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Autore: LyraB    07/09/2012    3 recensioni
Kailey è all'ultimo anno. Ha i capelli rossi, una terribile insicurezza, una fervida immaginazione... e una migliore amica di nome Jo. Jo è vitale, energica e intraprendente. È solo al primo anno, ma non ha paura di niente. Quando decidono, improvvisamente, di iscriversi al Glee Club, intaccano inevitabilmente gli equilibri del gruppo. Ci sarà chi se ne innamorerà, chi le detesterà e chi penserà che "mancavano solo Anna dai capelli rossi e un maschiaccio" per completare il gruppo. Ma entrare a far parte di quel gruppo cambierà le loro vite, insegnando loro che si può, davvero, afferrare una stella.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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gleefanfic
Questo capitolo è dedicato a Faith.  Lei sa perchè.




ventotto

mercoledì pomeriggio, auditorium del McKinley





Lo spettacolo si avvicinava: mancava meno di una settimana al debutto e ormai c'era bisogno solo di qualche ultimo ritocco. Con un cast talentuoso come le Nuove Direzioni mettere in piedi un musical a partire da zero era stata una vera passeggiata: gli attori si sentivano così bene nei panni dei loro personaggi da aver bisogno di pochissime prove, le canzoni scritte per l'occasione erano una più bella dell'altra e i coreografi erano eccezionali.
Ogni volta che varcava la soglia dell'auditorium e sentiva i suoi amici recitare le battute del suo copione, Kailey sentiva il cuore gonfiarsi di orgoglio.
Era seduta di traverso su una poltroncina in prima fila assieme ad Artie per seguire la prima prova generale con i costumi; Jacob Israel aveva insistito per occuparsi delle luci, ma avevano dovuto spedire uno dei ragazzi delle scenografie con lui per impedirgli di seguire Rachel con l'occhio di bue fin nei camerini.
In quel momento sul palco c'era proprio lei, Rachel, nell'abito rosa che Kailey aveva ammirato tanto in quel fatidico pomeriggio: stava cantando un'aria molto triste in cui il suo personaggio, lady Viola, spiegava al principe Damian - interpretato da un Finn piuttosto a disagio negli aderenti pantacollant marrone scuro - che era stata maledetta da bambina e che non avrebbe mai potuto avere le attenzioni di un ragazzo. Era la canzone più toccante dell'intero musical e Rachel sembrava sguazzare in quella situazione: un pezzo difficile e intenso, perfetto per la sua anima da star del palcoscenico.
Kailey seguiva l'esibizione con occhi sognanti, seduta accanto a Jo. La ragazza indossava l'abito blu con cui avrebbe dovuto recitare e non faceva altro che tirarlo e spostarlo da una parte all'altra, litigando con ogni singola cucitura.
Blaine la guardava paziente e divertito, bello come il sole nella sua mise principesca marrone chiaro.
- Non guardarmi così! - Sbottò Jo.
- Così come? -
- Con quell'aria di compatimento. -
- Non ti sto compatendo. -
- Non sono fatta per gonne, abiti e merletti e allora? Sono fatta così, prendere o lasciare. -
- Smettila di agitarti. Sei la più bella di tutte. - Disse Blaine.
Jo arricciò le labbra, incerta, guardando Santana poco lontano: nella sua mise ricordava più Lara Croft che Antea, guerriera fantasy, ma la Cheerios era veramente bellissima in ogni senso.
Rachel terminò la sua canzone e Finn fece per avvicinarsi a lei e dire la sua battuta, quando un singolo applauso ruppe il silenzio dell'auditorium.
Tutti si voltarono verso la cima delle scale, dove stava un folto gruppo di ragazzi e ragazze più o meno della loro età; quello che stava battendo le mani era un ragazzo sui vent'anni dal viso sfrontato e affascinante. Portava una giacca scura aperta su una t-shirt azzurro chiaro, una sciarpa bluette al collo e un paio di jeans aderenti dall'aria molto costosa.
Rachel si irrigidì e Finn le si precipitò vicino, toccando la mano di lei con la propria.
