Fanfic su attori > Alex Pettyfer
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Autore: nuvole_e_popcorn    05/09/2012    5 recensioni
Dal terzo capitolo
“Io...” non sapevo come cavolo tirare fuori tutto quello che avevo in testa “Io.. TI STRONCO LA CARRIERA Pettafer o come diavolo ti chiami!” lui inarcò un sopracciglio, ma ero troppo arrabbiata per veramente fare caso alla sua dannatissima, bellissima faccia. “è Pettyfer Gin” mi corresse. E sai quanto me ne frega. Okay forse un pochino.
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Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo settimo: James

Quando mi diressi nell’ingresso per salutare Max. “Chi sei tu e cosa hai fatto a mio fratello!” esclamai. Davanti alla vista di un Max biondo platino con il ciuffo emo davanti nero. Oh God why? Alex, incuriosito dalle mie ‘urla’ si avvicinò e scoppiò a ridere. “Ti ha mollato, eh?” disse tra le risa. Passai lo sguardo tra i due non comprendendo. Max alzò le mani al cielo, in segno di resa. “lo ammetto avevi ragione” disse dandogli una pacca sulla spalla. Ancora non capivo. “Alex diceva che Anna mi avrebbe mollato, prima o poi...” ma fu interrotto da Alex “più prima che poi” Max gli scoccò un’occhiataccia “e io dicevo ‘no! Figurati’. Sta mattina dopo una nottata di passione l’ho trovata che parlava al telefono con il suo ex della serie ‘ti amo. Si ci vediamo dopo’. Abbiamo bisticciato e le ho detto di scegliere e lei.. mi ha mollato. Ho solo seguito la mia penitenza” puntai un dito contro Alex. “ma cosa diamine gli fai scommettere!” gli esclamai contro. Lui se la ghignava. “ammetilo che è stata un’idea geniale e sei gelosa che non sia venuta a te!” mi rispose a tono. Cominciò la nostra guerra di sguardi. Max sbuffò. “ragazzi, pensate di riuscire a mettervi assieme prima che mi facciate morire di risate con questi vostri comportamenti infantili?” domandò. Io e Alex ci paralizzammo sul posto. Max però, non se ne accorse e se ne andò. Lasciando me e Alex a fissarci come due scemi. “ehm.. credo che abbiamo perso una buona possibilità” mi fece notare. Alzai un sopracciglio in risposta. Ma va? “Ah e Alex..?” sentimmo la voce di mio fratello “Sì?” chiamò. “stai lontano dalla mia sorellina!” ma stava bene? Era un’incoerenza pura quest’uomo! “Non ci penso neanche” rispose Alex, così piano che solo io potei sentirlo. Ghignai malefica. E in tutta risposta lui mi baciò. “penso sia meglio che glielo diciamo quando smetterà la sua incoerenza.” Mi disse. “è ancora sconvolto per Anna” concordai. Ah perfetto, ora dovevamo pure riuscire a non farlo scoprire a Max. Bella roba.
 
