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Autore: Black Moon    23/03/2007    6 recensioni
I campionati vengono messi da parte per lasciare spazio ai protagonisti e ai loro sentimenti; verrà trattato soprattutto il personaggio di Kei, a mio avvviso il più interessante ed enigmatico di tutto l'anime. Kei è innamorato di una ragazza,una ragazza un pò... agitata. E' la mia prima ficcy, spero piaccia.
Genere: Romantico, Triste, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Rei Kon
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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6- TRAPPOLA

 

 

Trascorse un’estenuante settimana di scuola; era finalmente giunta la domenica, il giorno più atteso da qualsiasi studente. Casa Ayase era sommersa nel silenzio più profondo, dormivano tutti, erano rimasti alzati fino alle quattro del mattino, ovvio che nessuno fosse ancora in piedi. Solo Seika lo era. S’era alzata da letto per andare in bagno, una volta uscita sentì il telefono che squillava, scocciata scese lentamente gli scalini, sperando che quello scocciatore riattaccasse, purtroppo non accadde.

Seika: Chi è che rompe a quest’ora del mattino?

Una volta arrivata sollevò la cornetta, rispondendo senza nascondere il fatto di essere scocciata.

Seika:…Pronto, casa Kinomiya.

Voce “Seika, sei tu?”

Seika: Si, sono io. Chi è che scoccia a quest’ora?

Ragazzo “Sono il fratello maggiore di Kei, Yoshiki”

Per un attimo la cornetta le sfuggì di mano, per lo shock, ma prontamente la riprese.

Seika –Che figura di merda!!!-

Yoshiki “Pronto? Ci sei ancora?”

Seika: Si certo, non ti preoccupare! ^_^’

Yoshiki “Bene. Mi stavo chiedendo…”

Seika: Se posso passarti Kei? Potrei provarci, ma di solito appena sveglio è sempre di cattivo umore, non penso sia una buona idea –Se poi si tratta di suo fratello sono sicura che darebbe di matto-

Yoshiki “In realtà, volevo parlare con te”

Per un attimo non le uscirono le parole di bocca.

Seika: Io?

Yoshiki “Già”

Seika: Cosa avresti di così importante da dirmi?

Il tono della sua voce si fece guardingo, Kei aveva dimostrato di essere tutt’altro che in buoni rapporti con suo fratello, non sapeva perché ma, doveva mantenere le distanze da lui, per stare tranquilla, sentiva che dietro quella facciata di perbenismo, avrebbe potuto benissimo nascondersi un demonio.

Yoshiki fece una pausa.

Yoshiki “Posso parlarti di mio fratello. Lo conosco da più tempo di te, posso raccontarti tutto su di lui, se vuoi saperlo”

Seika rimase in silenzio, riformulando nella propria testa la proposta che le era appena stata fatta, da una parte era curiosa di saperne di più su Kei, quel ragazzo era sempre così taciturno e parlava così poco di se che per lei era divenuta una specie di ossessione conoscere tutto sul suo passato. Tuttavia…

Seika: Io mi fido di lui, quando vorrà parlarmi del suo passato sarò felice di ascoltarlo.

Disse tranquillamente.

Yoshiki “Diresti la stessa cosa, anche dopo aver conosciuto gli orribili scheletri del suo armadio?”

Più che una domanda, quella di Yoshiki suonava come una sfida, e questo non sfuggì alla ragazza, in questo dovette ammettere che i due fratelli erano davvero simili, entrambi sapevano come colpire una persona. Senza ottenere alcuna risposta Yoshiki continuò a parlare.

Yoshiki “Un’ora, non ti chiedo di più. Voglio solo parlarti”

Che fare? Grana parte del suo cervello le gridava di non accettare, e di sicuro anche Kei le avrebbe consigliato di lasciar stare, tuttavia…

Seika: E sia…un’ora soltanto.

Disse sospirando.

Yoshiki “Ti ringrazio, ti va se ci incontriamo oggi?”

Seika: Si, oggi è perfetto.

