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Autore: Thewarblers    05/09/2012    3 recensioni
Una storia d'amore ambientata nel 1940 raccontata attraverso un diario. Un diario che viene trovato 72 anni dopo da Hannah, la quale rivivrà i segreti e i baci di Kurt e Blaine.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Lima, Ohio. 22 Ottobre 1940
 
Non posso più negarlo. Non faccio altro che pensarci, a lui. Non faccio altro che alzarmi la mattina e sperare di vederlo. Al mercato, in piazza, alla posta, dal fabbro. Ma non succede. E non credo sia normale provare tristezza per una cosa del genere. Perchè non ho niente a che vedere con quel ragazzo. Non ho nessun legame e non dovrei nemmeno sperare di averlo. E’ sbagliato.
C’è una così tale confusione in me, che davvero, non riesco a pensare. E’ come se tutto quello cui credevo  fosse stabile e normale nella mia vita, mi avesse girato le spalle, avesse corso via veloce da me impedendomi di seguirla. Lasciando posto a mille dubbi, mille quesiti a cui non so dare una risposta.
Ho solo bisogno di qualcuno da amare forse? E mi butto sul primo che capita? Ma maledizione! Perché proprio a me? E’ colpa sua. Non ho mai visto nessuno più bello e intrigante. Magari non l’avessi mai visto!. Sarebbe tutto più semplice. Sarebbe più consono.
Non lo conosco, eppure mi tormenta i pensieri, mi impedisce di stare tranquillo.
Cosa posso fare? Non lo so.
E non posso dirlo a nessuno. Perché nessuno capirebbe. Non lo capisco nemmeno io. E’ una cosa solo mia, di certo troppo grande per poterla contenere, per questo ne sto parlando qui. Questo diario terrà nascosto questa.. cosa,  forse per sempre. Da quando però l’ho visto, sono cambiato. Non fisicamente. Ma dentro, c’è una sorta di crudele disgusto che scorre nelle vene. Si infrange come un’onda e mi travolge. Provare attrazione per un ragazzo. Che storia è mai questa! E mi accorgo che non faccio altro che chiudermi in me stesso. Cercando di convincermi che è solo un momento passeggero. Un errore dovuto al fatto che sono giovane e che voglio capire questi sentimenti che stanno nascendo. E non riesco nemmeno più a guardare il mio riflesso nello specchio, mi sento sporco al pensiero che quello che vedo nei miei occhi è l’ombra di qualcosa di nuovo che sta nascendo in me. E la cosa mi terrorizza.
 
Due giorni fa è venuto il medico a casa, si è messo a parlare con i miei genitori, e si sono chiusi nella loro camera. Sono stati chiusi per ben due ore. E così nei giorni successivi. Mi incuriosiscono queste visite, ma non sono affar mio. Stamattina mia madre non è venuta con noi dalla famiglia Febray per il pranzo, è andata a casa della nonna e del nonno, a Westerville. E la cosa mi ha stupito dato che non ci rechiamo lì da quattro anni.
Le ho chiesto il perché, ma non mi ha risposto.

Tornati a casa dopo pranzo mi sono chiuso nella Biblioteca dove ci sta il pianoforte a coda. Sono rimasto lì fino all’ora di cena. Sfiorare i tasti d’avorio mi rilassa, il suono che produce non mi fa pensare.. cosa che ho fatto troppo ultimamente. La musica è il mio diversivo. L’esca delle preoccupazioni che mi affollano la testa. Prendono voce con lei, e si sfogano. Compongo anche. E’ un bell’esercizio per mantenere l’orecchio allenato, come dice il mio professore, il signor Shuster. Ma se devo ammetterlo, mi serve anche per esprimere me stesso. Quando sono preoccupato o ho solo bisogno di schiarirmi le idee, compongo. Ci sono mille segreti nascosti tra le note, non se ne accorge mai nessuno. Solo l’autore conosce ogni singola storia di uno spartito. E’ una cosa meravigliosa. Essere a conoscenza di qualcosa che nessun’altro può comprendere. Ti fa sentire speciale.
Sono stanco, vado a dormire.
 
 
 
Lima, Ohio. 23 Ottobre 1940
 
Stamane mi sono svegliato con una strana sensazione. Una sensazione che rassomigliava vagamente all’impazienza. A lungo ho cercato di comprenderne il motivo, fino a quando non mi sono reso conto che era talmente ovvio che mi sfuggiva. E’ per via di domani. E’ domenica, c’è la messa.
C’è lui.
E nonostante io non possa fare altro che sperare che la notte passi il più in fretta possibile, una strana preoccupazione non mi abbandona. Forse se domani lo rivedo, capisco che è stato solo un attimo di debolezza. Perché deve essere stato così. Un semplice errore dovuto alla poca luce che filtrava dalla finestra. Magari basterà sbattere le ciglia per accorgermi che non esiste nessun ragazzo dalle sembianze divine a pochi passi da me. E non avrebbe avuto senso tutto questo affannarsi. Mi farò una bella risata e ricomincerò a respirare. Ma è inutile prendersi in giro. Sono talmente in ansia, che rabbrividisco.



NdA questo capitolo è così corto che mi vergogno di me stessa. Comunque, bando alle ciance.. è un capitolo di passaggio. Non estramente importante. Era per sottolineare l'estrema disorientatezza (?) che Blaine ha. Insomma, la sua intera vita è stata sconmbussalata. Si sente attratto da un ragazzo, e lui è stato educato col fatto che non è normale.
Devo dire che il mio migliore amico mi ha aiutato molto con questo capitolo. L'ho un po' costretto a ripensare quando ha scoperto di essere attratto dai ragazzi, e mi ha detto che si sentiva quasi schifato da se stesso. Confuso e sbagliato. Ma alla fine dopo molte domande, ha capito di essere orgoglioso di quello che è. E lo sono anche io, Porcellana <3
Nel prossimo capitolo si entrerà nel fulcro della storia. Spero solo che dopo questo vorrete ancora leggerla *piange disperata* . 
Che dite, nel prossimo capitolo Blaine rivedrà questo misterioso ragazzo?
  
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