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Autore: Acqua Dolce    04/07/2003    2 recensioni
Ralph Peterson è uno di quegli uomini che non deve chiedere mai? Ne erano convinti tutti, ma a qualcuno ha dovuto chiedere. Qualcuno che non sopporta e che non lo sopporta come Samantha. Bella come un fiore e spinosa come un cactus. E tra una lite e l'altra si vedranno costretti a fingersi sposati. Ma dov'è il limite tra finzione e realtà?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non lo so nemmeno io com'è cominciata questa storia. Sta di fatto che ora sto camminando su e giù per la stanza alle tre di notte cercando di addormentare mio figlio che non sembra abbia nessuna intenzione di smettere di piangere. 
E' un'ora e mezza che piange come un disperato, inizio ad avere paura che quell'arpia della nostra vicina chiami la polizia dicendo "Agente in quella casa stanno ammazzando qualcuno!", e quando sfonderanno la porta a spallate mi troveranno qui in pigiama e in pantofole che cerco di addormentare la mia creatura e a quel punto diranno "Ehi, ma quello è Ralph Peterson! Il numero sette della Nazionale!". Verrò preso per i fondelli per le quattro ore successive e quando probabilmente il pupo avrà ripreso a dormire e io sarò tornato a letto per recuperare un po' di sonno, mia moglie, che ora sta dormendo (e che ha occupato anche la mia parte di letto), mi sussurrerà dolcemente all'orecchio "Ralph svegliati, dormiglione!".
Ma non divaghiamo. 
Allora... vediamo se mi ricordo bene... è stato l'anno scorso, a fine luglio o i primi di agosto. In ogni modo avevo da poco staccato il cartellino dei ventisei anni...
In ogni modo c'era una delle milleottocentocinquantasette feste che fanno in spiaggia e Holly, Philip, Tom ed io ne stavamo parlando da due giorni.
"Te l'ho detto Hutton: domenica arriva Jenny non posso venire..." brontolava Callaghan.
Io tenevo in mano un mazzo di carte e le rimescolavo da un pezzo.
Non poteva venire... sarebbe stato più corretto dire che non aveva VOGLIA di venire e che aveva di meglio da fare, specie con una ragazza come Jenny, che non vedeva da un'inverno e tot... ma Hutton non sembra volerselo mettere in testa e continuava a insistere.
"Non potete venire tutti e due, scusa?"
Tom ed io ci limitavamo a lanciarci occhiate e a ridacchiare. Quel ragazzo non sarebbe mai cambiato. Bastava vedere come si comportava con Patty. Poveretta, come ha fatto a non stancarsi di stargli dietro lo sa solo lei.
Philip mentre il caprone insisteva ci guardava disperato implorando con gli occhi il nostro aiuto. 
Mi alzai e dando una pacca sulla spalla a Oliver gli dissi:
"Arrenditi, il nostro Philip ha voglia di passare la nottata... oops!" faccio ironico per poi correggermi "volevo dire la SERATA, con la sua puella."
Callaghan era arrossito violentemente, mentre io continuavo a ridacchiare divertito.
Poi cominciò a farfugliare qualcosa tentando goffamente di cambiare argomento.
"Chi... chi ci sarà alla festa?" chiese.
Fu Becker a rispondere " Bè Patty, Julian ed Amy, Mark, Benji e..." si era bloccato. Mi guardava in modo strano. All'inizio non capii, poi spalancai gli occhi sperando che non pronunciassa il suo nome... 
In testa riuscivo solo a pensare "Ti prego fa che non dica quel nome! Fa che non dica quel nome!" 
"E Sam". Concluse Tom. Mi sarei sparato un colpo in fronte.
"Non vengo!" dico subito avviandomi fuori e salutandoli frettolosamente.
Non ho mai potuto sopportare Samantha Verona. Stava per laurearsi in medicina e avrebbe preso la specializzazione in oncologia o qualcosa di simile, un'avara stronzetta egoista di venticinque anni.
"E a Sandra cosa dirai? A proposito come vanno le cose con lei?"
Sandra... ero perso di lei. Quella ragazza era stupenda. Una delle più belle che abbia mai visto e... e... e? e che altro? Adesso che la cotta mi è passata e riesco a ragionare posso dire che era uno splendido esemplare di oca giuliva, ma l'anno scorso non la vedevo affatto sotto questo punto di vista. Era bella e mi bastava. I capelli nerissimi le arrivavano a metà schiena e gli occhi verdi smeraldo le illuminavano il viso. 
Il seno prosperoso e i fianchi procaci erano davvero mozzafiato. Samantha pur essendo molto bella e resa irresistibile dal fascino dell'intelligenza, inesistente in Sandra, per me era niente in confronto all'adorata Sandra.
Anche lei un bel seno, ma la figura era più slanciata di quella di Sandra, i capelli biondi mossi le superavano di qualche centimetro le spalle, gli occhi celesti un colore indefinito fra il turchese del mare e il blu della notte. Se non fosse stata spinosa come un cactus si sarebbe potuta definire un fiore del Paradiso.
Ma io non la potevo sopportare.
"Tu non sopporti nessuno che abbia un quoziente d'intelligenza superiore al tuo!" mi diceva ogni volta che le esprimevo il mio odio allo stato puro.
