Fanfic su attori > Alex Pettyfer
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Autore: nuvole_e_popcorn    04/09/2012    4 recensioni
Dal terzo capitolo
“Io...” non sapevo come cavolo tirare fuori tutto quello che avevo in testa “Io.. TI STRONCO LA CARRIERA Pettafer o come diavolo ti chiami!” lui inarcò un sopracciglio, ma ero troppo arrabbiata per veramente fare caso alla sua dannatissima, bellissima faccia. “è Pettyfer Gin” mi corresse. E sai quanto me ne frega. Okay forse un pochino.
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Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo sei: Dalla cucina alla camera da letto
Okay ero sopravvissuta alla serata. Incredibile ma vero. Quando Nick mi aveva riaccompagnata a casa si era avvicinato per baciarmi, ma qualcosa mi fece spostare leggermente la traiettoria del bacio sulla guancia. Mi era sembrato alla metà tra il convinto e il ferito da quel gesto. “Buonanotte Ginny” disse. oddio, ma perché mi aveva chiamata ‘Ginny’? Quando vi ho detto che mi chiamavano ‘Gin’ e ‘Ginny’, quest’ultimo soprannome era riservato a due sole persone Marianne, la mia ex migliore amica e James. Lui lo sapeva che James mi chiamava così, perché lo aveva fatto anche lui? Entrai in casa. Alex stava guardando la televisione, collassai sul divano di fianco a lui. “okay” dissi “questo è stato strano” sorrisi. Lui annuì solo. “Mi dispiace. Se non l’avessi portata in quel locale, la serata sarebbe stata tranquilla” disse. Gli sorrisi. “se proprio vuoi farti perdonare ci sarebbe un modo” dissi, malefica. “perché ho l’impressione che sto per fare un patto col diavolo?” domandò retorico prima di rispondermi: “sentiamo” sorrisi. “ti ricordi di Jake, il mio datore di lavoro?” lui annuì. “vuole che ti faccia un’intervista” spiegai. “se torno senza intervista mi uccide, letteralmente.” Dissi. “okay Gin” beh questo era stato veloce. Aveva accettato velocemente. Tanto velocemente che era quasi sospettoso. “okay. Però io ora ho fame.” Acconsentii. “allora la nostra intervista si svolgerà in cucina” disse lui alzandosi e andando in cucina. In quel momento notai che non indossava niente se non un paio di boxer e una cannotiera. Oh beh, grazie Maxie. Ti devo un enorme favore. Mi ritrovai a pensare. Lo seguii e presi il registratore mentre pensavo alle domande da fargli. Mi sedetti mentre lui al piano bar preparava da mangiare, quest’uomo! C’è qualcosa che non sappia fare? “Mmm... bene cominciamo. Età?” lui sorrise. “cominci dal facile. 22” rimasi stupita lo facevo più giovane. “sul serio? Sei vecchio amico” lo presi in giro. “perché tu quanti anni hai signorina?” sorrisi. “sono io a fare le domande qua” me ne tirai fuori. “Gin” ghignai “tanto ti ruberò la carta d’identità e lo scoprirò lo stesso” mi avvisò. “cibo preferito?” domandai. “Lasagne. Adoro la cucina italiana” ammise. “tu?” alzai gli occhi al cielo. “guarda che sei tu quello intervistato, Alex. Non devi farmi le domande” gli ricordai. Ma lui mise su il muso: “okay. Big mac” lui scoppiò a ridere. “ei vedi un po’, ho appetito” mugugnai. “colore preferito” lui si scrollò nelle spalle. “andiamo questa è facile Alex” lo incoraggiai. “blu” ammise. “oh ecco era tanto difficile!” esclamai avvicinandomi e rubando una cucchiaio di qualsiasi cosa stesse preparando. “rettifico.” Disse d’un tratto “blu notte” lo fissai incuriosita. “non chiedermi perché” disse “non lo vuoi mettere nella tua intervista” spiegò. Misi su il muso. “però ora lo voglio sapere” lui trattenne ancora un po’ la facciata. “se me lo chiedessi domani mattina verso le dieci ti direi che è azzurro” ammise. Non mi chiariva la cosa. Continuai a tenere il muso. Sbuffò, lasciò quello che aveva in mano e si girò verso di me, poggiandosi la mano con lo straccio al suo fianco: “sei proprio cocciuta” mi disse “dipende da come la luce colpisce i tuoi occhi” ancora non capivo. “oltre che cocciuta sei pure scema?” domandò. “oi!” esclamai “insomma dipende dai colore dei miei occhi?”lui ricomiciò a cucinare, beh questo non me lo aspettavo. “ti avevo detto che non lo avresti voluto mettere nella tua intervista”ripeté. Superato il mezzoinfarto proseguii: “montagna o mare?” andammo avanti così per un po’. “okay. Questa la vorranno sapere un sacco di ragazzine malate.” Iniziai. “donna ideale?” lui sorrise. “mi piacciono tutte” disse. “ah che bella roba” dissi “non puoi inventarti niente? Almeno per renderla più interessante? O devo descrivere Chantal?” lui scattò verso di me. “non è lei il mio tipo ideale.” Sillabò. Okay, ma stai calmo amico. “allora ammetti che c’è un tipo ideale. Sputa il rospo” dissi. “okay. Mi piacciono quelle con grinta” iniziò “non mi piace avere vita facile, preferisco quelle che non hanno paura di contraddirmi. Non voglio mai stufarmi. Deve essere divertente. Non importa che sia fifona, l’importante è che quando è il momento sappia lottare con le unghie e con i denti. Insomma deve sapere il fatto suo”sorrisi. “amico” dissi dandogli una pacca sulla spalla. “rimarrai scapolo. Non ne conosco così”. Lui mi fissava. La cucina completamente dimenticata. “che c’è?”domandai. “posso fare una cosa?” domandò d’un tratto. Perché sento le farfalle nello stomaco ballare la macarena? Annuii lentamente. Molto lentamente. Mi prese il volto tra le mani, o cazzo.. perché non lo fermi Gin? Zitta stupida vocina di merda. Oh e basta. Non la sopportavo più. Rimase fermo. Per un attimo infinito e poi sentii le sue labbra sulle mie. Avevo baciato, nei miei ventuno anni di vita cinque persone: Terence (prima media) oddio preferivo non pensarci. Era stato davvero un primo bacio da schifo. Me ne ero pentita quasi subito; Dean (terza media) stavamo insieme e baciava meglio di Terence, ma faceva ancora abbastanza schifo, ci ero stata insieme un anno; Tom (in seconda superiore) baciava già bene, troppo troppo umido, troppo contatto delle sue mani e il mio sedere; Duncan (quarta superiore) bravo, però poi mi aveva baciato James e pensavo che nessuno baciasse come lui, davvero erano dei gran bei baci, ma in quel momento il pensiero fu ‘James chi?’. Portai le mie mani a coprire le sue. Non approfondì il bacio e si allontanò leggermente, aveva ancora la fronte attaccata alla mia. “io sì” sussurrò. Quello che nessuno dei due si aspettava fu la mia reazione. Mi allontanai da lui di colpo e mi diressi in salotto. Non mi seguire, non mi seguire... “Gin” porca puttana in gondola, ma chi se ne frega! Mi voltai e lo raggiunsi non parlai, lo baciai e basta. Mi stavo aggrappando ai suo capelli come se ne andasse della mia stessa vita, lui ripresosi dalla shock mi circondò con un braccio la vita e mi attirò di più a sé, sostenendo gentilmente la mia testa con l’altra mano immersa nei miei capelli. Questa volta il bacio fu parecchio passionale, e dopo un po’ una vocina nella mia testa urlò: di sopra. Ora! Prima che la sua canotta (e la mia subito dopo) cadessero a terra.
 

