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Autore: Thats ammore    08/09/2012    45 recensioni
“Ti sembra che io son piccola solo perché non l’ho mai fatto Zayn?”
“No.. ma perché tu non sai neanche di cosa stiamo parlando..”
“Perché, tu sì?” gli chiedo, con aria di sfida.
“Io te lo posso insegnare..” dice, avvicinandosi pericolosamente.. "Tu non ti rendi neanche conto di cosa potrei farti provare io..”
Gli sorrido, un sorriso di sfida.
“Ma smettila..”
“Lo vedremo..”
“Ti piacerebbe!”
“E’ una promessa.”
Zayn mi aveva appena promesso che avrebbe fatto l'amore con me?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi svegliai con la coperta attorcigliata tra le gambe, in modo così strano che non riuscivo quasi a muoverle.
Il sole aveva riscaldato tutta la stanza tanto che mi faceva sentire caldo.
Appena provai a muovermi notai che qualcuno era accanto a me.
“Halley?” sussurrai, con gli occhi ancora socchiusi.
“Mmh?” mugugnò lei, poco lontana da me.
A quel punto sgranai gli occhi, rendendomi conto che Halley era davanti a me, e non accanto.
Mi girai di scatto spaventata per poi rasserenarmi in un secondo.
“Che ci fai tu qui?” gli chiesi con tono seccato, poi mi girai verso Halley “Che ci fa lui qui? Ti avevo detto che non volevo nessuno!” le rimproverai.
“E’ entrato mentre ero in bagno e non è più voluto uscire!” cercò di difendersi lei.
Mi girai nuovamente verso il mio migliore amico che continuava senza problemi a leggere tra le righe del libro che aveva sulle gambe.
“Sei sempre il solito Liam!” lo rimproverai.
Lui fece una piega sulla pagina del libro e lo chiuso, per poi guardarmi e mostrarmi un sorriso.
“Come stai piccola?”
Mi alzai sbuffando e mi posizionai davanti allo specchio.
Per mia fortuna il buon senso mi evitò di urlare appena mi specchiai.
Avevo tutto il trucco sbavato, ero paragonabile ad un panda.
Per fortuna gli occhi si erano sgonfiati, e molto.
“Sto che sono terribile!” dissi prendendo una salviettina e passandomela sulla faccia.
Andiamo.. da quando ti fai tutti questi problemi con me?” mi rimproverò lui.
O con me?” aggiunse Halley, accarezzandomi i capelli.
Mi girai verso di loro e loro mi sorrisero all’unisono.
Non riuscirete a farvi perdonare con un adorabile sorriso! Voglio i pancake!”
“Ma non dobbiamo farci perdonare nulla..”
ribbattè Halley.
Ma io voglio ugualmente i pancake, ho fame..”
“Oh allora la fame c’è! E io che mi preoccupavo! E comunque è orario di pranzo.
” –Liam
Controllai l’orologio di sfuggita che segnava le dodici e mezza.
Perché non dovrei aver fame?” gli chiedi confusa, ma subito mi pentii della domanda.
Mi riaffiorò tutto alla mente.
La notizia di Louis.
I pianti.
Le grida.
I sentimenti.
Il ‘ti amo’.
La sua decisione di non partire.
Sentii nuovamente le forze abbandonarmi e mi sedetti sul letto “Mi è passata la fame..” annunciai silenziosamente.
Halley si alzò bruscamente dalla sedia e venne verso di me “Non se ne parla! La madre di Harry ha preparato un pranzo con i fiocchi! E poi oggi è il nostro ultimo giorno a Verona, mica possiamo trascorrerlo chiusi in camera a deprimerci!”
“Possiamo? Semmai sarei solo io..”

Entrambi mi guardarono male.
Stai chiusa qua dentro? Bene! Ci sto anche io..” mi disse Liam.
E io con lui..” lo seguì Halley.
“E probabilmente gli altri staranno fuori dalla porta ad aspettarti..” –Liam.
Li guardai cercando uno sguardo di comprensione ma niente.
Mi alzai dal letto senza una vera meta, poi guardai Halley “Che mi metto?”
Lei mi sorrise e mi aiutò a scegliere i vestiti.
Bene, allora vi lascio vestire.. Tra cinque minuti vi voglio in cucina per il pranzo!” disse Liam e poi chiuse la porta dietro di se, lasciando in camera solo me e Halley.
“Non so se ce la farò Halley..”
“Non c’è via di scampo sta volta Amèlie, devi affrontare la realtà..”

Annuì semplicemente chiudendo la questione, ma non volevo.
Volevo chiederle come avrei fatto quando Louis mi avrebbe guardata.
Volevo chiederle cosa dovevo dirgli.
Volevo chiederle cosa pensava che avrebbe fatto Louis.
“Andiamo?” disse, poggiando la mano sulla maniglia.
Sentii il cuore buttarsi giù da un precipizio.
Annuì debolmente e mi avvicinai a lei, il più possibile, mentre la porta.
Appena usciti dalla stanza, le risate dei ragazzi risuonavano per tutto il corridoio.
Il mio cuore decise di risalire e ributtarsi dal precipizio.
Dannato cuore, mi spieghi a che cazzo servi?