Prima avrebbe incontrato Yoshiki, prima sarebbe potuta tornare alla sua vita di sempre.

Prima di riagganciare si misero d’accordo di incontrarsi in un piccolo caffè della periferia, per le cinque del pomeriggio.

Kei: Chi era la telefono?

La corvina si voltò, Kei era sugli ultimi gradini delle scale, portava una canotta larga di colore grigio scuro e dei pantaloni larghi e neri, i bellissimi capelli argentei erano più spettinati del solito e gli occhi viola in quel momento erano tutt’altro che svegli, sembrava quasi che dormisse in piedi.

Seika:…Era mio fratello, voleva sapere se va tutto bene.

Lei stessa si stupì di aver messo in piedi una balla credibile, non era una brava bugiarda, tuttavia Kei non fece domande al riguardo, perciò ipotizzò che l’avesse bevuta. Provò un forte senso di colpa, gli aveva mentito, e questo la faceva stare male.

Kei: Senti, che progetti hai per oggi?

Seika -Devo vedermi con tuo fratello- Il professor Kappa mi ha chiesto di andare da lui oggi pomeriggio, ha detto di aver realizzato un nuovo prototipo di Dragoon.

Kei: Ah…bene. Senti, io torno a letto, sto morendo dal sonno.

Disse, portandosi una mano alla bocca, nascondendo uno sbadiglio.

Risalì le scale, la ragazza lo seguì, anche lei decisamente stanca.

 

 

Finì velocemente di vestirsi. Mise addosso un paio di jeans corti, coprivano solo metà delle cosce, sopra mise una canotta larga di colore rosso e legò i capelli in una coda di cavallo.

Si stava infilando le scarpe da ginnastica all’ingresso, quando Kei le si avvicinò.

Kei: Vai adesso?

Seika: Mhmh. Sarò di ritorno al massimo per l’ora di cena, di a Rei di cucinare anche per me.

Kei le lanciò un’occhiata di sbieco.

Kei: Il cibo è la tua unica preoccupazione.

Seika: E allora? Fino a pochi anni fa la tua unica preoccupazione era battermi a beyblade!

Esclamò, facendogli la linguaccia.

Gli diede le spalle e fece scorrere la porta d’ingresso.

Kei: Seika.

La corvina si voltò verso di lui. Con gesto rapido Kei le posò un bacio delicato sulla bocca, più che un bacio si limitò a sfiorarle le labbra, ma questo bastò a farla arrossire.

Kei: Torna presto.

Sembrò aver perso l’uso della parola, perciò si limitò ad annuire con la testa.

Gli fece un cenno di saluto con la mano, dopodichè uscì dalla porta. Kei riaprì subito la porta, guardò la figura della ragazza dirigersi al grosso cancello di legno, per poi aprirlo e scomparire dall’altra parte della strada.

 

 

Era da poco uscita dalla via di casa sua, quando un’auto nera le si fermò accanto, si fermò anche lei, volendo capire cosa volesse il conducente della macchina, finestrino si abbassò e da esso spuntò la figura di Yoshiki Hiwatari, il fratello maggiore di Kei. Si tolse gli occhiali da sole e le sorrise.

Seika: Cosa ci fai qui?

Gli chiese, senza nascondere di essere infastidita.

Yoshiki: Ho preferito passarti a prendere, facciamo un giro.

Seika: Non sei stato ai patti. Ci incontravamo al caffè, parlavamo di quello di cui volevi parlarmi e poi te ne andavi, così com’eri venuto. Hai già trasgredito alla scelta di incontrarci al caffè.

Yoshiki: Andiamo, Seika. Non essere così fiscale.

Non vedendo altra soluzione possibile alla fine decise di seguirlo. Fece il giro dell’auto e salì.

