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Autore: moonlight8    06/09/2012    1 recensioni
«...Alcuni aspetti di Loki sono sempre stati un mistero. Ma conosco qualcuno che potrebbe aiutarvi, conosce mio fratello meglio di chiunque altro».
...
«...Penso che nelle vostre credenze lei possa essere identificata come madre natura»
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nota Autrice:
Buongiorno, scusatemi per il ritardo, ma sono molto impegnata! 
E poi questo capitolo è stato molto difficile da realizzare, l'ispirazione non mi ha aiutata granchè!
Per questo non sono molto contenta del risultato, ma non potevo aspettare ancora a pubblicare. Spero che siate così gentili da lasciare una piccola recensione per dirmi se il capitolo vi è piaciuto o vi ha fatto schifo, come fa a me (tranquilli, non mi offendo se lo dite!).
Ora vi lascio leggere.
buona lettura,
Moonlight8


 



Capitolo IX

 

 
Thor la condusse vicino al portellone ancora aperto sotto di loro, una macchia indistinta di verde li accompagnava lungo il tragitto.
Si sedettero dove poco prima le loro vite stavano per cambiare bruscamente, strappate via dai binari principali.
Thor non poté non pensare che Eve sembrasse ancor di più una bambina in quel momento: le gambe erano vicino al petto e le braccia che le stringevano cercavano di impedire al mondo di entrare nei suoi pensieri; i capelli poi le fluivano delicati appoggiandosi sulle spalle mentre qualche ciocca le copriva il viso.
La ragazza gli sorrise, si era dimenticato quanto quel sorriso fosse magnetico.
 
«Per fortuna che hai deciso di prendermi la mano, grazie»disse Eve dato che il gigante non dava segni di voler iniziare.
«No, ti prego, non farlo, non ringraziarmi. È tutta colpa mia, tutto questo non sarebbe accaduto se io non ti avessi coinvolta»rispose di rimando abbattuto dal senso di colpa.
«No Thor, non farlo tu invece, non rovinare questo momento. Secondo te, avrei preferito rimanere all'oscuro di tutto piuttosto che incontrare te e Loki?»replicò stufa dei suoi continui sensi di colpa.
«No, ma...»iniziò Thor ma fu interrotto.
«E poi hai visto cosa lo SHIELD aveva tra le mani. Prima o poi avrebbero trovato il modo per prendermi e allora non ci sarebbe stato nessun eroe a salvarmi».
I due si scrutarono a vicenda, alla fine però Thor sbuffò distogliendo lo sguardo, non poteva batterla nella retorica, dopotutto aveva imparato dal maestro di quell'arte.
 
Il dio puntò di nuovo i suoi occhi azzurri in quelli verdi della bionda.
«Eve devi aiutarci di nuovo, devi cercarlo di farlo ragionare, devi fargli abbandonare i suoi disperati intenti»disse implorante.
«Perché non provi a farlo ragionare tu? Siete fratelli, nonostante tutto quello che dice Loki. Ti darà ascolto».
«No, mio fratello mi odia; secondo lui gli ho sempre rubato la scena, costringendolo a vivere nell'ombra della mia grandezza», di nuovo si sentì una punta di amarezza nella sua voce.
«Tuo fratello non ti odia, crede di odiarti perché accecato da questa follia. Loki non ha mai voluto il trono, ne aveva soggezione».
«Vedi? Sei tu quella che conosce più di tutti Loki, è sempre stato così».
La dea sospirò, «vorrei ancora che fosse davvero così,  ma dopo quello che è successo credi ancora che si potrà tornare mai come prima? L'ho ingannato per così tanto tempo, non mi perdonerà mai. E se lo facesse sono sicura che non sarebbe più come prima», la voce della dea era pura tristezza.
Eve appoggiò la fronte sulle ginocchia e chiuse gli occhi, voleva solo dimenticare tutto; le lacrime apparsero timide, le sentiva bagnarle le palpebre chiuse per poi scivolare faticosamente verso le sue guance. Alla fine quelle piccole gocce salate si erano presentate, non riusciva a cacciarle indietro, l'aveva già fatto per troppo tempo, quello era il momento di sfogarsi, di separarsi per sempre da quelle perle argentate che raccoglievano ogni preoccupazione.
 
