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Autore: LaNonnina    03/09/2012    5 recensioni
[I tre moschettieri]
Si può considerare un seguito del film "I tre moschettieri" del 2011.
Troverete i soliti mitici personaggi e qualche new entry. Non mancheranno amore, amicizia, forza, astuzia, invidia, gelosia, un pizzico di malvagità...
Ce la faranno questa volta i nostri eroi?
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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 Isabèl salì sul suo stallone nero e si allontanò in fretta dalla piazza per timore dell’arrivo di altre guardie.
No, non per timore. Solo che per quel giorno aveva avuto abbastanza rogne e non ne desiderava certamente altre.
Si avviò verso casa sua. Lontana dal centro di Parigi, isolata quel tanto da permetterle di non sentire la gente comune sbraitare e schiamazzare in strada.
Giunta a destinazione, attraversò il giardino percorrendo il sentiero di pietra. Varcò l’atrio decorato di statue ed entrò nella sala al primo piano. Si tolse il cappello e finalmente poté adagiarsi su una soffice poltrona bordeaux, la sua preferita.
La villa era molto grande, forse fin troppo, dal momento che vi abitava da sola insieme alla sua fida governante. Quella casa era l’unica cosa che le aveva lasciato sua madre, oltre al ciondolo che portava al collo con dentro una sua immagine.
Sua madre era bellissima. Lunghissimi capelli dorati, occhi del colore degli smeraldi e una carnagione chiarissima.
Semplicemente stupenda.
-Perché mi hai tradito?- sospirò riguardando per l’ennesima volta il medaglione.
Purtroppo non c’era altro modo per definirla.
Traditrice.
Sua madre non aveva ingannato solo la figlia, ma anche tutta la Francia. Aveva tramato contro Re Luigi insieme al Cardinale Richelieu. Era riuscita persino ad incastrare i tre moschettieri.
Chissà per quale motivo, però, aveva deciso di togliersi la vita.
Per amore, le avevano detto.
-Suicida per amore, lei?- Storse la bocca.
Non ci avrebbe mai creduto.
E anche se fosse, per chi? Suo padre? Non le aveva nemmeno mai detto chi era.
La aveva semplicemente abbandonata.
Sua madre la aveva lasciata sola.
Sua madre.
Milady De Winter.

La governante bussò prima di entrare.
“Prego, Marie.” La esortò Isabèl.
“Cara, ti ho portato la cena …”
“Ti ringrazio. In effetti cominciavo a sentire un certo languorino!” La fanciulla si alzò dalla poltrona per rimettersi a sedere al tavolo da pranzo.
“Vuoi che mi occupi io della spada e degli stivali?”
“Se non ti dispiace, Marie. Sono molto stanca e vorrei proprio andare a dormire dopo cena.”
“Non ti preoccupare tesoro mio, riposati.” Le diede un bacio sulla fronte e si avviò alla porta, ma Isabèl la trattenne.
“Se non ci fossi tu, Marie, mi sentirei davvero sola e abbandonata. Grazie di cuore, per tutto quanto” Disse sorridendole e con gli occhi scintillanti.
“Io ci sarò sempre, lo sai. Promettimi solo una cosa…”
“Farò tutto ciò che vuoi, Marie”
“Non smettere mai di sorridere. Mai. Il sorriso è un’arma letale. Molto più affilato e tagliente della lama di un fioretto. Non permettere mai a nessuno di renderti infelice. Non ne hai motivo. E smettila di rimuginare sulle azioni di tua madre. Tu non sei lei. Lei non sorrideva quasi mai, o, quando lo faceva, si vedeva chiaramente quanto esso fosse falso e tirato. Ma il tuo è un sorriso vero, ti sgorga dal cuore. È sincero. E ti rende anche molto più bella!” Concluse, guardandola amorevolmente.
Isabèl le corse incontro, commossa, e la abbracciò per quella che parve un’eternità.
Grazie, Marie


 
“Eminenza. È un vero onore per me avervi come ospite nella mia umile dimora francese…”
Lord Buckingam accolse in modo falsamente benevolo il Cardinale Richelieu.
La sua villa pareva più grande di quella di re Luigi. I giardini abbondavano di ogni tipo di piante e fiori che emanavano soavi profumi. Le due fontane producevano altissimi getti d’acqua, le cui gocce, colpite dai raggi del sole, creavano mille arcobaleni. Qualche servitore si adoperava per le solite manutenzioni.
Entrarono nello studio del Duca, che fece accomodare il Cardinale nella poltrona per gli ospiti accanto alla scrivania. Buckingam si sedette dall’altra parte.
Richelieu, come al solito, puntò dritto al sodo.
“Lasciamo stare i convenevoli, Buckingam. Direi che ci conosciamo da parecchio, ormai. Possiamo, oserei dire, definirci… amici
Il Duca sogghignò.“Amici non mi pare il termine più adatto. Suggerirei un nemici, piuttosto”
“Lord Buckingam, per cortesia. Siamo adulti, comportiamoci da tali. È inutile che continuiamo a farci la guerra. Voi sapete benissimo che l’unica cosa contro cui noi dobbiamo combattere è la Francia. Ovviamente la questione è molto semplice: la Francia è Luigi, una volta eliminato Luigi, sarà eliminata anche la Francia”
“Vorrei ricordarvi che abbiamo già tentato recentemente …”
“Sì, ma non avevamo la flotta di navi volanti che voi ora possedete”
“Ma avevamo lei…” Sibilò il Duca, gli occhi velati da una sorta di tristezza.
“Mio caro, posso benissimo immaginare quanto vi manchi la dolcissima Milady, ma dovete farvene una ragione! C’è chi arriva e chi se ne va… C’est la vie!”
“Mi amava! E anche io amavo lei…”
Oh Christe! Non raccontiamo fesserie. La vostra era solo infatuazione. Quella donna non ha mai amato nient’altro che i soldi e il potere. Per questo andava perfettamente d’accordo con il sottoscritto…” Commentò sarcasticamente il Cardinale. Poi si alzò dalla poltrona, si diresse verso il tavolino dei liquori e versò il contenuto di una bottiglia in due calici.
“Noi abbiamo un obiettivo da portare a termine e credo anche un dovere nei confronti di Milady: conquistare il trono di Francia. Lei è morta per questo e noi dobbiamo vendicarla. Siete con me o preferite continuare a piangervi addosso?” Sottolineò porgendo un bicchiere al Duca, che subito accettò.
“Avete ragione. Noi, insieme, regneremo sulla Francia”
“Ottimo! Pensavo non l’avreste mai detto… A noi!”
“E a Milady!”
Il tintinnio dei calici di cristallo e le loro risate malefiche risuonarono come in un incubo per tutto il palazzo.

  
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