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Autore: ashley_    03/09/2012    4 recensioni
Ero innamorata anche della pioggia che ormai non mi infastidiva neanche più. Ero innamorata di tutto lì, sembrava di essere in una fiaba.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Mi alzai prestissimo e verso le otto svegliai anche Bea. Mi stava odiando in quei giorni, non riusciva mai a dormire per colpa mia.
Mi guardò con aria impaurita dal letto, mentre era ancora sdraiata. Io mi stavo già vestendo.
Bea, non guardarmi in quel modo! Dobbiamo muoverci, alle 9 verrà il taxi a prenderci!
Il taxi? E perché?” Continuava a rigirarsi nel letto.
Dobbiamo andare in centro, non so assolutamente cosa mettere stasera!Stavo seriamente delirando.
Nell’armadio, effettivamente, avevo solo: jeans, shorts, t-shirt e felpe.
Ti stai seriamente preoccupando così tanto di cosa indossare? Bisogna festeggiare allora! Quel ragazzo fa miracoli!” Si tolse le coperte e si alzò. Se c’è un modo per far svegliare subito Bea, è lo shopping.

Ci vestimmo e scendemmo al piano di sotto. Avevo già preparato la colazione.
No okay, questo non è normale. Taylor che prepara la colazione? È un giorno da ricordare.
Puoi dirlo forte amore.” Risposi versandole il caffè nella tazza.

Sentimmo un clacson, era il taxi.
Uscimmo di corsa di casa e entrammo in auto.
Ci lasciò in centro e iniziammo la ricerca.

Poi riflettendo: E se m’avesse portato ad un fastfood? O in un ristornate di lusso? Andiamo, cosa avrei dovuto comprare? Non sapevo dove stavamo andando e di conseguenza non sapevo cosa mettere.
Okay, avrei fatto bene a mettere il classico jeans con una t-shirt, sarei andata sul sicuro.
Stavamo girando da più di due ore.
Ma sempre sto cazzo di telefono oh!” Lo sentivo vibrare in borsa e mi stava dando ai nervi.
Non guardai neanche chi fosse. “Pronto!Era sicuramente mia madre.
Ehm, Taylor? Tutto ok? Ti disturbo?Adesso ne era completamente sicuro. Ero pazza.
Ehm, scusa Harry, credevo fosse mia madre. Ma no, figurati, dimmi pure.Mi stava per dare buca.
Ehm, niente. Volevo solo essere sicuro che per stasera sia tutto okay.
Sisi, è tutto okay.Saltavo e parlavo.
Perfetto, allora ti passo a prendere alle sette?Mi passava a prendere. Che cosa fantastica.
Perfetto, si.
Quella voce al telefono era ancora più, più, più tutto.
Attaccammo e iniziai ad urlare come unna rincoglionita per la strada. E una delle cose che amavo di più di quella città, era l’indifferenza. Io sbraitavo, ma le persone non si accorgevano minimamente di me. Ognuno è preso dalle proprie cose. Nessuno infastidisce nessuno.

Girammo un milione di negozi, poi ci fermammo da Abercrombie & Fitch e, ovviamente, entrammo.
Bea era ossessionata dai modelli lì dentro e voleva assolutamente farsi una foto. Anche a me non dispiacevano e magari avrei potuto trovare anche qualcosa lì.
Ci facemmo la foto con due tipi muscolosi, in jeans e infradito, dopodiché mi misi a guardare e c’era parecchia roba carina.
Decisi comunque di vestirmi semplice, come al solito. Comprai un ennesimo jeans, che mi stava benissimo, e sopra abbinai un carinissimo top bianco merlettato, molto delicato. C’avrei comunque messo un golfino sopra. Ovviamente, niente tacchi. Non volevo sembrare in tiro. Un paio di sandali o converse bianche sarebbero andati più che bene, molto più probabile la seconda ipotesi.
Poi, ovviamente, lo shopping è pericoloso. Comprammo altre tremila cose inutili.

16:00   “Bea, cazzo, sono le quattro! Dobbiamo chiamare un taxi!
Tay, mancano tre ore. Tre ore. Vai tranquilla, tanto sei bella anche così, poi ti ha già vista nel peggiore dei modi.
Ah,Ah,Ah. Non mi interessa, dobbiamo tornare a casa, devo stare tranquilla lì. E poi tre ore volano.
Chiamai il taxi che ci riportò a casa.    
Feci un bagno caldo e in un lampo erano le 18:00. Un’ora, mancava solo un’ora.
Indossai i nuovi acquisti, asciugai i capelli, un filo di trucco e via.