«Io non ne sarei così sicuro. Loki non è stupido, sapeva che Fury ti avrebbe usata per ottenere quello che voleva… e credo che avesse capito da molto tempo il motivo per cui sei stata esiliata. Sono sicuro che la situazione non sia così disperata, Loki non è mai riuscito ad essere arrabbiato con te»la confortò il dio del tuono.
«Ma questa non è un’altra litigata tra bambini! Ero la persona di cui si fidava di più e io in tutto quel tempo non ho fatto altro che nascondergli la verità!».
«Stavi solo eseguendo gli ordini del padre degli Dei…».
«Tu non sai cosa si prova a dover mordersi la lingua per non farsi sfuggire nemmeno una parola o come mi sentivo quando mi raccontava di come si sentisse inadeguato in mezzo a voi guerrieri», Eve continuava ad accusarsi con voce fievole mentre le lacrime scorrevano sul viso.
Thor le appoggiò una mano sulla spalla e con l’altra le fece sollevare il capo; le asciugò il volto con il suo pollice e la costrinse a guardarlo.
 
Eve si stupiva ogni volta che osservava l’amico: l’espressione gentile, la voce calma e pacata stonava con il suo corpo muscoloso e quegli occhi più azzurri del cielo in estate, che avevano visto mille battaglie e affrontato terribili tempeste, rimanevano innocenti come quelli di un bambino.
«No, non lo so. Ma tu dovresti smetterla di accusarti. Eri… sei una guardiana di Asgard, sei figlia di Heimdall e Odino ti ha affidato un duro compito. Mio padre ha preferito sgravarsi di un suo peso affidandoti la custodia di Loki. Ha preferito non affrontare il problema e ora ne sta pagando le conseguenze: tu e Loki non siete altro che vittime rimaste impigliate nella rete di menzogne costruita da Odino per tenere mio fratello al sicuro».
«Sì, ma…»sussurrò Eve, ma Thor la interruppe.
«Credi che Loki avrebbe preferito vederti morta e sapere la verità o esserne all’oscuro ma sapendoti viva?».
Eve non rispose, spostò lo sguardo verso il basso lasciando la vista perdersi nella vegetazione che sfrecciava sotto si loro mentre i colori si mescolavano come in una tavolozza di un pittore. Non riusciva a sostenere lo sguardo del dio biondo perché sapeva che aveva ragione: Loki non avrebbe mai sopportato la sua morte, non avrebbe accettato la fine della sua ancora di salvezza che lo legava al mondo reale.
Thor capì di avere centrato il bersaglio.
 
«Ricordo ancora quanto tu e mio fratello foste inseparabili. Sei stata più vicina a lui di quanto lo sia mai stato io, soprattutto quando tutti, me compreso, lo facevamo sentire fuori posto. Lo difendevi  dalla cattiveria degli altri e lo fermavi dal commettere quelli che lui chiamava scherzi. Eravate davvero la coppia perfetta. E quando mio padre ti bandì ricordo la lite che avvenne tra lui e Loki, credevo avrebbero distrutto il palazzo! Ricordo il suo dolore e il suo scetticismo sul motivo del tuo esilio. Cercò in tutti i modi di convincere nostro padre a riportarti indietro, ma invano. Si sforzò di comportarsi come un figlio modello per poter rendere fiero Odino e dimostragli che era il legittimo erede; credo che proprio in quel momento avesse iniziato a progettare un piano per salire al trono. Ma ogni sera spariva per ore e ore, nessuno sapeva dove se ne andasse. Senza di te non è stato più lo stesso, nonostante i suoi tentativi»a quel punto Thor fece una pausa, Eve sorrise malinconica.
 
