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Autore: Chocolatewaffel    04/09/2012    1 recensioni
Per chi ha letto "Katharin Kimmel, una ragazza come tante" questa sarà semplicemente una riscrittura, più completa. In ogni caso spero che darete lo stesso un'occhiata veloce.
Tratto dal quinto capitolo: "TOM: tu pensi che io sia un egoista, insensibile, puttaniere senza cuore, vero? Beh sai una cosa. E' vero sono un egoista di merda però tu lo sei più di me, e sai perché? Perché quella che si ostina a farci soffrire entrambi sei TU! Quella che deve crescere sei TU! TU non io! Sei tu quella che deve superare quello schifo di passato per poter essere felice.. con me. CAZZO KIMMEL IO TI VOGLIO E TU VUOI ME! Perché devi creare altri problemi?
La voce della ragazza era resa insicura da un groppo alla gola, non voleva piangere lì, davanti a lui"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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kat 6
                       

                               -Il nostro posto segreto-


Era stanchissima ma, nonostante questo, non riusciva proprio a prendere sonno. I ricordi degli ultimi due giorni la stavano facendo letteralmente impazzire: perchè doveva essere tutto così dannatamente complicato? 
Tutto era cominciato il giorno prima, per l'esattezza quando il beota le aveva bucato le gomme dell'auto. Dopo quella genialata il suddetto l'aveva accompagnata a casa. Bisogna sottolineare che il viaggio lo aveva passato a lamentarsi che, per colpa sua e delle sue scenate da "ragazzina in piena crisi adolescenziale", stavano bagnando i sedili della sua povera "Suzanne".
Alla fine, non contento, era rimasto per qualche ora ad importunarla a casa sua, con la scusa che si sarebbe preso sicuramente una broncopolmonite se non si fosse asciugato subito.

Il giorno seguente alle 9,08, con ben otto minuti di ritardo, era passato a prenderla per portare l'auto dal gommista anche se, dopo pochi chilometri, si era accorta che stavano andando nella direzione opposta rispetto al cimitero dove la sua adora macchinina la stava ancora aspettando.
Con un sospiro rassegnato si era lasciata sprofondare nel sedile per poi chiedere dove cavolo stessero andando ma, come risposta, aveva ricevuto solo un'alzata di spalle. Perfetto, poteva dire addio alla tranquillità anche quel giorno.

Quando aveva notato che si stavano allontanando dalla strada principale e che si stavano addentrando sempre di più nella boscaglia l'intuito le aveva suggerito il posto in cui avrebbero passato la mattinata. Poteva dire addio anche alla pulizia delle scarpe e dei jeans.
Guardandosi intorno non era riuscita a trattenere un sorriso nostalgico sembrava tutto così uguale all'ultima volta in cui erano venuti.

Un Bill in miniatura saltellava da una parte all'altra del sentiero parlando, o meglio, sbraitando quanto le sarebbe piaciuto quel posto.
Una Kat leggermente meno entusiasta aveva risposto all'amico in modo pacato "Bill, non credo. Qua è pieno di erbacce e insetti"
"Dai, che manca poco"
Come poteva mancare Tom? Il suo raggio di sole, la sua unica speranza, e anche l'unico vero motivo per cui aveva deciso di partecipare a quella folle gita indetta dal suo, fra poco decapitato, migliore amico.
Effettivamente dopo solo altri dieci minuti in mezzo a quella sterpaglia erano arrivati in uno spiazzo di verde in riva al fiume.
"Nostro padre ci ha portato qui un paio di volte un paio di anni fa. Voleva insegnarci a pescare.. bah. Allora?"
Ritirava quello che aveva pensato. Il suo migliore amico sarebbe sopravvissuto almeno fino alla prossima folle idea in cui l'avrebbe trascinata.

"Bill.. è bellissimo" .

Ed era un posto stupendo per davvero. Non pensava che l'Elba potesse avere anche un lato tanto bello.
Quel pomeriggio lo avevano passato a ridere e a scherzare. 

Era nel mezzo della contemplazione del suo passato quando aveva iniziato a sentire un ronzio fastidioso nelle orecchie che altri non era se non Tom, che la intimava a scendere dall'auto.
Stavano ripercorrendo in silenzio il sentiero, fatto anche quel giorno di tanti anni addietro, quando aveva sentito la mano di Tom stringere la sua. In quel preciso istante era arrossita come non faceva più da tempo, fortunatamente il ragazzo le voltava le spalle e per questo non l'aveva notato.
Dopo cinque minuti di religioso silenzio la rossa, che aveva raggiunto un colore violaceo, aveva pensato fosse meglio intavolare un discorso piuttosto che restare in silenzio tutta la giornata.
Con un po' di esitazione gli aveva chiesto come stessero Bill e Andreas, ma come risposta aveva ricevuto solo un'alzata di spalle seguita da un fliebile "il solito". Non scoraggiandosi aveva ritentato altre quattro o cinque volte ad intrattenere un discorso decente con Tom, ma ogni volta questo rispondeva con un'alzata di spalle e, in casi eccezionali, con qualche parola.
Alla fine non aveva potuto fare altro se non arrendersi sconfortata.
Dopo altri cinque minuti di silenzio era stato Tom a parlare per primo. Si era girato verso di lei e con aria seria le aveva chiesto di non arrabbiarsi per quello che stava per dirle ma: "si erano persi" per poi aggiungere un rassicurante "se sei stanca ti porto in braccio" seguito da un sorriso malizioso. No grazie Tom!

