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Autore: LaMusaIspiratrice162    04/09/2012    1 recensioni
Non tutti i fiori fioriscono per essere visti,alcuni sono destinati a disperdere la loro fragranza nel deserto.Finchè qualcuno non li raccoglie e ne apprezza il profumo.
(Northanger Abbey-Jane Austen)
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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[POV chocola]
Le tenebre erano scese sulla Terra e la neve aveva smesso di cadere. La luna piena illuminava la città ricoperta di neve. Io osservavo il paesaggio come suole fare uno studente in una galleria d’arte, con aria distratta e annoiata. Questo era il mio passatempo mentre attendevo che il brodo che avevo preparato cocesse nella pentola. Sbadigliai e mi avvicinai al fornello : girai il contenuto del pentolone e lo assaggiai. Presi con un mestolo quel liquido e lo versai in tre ciotole di porcellana.
Dopo qualche minuto ci ritrovammo tutti seduti accanto al tavolo a mangiare. Era la cena più silenziosa della mia vita: tutti in una grande quiete consumavamo il nostro pasto senza nemmeno guardarci. Quando terminammo questa noiosa operazione, presi i piatti e li lavai.
-Chocola…quante stanze da letto avete?- mi chiese Saule.
-Ah già!-esclamai, ricordandomi che avrei dovuto dargli una sistemazione –purtroppo c’è una sola camera-
-Allora potete dormire tu e Vanilla nel letto matrimoniale ed io sul divano…-
-No. Tranquillo Saule! Riposerò io sul divano…è la soluzione migliore, credimi-
-Ok-rispose lui con tono arrendevole.
Mi fissò a lungo : sorrisi e gli feci segno di andarsene.
Terminato di lavare i piatti, entrai in salone con una coperta in braccio. Mi sistemai sul divano e mi coprii con il lenzuolo di lana. Chiusi gli occhi e mi concentrai: dovevo addormentarmi senza farmi prendere dalla malinconia o dalla tristezza. Volevo abbandonarmi ad un sonno pesante in cui non c’era traccia di sogni, soprattutto incubi di cui lui era il protagonista.
Tuttavia la concentrazione non era capace di farmi ottenere questo scopo e dovetti aspettare che la stanchezza mi facesse crollare. La dormita non fu duratura e dopo meno di due ore, mi ritrovai nuovamente in piedi. Camminavo nervosa per la stanza, cercando un modo di combattere l’insonnia. Quando vidi la botte di fronte a me, non riuscii a pensare a nient’ altro.
Corsi in quella direzione e la aprii : c’erano una ventina di bottiglie sigillate di whisky ed una decina di vino rosso. Pierre era solito offrirle ai suoi colleghi, quando questi venivano a trovarlo.
Afferrai un bicchiere e versai il contenuto della prima bottiglia di whisky. Lo bevvi tutto di un sorso e strinsi le labbra in un’ espressione disgustata. Era veramente forte e amaro: come facevano gli altri a berlo con tanta facilità?
Lo versai altre due volte e lo bevvi con la stessa velocità. Notai con soddisfazione che la mia bocca si stava già abituando al sapore di quella bevanda. Dopo il quarto bicchiere ero completamente fuori di me, tanto che non mi accorsi nemmeno di aver fatto cadere la bottiglia a terra.
All’ istante Saule, svegliato dal rumore che aveva fatto il vetro cadendo sul pavimento, accorse in salone. Non ci mise molto a capire cosa era accaduto: la bottiglia vuota e il mio sguardo stravolto confermarono la sua teoria.
-Chocola…-sussurrò e mi venne incontro. Mi abbracciò e mi esortò a dirgli quello che mi preoccupava. Io con la testa sulla sua spalla non riuscivo a fare altro che piangere. Lui mi prese in braccio e mi fece sedere sul divano con lui.
L’effetto dell’alcol si fece sentire: incapace di capire ciò che stavo facendo lo baciai. Inizialmente lui ricambiò il mio bacio, ma ritrovando il controllo mi allontanò.
In quel momento crollai su di lui, cadendo in quel sonno che tanto avevo desiderato.
Riaprii gli occhi solo la mattina dopo e le condizioni in cui rinvenni erano disastrose : avevo una fortissima emicrania e quel sapore che tanto avevo odiato quella notte, era fisso nella mia bocca e mi dava un senso di nausea. Mi alzai con l’intento di cancellare ogni traccia di quella terribile notte e di chiedere scusa a Saule. Al primo tentativo barcollai, ma già la seconda volta riuscii a tenermi in piedi. Lavai il pavimento e raccolsi i cocci.
-Buon giorno! Come stai? Credo che tu non ti senta molto bene, vero?-
-Saule mi dispiace tanto…- gli sussurrai.
- Sta tranquilla!A me interessa capire che cosa ti è successo o meglio cosa è accaduto tra te e Pierre…-
Mi sedetti accanto a lui e gli raccontai della nostra lite. Mi abbracciò e mi consolò.
-E non hai più intenzione di perdonarlo?-
-No, certo che no! Ha fatto un errore troppo grande-
-Hai ragione, anche se ricordo di una ragazza che è stata perdonata nonostante avesse commesso uno sbaglio ancora più grande…-
Gli lanciai un’occhiataccia : -Vuoi che facciamo pace solo perché così potrei mettere una buona parola per te…-
-Colpevole!-disse ridendo.- Scherzo! Voglio solo evitare che tu viva nel rimorso, perdendo così delle favolose opportunità. Pensaci-
E se ne andò, lasciandomi sola con i miei pensieri.

Incest!! Non so se avete notato ma di questa fanfic, il mio personaggio preferito è Saule. :D
Grazie a tutte quelle che mi seguono e ciao! ;D
  
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