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Autore: Meahb    24/03/2007    5 recensioni
Un amore vecchio, e un amore nuovo. Un sentimento che si rinnova e uno che nasce silenziosamente. Può davvero, l’amore, resistere a tutte le intemperie? E può davvero, chi ama, lasciare andare il suo oggetto del desiderio?
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allison Cameron, Greg House, James Wilson, Lisa Cuddy
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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SEMPRE E PER SEMPRE

SEMPRE E PER SEMPRE

Epilogo due

 

 

“Pioggia e sole, cambiano, la faccia alle persone

Fanno il diavolo a quattro nel cuore, e passano, e tornano,

e non la smettono mai.

Sempre e per sempre tu,

ricordati, dovunque sei,

se mi cercherai,

sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai.

Ho visto gente andare, perdersi e tornare

e perdersi ancora,

e tendere la mano, a mano vuote

e con le stesse scarpe, camminare

Per diverse strade,

o con diverse scarpe,

su una strada sola.

Tu non credere, se qualcuno ti dirà,

che non sono più lo stesso ormai,

pioggia e sole abbaiano e mordono

ma lasciano, lasciano il tempo che trovano.

E il vero amore può, nascondersi, confondersi,

Ma non  può perdersi mai

Sempre e per sempre

Dalla stessa parte

Mi troverai…”

(F. De Gregori, “Sempre e per sempre”)

 

 

 

 

 

Una calla bianca.

Era una calla bianca, il fiore che, impertinente, sbatteva contro il vetro alla disperata ricerca del sole.

James Wilson, la vide come una metafora.

Come la sua, di metafora.

Cullando la sua bambina, capì l’importanza del sole.

Del suo, Raggio di Sole.

Anche lui, come quel fiore così apparentemente fragile, era rimasto con il muso sbattuto alla finestra ad ammirare il Sole.

Un sole che, almeno all’inizio, aveva tenuto distante, impaurito dalla sola idea di scottarsi.

Ma lo sapeva bene, senza sole non si vive. E quindi si era gettato in mezzo ai raggi, un Icaro ambizioso, testardo, incurante dei pericoli e dei rischi.

Aveva deciso di non voler più restare dietro al vetro a guardare, aveva deciso che era ora di vivere.

E se si fosse bruciato… pazienza. Il gioco valeva la candela.

Ma il Sole, con lui, non era stato infame come con Icaro. Il suo Sole lo aveva preso tra le spire dei suoi raggi, cullandolo beatamente, sussurrandogli promesse che mai avrebbe creduto poter diventare vere.

E si era abbandonato, James, a quel calore.

Voleva bruciare per il suo sole.

Voleva bruciare nel suo sole.

Voleva bruciare con il suo sole.

Assurdo, incauto e incomprensibile.

Incomprensibile come può essere una verità che rimbalza dinanzi ai nostri occhi, facendoci venire il capogiro.

Innamorarsi di Lisa.

Che assurdità!

Un passo sconsiderato verso quella che credeva la sua fine. E invece era stato l’inizio.

L’inizio di un percorso costeggiato dal mare e dalle montagne.

Un percorso spesso piano, alle volte ripido, alle volte tortuoso.

Un percorso che non vedeva l’ora di intraprendere.

E l’aveva presa per mano, come si fa con i bambini quando si ha paura di vederli fuggire a gambe levate dalle nostre realtà.

Aveva preso per mano la sua Lisa, e lei, sorridendogli, lo aveva seguito, spoglia di avvisi, preoccupazioni o razionalità.

Vestita di gaiezza e sconsideratezza.

Con i capelli d’ebano e la pelle chiara rischiarata dal sole, si era avvicinata a lui con una semplicità disarmante, sussurrando le stesse promesse che lui, fino a poco prima, si era solo permesso di sognare.

Ed erano sbocciati.

Insieme.

Come due fanciulli che scoprivano per la prima volta il tesoro della vita. Come due adulti che per la prima volta, scoprivano la bellezza di essere infantili.

E i baci.

E le carezze.

E l’amore.

