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Autore: VioValo_Villina    03/09/2012    2 recensioni
Ville e una ragazza che crede di conoscere. Una sensazione di déjà-vu che non lo molla neanche un attimo. Chi sarà mai questa ballerina di burlesque che tanto lo tormenta nei pensieri? Scoprire la sua identità potrebbe cambiare il suo passato... O forse no?
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ville era tornato in quel locale anche quella sera. Aveva chiesto al tizio della biglietteria chi si sarebbe esibito in serata, ma questo gli aveva confermato che Lulù non ci sarebbe stata. Il cantante se ne tornò così sui propri passi e raggiunse il parco di Kaivopuisto per fare una passeggiata sulla costa. Faceva freddo ma a lui poco importava.
 
Luna stava litigando con le buste della spesa che pesavano più di quanto si fosse immaginata. Fortunatamente casa sua non era molto distante dal piccolo supermercato che frequentava abitualmente. Facendo un lungo respiro riprese a camminare con passo spedito. Un piccolo sorriso si disegnò sul suo viso al pensiero di quello che l’attendeva appena fosse tornata a casa.
Aveva lasciato Jonne addormentato sul suo letto mentre Jukka, dopo averla coccolata per buona parte della giornata, si era chiuso in bagno per farsi una doccia.
-Cavolo..- una voce profonda la paralizzò. Sollevò lo sguardo e incontrò gli occhi verdi dell’unico uomo in tutta la Finlandia che mai avrebbe voluto incontrare, specialmente in quel momento.
Ville piegò la testa di lato quando la mise a fuoco. –Tu sei Lulù, vero?- chiese continuando a fissarla. La ragazza annuì timidamente. –Ciao- continuò lui con un sorriso. –Posso offrirti un caffè? Ti va?-
Lei scosse la testa. –Mi spiace ma ora non posso proprio fermarmi. Devo.. devo andare a casa- lo sorpassò in tutta fretta sperando che lui non la seguisse.
-Posso accompagnarti?- chiese invece lui già al suo fianco.
-Sono quasi arrivata.. non serve che ti disturbi..- ma si morse la lingua non appena si rese conto di avergli praticamente detto che abitava lì vicino. Abbassò lo sguardo lasciando che i capelli le nascondessero il viso e si mordicchiò le labbra nervosamente.
Ville si illuminò a quella rivelazione. –Potrei..- ma non riuscì a finire la frase.
-Ehi.. tutto bene qui?- Jukka si era avvicinato ai due accarezzando istintivamente i capelli della ragazza. –Dai qua, sembrano pesanti- disse poi, prendendole dalle mani le buste.
Ville sbuffò. –Beh.. a questo punto è meglio se me ne vado- lanciò un’occhiatina scocciata al chitarrista. –Ciao Lulù-
-Ciao... Ville..- mormorò verso di lui Luna. Si voltò verso Jukka e cercò di riprendere le buste. -Kris ce la faccio... non sono così gracilina sai?- sbuffò allo stesso modo di Ville e arricciò le labbra in un tenerissimo broncio, che al cantante non sfuggì. Quel modo di arricciare le labbra l'aveva visto fare solo ad una persona, ma era impossibile che fosse lei..
"No ma che vado a pensare.... dai Ville, stai avendo le allucinazioni..."
Dopo aver visto il cantante degli HIM sparire, i due ragazzi si avviarono verso casa.
-Come mi hai trovata?- chiese Luna al ragazzo che le camminava accanto.
Il chitarrista fece spallucce. –Ho solo seguito l’istinto. E poi non ho dovuto camminare molto per trovarti-
Il sorriso che le regalò le tolse il fiato per un attimo. –Beh.. grazie- mormorò. –Per essere venuto a cercarmi-
 
