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Autore: Lady Cheshire    06/09/2012    3 recensioni
Niente da dire su questa storia, strano ma vero, quiiindi mi affido a voi, gente di EFP, siate clementi su questa storia priva di senso...è nata per sbaglio. Coomunque, eccovi un pezzettino, a presto ^^
Dal capitolo 5
Me ne vado come tu mi hai chiesto, ma continuo a chiedermi dove é stato il mio errore. Forse avevi ragione tu e quella sera non dovevamo lasciarci andare ma non mi pento di averlo fatto. Ti lascio col male nel cuore, credimi, ma prendo con me la bambina. Volevo che qualcosa di noi restasse anche a me, anche se soffro nel trattare mia figlia come un oggetto. Mi prenderai per un egoista, ma non ti biasimo, puoi stare tranquilla la piccola crescerà serena, non temere per lei l'amerò con tutto me stesso. E lo stesso vale per te, ti amo ora che me ne vado e ti amerò per sempre... Addio amore mio.
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non ci credo, davanti a me era passato Ikuto Tsukiyomi in persona e io mi ero fatto prendere dalla rabbia ed ero corso via, quella ragazza mi...ah non lo so nemmeno io! Mi fa passare da provare un affetto istintivo per lei a un istinto omicida mai provato. 
«Ahhh che nervi!!» avevo urlato dando un calcio ad un albero del parco. Mamma oggi tornava tardi dal lavoro, aveva delle pratiche per il prossimo processo da controllare, e quindi mi ero fermato un po' al parco. Li mi rilassavo, mi piaceva stare qui, e soprattutto mi piaceva stare sul palco delle rose bianche. Mamma mi ha detto che su questo palco papà ha suonato per lei con il suo violino. Chissà perché mamma non mi ha mai detto niente di papà...diventa sempre triste quando ne parliamo. Mi dice che lei non ha voluto tenerlo legato a se e gli ha permesso di essere libero, e spesso piangeva per questo volevo crescere, diventare forte e proteggerla. Non permetterò a nessuno di farla star male di nuovo come ha fatto mio padre, non che io lo odi ma, ancora mi chiedo come ha potuto lasciare una donna dolce come mia madre. 
  «Ehi soldo di cacio, che ci fai qui tutto solo?»
«Coach Soma... Potrei farle la stessa domanda»
  «Yosuke é corso subito da Utau...Amu é ancora al lavoro?»
«Pratiche...vado a mangiare, vuole qualcosa?»
  «Offro io allora...vieni» e siamo andati in un bar, abbiamo preso un panino e abbiamo pranzato.
«Come stanno Yosuke e la zia?»
  «Alla grande... Anche se Utau ultimamente ha sempre qualche concerto o ripresa...e tu che mi dici?»
«Ieri ho mandato via l'ennesimo pretendente a tempo di record»
  «Ah si?»
«Si, spillo sul campanello di casa e pioggia di biglie di vetro dalla finestra...tutto prima che mamma tornasse a casa»
  «Se ti impegnassi così anche nello studio saresti un genio»
«Io mi impegno solo in quello che desta il mio interesse latente»
  «E lettere é nella categoria a pieni voti immagino»
«Esattamente, mi piace parlare forbito...così imbarazzo i pretendenti davanti mamma dato che non sanno che dico»
  «Sei un mostro di sadismo...»
«Già e ne vado più che fiero. Sono quasi le tre, io vado a casa»
  «Va bene, e cerca di essere puntuale almeno oggi. Anche il capitano deve allenarsi»
«Ma se mi fai solo correre? Posso anche ritardare un po' no?»
  «Ma anche no... A dopo soldo di cacio»
E così mi ero incamminato verso casa, il coach Soma é il padre del mio migliore amico, Yosuke, e fidanzato di quella che mia mamma dice essere mia zia. É il coach della squadra locale di basket e calcio. Io gioco a basket e, chissà come, sono diventato il capitano della squadra. Strano mia madre é sempre stata negata per lo sport, a detta del coach...deve essere merito di papà come l'agilità e la velocità. Invece sono patetico in disegno, non riesco a fare nemmeno uno stick-man con righello e compasso. Mi piacerebbe migliorare in disegno, anche perché l'architettura mi affascina... Mamma era sdraiata sul divano quando sono entrato in casa.
   «Chiaki, bentornato!»
«Ciao mamma, finito di lavorare?»
   «Finalmente si, mi spiace farti pranzare solo»
«Tranquilla, ha offerto il coach»
   «Kukai...quel ragazzo non cambierà mai, troppo gentile»
«Si vede che vuoi bene ai tuoi amici...»
   «Certo, loro sono come una seconda famiglia per me»
«Lo so... Non portare altri pretendenti a casa...»
   «Cosa? Ne é arrivato un' altro?»
«Non lo sapevi?»
   «No, io non voglio sposarmi, mi basti tu tesoro... Vengono da soli per i fatti loro, sono solo un fastidio per me»
«Meglio così non voglio che mi rubino la parte dell'uomo di casa»
   «Uomo? Dove? Io vedo solo un ragazzino che smania dalla voglia di crescere, goditi i dieci anni tappo» aveva detto scompigliandomi i capelli.
«Tzk, aspetta un paio d'anni e vedrai. Ti arrivo già al seno ora che ho 10 anni, aspetta i 17 e ne riparliamo»
   «Per adesso sei ancora basso, quindi gira largo. Potrai anche diventare più alto di me ma resterai sempre il mio bambino»
«Sarò sempre l'uomo di casa, nessuno entra senza il mio permesso!» e così mamma aveva riso, mi piaceva farla ridere visto che spesso la vedevo piangere la sera...