Avevo la tentazione di stringere forte il braccio a Halley, magari di tirarla via e dirle che non ce la facevo.
Avevo anche la tentazione di fare andare avanti di poco Halley e poi rientrare in stanza, chiudendomi di nuovo a chiave.
Ma quest’idea che sembrava la più geniale arrivò troppo tardi, quando ormai mi ritrovai in cucina con gli occhi puntati addosso.
“Buongiorno ragazzi!” salutò Halley, un po’ anche per me visto che non aprì bocca.
La prima cosa che ebbi davanti agli occhi fu lo sguardo di Liam sereno, seguito da quello felice di Louis.
Appena lo incrociai mi sentii mancare l’aria e guardai la sedia dove stavo per sedermi, senza rialzare più lo sguardo.
“Buongiorno Amèlie!” mi salutò ad alta voce Niall.
Alzai lo sguardo di poco incontrando i suoi occhi, ricambiai il sorriso e accennai un “Buongiorno ragazzi..”.
Subito dopo gli occhi di Niall incontrai gli occhi di Zayn.
Anche lui era piuttosto tranquillo, mi mostrava un sorriso indecifrabile.
Appena riabbassai lo sguardo sulla tovaglia, una mano mi scombinò poco i capelli “Buongiorno bellissima!”
Riconobbi la voce di Harry, seduto accanto a me che velocemente si avvicinò e mi lasciò un bacio sulla guancia.
Arrossì e maledii profondamente la mia carnagione chiara che faceva intendere ancor di più quanto quel bacio mi avesse messo in imbarazzo.
Mi girai verso di lui incontrando i suoi occhi verdi, grandi, quasi che mi sentii persa per qualche istante.
“Buongiorno splendore” gli sussurrai.
Non so perché, ma mi avvicinai a lui e gli lasciai un bacio sulla guancia, quasi a ricambiare il suo saluto.
Mi sentii sollevata, perché quegli occhi erano riusciti a trasmettermi un qualcosa, un non so cosa che mi aveva tranquillizzata completamente.
Non so perché ma quel mio gesto voleva essere un ringraziamento per la serenità che era riuscito a trasmettermi con i suoi occhi.
Lui mi sorrise e poi si concentrò sul suo piatto di pasta.
Che si fa stasera?”
Alzai la testa di scatto per capire chi aveva parlato, ma già lo sapevo già, avevo riconosciuto la sua voce.
Mi imbattei nei suoi occhi azzurro cielo.
Quel cielo a cui ieri avevo confessato il mio amore.
Direi di stare a casa e stare svegli tutta la notte, qualcosa da fare la troviamo!” propose Harry.
“Alcool?” sussurrò Liam.
Zayn gli sorrise compiaciuto.
Senza esagerare..” –Halley.
Sì, mi immaginavo..
“Allora è deciso! Pizza e.. semplice divertimento” annunciò Niall.
Annuimmo tutti e solo dopo aver finito il pranzo mi resi conto che a casa c’eravamo solo noi ragazzi.
“Harry ma i tuoi?” gli chiesi.
Scampagnata, tornano stasera tardi.. Ti serviva qualcosa?”
Scossi la testa e continuai a sparecchiare.
Mi ritrovai in cucina da sola con Halley con tanti piatti da lavare.
Io lavo e tu asciughi?” le chiesi con aria afflitta.
Lei sbuffò e prese una pezza asciutta.
Iniziai a insaponare le stoviglie quando sentimmo un cellulare suonare.
“Cavolo, è il mio!” mi disse Halley.
Vai a rispondere, qui puoi asciugare dopo..”
Lei annuì e si precipitò in camera, lasciandomi sola tra i miei pensieri e lo scorrere dell’acqua.
Improvvisamente sentii una mano appoggiarsi al mio fianco e un braccio cingermi la schiena.
Mi spaventai all’istante e mi girai di colpo, incontrando gli occhi tranquilli di Louis.
“Ti ho spaventata?” mi chiese dolcemente.
Non ebbi il tempo di rispondere che lui si chinò su di me, avvicinandosi e premendo le sue labbra sulla mia fronte.
Chiusi gli occhi e mi sentii le guance avvampare.
Allo stesso tempo mi lasciai accarezzare dal suo profumo di miele che sentivo così addosso sul mio corpo.
Frenai la voglia di avvicinarmi e baciargli il collo, il petto, una qualunque sua parte del corpo che mi avrebbe fatta sentire fottutamente bene.
Appena si staccò riaprì gli occhi velocemente guardandolo sorridere.
No..” sussurrai, mentendo anche.
Tornai con gli occhi fissi sui piatti e ricominciai a insaponare.
Vuoi una mano?” mi chiese prendendo la pezza asciutta in mano.
Non c’è bisogno, ora torna Halley..”
“Nel frattempo inizio io!”
disse, prendendo il primo piatto che avevo sciacquato.
“Davvero Lou, non c’è bisogno..” gli dissi sorridendo, senza guardarlo negli occhi.
Dobbiamo sbrigarci che poi dobbiamo andare a fare la spesa per stasera, quindi fatti aiutare e basta..”
Sbuffai mentalmente e annuì.
