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Autore: slytherin ele    08/09/2012    2 recensioni
questa storia è incentrata sulla relazione di Draco ed Harry...ostacolata da un personaggio molto particolare,che nella saga non esiste. Il protagonista è proprio lui, quindi aspettatevi molto sulla sua vita.
Dal capitolo 1: « Salve, io sono Vegida Draco Abraxas Malfoy e volevo chiederle: Da quanto tempo lei abusa di mio padre? ».
Potter indietreggiò per la sorpresa e nei suoi occhi comparve la consapevolezza.
« scherzi? Tu saresti il figlio di Draco….ma lui è…»
«Omosessuale, assolutamente… io posso definirmi un affare, ben pianificato dai miei genitori…».
«Affare? »
Ghignò, tutti ci erano rimasti male, sapendolo.
«Sì, mio nonno voleva un’erede, i parenti di mia madre anche… Eccomi qui! Frutto di un semplice contratto»
« Non sapevo che Draco avesse un figlio… beh, sono tornato poco tempo fa in Inghilterra, due mesi, ma lui non mi ha detto nulla. »
“Frase chiave…”pensò, esultando, interiormente.
«Forse non sei così importante per lui…o forse ha paura, non ti reputa adatto».
Potter sobbalzò, incredulo.
I commenti sono bene accetti... XD Non abbiate paura di dire quello che pensate.
Storia in fase di "ristrutturazione"!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione, Da Epilogo alternativo
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Draco stava aspettando il ritorno di Harry, erano ormai passati i due giorni, che occorrevano per portare James in Australia, al campo estivo per giovani talenti di Quidditch, infatti quello che ormai poteva considerare il suo figliastro si era distinto come cacciatore, talento preso dalla madre.

Voleva fare una sorpresa al suo compagno, quindi decise di far cucinare tutti i pasti preferiti di Harry per quella sera, così ordinò agli elfi di mettersi al lavoro, dicendo loro che se tutto fosse stato perfetto avrebbero avuto libero il giorno seguente. I domestici si misero al lavoro immediatamente , già pregustando una bella scampagnata tra elfi con tanto di pic-nic.

Draco decise che per passare il tempo si sarebbe messo avanti con le pozioni, quella casa gli sembrava così vuota senza il figlio e senza Harry, si sentiva solo.

***

Due giorni, due lunghissimi giorni erano passati da quando aveva scritto quella lettera a Joshua e Vegida aveva passato varie fasi: preoccupazione, delusione , depressione e , infine, accettazione della chiusura di un rapporto per colpa sua. Aveva creduto che l’amore del ragazzo per lui potesse sorpassare qualunque confine, accettare qualunque comportamento, ma si era sbagliato. Adesso qualunque cosa gli proponessero di fare, non gli andava, che fossero la madre , il fratello o , persino, Philip che si era offerto di provare a scrollarlo un po’.

Fu durante una cena di famiglia , nel silenzio più assoluto, nessuno aveva il coraggio di dire nulla, Vegida e Felipe non avrebbero parlato con Juan neanche sotto tortura, Juan aveva il terrore persino di guardare Vegida, Marsela avrebbe voluto accusarlo per aver aggredito il figlio, ma sapeva che poi i fatti si sarebbero rivolti contro di lei per opera della padrona di casa. In tutto questo, gli unici che non potevano capire erano Philip e Irene, i quali più per paura di un’imminente catastrofe che per altro si limitavano a mangiare.

Fu in questo clima che una delle domestiche si presentò per annunciare l’arrivo di un ospite e chiese se doveva farlo entrare o non era gradito al momento.

“ Vado io” disse il padrone di casa, incredibilmente a disagio con le due sue famiglie, arrivato davanti alla porta, gli si presentò dinanzi un ragazzo che non conosceva e che aveva tutta l’aria di uno che non vuole che uccidere.

“Salve, tu sei?” chiese, un po’ titubante , quando incrociò gli occhi infuriati, ma anche rassegnati.

