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Autore: LyraB    03/09/2012    2 recensioni
Kailey è all'ultimo anno. Ha i capelli rossi, una terribile insicurezza, una fervida immaginazione... e una migliore amica di nome Jo. Jo è vitale, energica e intraprendente. È solo al primo anno, ma non ha paura di niente. Quando decidono, improvvisamente, di iscriversi al Glee Club, intaccano inevitabilmente gli equilibri del gruppo. Ci sarà chi se ne innamorerà, chi le detesterà e chi penserà che "mancavano solo Anna dai capelli rossi e un maschiaccio" per completare il gruppo. Ma entrare a far parte di quel gruppo cambierà le loro vite, insegnando loro che si può, davvero, afferrare una stella.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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gleefanfic
ventisei

sabato sera, casa di Jo






Era un piacevole serata di primavera. Jo era seduta sul retro della villa e si godeva il profumo dell'aria tiepida: quel periodo dell'anno la faceva sempre pensare a quando, da bambine, mettevano in scena spettacoli e balletti per il vicinato. Di solito era il primo alito di brezza calda che metteva in moto le loro testoline.
Sospirò pensando che non sarebbero più tornati, quei momenti.
In quell'istante una figura vestita di bianco comparve nella veranda della casa vicina.
- Ehi, Kailey! - La chiamò Jo.
Kailey si avvicinò alla siepe che divideva i due giardini. Indossava un vestito bianco profilato di stoffa a quadrettini bianchi e rossi e i suoi capelli ramati le si inanellavano sulle spalle, lucenti nella penombra della sera.
- Come sei bella! - Esclamò Jo ammirata. - Esci? -
- Non lo so. -
- Beh, con una mise così è difficile crederti. -
- È che non ho ancora deciso. -
- Mi vuoi spiegare cosa sta succedendo tra te e Artie? Sei così strana! -
- È una storia lunga. - Disse Kailey abbassando gli occhi.
Il suono di un clacson in lontananza attirò la loro attenzione.
- È Blaine? -
- Se vuoi parlare gli dico di andare a farsi un giro e resto con te. - Propose Jo.
Kailey scosse la testa, sorridendo.
- No, vai. Anche io uscirò. Credo. -
Jo si sporse per abbracciarla affettuosamente sopra la siepe e poi la guardò, seria.
- Domani sera dormi da me, ok? Così non ci sarà nessuno ad interromperci. -
Il clacson suonò di nuovo, in lontananza.
- Il tuo usignolo cinguetta. - Disse Kailey con un sorriso divertito.
- Vado. A domani. -
Jo si allontanò lungo il giardino e raggiunse Blaine in macchina. Il ragazzo le posò un bacio sulla guancia per salutarla e poi le chiese dove voleva andare.
- Magari una passeggiata in centro? È una serata così bella! - Propose Jo.
Blaine annuì, avviandosi verso il centro di Lima: non era una città particolarmente verde, ma il nucleo attorno a cui si era espansa era fatto di viali alberati e case dai graziosi giardini ben curati. Camminare mano nella mano con Blaine in quei viali illuminati dai lampioncini faceva sentire Jo come la protagonista di uno dei romanzetti rosa che sua nonna leggeva continuamente.
Blaine era loquace e interessante come sempre, sapeva sempre cosa dire e aveva la battuta pronta. Stavano camminando in silenzio nelle vie semideserte, quando Blaine la tirò più vicina e affondò il viso nei suoi capelli per cantarle una canzone all'orecchio.

    When it's black
    Take a little time to hold yourself
    Take a little time to feel around
    Before it's gone


Jo si lasciò trascinare dalla musica e ben presto nella via si sentirono le loro voci, diverse, ma unite dalla stessa melodia, che si univano e si allontanavano allo stesso ritmo delle loro mani, intrecciate nella danza. Da fuori dovevano sembrare due ubriachi, mentre ballavano e cantavano nella via deserta in quel dolce sabato sera di fine marzo, ma, se avessero guardato meglio, tutti avrebbero potuto notare che l'unica ebbrezza che si leggeva nei loro occhi era quella di due cuori innamorati.