Gli occhi di tutti rimasero fermi sul sorriso bellissimo e arrogante del ragazzo che stava scendendo le scale.
Il giovane si avvicinò al palco guardando uno ad uno i ragazzi sul palco e sulle poltroncine e quando fu sufficientemente vicino si fermò.

- Un'ottima esibizione, Rachel. Peccato per il vestito, sembri appena uscita da uno show di Disneyland e ti fa ancora più ingenua e sciocca di quanto tu già non sembri nei tuoi soliti panni... E anche il testo... bah, era veramente patetico. Peccato davvero, poteva essere una buona prova. - Disse con sufficienza. - E anche tu, Finn, dovresti chiedere i danni: quel modo di andare in giro ti rende più ridicolo di quanto tu non sia già. Ed è tutto dire. -
Lasciò cadere lo sguardo su Tina, con indosso l'abito di seta rosso fuoco dal taglio orientale e represse un sorrisetto divertito, poi notò Mercedes e Kurt con gli abiti di scena e scosse la testa.
- Mi aspettavo un po' di più da voi. Sinceramente? Sono deluso. Una sciocca favola, costumi patetici, una schiera di cliché e personaggi veramente improbabili. Una scuola elementare per ritardati avrebbe messo in piedi uno spettacolo migliore. -
- Se sei qui per farci paura, Jesse, stai solo perdendo tempo. - Disse Finn.
- Paura? Oh, no. Eravamo venuti per questo, per dirvi che perderete, ma quanto pare non avete bisogno di essere spaventati: vi siete già messi in condizione di perdere. Chi mai si metterebbe a fare uno sciocco spettacolo teatrale a un mese e mezzo dalle Nazionali? -
- Raccogliamo fondi per andare a Seattle. - Disse Tina ingenuamente.
- Già, dimenticavo che in questo liceo di morti di fame dovete chiedere l'elemosina se volete uscire da Lima. Bah. Lasciatevelo dire, davvero, siete patetici. Una schiera di mocciosi vestiti da personaggi Disney che si agitano su un palco senza musicalità, eleganza o interpretazione. Finn è un ballerino terribile e la sua vocalità è così mediocre che non potrà mai compensare la sua inettitudine. Kurt ha la voce di una ragazza, mi auguro che quello sia il vestito di una delle fatine, in qualunque altra veste risulterebbe terribilmente fuori luogo. Mercedes è veramente ridicola... le avete dato anche una parte? Non riuscirà nemmeno a salire le scale, pesante com'è. Tutti guarderanno come la stoffa si tira sul suo sedere e nessuno ascolterà le sue parole, per quanto possa cantare bene. La pateticità di Tina vestita da... da cosa? Sembra una brutta bambolina giapponese, la sua pateticità è qualcosa di indescrivibile. -
Uno ad uno, i membri del Glee Club venivano falcidiati dalle parole taglienti di Jesse. Il ragazzo parlava come se stesse semplicemente dicendo la verità - cosa che magari stava anche facendo - ma con una ferocia, una cattiveria e una maleducazione assolutamente gratuite.
Kailey strinse i pugni vedendo gli occhi dei suoi amici riempirsi di vergogna e i loro visi diventare maschere di imbarazzo. Quel tizio, chiunque lui fosse, era piombato tra loro e pensava di poter distruggere quell'atmosfera idilliaca che avevano costruito in un anno intero
Si sbagliava. Oh, se si sbagliava.

- Tu con quel vestito blu - Disse il giovane rivolgendosi a Jo - Spero che metterai a posto quei capelli, sembri un manichino con in testa un nido. E potevate prendere qualcosa di meglio come principesse: a te il vestito cade addosso malissimo, lasciatelo dire, e Rachel sembra una bambina di sei anni. Un po' mi dispiace per lei, non diventerà mai una stella se continua a stare in mezzo a questi buchi neri di inettitudine. È la pura verità, Rachel. - disse con intensità, guardandola dritta negli occhi. - Stare con questo gruppo di perdenti è come un'ancora: ti impedisce di sfrecciare tra le stelle. -
Rachel non disse nulla, evitando lo sguardo di Jesse e alzando gli occhi su Finn in cerca di un supporto, ma il quarterback era troppo turbato per poter rispondere a tono.