Per un paio di secondi che mi sembrarono interminabili non si sentì altro che l’acqua del rubinetto che scorreva incessante e la spugna che strofinavo sulle stoviglie.
“Come stai?” chiese all’improvviso lui, con voce piuttosto allegra che mi fece sobbalzare nuovamente.
Per fortuna però aveva avuto, almeno lui, il coraggio di dire qualcosa.
Stavo per aprire bocca quando tanti, troppi pensieri mi attraversarono la testa.
Sto che spero tu non abbia sentito nulla di ciò che ho detto ieri, perché non voglio rovinare la nostra amicizia.
Sto che infondo preferirei essere ricambiata, davvero.
Sto che, nonostante tu ieri mi abbia detto che non mi lascerai, ho paura di perderti.
Azzardai un misero “Sto bene..” e lasciai che tutti i miei pensieri marcissero nella testa.
Lui annuì e mugugnò qualcosa.
Sentimmo dei passi avvicinarsi alla cucina ma mi voltai solo io  verso la porta.
Halley stava per entrare quando vide Louis accanto a me.
Sgranò gli occhi, mi sorrise e se ne tornò silenziosamente in corridoio.
La insultai paurosamente dentro la mia testa, ma mi limitai a concentrarmi sui piatti per non perdere il controllo.
Dopo un po’ di tempo, non so bene se sono stati secondi o minuti, a me sono parsi anni luce, Louis decise di rivolgermi nuovamente la parola.
“Noi due dovremmo parlare..”
Mi sentii il cuore il gola, pronto a strozzarmi.
“Già!” riuscì solo a dire.
Quindi?”
“Quindi?”
replicai io.
Dio mio, ma quanto potevo sembrare una bambina di otto anni in quel momento?
Mi resi conto di quanto poteva essere povero il mio vocabolario e anche il mio coraggio.
Quindi.. parleremo..” mi incoraggiò lui, continuando ad asciugare i piatti che man mano gli passavo.
Parleremo..” gli feci eco io.
Ti prego, tu che vivi nell’alto dei cieli, fulminami in questo istante.
Inceneriscimi e poni fine alla mia vergogna acuta.
..ma non ora..” aggiunse infine Louis, molto più intelligente di me evidentemente che aveva capito che in quel momento avevo la mentalità di un bradipo in letargo davvero molto stupido.
E per finire in bellezza aggiunsi un “..già, non ora!”
Sentii Louis cominciare a ridere per il mio comportamento.
Alzai gli occhi al cielo e lui lo notò, continuando a ridere.
Ma dov’ero io quando hanno distribuito la capacità di interloquire con le altre persone?
Louis continuava a ridacchiare tra se e stava incominciando a fare ridere anche me.
Mi girai verso di lui, finalmente incontrando il suo sguardo.
Che ci ridi tu?” lo rimproverai sorridendo.
Sei stupida!
Portai una mano davanti la sua faccia e la aprì velocemente, bagnandogli il viso.
Lui si allontanò di scatto chiudendo gli occhi “Stronza!” esclamò ridendo.
“Così ti impari a prenderti gioco di me!” gli dissi continuando a sciacquare le ultime cose.
All’improvviso sentii il mio sedere prendere la scossa e saltai in aria emettendo un breve urlo.
Mi girai di scatto e capii che Louis mi aveva ‘picchiato’ con la pezza dopo averla attorcigliata.
Mi portai una mano sulla natica massaggiandomela “Ma sei scemo? Mi hai fatto male!” lo rimproverai ridendo.
Lui scoppiò e ridere nuovamente e poi indicò il mio sedere “Sì ma tu sei stupida davvero!” e poi continuò a ridere.
Improvvisamente mi sentii il fondo schiena bagnato.
Oh no..” sussurrai sgranando gli occhi.
Piegai la testa pregando di non essere stata davvero così stupida.
Tolsi la mano dalla natica e notai cinque dita stampate sui pantaloni chiari, le mie cinque dita.
Mi ero completamente dimenticata che avevo la mano bagnata.
Mi portai la mano sulla fronte bagnandomi a mia volta tutta la faccia.
Louis rise ancora più forte  mentre io cercai mentalmente di trattenere le tutte le brutte parole che il cervello mi stava consigliando di dire.
Mi accorsi che non avevo poi un vocabolario così povero come pensavo.
Chiusi velocemente l’acqua e con le mani poste in avanti cercai di aggrapparmi a qualcosa.
Tenevo gli occhi chiusi per paura che il sapone mi potesse entrare dentro gli occhi.
Louis dammi la pezza..” gli dissi, cercando di essere il più cordiale possibile.
Lui continuò a ridere senza calcolarmi minimamente.
Mi avvicinai di poco tenendo sempre una mano, cercando di non ridere “Lou dammi quella maledettissima pezza!” gli gridai.
Sentii i suoi passi farsi un po’ più lontani da me mentre continuava a ridere.
Lou dammi quella pezza o giuro che..” mi vennero in testa tante di quelle minacce ma lui mi interruppe con un sonoro “NO!” accompagnato da una risata.
Sbuffai e presa dalla vergogna avanza verso di lui o comunque verso avanti paurosamente.