    If there's love just feel it
    If there's life we'll live it
    This is no time to be alone
    I won't let you go

Alla fine della canzone Blaine tirò Jo contro di sé e la abbracciò stretta, con il fiato mozzo dalla fatica e dall'emozione. Jo ricambiò l'abbraccio togliendo a Blaine il poco fiato che era riuscito a conquistare, alzò il viso e lo baciò sulla bocca, complice il fatto che Blaine non era di molto più alto di lei.
La lunga passeggiata conclusasi in modo tanto musicale aveva come meta il caro vecchio Lima Bean, più vuoto che mai in quelle sere in cui stare fuori era così piacevole.
Jo si stava facendo strada dietro a Blaine fino alla cassa, quando la sua attenzione fu attirata da una cascata di lucenti riccioli color tramonto.
Rimase ferma finché Blaine non la strattonò.
- Che succede? -
- Blaine... quella è Kailey. - Disse accennando alla ragazza dai capelli rossi seduta ad un tavolo in fondo alla sala.
- Sì, beh, le somiglia molto. -
- Ti dico che è lei! La conosco così bene che la riconoscerei anche se fosse pelata, di spalle e completamente coperta da un'armatura. Quella è Kailey McDaniels, la mia migliore amica. La vera domanda è: chi è il ragazzo che è con lei? -
Jo e Blaine cercarono di scavare nella loro memoria alla ricerca di un ragazzo con i capelli color miele e il sorriso affascinante, ma al McKinley non c'erano ragazzi come quello.
- Non l'ho mai visto prima. - Dissero all'unisono.
Si avviarono al bancone, sperando che Kailey non li avesse notati.
- Quello che è certo è che non è Artie. - Disse Jo cupamente.
Le sue parole "il coniglietto si è trasformato in una leonessa" erano terribilmente vere, allora. Kailey non era più la fanciulla dolcissima e ingenua di sempre? Chi era diventata la sua migliore amica se non le raccontava più cosa provava e usciva con diversi ragazzi contemporaneamente? Con ragazzi sconosciuti, per di più!
Blaine lesse sul viso di Jo tutta la sua amarezza e le passò un braccio attorno alle spalle, tirandola contro il suo fianco e posandole un bacio sui capelli.
- Sono sicuro che Kailey ha una spiegazione per tutto. -
Jo non rispose, rifugiandosi nell'abbraccio di Blaine come se fosse stata l'unica cosa ferma in un mondo che continuava a cambiarle sotto i piedi.

