vado a dare disposizione ai chirurghi

L’immunologa si voltò per lasciare la sala.

H: Cameron

Si voltò.

H: ottima vista

Gli sorrise e se ne andò.

W: non credo che ci sarebbe rimasta male se gli avessi fatto un vero complimento

H: ora ti metti anche a dire come mi devo comportare con i miei assistenti?

W: sai, ti invidio. È proprio vero che chi ha tanto, spreca tanto

-

Cameron era appena uscita dalla camera del paziente.
Wilson vedendola, le andò incontro.

W: hai un minuto?

C: certo

I due si sederono ad uno dei tavoli della mensa.

C: è per un consulto?

W: no, no. Niente del genere

C: allora, è qualcosa di personale?

W: diciamo che sono famoso per non riuscire a farmi i fatti miei

Intanto poco distante da lì House con passo veloce, cercava di scappare dalla direttrice.

H: ti ho detto di no, dannazione!

Cu: non era una richiesta! Fermati!

Per far perdere le sue tracce, l’uomo si incanalò nella folla della mensa.

Intanto ad uno di quei tavoli…

C: sbaglio o gia una volta mi hai fatto una raccomandazione di questo tipo? House non è un bambino, e poi quello che pensi non è affatto vero. Le cose non sono cambiate da qualche anno fa, tranne per il fatto che adesso da parte mia non c’è più nessun sentimento

W: capisco che tu poss-…

H: che diavolo state confabulando

House era in piedi, davanti a loro.
Cuddy poco dopo lo raggiunse con un leggero fiatone.

Cu: fila in ambulatorio!

H: solo un attimo, Raggio di sole. Voglio prima sapere di cosa stavano parlando questi due alle mie spalle

C: non sei al centro del mondo, House

L’immunologa si alzò da tavola.

W: quello che stavamo dicendo non ti riguar-…

C: Wilson

L’oncologo non aggiunse altro.

C: con permesso

House cercò di andarle dietro ma Cuddy gli sbarrò la strada.

Cu: MUOVITI!

Dopo aver dato un’occhiataccia all’amico, il diagnosta si allontanò.

Cuddy prese il posto di Cameron e si sedette di fronte all’oncologo.

Cu: state architettando qualcosa?

W: volevo solo accertarmi di una cosa

Cu: parli tutto d’un fiato o devo tirarti fuori le parole con le pinze?

W: House è preso da lei

Cu: allora perché stavi parlando con lei?

W: volevo accertarmi che i sentimenti di Cameron non fossero cambiati

Cu: e lo sono?

W: prima gli piaceva, era attratta dal suo genio. Ora non più. Adesso lo ama

Cu: sono l’unica che in questa faccenda pensa che si faranno del male?

L’uomo abbassò gravemente lo sguardo.

W: non vorrei che soffrisse ancora, tutto qua

Cu: non puoi fare da angelo custode a qualcuno contro la sua volontà. È controproducente per entramvi

-

Cameron era entrata da poco in laboratorio.

H: allora?!

C: cosa c’è?

H: di che stavate parlando

C: non ti riguarda

H: quando affermo che “tutti mentono”, non significa che tutti lo sappiano fare bene. Mi dispiace comunicarti che rientri in quest’ultimo gruppo. Ti ha per caso detto che mi piaci?

Lei sbarrò gli occhi incredula.

H: bene, dalla tua reazione deduco che non abbia raccontato balle di nascosto. Ma rimane da scoprire cosa stavate dicendo

C: che vuoi sentirti dire? Che stavamo complottando per rubarti lo scettro del potere?

H: non è che ti ha chiesto di uscire?

C: e anche se fosse, sarebbero cose che ti riguardano?

H: Wilson è mio amico

C: sei geloso, per caso?

H: ebbene si, lo ammetto. Ma non te lo lascerò senza combattere!

Lei sorrise e si volto verso il microscopio.

H: allora?

C: allora cosa?

H: non mi hai detto se ti ha invitato a cena

C: no, non lo ha fatto

H: e questo ti dispiace?

C: io dovrei lavorare, e tu dovresti essere in clinica

H: ti piace Jimmy?

C: è una brava persona

H: non ti ho chiesto la considerazione sociale che hai di lui

Lei si voltò.
Si guardarono intensamente.

C: è un bell’uomo, simpatico e gentile. L’esatto contrario di te

H: da ciò posso dedurre che non è il tuo tip-…

C: cos’hai provato stavolta?

Lui rimase in silenzio.
Lei si sentì in dovere di chiarire la domanda.

C: quando Tu, mi hai baciata

Ripensando alla sera precedente, House distolse lo sguardo.

C: l’hai dimenticato anche stavolta?

Gli occhi di lui, tornarono ad incontrare quelli della donna.

H: è un invito subliminale il tuo?

Cameron tornò alle sue provette, dandogli le spalle.
Lo sentì avvicinarsi, sussurrarle qualcosa all’orecchio.

H: mi stai provocando?

Non ci fu alcuna risposta.
Improvvisamente, la donna sentì le mani di lui, toccarle i fianchi.
Ebbe un breve sussulto che riuscì a fatica a controllare mentre le mani di House scendevano verso il basso.
Non gli disse ne fece nulla, lo lasciò fare quasi incapace di ribellarsi.

Sentì il contatto arrivare fino all’inizio delle cosce.
La sua schiena contro il petto di lui.
Si accorse che gli stava frugando le tasche del camicie.

Come uscita nel trans nel quale era caduta, si voltò.

H: nessuna siringa o oggetti appuntiti

CAMERON: che stai fac-…

Per la seconda volta nell’arco di poche ore, House le chiuse la bocca con la propria, lasciandola senza respiro.
La avvicinò a se, cingendole la vita con un braccio.

Lei gli prese il volto tra le mani e gli andò incontro.
Le loro lingue si rincontrarono mentre esploravano ogni centimetro della bocca dell’altro.
Il rumore delle labbra che si toccavano avidamente, scandiva lo scorrere del tempo.


Dopo almeno dieci minuti, un barlume di razionalità fece sì, che Cameron si rendesse conto che si trovavano in un laboratorio con le pareti di vetro.
Fece scendere lentamente le proprie mani dal visto di lui, fino al suo petto.
Lo distanziò dopo averlo assaporato per l’ultima volta.

Entrambi si guardarono, ansimando quasi impercettibilmente.
Fu lui il primo a parlare.

H: dolce ma eccitante

Lei lo guardò con aria interrogativa.

H: mi hai chiesto cosa ho sentito. Volevo riprovare la sensazione per esserne sicuro

Lo guardò tristemente.

C: soltanto un gioco…

Lo fece scansare e si diresse verso la porta.

H: che vorresti dire

Si voltò.
Gli occhi duri e severi, pieni di risentimento verso di lui.

C: se non hai nulla, non perdi nulla. Tu non correrai mai rischi, vero?

Lasciò il laboratorio non dandogli il tempo di rispondere.
  
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