Jesse fece un sorrisetto e si voltò verso i ragazzi rimasti fermi in cima ai gradini.
- Beh, ce ne possiamo anche andare, ragazzi... - Poi rivolse ai ragazzi del McKinley con un sorrisetto compiaciuto. - Ah, giusto, nel caso non lo sappiate ancora, e dubito che sia così dato che non si parla d'altro in questo periodo, sono il nuovo coach dei Vocal Adrenaline. Il Carmel High ha pensato che l'unico in grado di riportare il loro Glee club agli antichi fasti, quelli a cui siamo arrivati quando il sottoscritto cantava, sia proprio io. -
Fece per allontanarsi, poi si fermò e sorrise con garbo.
- Voglio darvi un consiglio, per dimostrarvi che non temo affatto la vostra concorrenza e che sono superiore a tutti voi: rispedite chi ha scritto questo ridicolo spettacolo fatto di fiorellini, nuvolette e buoni sentimenti all'asilo da cui è scappato. Chiunque sia dovrebbe vergognarsi di perdere il suo tempo nello scrivere stupide storie adatte a un pubblico di minorat... -
- Adesso basta! - Gridò Kailey alzandosi in piedi.
Gli occhi di tutti si voltarono su di lei, con i riccioli rossi scomposti attorno al viso e le guance scarlatte. Gli occhi le luccicavano mentre avanzava a passo di marcia verso Jesse.
- Sei solo un maleducato. Un arrogante, un presuntuoso e un maleducato. Ti hanno cresciuto a pane e complimenti, vero? Credi di essere il migliore di tutti solo perchè nessuno ti ha mai detto il contrario, vero? Beh, te lo dico io il contrario. Sei solo un pallone gonfiato. Uno che parla solo perchè ama il suono della sua voce. Uno che è capace solo di smontare i sogni degli altri, perchè si sente così perfetto e arrivato da poter fare il giudice. -
Lo guardava negli occhi, noncurante del fatto che lui fosse trenta centimetri più alto di lei.
Si sentiva coraggiosa, forte e sicura di sé. Si sentiva come uno dei personaggi del suo musical, che dopo aver trovato la Gemma Rossa riusciva a superare paure e ostacoli e ad abbattere tutti i pregiudizi che gli altri gli avevano disegnato addosso.
In quell'anno aveva scoperto di essere una persona interessante, di riuscire anche ad essere carina, se lo voleva, di meritare l'amicizia e l'appoggio non solo di Jo, ma di tante altre persone che le volevano bene. Aveva incontrato un ragazzo che la faceva sognare ad occhi aperti e chiusi e aveva scoperto di avere un talento che lei nemmeno sognava di possedere. Quel musical aveva aperto una porta di lei che di solito teneva sigillata, una porta che aveva fatto entrare aria, sole e luce nella sua vita. Non avrebbe permesso a un deficiente qualunque di arrivare e far crollare tutto quello che aveva costruito.
Fece un passo avanti, costringendo Jesse ad indietreggiare.
- Dovresti guardarti dall'esterno, Jesse. Sei la persona più terribile che io conosca. Sei uno spocchioso sputasentenze, un insopportabile so-tutto-io che parla senza essere interpellato. Esci da quella porta con tutti i tuoi ragazzi e non farti più vedere qui dentro: non abbiamo bisogno della tua pochezza per ricordarci quanto siamo fantastici. -
Jesse sorrise, di un sorrisetto amaro, forse incerto, forse imbarazzato.
- La frustrazione di una perdente. Sapevo di averci azzeccato: sei tu quella che ha scritto questa patetica storia di amore e amicizia. Dovevo capirlo dalla tua stupida felpa con Ariel. - Disse Jesse accennando alla felpa rosa che la ragazza portava addosso.
Kailey alzò il mento con aria di sfida.