Lou giuro che ti ammaz..” poi la mia voce fu strozzata dal mio stesso urlo appena mi resi conto che inciampai su me stessa.
Delle braccia possenti si posizionarono dietro la mia schiena, sollevandomi.
Mi sentii avvampare appena mi resi conto che quelle dita sui miei fianchi erano di Louis.
“Hei tutto okay?!” mi chiede con tono preoccupato.
Mi si bloccò il respiro in gola e capii che stavo incominciando ad arrossire.
Non aprii gli occhi sempre per quel fatto del sapone, ma sentii il respiro di Louis su di me.
Ti am.. ti am.. che gli stavo dicendo?
Sentii il suo respiro sulle mie labbra e mi sentii debole, abbandonata completamente su quelle braccia.
“Dobbiamo parlare..” mi sussurrò deciso, senza avvicinarsi più di tanto.
Annuì lievemente e poi sentii le braccia di Louis che mi rimisero dritta.
Mi ritrovai con la pezza davanti alla faccia e velocemente me la strofinai sugli occhi.
Una volta tolta dal viso vidi Louis sorridente con le braccia incrociate che mi guardava.
Mi stava sfottendo, lo so.
Mentalmente me ne stava dicendo di tutti i colori.
Gli lanciai con forza la pezza ma lui senza neanche sforzarsi la prese al volo e ritornò sui piatti.
“Dai.. finiamo qui..” mi incitò, continuando ad asciugare.
Sbuffai e dopo aver respirato velocemente per tranquillizzarmi, tornai ad insaponare ormai gli ultimi bicchieri.
Restammo in silenzio a ridacchiare finchè non finì tutte le stoviglie, mentre lui doveva finire di asciugarle.
Vado a cambiarmi..” dissi dandogli le spalle.
Ma come? Sono così belle quelle cinque dita stampate li!”
Mi girai di scatto e lo fulminai con lo sguardo “Non mi guardare il culo Lou!”
Lui alzò le mani in segno di difesa e lo lasciai li a ridere.
Entrai in camera chiudendo la porta alle mie spalle.
Trovai Halley che si metteva lo smalto.
Come è andata?” mi chiede con sguardo malizioso.
Ruotai di novanta gradi e mi indicai il sedere “Una botta di culo!
Lei notò i miei pantaloni bagnati e scoppiò a ridere.
Me li tolsi velocemente e mi avvicinai alla valigia.
Quando sistemiamo le valigie?” chiesi guardando confusa il disordine che c’era.
Quando torniamo, adesso dobbiamo andare!” esclamò lei alzandosi di scatto dalla sedia.
Ma dobbiamo andare per forza tutti insieme?” mi lamentai mettendomi i primi jeans che mi capitarono.
“No.. se vuoi puoi restare a casa e chiedo a Louis di farti compagnia!”
La guardai malissimo “Spiritosa!”
Mi sistemai poco i capelli e insieme a Halley uscì dalla stanza.
I ragazzi erano già tutti davanti alla porta.
Andiamo?” ci incitò Niall, tendendo la mano verso Halley.
Lei la prese e attorcigliò le sue dita a quelle di Niall.
Harry dopo aver assistito alla scena allungò la mano verso Louis “Andiamo?” gli chiese con voce femminile.
Louis con strane movenze gli diede la mano e anche loro attorcigliarono le loro dita.
Liam provò a tendere la mano a Zayn ma questo lo fulminò con lo sguardo “Non ci provare..”
Liam si allontana da lui facendo il finto offeso, io mi avvicino e gli metto un braccio al collo “Andiamo scemo!”
Il supermercato non è lontano da casa di Harry, a passo veloce ci arriviamo velocemente.
Ci dividiamo?” propone Liam.
Annuiamo e in modo molto vago scegliamo come dividerci.
Halley e Niall vanno a comprare l’impasto per fare la pizza, a quanto avevo capito dovevamo farla la pizza, non comprarla!
Liam e Zayn erano andati a prendere l’alcool.
Louis e Harry erano andati a prendere i condimenti, con la disapprovazione di Niall che voleva sceglierli lui.
Probabilmente avrebbe comprato tutto il super mercato.
Io infine andai verso il reparto bibite per prendere le altre cose da bere.
Dopo aver è preso due di coca  cola e una di aranciata, girai tra i corridoi in attesa di incontrare gli altri.
Zayn all’improvviso mi spuntò davanti, facendomi sobbalzare.
“Rum o Tequila?” mi chiede mostrandomi le due bottiglie.
Il rum mi piace, la tequila non l’ho mai provata!”
“Tequila, limone e sale! Mai provata?”

Scossi la testa.
Lui mi guardò sorpreso e infine posò la bottiglia di tequila sul cestino
Abbiamo i limoni?” mi chiese velocemente.
“Credo..”
“E  il sale?”
“Ovvio!”
“Perfetto!”

Prese il cestino in mano prendendomi a braccetto mi portò in giro per i corridoi, quando incontrammo gli altri che si inoltravano verso la cassa.
Io non voglio bere stasera..” confessai sussurrandolo piano a Zayn.
“Dai.. un pochino..”
“Non reggo nulla”
“Reggo io te!”
mi disse infine facendomi l’occhiolino.
