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Autore: PLO4O4    07/09/2012    1 recensioni
I suoi occhi blu avevano accecato Bill. Guardava quella bambina con le labbra spalancate e gli occhi concentrati solo sulla sua piccola figura, proprio come se fosse un angelo sceso in terra. Conosceva il suo nome, si chiamava Sophie, ed era bellissima.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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CAPITOLO DUE.


“E’ tardi.”

Era tutto ciò che Tom riusciva a pensare mentre si soffermava a guardare l’orologio appeso alla parete della mensa ogni tre minuti esatti. Perché Bill non era ancora arrivato? E cosa aveva da fare di così misterioso? In fin dei conti, Bill aveva sempre detto tutto a suo fratello, dai segreti inconfessabili alle semplicissime banalità. Gli amici di Tom lo guardavano da un tavolo poco distante, chiedendosi che cosa avesse e per quale motivo se ne stava tutto solo per pranzo.

-Tom, vieni a mangiare con noi!- Lukas, un biondino tutto pepe, dondolo indietro con la sedia mentre fece cenno con una mano al bambino affinché li raggiungesse.
-Non posso, devo aspettare Bill.- Fu la semplice risposta che ricevette. Lukas si limitò a scrollare le spalle, tornando a conversare con il resto del gruppo e a terminare la sua pizza.

Finalmente, quando Tom sollevò lo sguardo, dalla piccola porta d’ingresso della sala mensa apparve la figura del suo gemello. Non riusciva a credere ai suoi occhi quando vide Sophie che, camminando al suo fianco, parlava e rideva come se fosse la sua migliore amica. Lui era il suo migliore amico, e nessun altro poteva privarlo di suo fratello, tantomeno una sciocca bambina con i codini rosa e la voce da ochetta.

Il pranzo si sarebbe concluso a breve, ed i bidelli tiravano già a sorte per chi di loro si sarebbe dovuto alzare dalla portineria per andare a suonare la campanella che avrebbe annunciato la ripresa delle lezioni. Al di sotto del tavolo, le mani di Tom si strinsero in dei serrati pugni che quasi potevano fargli dolere le nocche. Si alzò improvvisamente dalla sedia di plastica sulla quale era seduto, abbandonando il vassoio con il pranzo ancora intatto, decidendo infine di raggiungere suo fratello che si era fermato dinnanzi il bancone dei gelati. 

-Vaffanculo.

Dalle labbra di Tom quella parola venne fuori aspra e violenta, ma il suo tono di voce era basso, solo Bill e Sophie furono capaci di sentirlo. Bill si voltò improvvisamente quando sentì la voce di suo fratello, spalancando le palpebre e guardandolo come se avesse compiuto chissà quale reato aggravato.

-Lo dico alla mamma!- Urlò Bill con il suo tono di voce squillante, irrigidendo i lineamenti del viso.

-Vaffanculo vaffanculo vaffanculo vaffanculo!- La discussione stava divulgando al punto che adesso anche gli altri bambini si erano voltati ad osservarlo sconvolti. Tom si guardò intorno, sentendosi improvvisamente osservato, mentre sulle sue gote apparivano alcune chiazze appena rossastre ed il silenzio calava nella stanza. 

-Oh no, alla mamma non piacerà.

Le parole di Bill pronunciate con il suo classico tono da maestrino irruppero in quel silenzio, spezzandolo definitivamente. 

-E’ tutta colpa sua. Per favore Bill, lasciala stare, ti prometto che non ti obbligherò mai più ad andare sullo skateboard e se vuoi mi farò anche truccare, ma tu lasciala stare e torna a giocare insieme a me.

Il tono della voce di Tom era strano, diverso da quello strafottente che il bambino era solito usare. Era quasi supplichevole e spezzato, come se da un momento all’altro avrebbe potuto scoppiare in lacrime. No, non lo avrebbe fatto. Tom non era il tipo, al massimo avrebbe lanciato qualcosa contro il muro oppure avrebbe potuto decapitargli il peluche di Snoopy, ma non avrebbe mai pianto. 

-E’ la mia fidanzata. Voglio giocare insieme a lei.

I lineamenti di Tom ritornarono tesi. Non aveva mai sentito suo fratello usare quel tono così freddo e distaccato, non con lui. Tom era per Bill l’eroe dei cartoni animati che improvvisamente spunta dal nulla per salvarlo. Ed era vero, lo salvava sempre, dalla mamma quando si metteva nei guai, dai bambini che lo prendevano in giro, da suo padre quando.. quando voleva picchiarlo. L’aveva sempre guardato con occhi dolci, quasi sognanti. 

“Vaffanculo, Sophie!”




- Stellaindienacht.
  
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