19:00 Quando arriva?
Bea, smettila di mettermi ansia.
Din, don.
Oh cazzo, vai vai vai, e divertiti!
Grazie di tutto.” Era una rompipalle, ma le volevo bene. E anch’io ero un pochettino rompipalle, okay.
Aprii la porta e me lo trovai davanti. Piccolo infarto.
Hey.Ancora quel ‘hey’. Per lui era un semplice modo di salutare, senza sapere che in quei secondi il mio cuore si fermava, per poi ripartire all’impazzata.
Mi limitai a sorridergli.
Stai benissimo.
Grazie - abbassai la testa - dove andiamo?” Eravamo in auto.
Da qualche parte.Che risposta eh?
Oh, okay.
Stavamo girando in periferia, cioè nemmeno cinque minuti e fermò la macchina.
Siamo arrivati.
Mi guardai intorno e vedevo solamente case, nessun ristorante, fast-food, nulla. Sembrava semplicemente di essere nel quartiere dove abitavo io.
Dove siamo?” Chiesi, con aria abbastanza preoccupata.
A due passi da casa tua, a casa mia. Dai scendiamo.
Scesi dalla macchina muovendomi come un robot.  
Era una casa normale, molto più grande della mia, ma niente di esagerato.
Entrammo e sulla sinistra c’era la sala da pranzo.
Un tavolo imbandito, con due candele al centro.
Ehm, non è niente di che, ma lo trovo carino e poi è per stare tranquilli.
Non era carino. Era in assoluto la cosa più bella e dolce che un ragazzo avesse fatto per me.
Avevo un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
No, è bellissimo, grazie.
Momento di imbarazzo.
Dai accomodati, mangiamo che sto morendo di fame.
Mi sedetti su una delle due sedie. “Hai cucinato tu?
Ehm, no. Lasciamo stare dai.
Ridemmo entrambi e sorvolai.
Parlammo tantissimo. Gli raccontai anche tutte le cose imbarazzanti che una fan è disposta a fare.
Di come ci si preoccupa per ogni minima cosa.
Si può dire che io ti conosco da parecchio, sei mio amico da molto tempo. Sei tu quello che mi conosce da poco.
Rimase zitto, non mi rispose subito. “Eppure, non so perché, mi sembra di conoscerti da tanto.
Altro momento di imbarazzo.
Vivi da solo qui?Per una volta fui io a rompere il silenzio.
Nono, c’è anche Louis.”
Sgranai gli occhi e mi guardai intorno, come per cercare qualcuno.
Scoppiò a ridere. “Tranquilla, adesso non c’è. È fuori con Eleanor.
Oh, okay.” Abbassai lo sguardo delusa.
Dai tranquilla, te lo farò conoscere.
Ripresi subito a sorridere, sembravo una bambina.
Restammo tutta la sera a parlare di un miliardo di cose.

23:30Forse è meglio che torni a casa” Non mi andava di lasciare Bea sola fino a tardi.
Ehm, si okay, c’è Bea sola. Ti accompagno!Il modo in cui diceva ‘Bea’ era seriamente comico.
Non c’è bisogno dai, è qui vicino!
Taylor, è tardi, non ti lascio andare via da sola.
Sei cocciuto, ragazzo.
Prese le chiavi dell’auto ed entrammo. Cavolo, ma non faceva un passo a piedi? Sempre in auto?
Hai preso l’auto inutilmente, siamo già arrivati.
Ma guarda un po’ se non stai lì a preoccuparti di tutto.”
Sorrisi. Terzo momento di imbarazzo.
Grazie per la bella serata, davvero.Fiera di me per tutte le volte che ho preso l’iniziativa.
Grazie a te, sono stato bene, senza pensieri.
Sembrava la scena di un film. A questo punto, solitamente, che succede? Merda!
Ci avvicinammo sempre di più. Infine le nostre labbra si toccarono e le lingue iniziarono a intrecciarsi.
Era successo. C’eravamo baciati.
Gli sussurrai all’orecchio un debole “Buonanotte.” e scesi dall’auto.  
 
  
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