"Katy! Cosa è successo? Ti sei fatta male?"
 
"No no, tranquillo Bill è solo una storta alla caviglia"
 "Ce la fai a stare in piedi?"
"Credo di sì"
Bugia. Appena aveva provato ad alzarsi era caduta rovinosamente a terra sporcandosi ulteriormente il suo bel vestitino azzurro che si era messa per sembrare più carina.
"Sei un'imbranata! un'imbranata e pure bagnata" . Ed ecco che arrivava il ragazzo carico di finezza.
"TOM!"
La voce del moretto la raggiunse come la luce di un faro colpisce una nave nel bel mezzo di una tempesta portando speranza.
"Non è mica colpa sua se mentre correva su un terreno pianeggiante è inciampata in un sasso minuscolo ed è caduta come una pera cotta nel bel mezzo dell'unica pozzanghera che c'è a distanza di miglia!"
Peccato che davanti al faro è situato un scoglio che fa colare a picco la nave. 

"Grazie Bill.. o almeno credo"
"Di niente... ma.. ora.. noi.. tornare... "
Il gemello, quello che adorava definirsi intelligente, si trattenne a malapena dall'uccidere il fratello, quello che chiamava amorevolmente "rincoglionito" .
"Bill parla in un tedesco grammaticalmente corretto. Per favore"

BILL: NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
"EH?"
Gli occhi del moretto si spalancarono e iniziarono ad inumidirsi. "Non voglio morire qui! Ora sono troppo giovane e bello per fare una fine del genere e poi, a dirla tutta, mi devo rifare la tinta. Se non mi rifaccio la tinta mi seppelliranno stintato. Esiste la parola "stintato"? Anzi no! Non mi interessa. Potremmo lasciarti a morire qui da sola Kat, però se lo facessimo non saremmmo dei veri amici, vero?. Oddio! Il sole sta tramontando. Chiamiamo i soccorsi! No! Ho il cellulare scarico.. MOOOOOOORIREEEEEEEMOOOOO TUUUUTTIIIIIIII"
Nel mentre in cui il piccolo Bill faceva la sua sclerata pomeridiana delle 17.30, Tom aveva già preso sulle spalle la piccola Kat e insieme si stavano incamminando verso la fermata del bus.
Quella era stata una delle volte in cui si era sentita maggiormente vicino a Tom, non solo sotto il punto di vista fisico ma anche perchè si era sentita in armonia con lui. Avevano scherzato e riso in modo complice, come non avevano mai fatto.

Finalmente erano arrivati. Certo, ci avevano messo 53 minuti al posto che una ventina di minuti, i capelli erano scompigliati e pieni di foglie, aveva i jeans strappati e le scarpe infangate però alla fine ce l'avevano fatta. Erano arrivati nel loro angolo di paradiso.

"Questo posto è bellissimo" Era l'ennesima volta che lo ripeteva ma stavano per andarsene, non poteva evitare di sottolinearlo.
Il moretto le sorrise dolcemente di rimando. "Vero. Da oggi in poi questa sarà la nostra base segreta! Quando saremo tristi verremo qui e ci sentiremo subito meglio!"
"Bill, fratellino, non puoi obbligare le persone a venire qua quando sono tristi."

"No, ma saranno loro a farlo. Ad esempio, tu oggi eri triste e sei venuto con noi."
"In realtà sono venuto perchè mi hai praticamente obbligato a farlo"
"Dettagli. Da ora in poi ogni volta sarai triste potrai venire qui che ci saranno dei ricordi fantastici pronti a consolarti"