***

Fui svegliata da un fascio di luce e da un suono molesto, ma cos’era, tutti mi cercavano di prima mattina quando ero in vacanza? Mi alzai molto lentamente, liberandomi dalla presa di Alex che grugnii insoddisfatto svegliandosi, avvolsi il lenzuolo e partii alla ricerca del telefono, che era sul comodino opposto a dove stavo io. Lo acchiappò Alex, dannazione a lui e ai suoi riflessi da gatto anche appena sveglio. “Telefono di Gin” recitò. Poi me lo porse, lo fissavo con ancora le lenzuola avvolte attorno al corpo, i capelli dovevano essere un gran casino, ma in quel momento dato come mi guardava non me ne fregava proprio niente. Mi porse il telefono “è per te” disse. “pronto?” chiamai. “dimmi che prima di portatelo a letto gli hai fatto l’intervista”. Jake. “Ehm.. sì.” Mi decisi per la verità “grazie a dio. E ora spiegami signorina, come ci sei finita in questa situazione..?” oddio, non volevo un predicozzo. Alex adesso però esagerava! Mi stava baciando la spalla. Distraendomi. “Alex.. dai!” esclamai, ma non smise. Cercai di ricompormi: “ehm.. diciamo che il problema è stato riscontrato nel tragitto dalla cucina alla camera da letto” potevo immaginare Jake alzare gli occhi al cielo. Riagganciai. “Alex.. non vorrei sai che mio fratello ti facesse a fettine forse è meglio se esci dal mio letto” gli feci notare. Questo sembrò distrarlo dal suo ‘tento di riprendere sonno’. “hai ragione” concordò. Ma va? ovvio che ho ragione, io ho sempre ragione. Non sapevo per che ora tornasse Max, però meglio andare sul sicuro. Mi feci una doccia e ripensai agli eventi della sera precedente. Sorrisi. Dovevo davvero ringraziare Max, per avermi convinta a farlo restare da noi. Promemoria, ringraziare il proprio fratellino. Quando scesi, lavata e vestita erano già le undici e Alex preparava la colazione. Lo abbracciai. “assaggia un po’ qua” mi disse, porgendomi un cucchiaio. Feci come richiesto. Assaporai. “buono” decretai infine. Lui mi sorrise e mi baciò. Ci pensò su: “decisamente buono”. Sorrisi. “però un altro assaggino” e mi baciò di nuovo. “ma non mi dire”riuscii a borbottare. La porta si spalancò. Max. Ci dividemmo e pensai velocemente a come dirglielo senza che lo facesse a pezzettini e ne buttasse i resti.
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Bella gente!! Che ne dite :D sembra che tutto vada bene, ma come la prenderà Max?? Non ho ancora deciso XD alla prossima
  
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