Un ragazzino piccolo, dai capelli castani e un paio di occhiali sulla testa stava camminando verso casa Kinomiya, in mano reggeva il suo preziosissimo computer portatile; negli ultimi giorni aveva terminato i nuovi prototipi di beyblade per i suoi amici, gli ex campioni del mondo. Nonostante la squadra si fosse sciolta ormai da un anno i ragazzi si divertivano ancora a sfidarsi con quelle trottole speciali, mentre il ragazzino si divertiva un mondo a progettarli e a costruirli.

Kappa: Non vedo l’ora di mostrare ad Al i nuovi pesetti che ho messo a Draciel, togliendo qualche componente superfluo ho reso Driger molto più veloce, chissà che faccia farà Rei, e poi…

Un’ auto gli sfrecciò davanti a tutta velocità, mancandolo per poco.

Kappa: Accidenti, c’è mancato poco. Ma…la ragazza su quella macchina…era Seika?

 

 

Seika: Dove mi stai portando?

Yoshiki: Come sarebbe a dire?

Seika: Conosco la strada per quella caffetteria, stai andando in tutt’altra direzione, ti sei perso?

Yoshiki: Affatto. Ho solo cambiato idea.

Seika: Come sarebbe?

Esclamò infuriata.

Si aggrappò alla maniglia dell’auto, ma Yoshiki sembrò intuire le sue intenzioni.

Yoshiki: Io non lo farei, se fossi in te. Quest’auto non va mica ai due all’ora, se provassi a gettarti dalla macchina in corsa, a questa velocità beh… rischi di farti male seriamente. Il tuo bel faccino rischierebbe di rovinarsi.

Disse lui, sorridendole beffardo dietro gli occhiali da sole.

Seika ringhiò sommessamente, risentita da quelle parole. Era stata una stupida, doveva ammetterlo. Kei non provava del risentimento gratuito nei suoi confronti, adesso lo capiva bene, Yoshiki Hiwatari, si stava rivelando per ciò che era realmente… un bastardo, ecco cos’era. (pare che la bastardaggine sia una dote di famiglia n.d.a.) (è per questo che faccio colpo, più sono bastardo e più piaccio. n.d.Kei) (guarda… a me vai benissimooooooo!!!! *ç* n.d.a.)

Si rimise composta sul sedile, pensando però a come fare per togliersi d’impiccio.

Yoshiki: Brava. Mettiti seduta e stai a cuccia.

 

 

Alice uscì dal soggiorno per andare all’ingresso, sentendo suonare il campanello.

Al: Si? Chi è?

Il suo gentile sorriso scomparve, nel vedere la persona che aveva davanti.

Kappa: Ciao Al. Ho terminato i nuovi prototipi di beyblade, ho pensato di venire subito a mostrarveli. Perché fai quella faccia? (perché ti ha visto? -_- n.d.a.)

Al: Prof… che ci fai qui?

Domandò con voce tremula.

Il ragazzino sembrò non capire cosa intendesse l’amica, la guardò come se avesse detto una sciocchezza.

Kappa: Ero venuto a trovarvi, ma forse, non dovevo venire oggi? Avevate altri impegni?

Al: Non è questo. Professore, Seika non è venuta da te?

Ancora faccia interrogativa, scosse la testa.

Kappa: No.

Kei: Chi è alla porta?

Dallo shoji della cucina sbucò la testa di Kei.

Il viso era leggermente arrossato, piccole gocce gli imperlavano le guance accaldate, i capelli ribelli erano leggermente afflosciati, e alcune gocce cadevano da quelle ciocche argentee e nere, teneva un asciugamani al collo, usato per frizionare quella chioma impossibile, indossava dei jeans larghi, la zip non era completamente tirata su e i bottoni non erano allacciati, a coprire il corpo perfetto c’era una maglietta larga di colore blu scuro. In mano reggeva una bottiglietta di latte stappata, dopo aver fatto la doccia gli piaceva rinfrescarsi con un po’ di latte.

Al: Kei…

Disse l’americana, voltandosi verso l’amico.

Anche lui, vedendo il ragazzino sgranò gli occhi, incredulo. Si avvicinò a due con passo affrettato.

Kei: Che ci fai tu, qui?