Sciocco lasciarsi andare ad assurde smancerie romantiche, ma probabilmente sciocco non farlo.

Perché, poi, avrebbe dovuto rinunciarvi?

Perché avrebbe dovuto smettere di dire quanto l’amava?

E lei sorrideva, nel guardalo.

Lisa, la sua Lisa, lo fissava e baciandolo sorrideva.

E sorridendo gli aveva detto che sarebbe diventato padre.

Lui, James Wilson, quello che House non smetteva mai di prendere in giro per la sua nota passione per le gonne, stava diventando padre.

Una sorprendente novità, che lo fece restare sveglio per giorni, eccitato alla sola idea di essere stato in grado di costruire qualcosa di così importante.

Imponente.

Una famiglia.

Tre matrimoni alle spalle, e mai, come con Lisa, si era sentito in due.

Tre matrimoni falliti che gli avevano ricordato, di volta in volta, quanto invece fosse solo.

E… il quarto.

Un matrimonio che aveva l’odore delle cose semplici e per questo durature nel tempo.

Come il profumo del pane che Bill, il fornaio, sfornava la mattina, e che sentiva ogni mattina da piccolo, quando trascorreva le vacanze dalla zia.

L’odore della felicità.

L’odore che ogni mattina, sentiva avvolgere casa sua.

E si mischiava con l’odore dolce di Lisa, con quello morbido della loro bambina, con quello statico e fermo dell’amore.

Ci pensava, Jimmy, all’amore.

Nonostante si rendesse conto che ne aveva così tanto da bastargli per due vite, ci pensava.

Pensava a come mantenerlo vivo, nuovo, rivoluzionario.

E Lisa aveva riso, quando lui glielo aveva detto.

Il mio amore per te rivoluzionerà tutto!”

Aveva riso, la sua Lisa, ma non per deriderlo. Aveva riso e mormorato “Lo so!”.

E quello che aveva visto in Greg e Allison, fino a qualche anno fa, provando un insensato moto d’invidia, adesso ce lo aveva anche lui.

Aveva la complicità, e la comprensione costante.

Aveva le battute reciproche e i disastri di cui ridere insieme.

Aveva tutto quello che aveva sempre cercato, senza mai trovarlo.

Per che lei era semplicemente la parte mancante della mela.

La metà perfetta.

L’anima gemella.

Era semplicemente…. Bhè, la sua Lisa.

 

 

Lei era sulla sedia a dondolo, in salotto.

L’aveva spostata accanto al finestrone centrale, e cullandosi, guardava fuori con sguardo assorto.

Tra le sue braccia, giaceva il tesoro più prezioso.

Faith.

Fede.

La loro bambina…. Faith Wilson.

Era stato il piccolo Jay a proporre quel nome. Incrociando le braccine, e puntando i suoi occhi blu sulla zia, aveva sentenziato di volere una cugina di nome Faith.

Lisa aveva semplicemente annuito.

E Wilson aveva capito, guardandola.

Non c’era bisogno di spiegarsi perché quel nome era perfetto. Non c’era nemmeno bisogno di cercare di cambiarla.

Loro, insieme, avevano fatto nascere Faith. E questo valeva mostruosamente di più di mille parole.

La sentì ridacchiare, e sommessamente si avvicinò.

Lisa si voltò, e gli sorrise.

“Faithy, qui, adora i fiori!”

Lui si avvicinò, per scoprire sua figlia fissare incantata una pianta di rose appena fuori dalla finestra.

Aveva gli stessi occhi scuri della mamma, e la stessa profondità nello sguardo.

Una risolutezza e dolcezza che si captavano già da neonata.

Se la immaginò già cresciuta, vagare per il mondo alla ricerca di qualcosa di importante, certo, certissimo, che la sua Faith lo avrebbe trovato.

Spostò la copertina bianca, e rimase estasiato a guardarla.

“Sei innamorato”, constatò Lisa a bassa voce.

Lui annuì piano, “Sono doppiamente innamorato!”

Lei si sporse, e lo baciò delicatamente sulla mandibola, “E sei doppiamente ricambiato!”

Lui si mise seduto per terra, senza togliere gli occhi dalla sua piccola principessa.

