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Autore: Brokenhearted    04/09/2012    3 recensioni
Raccolta di Song-Fic, canzoni diverse di artisti diversi e storie ambientate in tempi diversi - ma su una stessa linea temporale. USUKUSUKUSUK. Non vi piace? Non leggete. Il rating momentaneamente è giallo, perché non metto una mano sul fuoco sulla mancanza di parolacce (causa: bocca di Inghilterra e canzoni punk), ma potrebbe aumentare. Non prometto niente~
[Track One] Bruised - "Si guardò le mani. Tremavano. Eppure, non poteva fare così male, non era previsto!"
[Track Two] Thank You Mom - "Non voleva che la gente pensasse che fosse dipendente da Arthur."
[Track Three] A Little Less [...] - "Una volta che la fiducia da lui offerta veniva tradita, si ritirava come una cozza nel suo guscio."
[Track Four] Hard To Say - "In quella notte si concedeva di odiare Francis più del solito, perché era anche colpa sua se lui se n’era andato."
[Track Fife] Addicted - "Fu una cosa veloce, morbida, al retrogusto di caffè. Nulla di più profondo di un bacio a stampo."
{ dedicata alla mia compagna di sventura (?) - alias compagna di UsUk }
Genere: Angst, Fluff, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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Yoooo popolo! Sono già tornata con una nuova storia - sì, mi diverto a rompervi le palle con le mie fic prive di senso. ♥ Questa volta una raccolta, perciò durerà a lungo (si spera). Con tutte le canzoni che mi ricordano la mia adorata OTP. ♥
Premetto: so che sembra scontato, ma vi chiedo per favore di ascoltare la canzone nominata nella storia. Per portarvi ad entrare nella fanfiction, fino a dove le parole non sanno arrivare ma la musica sì. è importante per me, perché a queste song-fic ci tengo davvero moltissimo. :3 Sono tutte mie canzoni preferite. Quindi... ascoltatele, leggetele e godetevele. Preferisco che spendiate due minuti a cercare la canzone piuttosto che a recensire, se ce li avete. Grazie.

Piccolo avviso: notate lo strano cambiamento tra i generi nella storia? Ebbene, ogni storia sarà incentrata soprattutto su un genere, ma EFP non permette di segnarli tutti. Quindi, farò una piccola descrizione della storia prima di ogni song-fic. THAAANK YOOOU. ♥ Ah, quasi dimenticavo: per ora le canzoni che ho in mente sono 8/9, ma se pensate di avere una canzone che vi ricorda l'UsUk, ben venga! Potete propormela e sperare che mi ispiri abbastanza da scriverci su. (: Spero tanto nelle vostre proposte, perciò assalitemi mi raccomando!

Canzone: Bruised (Acoustic Version) by Jack's Mannequin
Ambientazione temporale: American Revolution
Genere: Angst, Drammatico

Infine, questa piccola schifezza è dedicata alla persona che mi accompagna nell'UsUk da mesi e a cui voglio un bene dell'anima. Alla mia meravigliosa America. ♥ Anche se sei diversamente intelligente, mi obblighi a studiare e ti arrabbi se ti chiamo dislessica, ti voglio bene lo stesso, Bro.
Ah, ringrazio la mia adorata beta: Mari, grazie mille. Non solo perchè mi aiuti, ma perché ci sei. Senza di te manco scriverei, lo sai? Sei un po' la mia musa. Ti voglio bene. ♥


[Alfred]


We stood like statues at the gate […]
There's so much sun where I'm from
I had to give it away, had to give you away…


Stavano fermi, immobili, uno davanti all’altro. Arthur lo fissava, tenendo in mano il fucile. Si sfidavano con lo sguardo, invitandosi reciprocamente a fare la prima mossa.
Sparerà davvero…?”.
America non aveva paura; non poteva, non ora. Era stato lui a scegliere, ed ora toccava ad Arthur rispondere. Non importava se Inghilterra gli avesse fatto del male, doveva continuare ad andare avanti. Non per sé stesso, ma per la sua nazione, la sua gente. In quel momento, Alfred non esisteva, contava solo America… eppure, faceva male. E non sapeva neanche lui perché.