La sera successiva Jo aspettava Kailey con malcelata impazienza: andava avanti e indietro lungo il corridoio davanti alla sua camera dato che qualunque stanza le sembrava troppo piccola per i suoi lunghi passi nervosi. Aveva passato una serata deliziosa con Blaine, ma non riusciva a non pensare a Kailey, seduta al Lima Bean con quello sconosciuto: la sua amica rideva, gli occhi le scintillavano e sembrava imbarazzata e felice al tempo stesso. Erano già lì prima del suo arrivo e quando lei e Blaine erano usciti per tornare a casa loro non si erano mossi.
Il campanello trillò e Jo sobbalzò, scese le scale a quattro a quattro e sorrise a Kailey, in piedi al di là della porta, in jeans e t-shirt e con una borsa di tela sulle spalle: sembrava la Kailey di sempre.
- Eccomi qui, in perfetto orario. - Disse Kailey sorridente.
Jo si sporse per guardare il cielo al di là della veranda.
- Che fai? -
- Controllo che non stia per piovere. Sei puntuale per la prima volta nella tua vita. -
Kailey le fece una linguaccia e la seguì in camera. Buttò le proprie cose sul divano letto turchese nell'angolo e si lanciò sul letto con un saltello.
- Come è andata la tua serata, ieri? - Disse con innocenza.
Jo non sapeva come iniziare, ma le parole le uscirono dalle labbra senza nemmeno averle richiamate alla coscienza.
- Benissimo, siamo stati anche noi al Lima Bean. -
Se anche Jo non fosse stata in grado di capire cosa stava accadendo nella mente di Kailey, la ragazza cambiò improvvisamente espressione: prima distesa, poi sorpresa e infine preoccupata e imbarazzata insieme.
- Era... stranamente... vuoto, non è vero? - Disse Kailey.
Jo le si sedette vicino e si appoggiò alla testiera del letto, incrociando le gambe.
- Adesso voglio sentire tutta la storia, dal principio. -
Kailey abbassò gli occhi e sospirò.
- È una storia lunga. -
- Abbiamo tutta la notte, stavolta per davvero. -
Kailey prese un bel respiro e raccontò a Jo del valzer nella hall dell'auditorium di Lima, quasi un anno prima. Del disegno che Artie le aveva regalato, dell'incontro al Bel Grissino e dell'occhiata complice che si erano scambiati.
- Sapevo che non si era dimenticato di me, l'ho capito subito da come mi ha guardata. Era come se noi due ci fossimo incontrati perchè eravamo destinati a conoscerci. - Disse Kailey con sentimento.
Jo non rispose, continuando a guardare Kailey per leggere in lei qualcosa che forse nemmeno la sua amica stava capendo. Poi Kailey le raccontò di quando l'avevano incontrato al Lima Bean e di come se n'era andato piccato... e della sua decisione di scrivergli.
- Da quella mia mail ci siamo scritti quasi tutti i giorni. Ogni pomeriggio smaniavo per tornare a casa e aprire la posta elettronica per trovare la sua mail. Mi raccontava di cosa succedeva a scuola, delle prove del Glee a cui non sopporta di dover partecipare, di quando decideva di fingersi malato o infortunato per non dover seguire i corsi di canto e di danza. Mi raccontava cose buffissime e cose molto serie, abbiamo scoperto di avere la stessa passione per il fantasy e di amare le colonne sonore dei nostri film preferiti, che sono quasi gli stessi. -
- Praticamente una Kailey al maschile. -
- Oh, lui è molto più di me al maschile. È spiritoso, a volte irriverente, non ha paura di niente e di nessuno e sa di piacere alle persone. Dopo tante mail e tanta conversazione, mi ha chiesto di uscire. Se fosse stato me avrebbe balbettato e aspettato... ma lui mi ha chiesto di uscire con naturalezza: nell'ultima mail mi ha chiesto se avevo voglia di passare il sabato sera con lui. -
- E hai accettato? -