  «Non fai entrare nemmeno noi uomo di casa?» aveva detto una voce dalla vetrata, con un tono da spaccone che ben conoscevo. Yosuke era fuori dalla finestra con la zia, che sembrava tratta in salvo da una questione pungente, e…Aoi?!                                                                                                                                       «Ciao Yosuke... Che ci fai qua?»
  «Mamma voleva venire a trovare la zia»
   «Ciao Utau, come stai?»
    «Bene, e tu?»
   «Reduce dalle solite pratiche, come mai questa improvvisata?»
    «Volevamo presentarti l'amica di penna di Yosuke...su cara, presentati»
     «...S-Si piacere signora, il mio nome é Aoi...Kitajima»
   «Aoi...hai proprio un bel nome sai?» mamma aveva un sorriso tirato ed era impallidita
«Mamma...?» ero un po' preoccupato, sinceramente
     «Chiaki?! Sei tu?!»
«Aoi? Aspetta ma non avevi un altro cogn...» ma la zia mi aveva tappato la bocca con la mano
    «Bambini perché non andate di sopra a giocare? Amu io credo di doverti parlare»
   «Oh...certo dimmi. Andate di sopra, forza» e abbiamo obbedito, mentre loro si chiudevano in cucina. Una volta di sopra siamo andati in camera mia, ma non ci andava di fare nulla, stavamo seduti sul pavimento.
«Spiegazioni?»
 «Temo di esserne a corto...Aoi?» aveva risposto Yosuke con noncuranza
     «Zi-Utau mi ha detto di non dire il mio cognome a tua madre...anche se non so il perché» i conti non tornano…
«Ahh pagherei sapere cosa stanno dicendo quelle due»
 «Facile, basta origliare»
     «Yosuke é maleducazione»
 «Suvvia Aoi non farti tanti problemi, sei troppo gentile signorinella» e poi l'aveva presa per mano e trascinata di sotto e io li avevo seguiti, e ci eravamo appostati accanto alla porta della cucina, leggermente socchiusa.
   «Utau, c'è qualcosa che non va?»
    «È che non so se dirtelo o meno...»
   «Utau, sai che puoi dirmi tutto» la zia sembrava seriamente preoccupata, non prevedo nulla di buono…
    «Beh...ecco...vedi...é tornato»
   «Come? Chi é tornato? Spiegati meglio»
    «Ohh andiamo! Se ti dico che Lui é tornato dovresti capire al volo!»
   «C-Come é tornato? Non doveva restare all'estero?»
    «Così doveva essere ma, a quanto pare, non é stato così»
   «Quindi anche la piccola...»
    «Si, anche la piccola é con lui. L'ho incontrato oggi ma gli ho detto che non ti avrei detto nulla, ma non mi sembrava giusto tenerti all’oscuro»
   «H-Hai fatto bene Utau... Mamma mia, é un duro colpo eppure sono passati dieci anni»
    «Appunto, dieci anni ed é rimasto un sentimento immutato...non pensi che sia ora di ripensarci?»
   «Utau, lo sai perché l'ho fatto»
    «Si, e so altrettanto bene che te ne sei pentita abbondantemente»
   «Ho già deciso e così continuerà ad essere, nonostante non sarà facile cercherò di andare avanti come posso...non cederò più alla sofferenza»
    «Amu... Vuoi incontrarla?»
   «...No. Non so come reagirei, e poi Chiaki non sa nulla di lei» E io che centravo? Cosa non sapevo? O forse non dovevo venire a sapere…
    «Come vuoi...hanno deciso di restare, farò da mediatore se vorrai incontrarla ok?»
   «Grazie Utau...oh mamma, é tardi. Chiaki! Devi andare agli allenamenti!» oddio, me ne ero dimenticato, e ora se apre la porta ci becca tutti qui, quindi siamo corsi tutti sulle scale, e abbiamo fatto finta di scendere.
«Prendo la borsa e arrivo mamma»
  «Va bene, Yosuke vuoi un passaggio?»
 «Si, grazie zia... Aoi perché non partecipi agli allenamenti?»
     «Ehmm... Non saprei Yosuke»
    «Ma si, perché no. Assisti al loro allenamento e poi ti accompagno a casa»
     «Grazie Utau!»
   «Allora accompagno tutti e tre in palestra, andiamo? Yosuke dove hai la divisa?»
 «L'ha portata papà zia, non preoccuparti»
   «Comodo essere il figlio del coach eh?»
 «Dipende, a volte mi allena anche a casa. Vero mamma?»
    «Si e se rompete di nuovo la finestra io rompo voi due» la zia sa essere veramente sadica. Preso il borsone siamo andati in macchina, e dopo poco siamo arrivati in palestra. In macchina c'era un'atmosfera strana, Aoi lanciava sguardi alla mamma mentre Yosuke ne lanciava ad Aoi, scatenando in me uno strano fastidio.
   «Bene bambini siamo arrivati, ci vediamo alla fine degli allenamenti ok?»
«Ok, ciao mamma»
 «A dopo zia»
     «Arrivederci... Signora»
   «Non essere cosi formale... Vieni a trovarci quando vuoi ok? A dopo»
     «Si...Amu»
   «Brava io vado» ed era andata via, dopo poco é arrivato il coach e ci siamo andati a cambiare, per la primissima volta eravamo i primi ad arrivare, mentre Aoi si era andata a sedere vicino alla postazione del coach. Nel frattempo io e Yosuke ci siamo messi a chiacchierare.

  
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