Sbuffai mentalmente e sorrisi a lui mentre poggiò le varie bottiglie alla cassa.
Non erano molte per il numero di persone che eravamo.
Erano giuste per farci diventare un po’ brilli.
Una volta a casa, prima sistemammo tutti ognuno la nostra valigia e poi decidemmo di fare la pizza.
Io e Niall impastavamo, Zayn era accanto al fuoco del fondo a pietra, Halley sistemava il soggiorno, Liam e Louis preparavano gli ingredienti mentre Harry sistemava la pizza per poi passarla a Zayn.
Mentre tra risate io e Liam impastavamo, Louis si avvicinò a me.
Dobbiamo parlare noi due..”  mi sussurrò all’orecchio, anche se io ebbi la sensazione che tutti l’avessero sentito, per sino i vicini di casa.
Spalancai gli occhi e lo guardai sorpresa “Adesso?” gli chiesi quasi stranita.
Lui si allontanò poco dal mio orecchio, guardandomi negli occhi “Quando vuoi!”
Mi sentii arrossire e cercai di non darlo a vedere, concentrandomi sulla pizza.
“Amèlie, così non va bene!” mi rimproverò Liam.
Aveva ragione, stata venendo troppo piatto l’impasto.
Sentii Louis scoppiare a ridere e lo guardai malissimo “Falla tu se sei così bravo!” lo incitai con sguardo assassino.
Lui in due secondi mise le mani nella mia pizza e incominciò a modellarla, alla perfezione.
Guardi tutto con stupore, non ci potevo credere!
Ecco!” esclamò dopo pochi secondi, mostrando un impasto perfetto.
Lo guardai sbalordita e lui mi guardò con aria di superiorità.
Misi le mani dentro la farina “Adesso ti faccio vedere io!” e gliela buttai addosso.
La sua maglietta si ricoprì di bianco e tutti pronunciarono un sonoro ‘ooooh’ che sapeva tanto di ‘ ma tu le permetti di fare questo?’.
Vidi gli occhi di Louis diventare diabolici, e capii che dovevo iniziare a scappare, invece rimasi li immobile a ridere come una stupida.
Te la farò pagare..” pronunciò a denti stretti avvicinandosi a me.
Ricominciai a ridere nonostante la paura.
“..ma non ora..” aggiunse poi, e tornò a sistemare gli ingredienti.
Spalancai gli occhi sorpresa “Eh?”
Lui non disse niente e continuò a tagliare le olive.
Tutti si fermarono a guardarlo, cercando di capire cosa fosse successo.
Guardai gli altri che erano sorpresi quanto me “Boh..”
Continuammo a fare le pizze, alcune buone altre totalmente da buttare, ma erano le risate ad accompagnarci in ogni nostro gesto.
Dopo aver cenato ci chiudemmo nel soggiorno, come la prima sera, in modo che anche se i genitori di Harry fossero tornati non ci avrebbero scoperti.
Iniziammo a bere solo per brindisi, ma qui drink incominciavano a dare alla testa.
All’improvviso Louis si alzò e si sedette vicino a me, visto che si era seduto completamente dall’altro lato del mio divano.
Si avvicinò al mio orecchio emi sussurrò un “Dobbiamo parlare..” in modo molto dolce.
Appoggiai la mia vodka a terra e lo guardai negli occhi, aspettando una qualche risposta a non so quale domanda.
Adesso?” gli domandai infine.
Lui mi mostrò un sorriso dolcissimo “E’ il momento” mi disse infine.
Mi alzai da terra e lui con me, recandomi verso il corridoio.
Lui per tutta risposta mi prese per mano “Vieni con me!” mi incitò.
Senza darmi tempo di rispondere mi trascinò prima nuovamente in cucina e poi fuori in balcone.
Appena misi un piede fuori lui mi urlò “Chiudi gli occhi!” e io immediatamente li chiusi per la paura.
Poi portai le mie mani in avanti “Non fare scherzi Lou!” lo avvertii.
“Tranquilla..” mi sussurrò lui.
Sentii una sua mano prendermi la mia e farmi fare qualche passo in avanti, circa due tre.
Poi ci furono secondi di silenzio.
Baciami.
Baciami baciami baciami.
Era l’ultima cosa che riuscivo a pensare mentre tenevo le labbra socchiuse.
Poi sentii dei passi e capii che erano i suoi, farsi più vicini a me.
Apri gli occhi!” mi incitò infine.
Gli aprii ma non vidi altro che la strada davanti a me.
Mi girai verso di lui e incontrai i suoi occhi azzurri.
Mi accorsi di quanto buio c’era fuori in balcone, e nonostante tutto i suoi occhi continuavano a brillare in una maniera assurda.
Lo guardai con aria interrogativa e lui mise le sue mani in tasca e con gli occhi guardò il cielo.
Seguii il suo sguardo e rimasi incantata.
Il buio che ci circondava permetteva alle stelle in cielo di essere molto più visibili.
Pronunciai un leggero “Wao..” che avrei voluto tanto trattenere, rendendomi conto troppo tardi di aver fatto la figura dell’imbecille.
Lui sorrise poco e si avvicinò a me.