Domandò, più minaccioso di quanto non volesse.

Kappa: Anche tu con questa storia? Insomma… che avete, oggi?

Disse il piccoletto, risentito.

Kei: Dov’è Seika?

Kappa: Come?

Kei: Ha detto che oggi doveva incontrarsi con te per delle modifiche di Dragoon.

Il ragazzino lo guardò negli occhi, sorpreso, scosse nuovamente la testa.

Kappa: Non mi aveva detto niente. Oggi non dovevamo incontrarci.

Una brutta sensazione si impossessò del ragazzo dai capelli argentei, si portò il pollice alla bocca, mordendolo; quando faceva così, era segno che stesse riflettendo su qualcosa.

Kei- Ma dove può essere andata?-

Fu in quel momento che a Kappa tornò in mente lo scampato incidente di pochi minuti prima.

Kappa: … Forse era lei.

Disse a bassa voce.

Kei/Al: Cosa?

Kappa: Mentre stavo venendo da voi, per poco una macchina non mi investe. Non so chi stesse guidando, ma al posto del passeggero, sono sicuro che la ragazza fosse Seika.

Kei: Che auto era?

Kappa: Una macchina nera, molto probabilmente era straniera.

Kei- Macchina straniera?-

Lo afferrò con violenza per le spalle.

Kei: CHE MACCHINA ERA? LA MARCA! DIMMELA! –Ho un bruttissimo presentimento-

Il ragazzino si spaventò, gli occhi del ragazzo più grande sembravano brillare di una luce minacciosa, se non gli avesse dato l’informazione che voleva… sarebbe stato capace di ucciderlo? (di certo farebbe un favore al mondo. n.d.a.)

Alice, provvidenzialmente, staccò Kei dal piccoletto.

Al: Non devi prendertela con lui. Non c’entra.

Il ragazzo diede un violento pugno al muro, la sua reazione la fece sobbalzare dallo spavento.

Kei: Merda.

Disse in un sussurro.

Staccò la mano dal muro, sul quale comparvero dei piccoli segni, mentre le nocche di Kei erano rosse.

Si voltò verso la ragazza, gli occhi viola sembravano aver assunto delle sfumature rossastre. Alice tremò lievemente.

Nonostante lo conoscesse da tre anni ormai, Kei le aveva sempre fatto un po’ paura, in quel momento più delle altre volte.

Al: Calmati, per favore…

Kei: Calmarmi?!

Domandò incredulo.

Kei: Mi spieghi… COME FACCIO A CALMARMI IN UN MOMENTO SIMILE?!?

Si gettò verso la porta d’ingresso e con un rapido movimento la aprì, uscì da casa Ayase, iniziando a correre.

 

 

Passò tra le dita il calice pieno di vino, mosse lievemente quella sostanza rossa, facendola ondeggiare lievemente contro i bordi del bicchiere, lo portò alla bocca, ne bevve un sorso, gustandone il sapore. Chiuse gli occhi, come per dare più enfasi alla scena; sorrise soddisfatto.

Yoshiki: … Borgogna… non c’è niente di meglio.

Lanciò un’occhiata alla parte opposta del tavolo circolare, Seika era seduta davanti alle pietanze più prelibate, solitamente sarebbe stata felice di poter mangiare in un ristorante di lusso, ma la rabbia verso Yoshiki le cancellava qualsiasi traccia di buon umore.

Yoshiki: Non gradisci questi piatti?

Seika sbatte le mani sul tavolo, alzandosi.

Seika: UN’ORA! TI AVEVO CONCESSO UNA FOTTUTISSIMA ORA!!! A quest’ora dovrei già essere a casa… MI SPIEGHI CHE CI FACCIO ANCORA QUI CON TE?

Proprio così. Il fratello maggiore di Kei si era presentato davanti a Seika prima del loro orario d’incontro, l’aveva “obbligata” a salire in macchina, l’aveva scarrozzata in giro per Tokyo a bordo della sua auto, e adesso l’aveva portata a cena, nel ristorante dell’albergo dove alloggiava; aveva fatto tutto quello che gli pareva, ma alla fine non le aveva raccontato niente di Kei.

