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Autore: butterbeer95    06/09/2012    2 recensioni
Cecily Rose e London Hudson. Adolescenti, innamorati, alle prese con le prime ribellioni e i sogni adolescenziali, vittime di un odio che, solo in teoria, impedisce loro di stare insieme.
[Continuazione -ma neanche tanto- di Mrs. Brownstone, spero vi piaccia!]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Forbidden&Forgotten'
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I mesi passavano, e la situazione non migliorava. Anzi, ogni giorno era sempre peggio. London e Cecily si erano lasciati; avevano entrambi capito che, forse, non erano fatti l’uno per l’altra. Perlomeno da quanto accaduto a Las Vegas.
Cecily sprofondava verso un tunnel, da cui non riusciva a vedere via d’uscita. Era stata messa in punizione a vita, ma ciò non le aveva impedito di raggiungere Ethan. O meglio, di farsi raggiungere da lui. Tra loro era nata una tenera amicizia che occasionalmente sfociava in qualcosa di più, ma entrambi non volevano montarsi la testa. Sapevano che non sarebbero andati da nessuna parte. Inoltre, per quanto le scocciasse ammetterlo, amava ancora quella testa di cazzo di London.
Da poco aveva iniziato a prendere pasticche più pesanti, qualcosa che le facesse dimenticare la situazione schifosa che stava vivendo. I suoi non sembravano accorgersene, o forse facevano solo finta. Non avevano ancora capito che la tattica del fai-finta-di-non-vederlo-che-magari-il-problema-scompare non funzionava?
 