- Ne vado orgogliosa. - Disse a voce alta. - E non ho intenzione di dividere la stanza con un essere superbo e arrogante come te per un minuto di più. -
Fece un ultimo passo verso di lui prima di allontanarsi su per i gradini e Jesse si ritrovò ad indietreggiare ancora una volta. I suoi piedi cozzarono contro gli scatoloni dei costumi e il ragazzo cadde all'indietro sui cartoni vuoti, finendo per terra nel silenzio generale mentre la porta sbatteva alle spalle di Kailey.
Nel silenzio del corridoio, la ragazza riprese fiato e si rese conto di aver appena dato completamente di matto.
Confusa, nascose il viso tra le mani cercando di dominare i sentimenti: che cosa le era preso? La Kailey che conosceva non avrebbe mai fatto una scenata del genere. Alzare la voce, poi, proprio non le si addiceva... e con uno sconosciuto!
Sentì le guance bruciare e seppe di essere arrossita. Lacrime di sconosciuta provenienza le punsero gli occhi e Kailey si chiese per un momento perchè le stesse venendo da piangere.
Il tocco della mano di qualcuno sulla sua spalla le fece allargare le dita e in quello spiraglio vide il sorriso di Jo e quello di Blaine. Sentì sulla spalla la mano di Kurt e il dolce cigolio della sedia a rotelle di Artie. Finn li raggiunse tenendo per mano Rachel e nel giro di un minuto l'intero Glee club del McKinley era in corridoio.
Nessuno aveva il coraggio di parlare per primo, così fu Blaine a rompere il silenzio.
- A qualcuno va un frappè? Offro io. - Disse.
Kailey si guardò alle spalle mentre la comitiva si dirigeva al bar della scuola con ancora indosso gli abiti di scena.
Dall'auditorium stavano uscendo i cantanti del Carmel, Jesse chiudeva la fila. I suoi occhi si alzarono per un istante e incrociarono quelli di Kailey. La ragazza si affrettò a distogliere lo sguardo e a raggiungere gli altri, ma non riusciva a togliersi di dosso la strana sensazione di aver incrinato qualcosa di molto prezioso.


☆☆☆



- È quasi pieno! - Trillò Kailey arrivando nei camerini.
- Cioè è mezzo vuoto. - Sentenziò Kurt con un sospiro, dando un ultimo tocco di lacca alla complicata pettinatura orientale di Tina.
- No, è quasi pieno! - Ribadì la ragazza.
Non avendo una parte nello spettacolo era l'unica in jeans e camicetta: tutti gli altri sfoggiavano gli abiti di scena ed erano già passati sotto le mani di Santana e Kurt per il trucco e acconciatura.
- Se sei ancora convinto di poterla spuntare con miss ottimismo, vuol dire che non la conosci abbastanza. - Disse Jo cercando di non calpestare il vestito ad ogni passo: era così strano portare delle ballerine e non le sue solite scarpe da tennis!
Il professor Schuester entrò nei camerini per dare a tutti l'in bocca al lupo più grande che conosceva, anche se era certo che si sarebbero fatti onore.
- Noi andiamo. Ci vediamo all'intervallo. - Disse poi, facendo cenno a Kailey di scendere.
Uscirono da dietro le quinte e Kailey stava per raggiungere il suo posto in prima fila, dietro alla consolle dei fonici, quando si sentì chiamare: non aveva fatto in tempo a voltarsi che un paio di occhi verdi le avevano dipinto un sorriso dolcissimo e stupito sul volto.
- Ja-Jamie! - Disse con un sorriso. - Cosa ci fai qui? -
- Finn mi ha detto che lo spettacolo era stasera... ed eccomi qui. Ancora non mi spiego perchè tu non mi abbia voluto dire con precisione la data del debutto. -
- È che non credevo ti interessasse. -
- Sai che mi piacciono le favole. -
- E poi pensavo che avresti avuto le prove con i Diamanti. -
- Le avevo, infatti. -
- E come hai fatto a liberarti? -
- Sono scappato. - Disse Jamie con sufficienza. - Ho finto di andare nello spogliatoio prima delle prove e me la sono filata dall'uscita d'emergenza. -
Kailey allargò gli occhi stupita.
