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Autore: Bibbs    03/09/2012    2 recensioni
“La tecnica del ghiacciolo con me non funziona, dovresti averlo capito che nonostante tu mi odi, io non mi arrendo così” replicò serio, poi si avvicinò a me, il suo viso vicino al mio, i nasi che si sfioravano, le mani sui miei fianchi “Per favore, Ronnie”.
Sentivo il suo delicato, dolce respiro sul mio viso. Mi confortava quel contatto così...così impulsivo, deciso, voluto. Mi piaceva. Lo odiavo.
No, non dovevo cadere in tentazione, non era ciò che mi ero ripromessa. Lui era come tutti gli altri, me lo sentivo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Lo guardai negli occhi, voleva una risposta. Era solo che io non ero brava con le parole, non lo ero mai stata. Più che altro mi vergognavo a morte. Ero uguale a mio padre.
Ronnie, dai. Infondo sono solo due parole, non dovrebbe essere così difficile, no? Sorrisi e lui fece lo stesso.
“Justin...” dissi poi cominciando ad accarezzargli la guancia.
“Sì?”.
Sospirai “Tu lo sai che non sono brava con le parole, vero?”.
“Sì, lo avevo capito” ridacchiò “Ma non importa. Voglio solo stare con te per sempre, mi sembra troppo bello per essere vero”.
Lo baciai “Ti basta anche solo questo come risposta?”.
“Mi basta anche solo guardarti negli occhi, non c’è nulla di meglio. Non voglio parole, il tuoi occhi dicono tutto e sei bellissima”.
Guardai in basso imbarazzata, sorrisi e mi spostai una ciocca di capelli dal viso mettendola dietro l’orecchio “Anche tu”. Poi rimanemmo in silenzio, col sottofondo della televisione che andava a vuoto e per nessuno.
 
*Il mattino seguente*
“Ronnie, piccola, alzati” disse Justin sussurrandomi all’orecchio e baciandomi la guancia.
Io mi girai dall’altra parte, avevo dormito tutta la notte avvinghiata a lui, chissà che scomodo era stato. Farfugliai un “hmm sì, sì” di risposta, ma volevo continuare a dormire.
“Non costringermi a buttarti un secchio di acqua addosso, sai che lo faccio” esclamò ridendo e spostandomi i capelli arruffati dal viso e cercando le mie labbra.
 “Provaci e finisci male” borbottai con voce assonnata “Ti farò desiderare di non avermi mai conosciuto”.
Cominciò a ridere fortissimo “La tua voce da appena svegliata è tale e quale a quella di Gollum del Signore degli anelli”. Avrei potuto ascoltare la sua risata per ore, era così limpida e contagiosa.
“Simpatico come una pigna in gola” dissi tirandomi su e mettendomi a sedere.
Fatta colazione, ci preparammo per andare a scuola, passammo un attimo a casa mia per prendere i libri e poi ci avviammo. Arrivati, come al solito, avevamo gli occhi di tutti puntati addosso e non lo sopportavo. Mi dava sui nervi, chissà a che pensavano. Però in un certo senso, mi piaceva. Mi ero riscattata.
Cominciate le lezioni, avevo la sensazione che sarebbe stata una giornata molto lunga. In più il pensiero di mia madre all’ospedale mi rendeva nervosa, assillandomi continuamente. Speravo sarebbe guarita, non avrei sopportato anche la sua perdita. Fu questo quello a cui pensai per la maggior parte del tempo, non riuscivo a scrollarmi di dosso il peso e la paura di perdere anche lei. Sarei tornata indietro, ne ero sicura e mi sarei fatta ancora del male, se non peggio.
Ultimamente non ci avevo neanche più pensato, mi sentivo molto meglio, era una buona cosa. Però temevo comunque di tornare  al punto di partenza, se mai fosse successo qualcosa probabilmente avrei finito per impazzire davvero e non avrei più risposto delle mie azioni, nonostante mi fossi ripromessa di cambiare più e più volte.
Le prime tre ore passarono lentamente, passai la ricreazione con Justin come le due ore successive. Per la prima volta non mi aveva rotto le scatole, era stato attento alla lezione e aveva preso appunti.
“Fai progressi” sussurrai e puntando gli occhi sui suoi appunti. Lui mi guardò divertito e mi fece la linguaccia per dispetto, poi tornò ad ascoltare.
Finita anche l’ultima ora, prendemmo un trancio di pizza e poi andammo verso l’ospedale. Ero agitatissima, l’ansia stava prendendo troppo il sopravvento. Non volevo vedere mia madre, ma allo stesso tempo sì. Avevo paura di ciò che avrei potuto vedere, avevo paura di ricevere brutte notizie. Avevo davvero paura.
Entrati in atrio, chiesi di mia madre e un’infermiera piuttosto carina ci accompagnò verso la stanza.
“Vuoi che ti lasci sola con lei?” mi domandò Justin lasciandomi la mano.
“Se non ti dispiace”.
“Certo che no, è un momento delicato” sorrise “Ti aspetterò di sotto, okay?”.
Annuii.
“A dopo, Ronnie” mi baciò la fronte “Sii forte, per te e per lei” e mi strinse forte per poi andarsene. Rimasi lì impalata fuori dalla porta, guardai in giro. Non c’era anima viva.
Presi un respiro e bussai. Sentii una voce stremata, rotta borbottare qualcosa ed entrai. La vidi: era sul lettino, piena di bende, un braccio ingessato e la flebo. Sentii le gambe cedere, le ginocchia tremare, le lacrime pronte a sgorgare dagli occhi. Respirai profondamente, dovevo restare calma.
“Ciao mamma” andai a sedermi sulla sedia accanto al lettino e finsi un sorriso “Come stai?”.
Girò leggermente la testa e mi guardò, poi sospirò “Insomma, piccina, tu?”.
Non l’avevo mai vista in quello stato, ero scioccata.
“Io bene, mamma” le presi la mano stringendola piano per non farle male “Tornerai a casa presto, vero?”.
“Sì, tesoro” sorrise, ma potevo notarlo benissimo che le costava molto e soffriva.
Rimanemmo in silenzio a guardarci per qualche minuto, non sapevo che dirle quando parlò “Allora, novità?”.
“Sì, qualcosa” volevo dirle di Justin, ma qualcosa mi fermava così le raccontai che avevo conosciuto questo ragazzo nuovo ed eravamo buoni amici. Lei rispose che non vedeva l’ora di conoscerlo.
“Appena tornerai, te lo presenterò” sorrisi.
“Oppure la prossima volta che verrai a trovarmi” mi corresse.
“Va bene, la prossima volta”.
“Su ora vai, tesoro, ci vediamo un altro giorno okay? Sono molto stanca e vorrei riposare”. Annuii e la salutai, di corsa mi diressi al piano di sotto.
Cominciai a piangere, non sapevo perché. Stava bene, almeno non era morta, ma non riuscii a trattenermi.
Justin mi venne incontro e mi strinse forte a lui, accarezzandomi “Ronnie, tutto bene? Come sta?”.
Non risposi in preda ai singhiozzi, mi limitai ad affondare la testa nel suo petto, stringerlo forte. 


Scusate il ritardo, ma sono tornata poco tempo fa dal mare e non ho avuto tempo di continuare. Poi ho avuto un mezzo blocco creativo ahahahhahahaha perdonatemi tantissimo!
Spero vi piaccia e scusate se trovate errori, ma non sto nemmeno molto bene ultimamente. 
Grazie ancora a chi legge e seguirà la mia storia:)
-Lara
Twitter: @_xFlyawaywithme
  
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