- Sono stata disperata per qualche giorno, ma ogni volta che il mio pensiero vagava libero mi ritrovavo a pensare a lui. Vedevo Finn che accompagnava a casa Rachel e pensavo che sarebbe stato bellissimo se Jamie mi avesse portato a casa. Vedevo Brittany e Santana mano nella mano e sognavo di poter anche io andare da una lezione all'altra mano nella mano con lui. Quando Artie mi ha detto che avrebbe dovuto lavorare con i tecnici dell'audio per tutto il sabato pomeriggio, gli ho detto che avrei anche io avuto da fare e non ci siamo organizzati per la serata... così ho scritto a Jamie che andava bene. -
- Ti rendi conto, sì, che sei uscita con un ragazzo che non è il tuo fidanzato. -
Kailey abbassò gli occhi e poi li alzò di nuovo verso Jo.
- Lo so, ma sono innamorata di Jamie più di quanto io sia mai stata innamorata di Artie. -
Jo sorrise. Aveva capito che la sua migliore amica si era innamorata di quel ragazzo con gli occhi verdi: l'aveva capito la sera prima, quando l'aveva vista mettersi i capelli dietro le orecchie e sorridere sbattendo le ciglia. Era la prima volta che la vedeva sfoderare la sua dolcezza come arma di seduzione e, almeno a giudicare dal sorriso del ragazzo che le teneva compagnia, aveva decisamente fatto centro.
Sentire Kailey ammettere di essere innamorata di Jamie era un po' un sollievo: almeno non avrebbe dovuto combattere per vederla con lui così come aveva dovuto fare per vederla con Artie.
- So che devo lasciarlo, Jo, ma è complicato. Non so con che parole farlo e ho paura di non averne il coraggio... Lui è così tenero, io non lo voglio ferire... La Kailey che ero non si ficcava in queste situazioni. La Kailey che ero non avrebbe mai spezzato il cuore a un ragazzo... pensavo che mi sarei messa solo col ragazzo giusto per me... E invece... -
Jo le si avvicinò e la abbracciò stretta, dandole un affettuoso pizzicotto come faceva sempre quando erano piccole: Kailey era rimasta la stessa ragazza, solo che forse si era decisa a comportarsi come una donna e non come una bambina dell'asilo.
La sciolse dall'abbraccio e la guardò, felice di avere accanto la sua cara, vecchia Kailey.
- Troverai il coraggio e le parole, ne sono sicura. E poi una che scrive storie così belle non può non avere le parole giuste per dire ad Artie come stanno le cose, no? -
Kailey arrossì e sorrise.
- A proposito, volevo chiederti una cosa. Mi spieghi perchè la sottoscritta è finita nei panni di una principessa di seta e velluto e Santana in quelle della guerriera? Mi sarebbe piaciuto molto di più andare in giro a menare le mani! - Esclamò Jo divertita.
- So che in fondo ti piace sentirti una principessa. -
- Ma per favore. -
- In fondo, Jo. Molto in fondo. - Disse Kailey suadente.
Jo scrollò le spalle, imbarazzata: non avrebbe ammesso con nessuno che si sentiva veramente un personaggio delle favole, quando Blaine faceva il romantico con lei. Sì, forse non proprio Biancaneve, qualcuno di più simile ad Anastasia, una che non si faceva mettere i piedi in testa facilmente... ma dopotutto era la verità.
Kailey conosceva bene Jo tanto quanto Jo conosceva bene Kailey. Era poco ma sicuro.
- Beh, direi che è il momento di iniziare il pigiama party. -
Dalla scatola di scarpe sotto al letto, Jo tirò fuori una montagna di dolci, dolcetti e dolcini.
- Qualcuno ha fatto un giro a Mielandia, ultimamente? - Disse Kailey ridendo.
- Non hai idea come la Polvere Volante funzioni bene col barbecue del giardino! -
Un'allegra risata riempì la stanza, un momento prima che il miele e la cioccolata riempissero le loro bocche.
- Ho una canzone per te. - Disse Kailey all'improvviso, avvicinandosi al computer.
- Oh, ti prego, dimmi che non ti stai trasformando in una miss Berry che ha una canzone anche per quando si sta tagliando le unghie. -
- Ascolta la canzone e smettila di brontolare. -
Cercò su YouTube la canzone che voleva e scelse un video con le parole. Gli accordi di una chitarra riempirono la stanza e la voce di Kailey, dolce come al solito, si sovrappose a quella gracchiante che usciva dalle casse del portatile di Jo.