- E... e cosa ti faranno quando lo scopriranno? -
- Bah, lezioni extra la settimana prossima, suppongo. E un richiamo, che si aggiungerà a tutti gli altri sulla scrivania del preside. Vado troppo bene a scuola per avere davvero fifa... e uno spettacolo come questo non me lo sarei perso per niente al mondo. -
Il suo sorriso dolcissimo e sincero fece fare un saltello al cuore di Kaile, che si sorprese a desiderare di baciarlo. Si poteva avere un desiderio del genere?
- Tu, piuttosto. Mi aspettavo di vederti su quel palco con i tuoi bei riccioli sciolti e un abito di velluto rosa pastello. -
- No, io non recito. - Disse Kailey, turbata da come Jamie la conoscesse bene.
- E cosa hai fatto per questo musical? -
- Regia. - Mentì Kailey, sperando che i suoi occhi non dicessero a Jamie che non stava dicendo la verità.
- Mi sarebbe piaciuto sentirti cantare. So già che balli divinamente. -
Le luci in sala si abbassarono un paio di volte, segno che lo spettacolo stava per cominciare.
- Devo andare. - Disse Jamie. - Ci vediamo dopo lo spettacolo? -
- Mi trovi qui. - Disse Kailey con il più dolce dei suoi sorrisi.
Jamie si chinò e le posò un rapido bacio sulla guancia, poi corse su per le scale per raggiungere il suo posto. Kailey si avviò in fretta verso il suo posto, trattenendo il respiro per l'emozione mentre le luci già si abbassavano e lasciandosi cadere sulla sua poltroncina tra Artie e la signorina Pillsbury con il cuore così gonfio di tenerezza da sembrarle fatto di panna montana. Non notò l'occhiata amara di Artie, che aveva seguito l'intera scena, e non sentì nemmeno le parole di presentazione del professore di spagnolo, in piedi sul palco ad annunciare lo spettacolo.
A riportarla alla realtà furono solo le prime battute di Blaine, che le fecero tornare in mente le parole che aveva buttato giù in una fredda mattina di gennaio in cui non aveva nessuna voglia di ascoltare la lezione sull'art nouveau: quello era un sogno che diventava realtà.

Lo scroscio di applausi per il cast schierato sul proscenio sembrava provenire direttamente dalle più rosee fantasie dei membri del Glee club.
Rachel lanciò un sorriso a Kailey, ferma al suo posto in prima fila, e la ragazza le sorrise di rimando, spellandosi le mani a furia di applausi.

Puck era stato eccezionale, Tina aveva interpretato alla perfezione la sua parte, Santana aveva strappato qualche risata divertita e tutti avevano sospirato di romanticismo quando Blaine e Jo si erano baciati per davvero. Finn era stato adorabile, il suo duetto con lady Viola era stata la cosa più dolce e appassionante dell'intero musical e Mercedes e Kurt avevano preso valanghe di applausi dopo i loro assoli: erano stati tutti superlativi, ma la migliore era stata senza dubbio Rachel. Se tutti si aspettavano che avrebbe fatto una interpretazione mediocre solo perchè il suo personaggio non la rispecchiava al cento per cento e perchè non era la protagonista dello spettacolo... beh, si erano sbagliati: era stata così perfetta nella sua parte, così convincente nelle sue lacrime e dolce nei suoi sorrisi che la sua lady Viola aveva toccato il cuore di tutti. Kailey poteva giurare di aver visto la Beiste asciugarsi gli occhi dopo il suo malinconico assolo tanto criticato da Jesse.
Quando i personaggi erano entrati in scena uno a uno per prendere gli applausi, alla fine, quello di Rachel era stato senza dubbio il più lungo e rumoroso: niente fischi, niente pomodori... una standing ovation generale per la stella più scintillante dello spettacolo. Sebbene non fosse la protagonista, tutt'altro, era stata quella che aveva brillato di più. Anche in quel momento, mentre era stretta tra Finn e Kurt, la si poteva vedere vibrare d'emozione durante l'intero applauso finale.