"Mmm..." rispondo serio alla domanda di Hutton
"E' successo qualcosa?" mi chiede Philip.
"No... o meglio lei vuole che succeda... ma io ho chiarito subito tutto fin dall'inizio."
Gli altri tre si scambiarono un'occhiata perplessa.
"Cioè?" fece Tom.
"Ho capito subito che quella ragazza vuole farsi sposare..."
"Come come?" fece Philip appoggiandosi con gomiti sul tavolo.
"Già, ma le ho detto che non posso perchè in realtà sono sposato e mia moglie non mi concede il divorzio."
"Fa molto Hollywood non credi?" continuò Callaghan.
"Già, ma se non ne sei innamorato perchè prolunghi ulteriormente questa storia?" chiese Holly.
"E chi ha detto che non ne sono innamorato? Ho detto solo che non me la voglio sposare! E con questa scusa posso tenermi la mia ragazza e la mia libertà." Guardai l'orologio. Sandra mi aspettava. Li salutai definitivamente e nonostante la futura presenza di Sam alla festa mi arresi e dissi che ci saremmo incontrati lì.
Non feci nemmeno in tempo a suonare alla porta che Sandra la spalancò per farmi entrare e baciandomi la richiuse in fretta.
"Che accoglienza..." dissi allontanandomi dalle sue labbra.
"Se preferisci faccio la seria come Samantha..." mi fece sfiorandomi di nuovo la bocca con la sua.
Sorrisi. Lei credeva che mia moglie si chiamasse così. E visto che io "odiavo mia moglie" decisi di chiamarla con il nome della persona che più mi stava sul gozzo. Prima di tornare a baciarla le bisbigliai all'orecchio
"Per carità..." 
Sandra dormiva accanto a me. Dopo aver tentato più volte di dormire mi arresi e mi misi a fissare il soffitto della camera da letto.
"Ralph, sei sveglio..." la sentii sussurrare dandomi le spalle.
"Si."
"Senti... Io vorrei... vorrei finirla qui con questa storia."
Mi misi a sedere e la feci voltare verso di me. Aveva le lacrime agli occhi, mentre io rimasi serio.
"Tu non stai parlando sul serio."
"Invece si. Io voglio avere un uomo tutto per me e non voglio condividerlo con qualche altra donna."
Mi aveva messo con le spalle al muro. Era seria. Sapevo che non scherzava, che mi avrebbe lasciato sul serio e quella era l'ultima cosa che volevo. L'amavo, perdinci se l'amavo. E l'amore fa venire strani grilli in capo, come per esempio quella dannata frottola del mio matrimonio andato a puttane con l'odiata Samantha. E come per esempio il macello che avrei combinato... che avremmo combinato di lì a poco tempo io e quella strega. E fu in quel momento che cominciai ad impantanarmi veramente.
"E va bene Sandra. Sposiamoci." le dissi sorridendo e facendole una carezza sulla guancia. Cominciò a singhiozzare.
"Non scherzare Ralph. Ci sto troppo male..."
"Non scherzo affatto. Lascio mia moglie."
Si mise a sedere al mio fianco.
"Ma se dici che non ti concederà mai il divorzio... Sei sicuro che questa volta..."
Annuii senza dire niente e ricominciai a baciarla. Quello che facemmo per le due ore successive sono fatti miei!
In ogni modo dopo riuscii ad addormentarmi. Anche perchè l'idea di avere come moglie Sandra non mi dispiaceva per niente. Benchè avessi tentato più volte di incontrarmi con altre ragazze, tutte le volte mi compariva davanti al naso l'immagine di Sandra che mi faceva fare subito retromarcia. 
Ne ero sicuro al cento per cento. Lo sapevo. Ne ero convinto: Sandra era la donna della mia vita.
Verso le undici di sera eravamo ancora a letto abbracciati, avevamo parlato un po'. Sandra era al settimo cielo, e anche a me faceva piacere vederla così contenta come non l'avevo mai vista.
"Ralph, vorrei chiederti una cosa..."
"Che c'è tesoro?" le feci guardandola negli occhi.
"Come mai all'improvviso Samantha ha deciso di concederti il divorzio?"
.... 
Ero pietrificato. Che dovevo dirle? Che altro mi potevo inventare? Dovevo dirle "Cara veramente io non ho una moglie te l'ho detto solo perchè non avevo voglia di sposarmi?"?
No. La mia testa lavorava a razzo per inventarsi qualche scusa. Ad un certo punto ebbi paura che potessero saltarmi per aria le rotelle.
"Perchè? Ecco, vediamo... perchè?... vuole la sua libertà. Tutto qui."
Sandra era perplessa. Non l'avevo convinta. In ogni modo lasciò cadere l'argomento, e io riuscii a spostarlo su qualche altra idiozia.
Poco dopo mi rivestii e prima che potessi uscire di casa Sandra fece la domanda che mi avrebbe accavallato tutta l'esistenza.
"Ralph, posso chiederti un'altra cosa?"
"Certo amore" Mi allungai verso di lei per baciarla, ma le mie labbra prima di raggiungere le sue si bloccarono di colpo quando sentirono.
"Mi faresti conoscere Samantha?"

  
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