Appena entrati in casa si ritrovarono davanti uno Jonne ancora assonnato che li stava guardando con il broncio. –Mi sono svegliato e in casa non c’era nessuno. Dove siete stati?-
Luna scoppiò a ridere nel vederlo così. In quel momento era tornato il bimbo che aveva imparato ad amare col tempo. –Sono andata a fare un po’ di spesa e Kris mi ha aiutata-
Il ragazzo sospirò. –Va bene.. ma non fatelo mai più. Non mi piace essere lasciato tutto solo-
Jukka scosse la testa divertito mentre la ragazza si mise a sistemare la spesa nella dispensa.
-Posso aiutarti?- sussurrò il chitarrista arrivandole alle spalle poggiandole le mani sui fianchi, il viso a pochi millimetri dal suo.
-Ma no, tranquillo... mettiti pure comodo. Faccio in un attimo.- rispose mentre sentiva i brividi che le provocavano le dita, ma soprattutto le labbra, di Kris. Il chitarrista aveva lo strano potere di farle dimenticare quello che succedeva durante la giornata.
Il ragazzo sembrò non averla nemmeno sentita. Le sfiorò il collo con le labbra. -Sei sicura?- chiese facendo aderire ancora di più i loro corpi.
Luna sentì all'istante una sensazione di piacevole freschezza lungo le braccia e di leggero calore al ventre. -S..sì..- rispose, ma la mano destra, impegnata nel sistemare la scatola dei cereali le tremò appena.
Jonne tornò in salotto dopo essersi dato una sistemata. Non vedendo nuovamente nessuno si affacciò alla porta della cucina. Spalancò gli occhi quando vide il suo migliore amico impegnato a sedurre Luna in modo tanto sensuale da togliere il fiato. Non sapendo che fare si schiarì la voce per palesare la sua presenza.
Jukka lasciò immediatamente la ragazza che si passò una mano tra i capelli cercando di recuperare un battito cardiaco normale.
-Io.. io mi sono ricordato solo adesso che devo uscire- disse all’improvviso il biondo. –Ho.. un appuntamento e.. sono anche in ritardo. Non aspettatemi alzati. Buona serata ragazzi- afferrò al volo il giubbotto bianco e uscì di casa lasciandoli soli.
Jukka sorrise sapendo che Jonne aveva mentito spudoratamente ma la presenza di Luna al suo fianco riaccese istantaneo il desiderio che aveva provato fino a pochi istanti prima. In un attimo le fu davanti, imprigionandola tra il suo corpo e la cucina. –Allora.. stavamo dicendo?- mormorò avvicinandosi fino a sfiorarle le labbra con le sue.
-Kris.. devo... devo finire di riporre la spesa..- rispose poco convinta lei dopo aver ricambiato quello sfiorarsi leggero di labbra a cui il chitarrista aveva dato inizio. Ripensò a come Jonne se ne fosse andato così tanto velocemente da non sembrare umano.. e tutto le fu chiaro. Guardò Jukka negli occhi, incapace di muovere un solo muscolo che non fosse direttamente collegato con le labbra..
Il chitarrista la lasciò andare. –Come vuoi- mormorò. –Se hai bisogno di me..- le accarezzò i capelli distrattamente prima di uscire dalla cucina.
Riprese a respirare appena il ragazzo non fu più in vista. Si lasciò scivolare a terra, la schiena appoggiata al mobile della cucina e si portò le mani tra i capelli. Cioè... prima la stuzzicava così apertamente e poi se ne andava come se non fosse successo niente? Quel ragazzo l'avrebbe fatta impazzire. Si rialzò e si costrinse a finire di mettere a posto. Cucinò qualcosa di veloce ma sostanzioso... e fece la pazzia... tanto era una semplicissima torta... la torta che le veniva meglio. Una volta tutto pronto apparecchiò la tavola e chiamò Kris
Il chitarrista la raggiunse e si mise seduto al tavolo. Non riusciva a fare a meno di pensare a quanto fosse bella e a quanto le sarebbe piaciuto immergere le mani in quei capelli biondi e baciare quelle labbra fino a toglierle il respiro. Ma forse quello non era il desiderio della ragazza e lui non voleva sembrare un maniaco insensibile.
Mangiò in silenzio quello che aveva preparato e quando Luna mise in tavola il dessert gli occhi gli si illuminarono. –L’hai.. l’hai fatta tu??- chiese non riuscendo a credere che, senza saperlo, lei avesse preparato proprio il suo dolce preferito.
-Ehm.. si...- si tormentò le mani imbarazzata mentre finiva di spostare i piatti sporchi nel lavandino e ne prendeva due puliti assieme alle forchette da dolce. -..non ti piace? oddio forse sei allergico al cioccolato..- si fece prendere dal panico mentre gli tagliava una bella fetta di torta nevada.
-No.. no.. Luna- la zittì prendendole una mano con la sua. –Non sono allergico al cioccolato. Questa è.. è la mia torta preferita- spiegò.
A lei quasi cadde il coltello di mano a sentire quella risposta. -..Davvero? oddio.. che coincidenza.. è quella che mi riesce meglio..- mormorò imbarazzata posandogli poi il piatto davanti e sedendosi a guardarlo mentre mangiava.
Jukka sorrise portandosi alle labbra un po' di torta. -Tu non la mangi?- le chiese guardandola incuriosito.
-Non posso ingrassare.. sai.. per il lavoro..- ridacchiò tormentandosi i capelli con le dita. -Beh dai... ce n'è di più per te.. se Jonne non ne viene a conoscenza.. e conoscendolo frugherà in frigo appena tornerà..- scosse la testa divertita, evitando di proposito di guardare il chitarrista. Si era resa conto che fissarlo mentre mangiava era una vera e propria sfida all'autocontrollo...