“ mi scusi, ma non sono dell’ umore adatto per i convenevoli, signore…Gradirei parlare con Vegida, giusto per qualche minuto, poi toglierò il disturbo…se potesse chiamarlo, gliene sarei grato.

L’uomo rimase interdetto, ma pensò che, visto l’ambiente, che si respirava nella sala da pranzo, mandare via per un po’ uno degli interessanti non avrebbe fatto che bene.

“ Te lo chiamo subito, vai pure in camera sua. Secondo piano, quarta porta a sinistra….è la camera , interamente verde, non puoi sbagliare.” Disse, sorridendogli. Sorriso che non fu ricambiato dall’interlocutore , che annuì , soltanto e si avviò.

Philip tornò in cucina sempre più perplessa.

“ Chi era?” domandarono, contemporaneamente moglie ed ex- moglie,.

Ginevra inchiodò l’altra con lo sguardo e poi si rivolse , nuovamente al marito: “Allora?”

“ Un ragazzo, vuole Vegida, non mi ha detto il suo nome, sembra urgente… adesso è in camera tua …” concluse rivolgendosi al biondo.

“ Vado…grazie, Phil…” disse il giovane, alzandosi e incrociando lo sguardo con il fratello: Felipe era preoccupato e Vegida non lo biasimava per niente , il suo cuore stava per uscire dalla cassa toracica per la forza con cui batteva.

Arrivato in camera sua, trovò Joshua , seduto su una poltrona verde.

“ Spogliati e stenditi…” disse il più grande senza neanche guardarlo, Vegida non ebbe il coraggio di controbattere e cominciò a eseguire , quasi dimenticandosi di respirare.

“ Questa camera ti rispecchia: elegante, sfarzosa, quasi come se dicesse agli altri ambienti :- sono meglio di voi- è arrogante, come te…”, Vegida sussultò a quelle parole , mentre poggiava , delicatamente i vestiti su una sedia e si stendeva sul letto.

“ No, mettiti a pancia in giù…”

Vegida lo fece, anche se era sempre più confuso. Sentì il letto piegarsi sotto il peso dell’altro e il rumore di una zip , che veniva aperta, strinse gli occhi e cominciò a pregare che non stesse accadendo quello che pensava. Vegida non aveva mai creduto in nessun tipo di divinità, ma pregò.

“ io ti amo, Vegi… ma non ti basto, l’ho capito… quello che vuoi non è un’ altra persona, so di piacerti, che ti trovi bene con me, e so eccitarti come nessun altro… tu vuoi di più da me… una parte di me, che non volevo usare…” disse, mentre si tirava giù i boxer e separava le natiche del più giovane. “Sono dolce, comprensivo, protettivo, sensibile e paziente… e ora ti do anche l’ultima parte: lo stronzo , che se ne frega di quello che provi, che pensa solo a se stesso…”. Detto questo, lo penetrò a secco, l’unica cosa che impedì a Vegida di urlare fu l’orgoglio, l’unica cosa rimasta alla propria famiglia , di cui potesse andare fiero, ma le lacrime non per il dolore , ma per l’amarezza di aver deluso la persona che più lo amava, a parte suo padre, scesero comunque, bagnando il cuscino sotto di lui.

L’atto durò poco e Vegida non venne neppure, rimase steso sul letto, finché non sentì la porta chiudersi, poi si alzò e si diresse verso la doccia, quando lavandosi, vide il sangue , non se ne curò, si appuntò , soltanto, di pulire le lenzuola. Nessuno, neanche suo fratello, avrebbero saputo dell’accaduto perché lui non era la vittima , ma il fautore di tutti i suoi mali.

                                           ***

Harry tornò a notte fonda, lo accolse un elfo, portandolo a mangiare nella sala da pranzo, l’Auror vedendo tutto quel ben di Dio, esultò.

Finito di mangiare, salì, pronto per un round, diverso, ma più succulento del precedente. Quando entrò , trovò Draco su una sedia, sconvolto, dopotutto era sempre stato un ottimo legilimens, solo, che aveva scelto il momento sbagliato per intrufolarsi nella mente del figlio.

 

 

 


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