«Vorrei solo che tutto tornasse come prima»sussurrò Eve guardando fissa davanti a lei.
«I piani di mio padre sono sempre complessi e nessuno sa con certezza come si sviluppano. C’è sempre speranza»rispose Thor saggiamente.
«Tuo padre non mi farebbe mai tornare».
«Io non ne sarei così certo. Credo che con una giusta logica si possa arrivare a qualche compromesso. In fondo non vorrebbe perdere di nuovo Loki».
«E come vorresti far opera di convincimento? Tu?»chiese dubbiosa.
«Quando tutto questo sarà passato e avrò ricondotto Loki ad Asgard mio padre non potrà rifiutare l’idea di farti tornare per tenere a bada mio fratello».
«È una promessa?»domandò Eve cercando di non illudersi prima del tempo.
«Sì».
 
La Terra per Eve era diventata una casa, un luogo confortante, ma il richiamo verso la sua patria, verso la sua vera terra era troppo forte, non si sarebbe lasciata sfuggire quella possibilità per nulla al mondo.
Aveva cresciuto la terra come si fa con un figlio, ma ora, forse, era il momento per staccarsi, per lasciarla correre con le sue forze.
E ora che anche il direttore dello SHIELD aveva capito che il suolo su cui poggiava i piedi non era solo dura roccia e acqua salata, ma ne aveva compreso la sua vera complessità, la Terra sarebbe stata più al sicuro.
In più da quando quel Tony Stark aveva rischiato di morire, aveva cambiato vita, aveva finalmente capito il valore di ogni singolo umano e aveva smesso di essere il portatore di morte e distruzione. Ora aveva deciso di impiegare la sua brillante mente in qualcosa di buono che avrebbe portato vita, come era accaduto per lui. Gli avrebbe fatto promettere di assicurasi che la Terra non corresse pericoli.
In fondo poteva tenere sott’occhio la sua bambina anche da Asgard nello stesso modo che faceva Thor.
 
«Ci aiuterai? E combatterai contro i Chitauri?»chiese Thor speranzoso.
«Vi aiuterò. Vi aiuterò a scacciare quei mostri e farò ragionare Loki. E tu lo riporterai ad Asgard sano e salvo, intesi?»trattò Eve guardando intensamente Thor che annuì e la aiutò a rialzarsi.
 
«Preparatevi, tra poco arriveremo a New York. Stark è meglio se ci anticipi, noi ti raggiungeremo»disse Natasha facendo risollevare tutti dai propri pensieri.
Tony si rimise la sua armatura velocemente e si avvicinò al portellone aperto.
«Pronti per la festa?»sorrise ironico, fece l’occhiolino a Eve e si lasciò cadere per qualche metro prima di azionare i motori per il volo e raggiungere la sua creazione.
Il dio biondo si avvicinò a Steve, che ancora dormiva profondamente, per svegliarlo.
 
La dea guardò il suo riflesso distorto nella parete di metallo del jet.
«Se devo tornare sul campo di battaglia, sarà meglio mettersi qualcosa di più adatto»disse parlando più a sé che agli altri.
In pochi secondi l’abito verde scomparve lasciando al suo posto un paio di pantaloni in pelle nera che le fasciavano le gambe magre mentre un paio di stivali color pece le avvolgevano i piedi e i polpacci fino al ginocchio; nella parte superiore un corpetto nero con finissime strisce d’oro le aderiva come una seconda pelle lasciando scoperte le braccia e le spalle. La carnagione candida contrastava con l’abbigliamento scuro e brillava alla luce grazie ai tatuaggi dorati; un paio di guanti scuri che lasciavano scoperte le dita le coprivano gli avambracci completando il suo costume.
 
«Dove è il dottore a proposito?»chiese Eve mentre si aggiustava i capelli biondissimi.
Solo ora si era accorta della sua assenza e si aspettava quasi di vederlo comparire all’improvviso dalla cabina di pilotaggio.
«È ancora disperso, non credo che avremo il piacere di vederlo in azione»rispose Natasha mentre azionava un pulsante.
«Io non ne sarei così convinta»sussurrò la dea rimanendo inascoltata.
  
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