Le vedi queste stelle sopra di noi?” mi chiese dolcemente “A me piace pensare che sono desideri.. Non vedi come cercano di brillare forte, cercando di far felice qualcuno?”
Già.. mi sentivo felice, serena.
Guardale, stanno brillando per te.” Poi posò il suo sguardo su di me “Hanno sempre brillato per te..” poi indicò una stella nel cielo, una indefinita “Soprattutto la nostra, quella che porta all’isola che non c’è..”
Sorrisi senza distogliere lo sguardo dal cielo.
Mi resi conto che stavo dondolando dalla felicità.
Amèlie..” sbottò poi lui all’improvviso, avvicinandosi davvero molto e prendendomi per mano.
Io morì all’istante appena incontrai i suoi occhi.
“Vedi, avevo programmato tutto alla perfezione, avevo programmato ogni parola che dovevo dirti..  ogni gesto che dovevo fare! Giuro che avevo organizzato ogni minimo particolare dentro la mia strana testa..” aggiunse, ridacchiando un po’.
Mi sentii bruciare dalla vergogna.
“Dentro mi sentivo che quest’attimo sarebbe stato perfetto!” mi sussurrò all’improvviso.
Forse non tutto stava andando male.
Forse il destino aveva deciso che era giunto il momento di smettere di piangere.
Forse il destino aveva deciso che era giunto il momento di iniziare ad amare.
“E adesso invece mi ritrovo senza parole, senza niente da dirti.. Perché davanti a quel sorriso che ti ritrovi io mi rendo conto che senza di te niente ha più senso, e mi odio per questo..” mi disse con gli occhi più sinceri che mai.
Lou..” cercai di dire, ma lui ricominciò presto a parlare.
Io ci provo, ma non riesco ad essere felice se tu non sei accanto a me.. Posso anche provare a sorridere, ma lasci ugualmente un vuoto dentro perché.. Maledizione!” urlò quasi avvicinandosi ancora di più al mio viso “..dipendo da te e da tutto ciò che riguarda te.”
Non so bene come accadde, ma mi resi conto di essermi innamorata del mio migliore amico.
Mi accorsi di aver perduto la testa per colui a cui confidavo qualsiasi cosa,  e me ne accorsi quando iniziò a interrompere i battiti del mio cuore ogni volta che mi guardava.
“Smettila di fissarmi..” riuscì solamente a dirgli.
“Perché?” mi chiede sorridendo “Diventi così bella quando arrossisci..”
Abbassai lo sguardo per la vergogna “Divento di un color porpora strano e mi vergogno.. E puoi anche dirmi che divento bella ma questo colorito ma fa sembrare una bambina..”
Lui poggiò le sue mani sui miei fianchi e fece aderire il mio corpo al suo, costringendomi a guardarlo negli occhi “La mia bambina..”
Mi sentii bruciare in ogni cellulare del mio corpo, tra quelle braccia.
Quelle braccia dovevo riuscivo a sentirmi protetta, dove nessuno mi poteva fare male.
Niente mi poteva fare male, nemmeno un po’.
Quelle braccia erano la certezza che tutto stava andando bene.
La certezza che io stavo bene.
Sorrisi involontariamente a quel pensiero così infantile e lui se ne accorse, sorridendo insieme a me.
Dovresti vederti quando sorrisi..” mi sussurrò avvicinando il suo viso al mio “Illumini il mondo, illumini la mia vita.. Sei tu che riesci a dare il colore a tutto, anche a questa notte che senza di te sarebbe così buia e inutile” poi mi sorrise ancora una volta.
“Giuro.. dovresti vederti..” aggiunse infine, mentre sentii ormai il suo respiro sulle mie labbra.
In un secondo sentii i nostri nasi sfiorarsi, mentre gli occhi continuavano a guardarsi.
Mi sentivo così in imbarazzo davanti a quegli occhi così azzurri, così incredibili..
Ed io avevo da offrire dei normali occhi castani, scuri come la pece.
Stavo per chiedergli di baciarmi, quando sentii le sue labbra strofinarsi con le mie.
Involontariamente chiusi gli occhi, respirando con la poca aria che mi era rimasta nei polmoni.
Lentamente le labbra incominciarono ad amarsi, toccandosi tra di loro continuamente per non più di millisecondi.
All’improvviso sentii lo strano impulso di portare le mie mani dietro la sua nuca, l’impulso di chiedere di più.
Pronunciai un lieve “Louis..” con la forza che mi rimase in corpo e mi alza sulle punte dopo che gli gettai le mani dietro il collo.
Mi lasciai andare sulle sue braccia che mi tennero prontamente e appoggiai completamente le mie labbra alle sue.
Miele.
Solo miele.
Non era il suo gusto, ma il suo profumo.
Le sue labbra sapevano di pesca a causa della vodka precedentemente bevuta.
Ma io sentii il miele in tutto il corpo,soprattutto dentro il cuore.
Dopo pochi istanti non sentii più la pressione delle sue labbra e mi spaventai un po’.
Appena riaprì gli occhi incontrai i suoi, accompagnati da un dolce sorriso.
Appoggiò la sua fronte alla mia e involontariamente sorrisi anche io, aspettando nuovamente le sue labbra.
