Storie originali
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Autore: Be A Weasley    04/09/2012    2 recensioni
Una ragazza a cui il suo nome va stretto, il viaggio che aveva da sempre aspettato, l'incontro con un ragazzo dai capelli rossi.
Buona lettura,
Delilah :)
Recensite? Mi farebbe taaaaaanto piacere :3
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You believe in love at first sight?*


Quella mattina venni svegliata da una porta che si chiudeva. Aprii gli occhi ancora assonnata e notai che la stanza d'albergo, quella mattina, era vuota. Se n'erano tutti andati senza aspettarmi. Mi misi a sedere sul letto e notai accanto a me un biglietto. Dalla calligrafia arzigogolata doveva averlo lasciato senza dubbio Chloe. "Ho mandato un messaggio a Luca o come cavolo si chiama da parte tua, gli ho detto di venirti a prendere verso le dieci. Era suo il numero segnato su quel pezzo di carta, vero? Ho parlato io con mamma, tutto risolto, puoi andarci! Goditi la vita ogni tanto, hai diciotto anni! Se non esci con qualcuno adesso, quando ci uscirai? Divertiti!". Il mio cervello ci mise un po' a collegarsi. Dopo circa dieci minuti cacciai un urlo. Perchè mia cugina doveva farsi i fatti miei? Non poteva pensare alla sua bellissima vita ogni tanto? Afferrai il cellulare dal comodino e la scritta "09:27" mi fece prendere ancora di più dal panico. Scesi dal letto, mi infilai le pantofole e andai verso la valigia. «Allora vediamo.. Questo no, questo nemmeno, oh mio Dio no!» dissi cacciando fuori una serie di vestiti che un tempo erano riposti ordinatamente. Sospirai mettendomi a sedere sul pavimento. Ma cosa mi stava succedendo? In genere afferravo la prima cosa che vedevo e me la infilavo, senza troppi problemi. Perchè ora doveva essere diverso? 
Dopo cinque minuti mi decisi a prendere dei vestiti. Mi ero messa un maglioncino grigio di mio cugino che mi ricadeva abbastanza largo su tutto il busto, degli short di jeans con sotto delle calze nere velate e dei calzettoni dello stesso colore che arrivavano più giù del ginocchio giusto per non soffrire tanto il freddo e le mie amate converse. Rubai la trousse di Chloe e mi rifilai in bagno. Mi truccavo raramente, non perchè non ne avessi bisogno ma non mi andava mai. Optai per una riga di eyeliner nero, un blush rosato e un po' di rossetto rosso. Non era molto forte ma dato che ero andata leggera su tutto il viso, sulle labbra potevo concedermi qualcosa in più. Pigiai il tasto centrale del mio cellulare e vidi che erano le 09:58. Sbuffai e decisi di raccogliermi i capelli in una cipolla alta, nonostante questo alcuni ricci ribelli ricadevano ai lato del viso. Non c'era niente da fare, non sarebbero mai stati al loro giusto posto. Tolsi quell'orrendo tentativo di acconciatura e rimasi con i miei soliti capelli arruffati.
Quando bussarono alla porta istintivamente pensai a mia zia che si era dimenticata qualcosa in stanza. Aprii quattro occhi mi si puntarono contro. Credo che il mio cuore in quel momento avesse perso un battito. Davanti a me c'era Logan con accanto una ragazza. Una bellissima ragazza. Mora, capelli lunghi perfettamente boccolati, tutte le curve al punto giusto e quell'aria da ragazza perfetta verso cui non avresti mai potuto provare sentimenti negativi. «Ehi!» non uscì altro dalla mia bocca, ero come immobilizzata. «Ciao, io sono Janette. Tu devi essere Sonia, giusto? Logan mi ha parlato veramente a lungo di te!» mi limitai a sorriderle e ad annuire. «E' un piacere conoscerti, tu sei sua sorella?» dissi senza togliermi il sorriso dalle labbra. In realtà sorridere era l'ultima cosa che avrei voluto fare ma non avrei voluto sembrarle scortese. «Sorella? Oh, no! Sono la sua ragazza, fidanzata, compagna, chiamami come vuoi! Vero, amore?» sussurrò le ultime due parole sfarfallando le ciglia e voltandosi verso il ragazzo, che era rimasto in silenzio per tutto il tempo. «Già, da qualche mese!» replicò lui. E mentre i due si misero a discutere scherzosamente sul fatto che lui non si ricordasse da quanti mesi stessero insieme, potrei giurare che dentro di me qualcosa si bloccò. Non so cosa fosse, non so neanche se successe veramente ma, fatto sta, che questa notizia mi lasciò esterrefatta. «Credo sia meglio che io resti qui, non ho la minima intenzione di fare il terzo incomodo. Ora chiamo mia zia e le dico di venirmi a prendere, voi divertitevi eh!» dissi interrompendo i piccioncini. Prima che potessi voltarmi per andare a prendere il cellulare «Ma cosa dici? Vieni con noi, staremo bene!» disse Janette con un sorriso a trentadue denti. E credo che una risposta del tipo "No, grazie." non fosse tra i suoi piani.
Presi di malavoglia una sciarpa di lana, un trench color avana e la felpa che la sera precedente Logan mi aveva prestato e, messo il telefono in tasca, uscii. 
 