    I was like you and yes you were like me
    We were so much alike but unique as can be
    Friends 'till the end and we were quite the right team
    Like those two men Aristotle and Averroes


☆☆☆



Si svegliarono la mattina dopo col suono della sveglia di Jo, un potente gallo che gridava il suo chicchirichì in ogni direzione.
Kailey, con la testa pesante per i troppi dolci e la bocca impastata, aprì gli occhi ritrovandosi di traverso sulla poltrona con il pigiama pieno di briciole.
Jo aveva aperto un occhio solo e si era messa seduta esclamando.
- Tirate il collo a quella bestia! -
- Jo, è la tua sveglia! -
- Tirale il collo lo stesso! -
Un cuscino del divano le arrivò in testa.
- Jo! Facciamo tardi, torna in te! - Poi sogghignò. - Per quanto poco tu sia in te solitamente. -
- Bada a come parli, coniglietto. La mattina sono una belva. -
- Un leone, direi. - Disse, accennando ai capelli.
Jo si alzò sbuffando e infilò una spazzola tra i capelli arruffati cercando di domarli senza la minima voglia.
Le due ragazze assonnate e confuse che si facevano strada tra i ragazzi del McKinley si sentirono letteralmente travolgere dal vocio mattutino degli studenti.

- Io mi do malata. - Disse Jo, abbandonandosi contro il suo armadietto.
Per tutta risposta, Kailey sbadigliò sonoramente.

- Buongiorno, Kailey. -
La voce di Artie fece sobbalzare la ragazza a tal punto che perse l'equilibrio andando a sbattere contro il muro. Sorrise al ragazzo massaggiandosi il gomito dolorante.
- Ci vediamo più tardi. - Bofonchiò Jo, avviandosi verso l'aula di arte priva di entusiasmo.
- Sono arrivati i costumi per lo spettacolo. - Disse Artie accompagnando Kailey in classe.
- Davvero? - Disse Kailey, risvegliandosi un po': non vedeva l'ora di averli tra le mani dal momento in cui il professor Schuester aveva annunciato di essere riuscito a recuperarne un po' a costo zero.
- Sabato pomeriggio, mentre ero qui con i fonici, hanno scaricato tre scatoloni. Li ho fatti lasciare in auditorium, ti va se durante la pausa pranzo andiamo a dargli un'occhiata io e te? Se lo facciamo alla presenza degli altri finisce che ci accapigliamo e non caviamo un ragno dal buco. -
- Ci sto. Ci vediamo dopo pranzo? -
- A dopo. - Disse Artie, lanciandole un sorriso prima di sparire nell'aula di matematica.
Kailey entrò nell'aula di arte e si sedette nel posto che Tina aveva tenuto per lei, salutandola con un sorriso. Kailey sapeva benissimo che il suo pensiero sarebbe stato fisso per tutta la mattina sull'incontro con Artie del dopopranzo: aopo la serata con Jo si sentiva carica e coraggiosa, piena di entusiasmo e di voglia di farcela: avrebbe detto la verità ad Artie. Dopotutto lei non era quella che diceva sempre che "la verità sta bene dovunque"? Avrebbe dovuto mantenere fede al suo pensiero e dire la semplice verità ad Artie: che aveva conosciuto un altro ragazzo e che non se la sentiva di andare avanti nella storia con lui.
Niente di più semplice, almeno in teoria.
Tina notò la sua distrazione e per tutta la lezione non fece altro che darle discrete gomitate quando il professore guardava dalla loro parte. Teneva il segno sul libro con un dito, in modo che Kailey non perdesse il filo tra un pensiero e l'altro.
- Che ti è successo? Sei più distratta del solito. - Le chiese alla fine della lezione.
- Sono distratta. -
- Sì, l'ho appena detto io. - Disse Tina, scettica.
- Colpa del musical. - Mentì Kailey.
Tina la guardò con un sopracciglio alzato e Kailey pensò che probabilmente una timida avrebbe scoperto con facilità un'altra timida che diceva una bugia. La giovane orientale però diede ancora una volta prova della sua riservatezza non facendo altre domande.
L'ora di pranzo arrivò in un baleno.
"Dovrei avere più cose difficili da fare nella pausa, così le mattinate di scuola passerebbero più in fretta." Pensò cupamente Kailey mentre entrava in auditorium.
Il suo coraggio viaggiava parallelamente al tempo che mancava al suo incontro con Artie: diminuiva ogni minuto di più.
Un panino al volo allo snack bar - non aveva voglia di incontrare gli altri in mensa e soprattutto non se la sentiva di mangiare niente di più solido di un toast, tanto il suo stomaco era chiuso - e poi corse in auditorium sperando di avere cinque minuti da sola prima della grande impresa.
Socchiuse la porta e tirò un sospiro di sollievo nel vedere che il palco era deserto. I faretti del proscenio erano accesi e Kailey raggiunse in un attimo gli scatoloni chiusi posati sul parquet.
Due lunghe aste di alluminio piene di appendiabiti attendevano solo di essere riempite con i vestiti procurati dal professore di spagnolo.
Kailey aprì il primo scatolone con la stessa espressione di una bambina che apre i regali la mattina di Natale e fece scivolare rapita le mani sulla stoffa di mantelli, casacche, calzoni e tuniche. C'erano dei bellissimi vestiti sui toni del blu e del viola, perfetti per gli stregoni, una tunica di seta cangiante rossa e arancione, adatta allo Spirito della Pietra... chissà se Tina aveva delle extensions rosse da abbinarci?
I vestiti passavano velocemente dallo scatolone al pavimento, posati alla rinfusa uno sull'altro, e all'improvviso Kailey si ritrovò tra le mani un vestito da principessa. Centomila volte più bello dell'abito da Ariel che aveva messo ad Halloween, milioni di volte più elegante di qualunque suo scamiciato e infinite volte più incantevole di qualunque altro abito in quello scatolone.
Era di un rosa delicato, ricamato di perline bianche e decorato da nastri color panna. Kailey si alzò in piedi tenendolo tra le mani e se lo posò sul corpo. Era un po' lungo, in effetti, ma quale vestito sarebbe stato bene a una piccolina come lei? Le sarebbe piaciuto avere uno specchio per guardarsi, ma non c'erano specchi sul palco. Con una mano allargò la gonna ondulata, facendo una piroetta su sé stessa e lasciando che tulle e velluto si allargassero attorno a lei.
Sarebbe stato così bello indossare quel vestito e andare a un ballo da fiaba, ballare un valzer tra le braccia di un bel cavaliere... magari dagli occhi verdi. Involontariamente, Kailey arrossì.
Piroettò al centro del palco intonando il ritmo di un valzer e volteggiando tra le braccia di un cavaliere immaginario. Aveva ancora l'abito rosa poggiato addosso e più ballava più le tornava in mente una canzone che aveva sentito la sera che era uscita con Jamie.