Kailey si sentì stringere in un affettuoso abbraccio.
- Li senti, Kailey? Metà di questi applausi sono per te! - Le disse il professor Schuester.
- Io... beh, non ho fatto molto. Sono stati loro quelli bravi. -
- Oh, Kailey! - Il professore di spagnolo alzò gli occhi al cielo ridendo.
- Raggiungiamo gli altri? - Disse Artie, interrompendoli.
- Sì, giusto. - Disse il professore. - Dio, quanti complimenti si prenderanno lunedì a scuola! Possono dire addio alle granite! -
Kailey li seguì verso le quinte, ma si voltò a guardare le gradinate. Jamie stava correndo verso di lei con le guance rosse e gli occhi che luccicavano per l'emozione: Kailey si ritrovò stretta tra le sue braccia un minuto più tardi.
- Kailey, Kailey... è stato meraviglioso! -
- Sì, sono stati bravissimi. -
- La storia era così... così perfetta e commovente e incalzante, e... e Kailey, perchè non mi hai detto di averla scritta tu? -
Kailey si sentì immediatamente avvampare e si sciolse dall'abbraccio.
- Chi... chi diavolo te l'ha detto? -
- Ma il professor Schuester! L'ha detto a tutti, poco prima dello spettacolo. Certo, non tutti hanno capito a chi si riferiva con "una delle nostre studentesse", ma io l'ho capito subito. C'è così tanto di te, in questa storia! -
Kailey si strinse immediatamente in un abbraccio: sapere che Jamie aveva capito che lei era l'autrice di quella storia la faceva sentire come se fosse nuda.
- Ehi, non è una cosa brutta! -
La ragazza non rispose, con gli occhi fissi sulla moquette dell'auditorium: si chiedeva perchè aveva permesso al mondo di leggere nel suo cuore ascoltando quella favola. Jamie le posò le mani sulle guance e la obbligò ad alzare gli occhi verso di lui.
- Non vergognarti mai di quello che sei: poche persone possono vantare un animo cristallino come il tuo. -
Le sorrise accarezzandole i capelli con una mano e Kailey tentò un timido sorriso.
- Non ho mai conosciuto nessuno come te. Tu sei una fata, Kailey. Sei una stella. -
Fu a quelle parole che Kailey decise di lasciar perdere autocontrollo e timidezza: si alzò in punta di piedi e premette le proprie labbra su quelle di Jamie, che non attese un solo momento per ricambiare quel bacio.
Fu come se Kailey non fosse mai stata baciata prima: quella sensazione di essere circondata solo da luce e profumo data dalle mani calde di Jamie sulla schiena, dalle sue labbra che sapevano di menta, del suo shampoo agli agrumi... era come girare precipitosamente in tondo e sfrecciare verso l'alto al tempo stesso. Era come galleggiare sulle nuvole e sentirsi parte della Terra e di tutto ciò che vive e abita su di essa.
- Ti staranno aspettando. - Disse Jamie con dolcezza, ravviandole i riccioli scomposti dietro le orecchie e sorridendole.
- Ci vediamo domani? Dopo la replica andiamo a mangiare al Bel Grissino. -
- Non credo che i tuoi compagni mi vedrebbero di buon occhio, a così poco dalle Nazionali. E credo che mi toccherà stare chiuso in casa per il resto della settimana, dopo la bravata di stasera. -
Kailey si rabbuiò.
- Ne è valsa la pena, credimi. Preferisco passare una sola sera con te che tutte le ere del mondo chiuso in casa da solo. - Disse con un sorrisetto ammiccante.
- La citazione non è proprio così. - Disse Kailey, riconoscendo il film da cui l'aveva tratta. Non per niente, era uno dei loro preferiti.
- Hai capito il senso. - Rispose Jamie. - Ora va'. Buonanotte. -
Le posò un bacio sulla guancia e si confuse in mezzo alla folla che usciva dall'auditorium.
   
 
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