[Arthur]

 
Speravo, almeno l’ultima volta che ci fossimo visti, di poter ammirare il tuo sole…”.
E invece pioveva. Arthur si sentiva come se lo avessero privato della luce, anche nell’ultima volta che poteva goderne… un po’ come quando qualcuno ti toglie l’ultimo boccone di cibo dal piatto.
Trattenne una lacrima. Doveva rimanere concentrato, o avrebbe fatto una mossa falsa di cui si sarebbe pentito. L’aveva disarmato, intanto. E ora doveva solo sparargli. Fosse stato facile…
 

Sometimes perfection can be perfect hell, perfect… hell…

 
E si chiedeva perché. Erano felici. Ogni tanto il piccolo Alfred lo faceva impazzire, vero, ma erano felici. Alfred lo aveva salvato, quando si erano incontrati per la prima volta. Lo aveva scelto, cosa che nessun altro aveva mai fatto prima. Perché ora ributtava tutto indietro, come se si fosse pentito?
Un pensiero lo fulminò. Quella era la risposta. Non lo voleva più. Forse, non lo aveva mai voluto veramente, e solo la pietà l’aveva spinto a stargli vicino così a lungo. Cercò di trattenere la fiumana di lacrime, ma non ci riuscì. Era troppo difficile.
Se davvero era così, non aveva più senso combattere. Non aveva più senso sparare. Non poteva forzarlo a provare un affetto falso, a volere un fratello. Cadde in terra. Semplicemente, non aveva più senso neanche lo stare in piedi.
Merda, perché?!
 

[Alfred]


Now every word of every song 
I ever heard  make me wanna stay 

 
Rimase quasi sorpreso dalla sua caduta, come se fosse assurdo che l’altro potesse cascare. Inghilterra era forte. Lo era sempre stato. Non poteva cadere per così poco. Appariva così fragile…Quella visione lo intenerì, quasi. Ricordò le parole dolci che Inghilterra gli diceva, da piccolo, quando era America la nazione fragile. Avrebbe voluto rimanere insieme a lui, abbracciarlo, e ancora una volta farlo smettere di piangere. Come aveva fatto molto tempo prima. Ma non poteva… lo aveva promesso a sé stesso, a quella parte di sé che era America.
 Lo guardò mentre piangeva, le lacrime che si confondevano con la pioggia.
Anche la mia terra piange con te, Inghilterra. E pensare che un tempo eri così grande…”
 

Hours pass, and she still counts the minutes 
That I am not there, I swear I didn't mean 
For it to feel like this 
Like every inch of me is bruised, bruised 

Alfred si sfiorò la guancia, come se quel pensiero gli avesse fatto venire in mente qualcos’altro. Era scioccato, accorgendosi che non soltanto le gocce fredde della pioggia gli solcavano il viso. E s’accorse anche di una stretta al cuore, forte, che quasi non lo lasciava respirare. Perché faceva male…? Cos’era ad addolorarlo tanto?
Si guardò le mani. Tremavano. Eppure, non poteva fare così male, non era previsto! Osservò di nuovo Inghilterra, pieno di rabbia. Era a causa sua che stava così male, no? Nella rabbia, dimenticò qualsiasi pensiero positivo verso l’altro uomo, si girò e andò via, mentre i suoi uomini tenevano ancora i fucili alzati. E sapeva, in cuor suo, che qualsiasi cosa fosse successa non sarebbe tornato indietro. Anche se faceva male.
 

[Arthur]


And don't fly fast. Oh, pilot can you help me? 
Can you make this last? This plane is all I got 
So keep it steady, now 
Cause every inch you see is bruised, bruised, bruised

 

Arthur alzò lo sguardo, notando che Alfred si stava allontanando. Non poteva lasciarlo andare. Non poteva. Sebbene sapesse di non poterlo costringere, doveva farlo. Sebbene sapesse che chi ama dovrebbe lasciare andare, lo amava troppo per potergli permettere di andare via.
Si alzò in piedi, e lo rincorse, correndo. Le braccia in avanti, inciampando nel fucile e nel fango, lo inseguiva come se fosse l’unica sua speranza di salvezza.
Non andare via! Ti prego, non andare via! Non volare via da me… rimani qui… non vedi come mi fai stare male?! NON ANDARE VIA!”
Sentì braccia avvolgersi intorno a lui e bloccarlo, sentiva voci dirgli di fermarsi, ma tutta la sua attenzione era concentrata sulla figura che si stava allontanando. E, osservandola svanire nella pioggia, sentì che non importava quanto avesse pregato fino a quel momento, non l’avrebbe mai vista girarsi e ritornare. Si lasciò cadere per la seconda volta, ignorando se qualcuno l’avesse preso oppure no. Non aveva più importanza.

  
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