Non aiutava il fatto che Max apparisse all’improvviso, con il suo passo felpato alle mie spalle, facendomi prendere un infarto ogni sacrosanta volta che mi capitava a tiro. Alla fine fu Alex a salvarmi la vita. “Ei Max” esclamò d’un tratto scendendo le scale “io esco, vado a mangiare fuori, poi devo passare da casa mia e controllare che tutto vada per il meglio. Ci vediamo domani mattina sul set” disse, lo fissai incuriosita. Era chiaro che avesse qualcosa in mente, ma cosa? Ghignò. “okay” fu tutto ciò che ricevette in risposta. Ma allora ce l’aveva una casa!? Perché cavolo era venuto qua in prima istanza? Tutte domande senza risposta con le quali, il mio (sì ho detto ‘mio’, sono messa male) ciuffosempreperfetto avrebbe dovuto affrontare molto presto. Mentre continuava a raccontare a Max (tutto urlando da un piano all’altro, per la felicità delle mie orecchie) mi porse un bigliettino, c’era scritto: ‘alle 7.15 central park. Non c’è quello stupido di mio fratello a casa ;) –A’. Ah ecco ora questo spiegava molte cose. Annuii. O cielo sacrosanto... avevo un appuntamento con Alex Pettyfer..? Beh non mi doveva sconvolgere più di tanto con quello che era successo no..? Alex mi fece l’occhiolino. Poi sparì. Alle sette meno cinque mi presentai in camera di Max “Ei Max, Nick mi porta a fare un giro” dissi “non aspettarmi alzato.. credo che oggi finalmente riusciremo a raggiungere un punto cruciale e...” lui alzò una mano a zittirmi “okay, okay. Non voglio sapere i dettagli. Avvisalo solo che se ti fa soffrire gli spezzo le gambine, chiaro?” annuii “sarà riferito” aggiunsi. Sette e ventidue, ero in ritardo, ma mi muovevo con la mia solita lentezza a bradipo. Quando arrivai a central park sentii qualcuno chiamarmi con una leggera pressione su una spalla, mi voltai e mi ritrovai la faccia ghignante di Alex a pochissimi centimetri dalla mia. Indossava i Rai Ban gigantor con cui lo avevo visto la prima volta sulla sua mostruosa odiosa, stupida (non mi sta molto simpatica effettivamente) volvo metallizzata. “central park, sul serio?” domandai. Lui sorrise. “definitivamente azzurro.” Mi fece presente. “aspetta e vedrai”mi assicurò. “okay” era stato facile perché io amo le sorprese. Senza tanti giri di parole mi prese per mano e cominciò a condurmi verso la sua volvo metallizzata. “non ci pensare neanche a fare storie, topino” mi disse, ey da quando mi chiami topino, fratello..? borbottai qualcosa, ma salii. Mi portò al McDonald. “sul serio?” feci. Lui sorrise “hai detto che ti piace il Big mac” si scrollò nelle spalle. “mi toccherà farti la lasagna allora.. uffa, ma io non sono brava a cucinare” mugugnai, ma lui sorrise e mi portò dentro. Io mangiavo lui anche, ma preferiva stare zitto e fissarmi. “che c’è?” mi decisi a chiedere alla fine. “niente” inarcai un sopracciglio. “colore preferito” domandò d’un tratto, sorrisi. “e ora perché?” domandai. Lui rimase zitto. “ti interessa così tanto..?” domandai alla fine. Lui annuì. “rosso.” Mi sorrise. Certo non era qualcosa di romantico come quello che aveva detto lui, ma ei almeno ero sincera. “cane o gatto..?” ah, ma allora vuole farmi un interrogatorio “gatti, decisamente. Peccato che sia allergica al loro pelo”. Andammo avanti così per un po’. Poi si alzò e sparì per andare a pagare. Si era rifiutato di farmi pagare. “Gin..? che ci fai qui tutta sola soletta..?”o no. Conoscevo quella voce, dannatamente bene. E sapevo che effetto mi faceva il proprietario. “Che vuoi James? So che sei stato a casa mia. Che vuoi?” non mi voltai. “parlarti. Gin. So che ce la possiamo fare. Ce l’abbiamo sempre fatta. Ho sbagliato lo so, ma alla fine Marianne non è te” mi disse sedendosi di fronte a me, dove prima stava Alex, la cosa mi sembrò parecchio strana, non mi piaceva per niente ritrovarmelo davanti. “No. James” dissi alzandomi. Esattamente. Marianne, la mia migliore amica, mi tradì con il mio ragazzo (o dovrei dire il contrario? Non lo so neanche più. Penso che abbia fatto più male il tradimento da parte di una persona con cui sei cresciuta piuttosto che quello di uno stronzo, no?) “ma stammi almeno a sentire, Gin!” esclamò alzandosi e venendomi dietro. “dammi almeno un’altra possibilità!” esclamò. “ognuno merita una seconda chance!” inarcai un sopracciglio. “sì, una seconda, una terza addirittura, ma poi basta. E comunque marchati bene queste parole, che sottolineo, ripeto, cerchio e coloro non voglio darti un’altra possibilità” mi girai e feci per andarmene, ma mi trattenne per il braccio. “andiamo Gin, lo sappiamo entrambi che non è vero, questo” sibilò. “oh fidati è vero, James” dissi. “lasciami. Andare. Ora” sillabai. Ma nulla. Anzi la sua presa si fece più forte, finché non sentii un petto alle mie spalle, e percepii il suo profumo (e la sua ira). “io la lascerei amico.” Disse, trattenendo a stento la rabbia. “e tu chi sei? Lei viene con me” disse  James, sicuro di essere il più forte. “io vado con chi mi pare” lo corressi, ma mi ignorò; oi ci sono anch’io, huhuhu? C’è nessuno in casa..? “no. Perché lei è con me.” James mi aveva lasciata e Alex mi aveva cinto la vita protettivo. Beccati questa stronzo!
 
Mi stava portando a casa sua. Cercai di sdrammatizzare un po’ e ci riuscii, un po’. Ma era davvero incazzato. Fermò la volvo. Scesi. Eravamo nel suo garage, di sopra c’era la casa (enorme) poco fuori città, ma non è che l’abbia guardata molto, avevo altre cose cui pensare. Non mi aspettavo di trovarmelo di fronte a quella velocità. Mi prese il volto tra le mani e mi baciò. E che bacio. Sembrava come se stesse cercando di infondermi sicurezza, ma più cercasse di rassicurare se stesso. Risposi al bacio e quando si allontanò ne ero abbastanza infastidita, non avevo finito. Avevo le braccia attorno al suo collo. “Ei.. ei” dissi, quando fissò il pavimento, trovandolo d’improvviso interesse. “sto bene, Alex” gli assicurai. Lo baciai; un bacio a fior di labbra “grazie” lui mi guardò e scosse la testa leggermente, era come se volesse dire ‘ma figurati, anzi scusami’. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma poi la richiuse. Sospirò. “va tutto bene” lo rassicurai di nuovo “sono esattamente dove vorrei essere” troppo glucosio gente! Devo smetterla coi dolci! Questo sembrò farlo stare meglio. 

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bella gente! Che ne dite?? Fatemi sapere :) xoxo -G
  
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