Chiusi gli occhi ancora una volta, quasi fosse l’unico modo per vergognarmi di meno.
Lui nuovamente si avvicinò e stavolta schiusi le labbra.
Velocemente portò una mano sulla mia guancia, per poi far scorrere le sue dita lentamente sotto la mandibola e poi mi accarezzò delicatamente il collo.
Sentii il mio respiro farsi sempre più sensibile e corto, quasi non avessi più parole, quasi non avessi più motivo per respirare.
Iniziammo a baciarci con un po’ più di passione, trasformando quel bacio casto in un bacio romantico.
Le labbra si cercavano continuamente, non staccandosi mai, giocando tra di loro a chi provocava più brividi.
Quando si staccò da me mi sentii mancare, convinta di aver sbagliato qualcosa.
“Ti amo..” mi sussurrò a fior di labbra, prima ancora che io ebbi il tempo di aprire gli occhi e chiedergli cosa fosse successo.
Sgranai gli occhi sorpresa e un sorriso davvero molto ebete invase il mio viso.
Mi lasciai andare sulle quelle braccia, facendomi stringere e appoggiandomi sul suo petto.
Lui appoggiò le sue labbra tra i miei capelli, lasciando qualche bacio dolce.
Cercavo di riflettere e pensare a quello che dovevo dire, a quello che dovevo fare ma, soprattutto, a quello che sarebbe successo.
L’unica cosa che mi venne in mente è che avevo bisogno di lui, adesso più che mai.
Ho così paura a volte, mentre ti stringo..” iniziò a dirmi con voce dolce, mentre mi faceva dondolare lentissimamente tra le sue braccia.
Non gli chiesi il perché ma lui intuì che volevo saperlo.
Sei così piccola e così fragile che ho paura di spezzarti..” continuò poi.
Senza muovermi da quella posizione, decisi di parlare.
“E tu fregatene.. tu stringimi che io ho capito che sono tua, che infondo è giusto così.”
Lui si staccò poco dal mio corpo e io involontariamente alzai la testa.
I suoi occhi erano dolci e sognanti allo stesso tempo.
Mi alzai ancora una volta sulle punte e dopo aver chiuso gli occhi lo baciai di nuovo, semplicemente a stampo.
 Poi mi staccai e mi resi conto che ero diventata ancora più rossa e che mi erano venuti i brividi.
A quei brividi d’amore si erano aggiunti anche i brividi di freddo.
“Entriamo?” mi propose lui indicandomi la cucina.
Annuì e incominciai ad incamminarmi.
“Aspetta.. devo bere!” gli dissi.
“Okay io intanto mi lavo le mani”
Mi girai verso il frigo e mi presi l’acqua mentre dietro di me sentii il rubinetto appena aperto.
Non ebbi il tempo di bere un goccio di acqua che saltai in aria urlando.
Louis scoppiò a ridere come un cretino.
“MA SEI SCEMO?” gli urlai sembrando una matta.
Mi aveva dato una forte pacca sul sedere, con la mano bagnata.
Mi piegai e notai che stavolta c’erano le sue dita stampate suoi miei jeans
No.. un’altra volta Lou!” dissi piagnucolando.
Lui ricominciò a ridere indicandomi il sedere “Te l’avevo detto che te l’avrei fatta pagare per la farina!”
“Ma è il secondo pantalone che fa questa fine!”
cercai di trattenere il sorriso ma con lui che rideva in quel modo era del tutto impossibile.
In quell’istante entrò Halley un po’ preoccupata.
Perché hai urlato?”
Sbuffai “Mi sto andando a cambiare!” le dissi fulminando poi Louis che aveva smesso di ridere ma continuava ad avere un sorriso da ebete stampato in faccia.
Appena fui vicino a Halley lei mi fermò per un braccio “Che è successo?” mi disse continuando ad essere un po’ preoccupata.
Noi potei trattenere un sorriso e mi avvicinai al suo orecchio per non farmi sentire da Louis “Ci siamo baciati..” e dopo aver guardato la sua reazione che da preoccupata si trasformò in confusa, poi strabiliata e poi stralunata, me ne andai in camera.
 
-
 
POV. Louis
 
Continuavo a sorridere per la scena fantastica di prima, per non parlare per fatto che amavo il posteriore di Amèlie.
Poteva esistere ragazza più perfetta?
Oltre ad essere così dolce, sensibile e affettuosa era stupenda anche fuori.
Non era come una di quelle modelle, quelle alte con il fisico perfetto.
No, non era come Halley, era l’opposto.
Lei non è alta, non ha delle belle gambe o la pancia piatta, non ha il sedere di una modella o altro.
Lei è bellissima per com’è, per il suo splendido corpo che le sta a pennello.
Ma soprattutto continuavo a sorridere ripensando al bacio.
Non ci potevo credere, dovevo ancora realizzare il tutto.
Lei, li.. tra le mie braccia, con il suo sapore sulle mie labbra.
Dopo aver sorriso a Halley si allontanò e la bionda si girò verso di me con aria scioccata.
Oh mio dio, adesso mi ammazza.
Cercai di indietreggiare ma ero già attaccato al lavabo e non potevo muovermi.
In un attimo lei fu davanti a me e le sue mani mi presero per il colletto.