“Mi sento stranamente in pace”, osservò intrecciando le dita con quelle di Lisa.

Lei sospirò, “E come se, finalmente, riuscissi a stringere tutto tra le mani”.

Lui alzò lo sguardo, con aria interrogativa.

“Prima…” spiegò Lisa con espressione imbarazzata, “Prima di te, aveva la sensazione di non riuscire a tenere le cose che amavo tra le mani. Era come se fossi terrorizzata alla sola idea di perderle di vista, mischiarle, confonderle”, trasse un lungo sospiro, “Credevo che tenere alle cose che si amano, fosse dannatamente complicato”, guardò prima lui, poi la piccola Faith, “E invece tu mi ha convinta del contrario!”

Lui le sorrise, senza aggiungere altro.

A certe osservazioni, non serve ribattere. Certe verità vanno semplicemente ascoltate e mantenute al segreto nel cuore.

E lui, nel suo cuore, manteneva i suo tesori più preziosi.

Lisa.

Faith.

… la sua famiglia…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*************

Ragazze, il viaggio finisce qui…

Ringrazio tutte voi per la costanza con cui mi avete seguita. Non vorrei ripetermi, ma siete state le mie muse ispiratrici.

Apple… è un grandissimo onore aver suscitato l’interesse di una così brava scrittrice... grazie davvero!!

Diomache… per gli stessi motivi! E perché mi piace il modo che hai di recensire i capitoli! E perché in una delle prime recensioni, ho sentito il suo sostegno!

Hamburger, per l’entusiasmo che hai dimostrato fin dal primo capitolo! Grazie!

Sam Carter perché con i suoi complimenti mi ha fatto arrossire! ;)

Stella, SHY, Irene… le vostre recensioni mi hanno fatto fibrillare!! Avevo sempre voglia di scrivere di più ogni volta che le leggevo!!!

Jacye 93, damagedove, e Pinacchia… raggruppo anche voi, perché siete state veramente carine, e perché i vostri complimenti sono stati importantissimi per me!

Venus/Allegory… perché se James era doppiamente ricambiato, io sono doppiamente recensita e doppiamente felice di aver suscitato le tue belle parole ;)

Whitesoul… con le mie scuse per non aver messo qualcuno che tentasse Cam! A dire il vero ci avevo pensato, ma siccome aveva anche troppi problemi, mi sono tenuta l’idea per il futuro ;)

Amy, e Levity… perché ad un certo punto sono entrate praticamente nella storia, e mi hanno spinto a rimediare alla balla dell’aborto prima del previsto!!!

Missleep… grazie!! Non sai che gioia è stata leggere la tua recensione!

Gulyuly…le tue parole sono state una bella iniezione di orgoglio!

Elbereth, soprattutto, merita un ringraziamento speciale.

Lisa e Wilson, sono diventati quello che sono, solo grazie ai suoi commenti entusiastici. In due parole, mi hai insegnato ad amarli come mai avevo fatto prima, e mi hai anche dato la spinta per scrivere di loro… ;)

 

Avrei voluto scrivere di più, ma i personaggi, con le loro immense evoluzioni, si stavano discostando troppo da quelli reali e non volevo! Volevo lasciarvi con l’idea delle loro vite, lasciandovi immaginare le possibili svolte, i mutamenti, le ansie e le gioie…

Insomma, volevo che il finale, anche questa volta, non fosse un finale, ma una semplice fotografia dei nostri personaggi.

Il nostro viaggio finisce qui, ma il loro continua inesorabile…

Potrei scriverne ancora, non lo escludo, ma per il momento credo che ci abbiano dato tutto quello che erano in grado di offrirci!

Insomma, ragazze, queste pagine sono più vostre che mie.

Ogni riga, ogni parola, è vostra.

Perché io ho scritto per voi, e voi mi avete dato la gioia di andare avanti a raccontare.

Se solo tutti, potessero avervi come lettrici… gli scrittori aumenterebbero a vista d’occhio!!

 

GRAZIE!

 

Vi abbraccio forte!

Amaranta

 

 

  
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