Slash osservava gli avvenimenti intorno a lui con fare impassibile. Sapeva di non poter fare nulla per far sentire meglio London.
Duff si era praticamente trasferito da loro, portando con sé moglie e bambine. La motivazione ufficiale era che doveva produrre un po’ di musica nuova con lui, ma entrambi sapevano che si era spostato a Los Angeles solo per stare vicino ad Axl. Così come stava facendo lui. Nonostante i media li facessero passare per coloro che avrebbero tanto voluto saltare l’uno alla gola dell’altro, non era affatto così. Lui teneva a William. Ne avevano passate così tante, insieme. Dimenticare era pressoché impossibile.
Per questo decise, senza nemmeno parlarne a Perla, di recarsi a Malibu in visita ai Rose.
Fu Clare ad aprirgli la porta.
“Oh, Slash, che sorpresa. Non ti aspettavo. C’è Perla? Dimmi di no, perché Beth si è trasferita qui a tempo indeterminato, e a quanto pare le due non si piacciono un granchè..”
“No, no, sono solo.” A stento trattenne una risata. Aveva quarantun anni, e le donne ancora combattevano per la sua mano. Beh, doveva esserne lusingato.
“Immagino tu sia venuto per lui.”
“Sì, come sta?”
La donna trasse un sospiro, prima di fissare gli occhi a terra.
“Diciamo che il suo umore non è dei migliori..A malapena parla con me.”
Cazzo. Se non parlava con l’amore della sua vita, come poteva farlo con un uomo che probabilmente odiava? Ma non importava. Lui avrebbe provato lo stesso.
“Sai dirmi dov’è? Ne so abbastanza del suo carattere, penso di potermela cavare abbastanza bene.”
Un lieve sorriso si dipinse sulle labbra di Clary, ma si spense subito. Doveva starci proprio male per la storia di Cecily.
“è dove è di solito, dal suo pianoforte, al piano di sotto. Buona fortuna.”
“Grazie, Clare. E, giusto perché tu lo sappia, da noi la porta è sempre aperta.”
Si chinò e le diede un bacio sulla guancia. Voleva farle sapere che lui c’era, c’era sempre stato.
“Sei un brav’uomo, Slash. E spero tanto che le cose tra te ed Axl si risolvano.”
Il riccio annuì e si diresse al piano di sotto. Intuì la strada da seguire dal suono del pianoforte che sentiva. Axl era chinò sullo strumento, come era solito fare in studio, quando era concentrato su qualcosa e non ti avrebbe mai dato ascolto, per nulla al mondo.
“Will?”
Nessuna risposta. Tipico.
Si avvicinò lentamente. Non voleva disturbarlo, ma non voleva neanche rimanere lì come un coglione.
“Rose. Sono io, Slash, a casa tua, ti ho appena disturbato, perché non mi gridi di tutto?”
“Sei il più coglione dei coglioni e io ti odio, va bene?”
“Ah, lascia stare.”
“Che vuoi?” chiese bruscamente il rosso, voltandosi verso di lui. Aveva delle profonde occhiaie intorno agli occhi, i capelli messi parecchio male, e sembrava non farsi la doccia da..da un po’. Non lo biasimava.
“Sono venuto a vedere come stavi.”
“Smettila.”
“Di fare che?”
“Smettila di far finta che ti importi qualcosa di me. Ti ho trattato abbastanza di merda in questi anni, e ora vieni qui a cercarmi e fare il buon samaritano? Perché?”
“Axl, non siamo nemici. Forse lo eravamo, dopo lo scioglimento. Ma sono passati dieci fottuti anni, siamo adulti, maturi. Io a te ci tengo, e voglio farti sapere che..che per te ci sarò.” Non era mai stato bravo con le parole, ma ultimamente sembrava che dovesse fare parecchi discorsi. Accidenti a lui.
“Vuoi sapere una cosa, Saul?”
Eccolo, ora partiva con gli insulti. Li avrebbe sopportati. L’aveva fatto tutta la vita, e lo stava facendo tuttora con quella gente su Internet che lo chiamava ‘incapace’, ‘pezzo di merda’, o roba peggiore. Non gliene fregava un cazzo.
“Ho paura. Ho una paura fottuta. Non voglio..non voglio vivere un altro inferno. Mi siete bastati tu, Adler, McKagan, Izzy. Ne ho abbastanza della droga.”
“Cecily non finirà come noi, non vivrà una vita miserabile come la nostra.”
“Ah no? E come lo sai? Hai il droga-radar?”
“No. Ma noi eravamo soli, o meglio, credevamo di esserlo. Io lo credevo. Non vedevo via d’uscita, ero stupido. Cecily non lo è. Ha te, Clare, London, Max..Sa cosa deve fare.”
“No. Non lo sa. È una bambina, Slash! E tu puoi venirmi a dire quanto vuoi che non lo è più ma lo è! Ha sedici anni, ed ha sempre avuto tutto dalla vita. Che ne può sapere? Non conosce i suoi limiti.”
Non poteva dargli torto.
“Ne uscirà, Will, te lo giuro.”
“Come lo sai?”
“Lo so. Lo so e basta.”
“Bene, visto che lo sai, porta fuori il tuo culo da casa mia. Ne ho abbastanza di chiacchiere sdolcinate. Hai ragione, però. Ne usciremo. Domani la porto in riabilitazione. Crede di riuscire a fregarmi, ma non è così. Nessuno ce la fa. Giusto?”
“Beh, quella volta, nell’89..”
“Giusto?” ripeté il cantante, con un tono più deciso e intimidatorio.
“Giusto, Rose. Assolutamente sì.”
Con un sorrisone stampato in faccia, tornò a casa di corsa. Forse c’era riuscito, forse era riuscito a far uscire Axl dal guscio in cui si era rinchiuso. Aveva sempre saputo di essere mitico, ma quella ne era la conferma.


Spazio autrice:
Hola belle! Ccccome butta? Contente che tra poco inizi la scuola/università/qualsiasi cosa inizia a settembre? Io un po' sì, ad esser sincera. Lol. Grazie per aver letto questo capitolo, e grazie in anticipo per le recensioni (se ne lascerete almeno una e.e). 
Baci.
   
 
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