"Tom.."
"Mmmh?"
"Ci sei più tornato?"
A giudicare dalla sua espressione spaesata non aveva seguito il filo dei suoi pensieri ma, dopo pochi secondi, il viso le era sembrato illuminarsi e le aveva risposto guardando un punto indefinito davanti a sé.
"No. I ricordi non erano così "fantastici" da potermi consolare però, spero che dopo oggi potrò venirci. Anzi, in realtà, spero che dopo oggi non abbia più bisogno di questo posto. Kat, hai pensato a quello che ti ho chiesto ieri?"
La domanda a cui si riferiva gliel'aveva posta la sera prima, dopo averla accompagnata a casa.
"C'è ancora una possibilità per un noi?". Ed era proprio per quella domanda che aveva passato la notte a fare le pulizie in casa cercando disperatamente una risposta che però, non aveva ancora trovato.
"Io.. non lo so.."
Il ragazzo l'aveva guardata intensamente per poi sciogliersi in un sorriso. "E va bene. Anche se questa possibilità non ci fosse non importa. Me la creerò da solo."
Lo aveva sempre saputo che Tom non si arrendeva fino a quando non otteneva ciò che voleva però non si sarebbe mai aspettata di diventare uno dei suoi "obbiettivi".
Dopo aver risolto questo dubbio il chitarrista era tornato il ragazzo solare di sempre, probabilmente voleva solo liberarsi del peso.

A pensarci bene si era divertita come non succedeva da tempo o per lo meno si era divertita fino a quando non si erano baciati. Di nuovo.
Stavano discutendo del periodo in cui Bill si era tinto i capelli di  rosso quando il cellulare le aveva segnalato l'arrivo di un nuovo messaggio. Per l'esattezza il tredicesimo da quando era uscita col suo vecchio "amico".
Non aveva fatto in tempo a finire di leggerlo che Tom le aveva strappato di mano il cellulare per poi leggere il messaggio a sua volta.
"E questo tizio chi sarebbe?"
"Un amico"
"Un amico?"
La stava guardando scettico per poi iniziare a leggere il messaggio con voce storpiata " -Mi manchi tantissimo. Non vedo l'ora di rivederti. P.S. sei davvero sicura di non volere che passi a prenderti?- più un'infinità di cuori che mi stanno facendo venire la carie."
"Dai Tom. Ridammi il cellulare. Devo rispondergli"
"Hai ragione. Bisogna proprio rispondergli!"
Sentendo quella frase, che sembrava più una minaccia che un semplice constatazione, la ragazza si era spaventata e aveva iniziato ad urlare una serie di "no"  seguite da minaccie di diverso tipo.Vedendo che questo tipo di approccio col ragazzo non funzionava aveva provato anche a strappargli il cellulare di mano, attraverso degli "attachi frontali", con scarsi risultati.
Tom nel frattempo aveva iniziato a scrivere la risposta per il fantomatico "Lukas" e, nel frattempo, la leggeva ad alta voce, in modo che anche la proprietaria del telefonino potesse esserne a conoscenza. "A me no. Non vedo l'ora che tu sparisca dalla mia vita e, nel caso non lo avessi capito, no che non voglio che tu mi venga a prendere. Baci baci coglione e a mai più risentirci.".
Kat era disperata, pur di impedirgli di inviare il messaggio era arrivata persino a rincorrerlo per tutto il prato fino a quando quel.. babbuino, non si era bloccato di colpo non lasciandole il tempo di fermarsi a sua volta.
Ed era stato quello il motivo per cui ora si trovava sdraiata sopra Tom ed era sempre per quello che pochi secondi dopo aver capito la situazione in cui si era cacciata aveva sentito le labbra di Tom sulle sue.
Migliaia di scariche elettriche partivano da ogni singolo centimetro di pelle a contatto con quella di Tom per poi diffondersi in tutto il suo gracile corpo.
Le farfalle nello stomaco, i brividi, la sensazione di libertà e di pace. Tutto queste sensazioni che solo Tom era in grado di darle. Neanche Lukas, per quanto fosse dolce e affascinatne, poteva anche solo lontanamente eguagliare quello che provava con Lui. Lui, probabilmente l'unico che avrebbe mai potuto amare.
Nonostante questi sentimenti però, l'orgoglio era più forte perciò, anche se a malincuore, si era staccata dal ragazzo.
"Tom, basta. E' sbagliato"
"Avanti Kat, non puoi essere seria. Questo tizio non è quello giusto per te"
"E chi sarebbe il "tizio giusto" per me. Tu?"
"Fammici pensare.."
Il ragazzo si era grattato con aria pensierosa la guancia per poi incastrare gli occhi della ragazza con i suoi e rispondere un secco "sì".

"Cavoli Tom! mi hai fatto perdere sette chiamate di Lukas!"
"In realtà sei stata tu a decidere di non rispondere"
"Non è vero! sei stato tu.. tu sei stato.."
Non riusciva proprio a completare la frase. In realtà non riusciva neanche a riordinare i propri pensieri, figuriamoci se riusciva a dire una frase di senso compiuto. "Fortunatamente" il chitarrista le era venuto incontro
"Cosa? A baciarti. Sì Kat, sono stato io, ma tu hai risposto. E dopo, anche mentre squillava il cellulare, non ti sei opposta anzi.."


Era quasi l'alba quando Kat aveva finalmente trovato un po' di pace nel fantastico mondo dei sogni.



  
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