Caspita, ma quanto è alta?
Quando si incavola poi le ragazze diventano anche più alte?
L’hai.. baciata?!” mi sussurrò con voce confusa.
Deglutì forte “Non.. avrei.. dovuto?”
“Signorino ascoltami bene!
” disse alzando un po’ di più la voce “Tu puoi anche avere questi occhi azzurri e questi capelli stupendi..” aveva davvero detto che ho i capelli stupendi? “Cioè.. è una cosa soggettiva! A me non piacciono!” Ecco.. mi sembrava strano! “..puoi avere il fisico palestrato che vuoi, puoi portare una, due, dieci..CENTO ROSE! Puoi anche regalarle un diamante ma io ti troverò sempre un difetto perché, purtroppo per te, io sono la sua migliore amica!”
Per un attimo ebbi davvero paura che il colletto della maglietta di stesse per staccare.
Quindi stai attento perché avrò sempre voglia di strozzarti quando non vedrò che stara bene.. INTESI?”
Annuì velocemente sperando che si staccasse al più presto da me, poi cercai di rassicurarla in qualche modo
“Halley io..”
“Cosa vedi quando la guardi?” mi chiese velocemente.
Cosa?” le domandai come uno stupido non avendo capito bene la domanda, o forse l’avevo capita troppo bene.
“Dimmi cosa vedi quando guardi Amèlie!”
Mio dio..
Esisteva domanda più difficile?
Cadde il silenzio tra di noi mentre la fissavo e cercavo di ricordare il volto di Amèlie davanti a me.
I miei occhi già sentivano la sua mancanza e il mio cuore aveva ricominciato a battere forte.
Ma non forte come quando inizi a correre, ma forte che stava proprio per scoppiare.
Halley se ne accorse di quanto era vicino a me e guardò un attimo il mio petto con occhi dolci, poi tornò a guardare me allentando la presa sul mio colletto.
“Come posso provare a spiegarti l’infinito che mi appare ogni volta che incrocio il suo sguardo?” le chiesi cercando di farle capire che davvero quella sua domanda andava oltre ogni possibile risposta.
Lei lasciò completamente il colletto e mi sorrise.
Annuì e poi mi guardò di nuovo male puntandomi il dito contro “Non provare più a toccarle il culo!”
Annuì cercando di trattenere le risate e lei se ne andò sorridendomi, lasciandomi li come un cretino.
Ritornai in salotto dove i ragazzi stavano ridendo come cretini perché Harry si era fatto una finta barba con la panna e Niall si era addormentato sul divano con la bocca aperta e Zayn gli stava sistemando un cetriolo in bocca.
Erano davvero questi i miei amici?
Ma la domanda giusta era.. ma sono davvero persone normali?
 
-
 
Il giorno dopo prendemmo il treno di mattina presto.
Ci trascinavamo avanti e indietro con le valige per la troppa stanchezza, o forse erano loro che trascinavano noi.
Amèlie si sedette vicino a Halley, qualche volta mi sorrideva ed arrossiva, quindi evitava di guardarmi costantemente.
Io mi sedetti accanto a Zayn che nonostante il sonno continuava a fissarla.
Dopo un paio d’ore mandai un messaggio ad Amèlie ‘Domani vieni da me?
Lei prima di rispondere mi guardò confusa.
‘Ma c’è scuola..’
‘Dopo la scuola, di pomeriggio :)’
Annuì e mi sorrise, poi tornò ad ascoltare la musica con Halley.
“Devo parlarle..” mi sussurrò Zayn, continuando a guardare Amèlie.
Il mio cuore perse un battito.
Quella non sembrava una domanda.. Ma un’affermazione.
C-cosa?” gli domandai, cercando di mantenere la calma.
Le devo dire tutto, al più presto..”
“Lasciala stare Zayn..”

Lui mi guardò dritto negli occhi.
Aveva capito, aveva capito tutto.
Louis.. mi dispiace. Lei deve sapere, e deve avere anche la possibilità di scelta..”
Strinsi la mano in un pungo e cercai di trattenermi da l’urlare.
“La tua possibilità l’hai già avuta Zayn e..”
“Io la amo”
mi disse poi.
Sgranai gli occhi e sentii il mondo crollarmi addosso.
Mi girai lentamente verso Amèlie e vidi il suo volto angelico appoggiato sulla spalla di Halley.
“Quando vuoi parlarle?” gli chiesi, senza distogliere il mio sguardo da Amèlie.
“Domani..” mi disse infine, e si girò dall’altro lato.
Domani le avrebbe parlato, domani le avrebbe confessato tutto.
Domani l’avrei persa per sempre.




Oggi, 8 settembre, è il compleanno.
E non un compleanno come un altro, è il mio
diciottesimo compleanno! :)
Non so come sono riuscita a postare il capitolo ma ce l'ho fatta.
Scusatemi, davvero, ma non ho tempo per l'angolo recensioni.
Ringrazierò tutti al prossimo capitolo! 
Vi prego fatevi sentire e fatemi sapere cosa ne pensate ;D
E Grazie, grazie per le
46 recensioni nel capitolo precedente!

E' il regalo più bello del mondo :')





 


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