«Tieni.» sussurrai al ragazzo mentre Janette era intenta a rimirare una vetrina di biancheria intima. «Grazie. Non dirle nulla, non vorrei fosse gelosa.» «Non era mia intenzione, tranquillo.». Entrambi avevamo un tono di voce piatto. Per fortuna c'erano le varie domande della mora a rendere più vivo quel pomeriggio londinese. Sarei potuta andare con i miei parenti a visitare chissà quale parco o chissà quale attrazione, e invece mi trovavo in una via sperduta di Londra con una coppietta intenta a vedere vetrine piene di completini intimi leopardati.
 
«Accompagno a casa Sonia e poi vengo da te, dammi mezz'ora!» «Fa presto, ok? A dopo.» e dopo un bacio che sembrava più quello di un addio che quello di un arrivederci, chiuse la porta. Io e Logan rimanemmo in silenzio per metà del viaggio, poi si decise ad aprir bocca. «Scusami. Ha insistito col venire dato che voleva conoscerti, non volevo portarcela ma quando si mette in testa una cosa dev'essere quella per forza altrimenti son guai!» «Non capisco il motivo per cui ti stia scusando. In fondo mi hai solo fatto conoscere la tua ragazza, qual'è il problema?». Lui parve incerto su cosa rispondere, magari si aspettava una risposta diversa. «Io credevo che tu pensassi che io ci stessi provando con te e che quindi di conseguenza di fossi rimasta male per questa storia, ecco.». Rimasi per qualche minuto in silenzio, riflettendo sui vari motivi per cui non avrei dovuto urlargli contro. Alla fine optai per una risposta "pacata". «Come potevo credere che tu ci stessi provando con me? In fondo mi hai soltanto invitato due volte ad uscire, mi hai aiutato in lavanderia, mi hai dato il tuo numero di cellulare, mi hai dato la tua felpa, mi hai chiesto di chiamarti. Non avrei mai potuto credere che tu ci stessi provando con me, ti pare?» dissi facendo un sorrisetto ironico prima di sospirare e di sedermi sul marciapiede davanti al mio hotel. Dopo un quarto d'ora di silenzio credevo se ne fosse andato, magari avrebbe fatto meglio, e invece «Sei bellissima.». «Come, scusa?» sussurrai in un tono di voce a malapena orecchiabile alzando lo sguardo verso di lui. «Ho detto che sei bellissima. Mi dispiace aver creato questa situazione, io non sto bene con Janette. Credo sia troppo.. Perfetta per me. Mai un capello fuori posto, mai il mascara sbafato, mai un vestito che le stia male. Io preferisco una ragazza come te, a una ragazza come lei.» pronunciò quelle parole tutte d'un fiato senza mai smettermi di guardarmi negli occhi. «Credo sia meglio che tu ora raggiunga la tua ragazza, sono già passati quaranta minuti, ti conviene affrettarti.» dissi alzandomi e dirigendomi a passi lenti verso l'entrata dell'hotel. Dopo pochi passi mi sentii afferrare il braccio e uno strattone mi costrinse a voltarmi. Fu in quel momento che notai il colore dei suoi occhi. Verdi, aveva gli occhi verdi.
«Tu credi nei colpi di fulmine?». In quel momento, incantata da quei fari, avrei risposto di sì, senza pensarci un momento di più. Ma non sarebbe stata una risposta giusta. «No. Io ho smesso di credere nell'amore, Logan.» «Allora ti farò ricredere. Domani, alle 16:00, davanti all'antica libreria di Portobello, solo tu ed io, ci stai?». «Sì, ci sto.» non so perchè accettai, forse non avrei dovuto farlo, ma quegli occhi mi suggerivano di accettare. «Ora però torna da Janette!» aggiunsi. Lui alzò un sopracciglio confuso. «Non ho intenzione di tornare da Janette, né stasera né domani, forse tra qualche giorno per spiegarle qualcosina.» Un leggero sorriso si formò sul mio volto e «Buonanotte, Weasley.» sussurrai prima di alzarmi in punta di piedi e baciargli la guancia. «Buonanotte, Granger.» disse lui, ricambiando il bacio. Finalmente lasciò la presa sul mio braccio e potei entrare, fino ad arrivare nella mia stanza. 
 
«Bella la mia conquistatrice! Ti sei pure truccata! Mamma, mamma, guarda Sonia!». Non feci in tempo ad entrare in stanza che subito Chloe mi ruppe un timpano con i suoi urletti. Mia zia mi guardava sorridendo mentre mio zio sembrava innervosito da tutte quelle chiacchiere. «Ti abbiamo visto dalla finestra, tutti quei baci!» continuò mia cugina. Sentii le guance avvampare e dopo un «Sisi, certo. Meglio che vada a dormire.» posi fine alla discussione.


SPAZIO AUTRICE:
HOLA! *O*
Messo l'altro capitolo finalmente! Scusate il ritardo ma in questi giorni ho gli esami di recupero e sono incasinata, povera me T.T Auguratemi in bocca al lupo >.<
Ovviamente spero vi piaccia! Recensite? *-* 
Peace and love,
Delilah <3
  
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