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo. –Io credo che se ne assaggi solo un pezzettino non ti succederà niente- Si alzò mettendosi proprio davanti a lei accostandole un piccolo pezzo di torta alle labbra. La ragazza l’assaggiò timidamente e lui sorrise. –Aspetta- mormorò. –Ti è rimasta della panna sulla bocca- Senza darle il tempo di reagire si avvicinò e le sfiorò le labbra con la lingua.
–Così è anche più buona- sussurrò poi.
Luna sentì di essere arrossita. Abbassò lo sguardo. -Io... io lavo i piatti.. serviti pure se ne vuoi ancora.- Si alzò all'improvviso e si avvicinò al lavello. Aprì l'acqua mettendoci poi dentro il detersivo e le stoviglie sporche.
Jukka sospirò. Che doveva fare per farle capire che la desiderava?
Rimase a guardarla armeggiare con piatti e bicchieri per qualche minuto, poi si fece coraggio e la raggiunse. Le tolse le mani dall’acqua per farla voltare e in un attimo prese pieno possesso di quelle labbra che lo stavano facendo impazzire.
Sbarrò gli occhi nel secondo esatto in cui lui si era appropriato di lei. Piano piano però si lasciò andare. Con le mani ancora bagnate e sporche di schiuma gli afFerrò i capelli, rispondendogli con timida intraprendenza.
Quando le labbra della ragazza risposero alle sue, Jukka si fece più audace e lasciò vagare la mani lungo la sua schiena fino ad arrivare al bordo dei jeans che seguì con la punta delle dita solleticandole la pelle.
Le lasciò la bocca per poterla guardare negli occhi. Le sue guance arrossate lo fecero sorridere, era ancora più bella quando era imbarazzata. –A cosa stai pensando?- le sussurrò sfiorandole il naso con il suo.
-a...a nulla...sinceramente il cervello mi è andato in tilt..- mormorò lei mordicchiandosi un labbro. Averlo così vicino non aiutava di certo a pensare lucidamente.. con raziocinio. -Io.. no .. nulla..- lo baciò di nuovo. Bastava quella come risposta
Quel nuovo bacio fu la scintilla che fece accendere totalmente Jukka. Le sue mani si erano infilate sotto la maglietta della ragazza e ora erano a contatto con la pelle nuda della sua schiena. –Luna io.. io..» ancora un bacio, un altro e il chitarrista si ritrovò a dover riprendere fiato. –Dove vuoi arrivare?- chiese ad un tratto.
-Non voglio ferirti Luna e se tu..- abbassò lo sguardo. –Per fartela breve, quando comincio difficilmente riesco a fermarmi quindi..- la guardò in modo piuttosto eloquente aspettando che lei prendesse una decisione.
La ragazza lo guardò solo qualche istante e riprese possesso delle sue labbra. Con studiata lentezza cominciò a far scivolare fuori dalle loro asole i bottoni della camicia di raso nera che indossava il chitarrista. La fece poi scivolare dalle sue spalle, lasciandola cadere a terra con un delicato fruscio.
Il ragazzo sorrise. –Bella mossa- sussurrò sfiorandole il lobo dell’orecchio con la lingua mentre le sue mani avevano iniziato a sollevarle la maglia rossa che indossava e che poi gettò a terra.
Lentamente le scivolò dietro le spalle cominciando a baciarle piano il collo, scendendo sulla spalla e poi lungo il braccio portandosi dietro lo spallino del reggiseno che ben presto raggiunse la maglia e la camicia sul pavimento.
La fece voltare e si riprese le sue labbra soltanto per un momento per poi scendere lento ad assaporare ogni centimetro di quella pelle profumata che lo stava mandando fuori di testa.
Luna sospirò leggermente lasciandolo fare. Gli prese poi la mano e cominciò a indietreggiare verso la propria camera. Lungo il tragitto lo liberò dalla fastidiosa presenza della cintura e dei pantaloni di pelle, abbandonandoli in corridoio. Non si curò di chiudere la porta della camera.. Jonne aveva detto che sarebbe tornato tardi quindi..
Jukka la fece stendere sul letto e riprese a tracciare un sentiero invisibile fatto di piccoli baci sul suo corpo facendole scivolare lungo le gambe i jeans che lanciò lontano.
Le sue mani la accarezzavano leggere e delicate facendole venire la pelle d’oca.
Tornò a baciarla trascinandola sopra di sé, accarezzandole la schiena e i fianchi, sfiorandole il seno con le labbra, provando un forte senso di appagamento ogni volta che la sentiva sospirare.
La ragazza gli affondò le mani nei capelli riappropriandosi delle sue labbra. Con un movimento veloce Jukka ribaltò la situazione tornando a sovrastarla col suo corpo. In un attimo la liberò anche di quell’ultimo indumento che le era rimasto addosso e la ragazza si ritrovò ad emettere un mugolio incontrollato quando la mano del chitarrista la sfiorò.
Luna lo attirò a sé allacciandogli le gambe attorno ai fianchi, guardandolo dritto negli occhi, trattenendo il respiro.
Il rumore improvviso della porta d’ingresso che si chiudeva li allarmò. –Ma che.. oh merda- la voce di Jonne li fece scattare.
-E adesso che facciamo?- chiese Luna nel più totale imbarazzo.
Jukka scosse la testa. –Non lo so- rispose.






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Angolino autrici:
Ed eccoci tornate a rompervi le scatole. xD 
Ebbene si.. Ci sono stati dei passi avanti.. ma come sempre è arrivato qualcuno ad interromperli (Jonneeeee *Vio lo insegue con una padella)
Beh che dire.. buona lettura; speriamo vi piaccia.
Grazie a chi commenta e/o semplicemente legge in silenzio questa pazza ff
A presto

Lau&Vio
  
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