Il giovane uomo sbuffò contrariato, incrociando le braccia al petto.

Yoshiki: Accidenti, sei davvero troppo fiscale, Seika-chan.

Seika: Non ti azzardare a prenderti tutte queste confidenze con me.

Disse lei minacciosa.

Yoshiki: Oh oh… la piccola Seika si è arrabbiata.

Finse di essere spaventato.

Seika: E’ ora che vada a casa. Grazie, ma non ho gradito la cena.

Si alzò definitivamente dalla sua sedia. Avanzò verso l’uscita, ma Yoshiki fu più rapido.

Yoshiki: Aspetta… non è gentile andarsene a metà cena.

Seika: Cosa vuoi che me ne…

Cercò di allontanarlo, ma lui le bloccò le braccia.

Yoshiki: E poi…

Sorrise cinico.

Seika: LASCIA…

Le mise qualcosa davanti alla bocca, l’odore del fazzoletto era strano, come se vi fosse versato sopra qualcosa.

Seika- Cos’è questa roba?-

Il corpo della ragazza si fece improvvisamente molle, la stanza iniziò a girare, mentre lei riusciva a stento a tenere gli occhi aperti.

Seika: Uuuh

La corvina non riuscì più a resistere, cadde a terra, in un sonno profondo.

Yoshiki: La notte, è ancora giovane…

Sorrise con freddezza, mentre raccoglieva da terra la corvina svenuta.

 

 

CONTINUA…

 

 

WOOOOOOOW!!!! ANCHE IL 6^ CAPPY E’ FINITO!!!!!! SONO STRA FELICE, NON PENSAVO DI ESSERE COSI’ VELOCE A SCRIVERE!!! ^^

NON HO NIENTE DI PARTICOLARE DA DIRE, MA CI TENGO A RINGRAZIARE TANTISSIMO SIANA , MEDEA 90 , MA SOPRATTUTTO, VOGLIO RINGRAZIARE LA CARA KIMY, CHE HA SCRITTO COSI’ TANTI COMMENTI… GRAZIE A TUTTEEEEE!!!!!! ^_^

 

PER QUANTO RIGUARDA IL PASSATO DI KEI… SAPPIATE CHE NON E’ UNA STORIA FELICE, INOLTRE NON VERRA’ SVELATO IN QUESTA STORIA. MI SPIEGO:

“AI WO SAKEBO”, CIOE’ QUELLA CHE STATE LEGGENDO, IN REALTA’ E’ DIVISA IN 3 STORIE, IN POCHE PAROLE QUESTA E’… UNA TRILOGIA.

QUELLA CHE STO PUBBLICANDO DOVREBBE CONCLUDERSI VERSO IL 10^ CAPPY, PIU’ O MENO, LA SECONDA SARA’ UN NORMALISSIMO SEGUITO DI QUESTA… LA TERZA INVECE FA UN SALTO NEL PASSATO, E QUI SI VERRA’ SVELATO TUTTO SUL MISTERIOSO KEI!!!!

 

 

NOTA: CI TENGO A DIRE CHE IL PASSATO DI KEI E’ INVENTATO DALLA MIA PERSONA, QUINDI NON PRENDETE SUL SERIO CIO’ CHE VERRA’ SCRITTO SU DI LUI.

  

INFINE, VORREI TANTO FARE UN SONDAGGIO: SECONDO VOI COSA E’ SUCCESSO A KEI? SE VOLETE DIRE LA VOSTRA, SCRIVETEMI LA VOSTRA OPINIONE, GRAZIE ^^

 

UN’ULTIMA COSA (ANCORA?!? N.D.TUTTI)… PER CASO… QUALCUNO SA SE ESISTE LA 4^ SERIE DI BEYBLADE? IO SENZA KEI NON VIVOOOOOOOOO!!!!

 

 

  
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