    Take my hand, I'll teach you to dance.
    I'll spin you around, won't let you fall down.


Erano saliti in macchina da pochi minuti e quando Jamie aveva acceso la radio lo speaker stava lanciando una nuova canzone. Le prime note avevano riempito l'abitacolo e all'improvviso Jamie aveva accostato, fermandosi nel parcheggio di un supermercato.
- Scendi! - Le aveva detto con gli occhi che luccicavano.
Kailey, sbigottita, non si era mossa finché Jamie non l'aveva raggiunta, spalancando la portiera e prendendola per mano per farla scendere. Poi aveva alzato il volume e mentre la canzone si allargava nel parcheggio deserto Jamie l'aveva tirata vicino a sé, posandole la sua mano calda sulla schiena e facendola ballare. Alla fine della canzone Jamie era rimasto immobile, sorridendole con quei suoi incredibili occhi verdi. Per un lungo momento Kailey aveva trattenuto il fiato, aspettando il suo bacio sulle labbra, ma Jamie si era limitato a baciarla su una guancia, facendole poi cenno di salire in macchina.

    Suddenly, I'm feeling brave.
    Don't know what's got into me, why I feel this way.
    Can we dance real slow?
    Can I hold you? Can I hold you close?

Non aveva più sentito quella canzone, ma le era rimasta nella mente e nel cuore: sentì la sua voce cantarla e i suoi piedi ballarla come se la ragazza sul palco non fosse stata lei, con una sicurezza e una spontaneità che non appartenevano alla Kailey adolescente, ma alla Kailey bambina che recitava con passione il suo ruolo di principessa sfortunata sul palco improvvisato nel cortile di Jo.
Alla fine della canzone, Kailey si fermò al centro del palco, abbracciando il vestito come se fosse stato Jamie in persona.
Come l'avrebbe voluto lì con lei, a ballare su quel palco sotto i riflettori! Avrebbe ballato con lui anche senza musica, anche a costo di cantare lei per tutti e due.
- Allora è la verità. -
Kailey si voltò verso le quinte e vide Artie, nel suo golf a righe bianche e grigie, che la guardava fisso con aria affranta.
   
 
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