Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: phantomwise    08/09/2012    5 recensioni
Ambientata dopo due anni dall'inizio degli eventi, questa fanfiction sul mio manga preferito, Detective Conan, inizia con Vermouth che contatta il nostro mini-detective preferito per aiutarla a sconfiggere l'Organizzazione.
Da questo nascerเ una squadra, in cui tutti dovranno mettere da parte i propri sentimenti per raggiungere l'obiettivo finale.
Avvertimento: chi non ama le storie lunghe e romantiche, si tenga alla larga!
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Estratto al quarto capitolo: "All I ever wanted"
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Alz๒ il viso e lo fiss๒, i suoi occhi azzurri fissati in quelli blu di lui.
In uno sguardo si capirono al volo: non servivano parole per dimostrare ci๒ che sentivano.
Lui si avvicin๒ a lei, lei sporse il viso in avanti e chiusero gli occhi, assaporando il loro primo bacio.
In quel momento esistevano solo loro due.
Ran mise una mano sulla nuca di Shinichi, accarezzandogli i capelli, mentre lui pos๒ le mani sui fianchi della ragazza, attirandola a s้ dolcemente e lasciando che i loro corpi si toccassero.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Not a bad kid

 






 

-Sono certa che non sarà così, Sonoko.-
-Invece sì, Ran! Non riuscirò a passare il compito in classe di scienze e il professore, che mi odia, mi farà bocciare! Ah, povera me! Perché questo mondo crudele cerca sempre di rovinarmi la vita?- esclamò drammaticamente Sonoko Suzuki.
Le due ragazze stavano tornando a casa da scuola, accompagnate da Conan, che in questo periodo sembrava inseparabile da Ai, con la quale avrebbe “studiato le tabelline”.
In realtà il piccolo detective voleva evitare di lasciare troppo tempo da sola la ragazza, la quale non riusciva ancora a fidarsi completamente di Vermouth e  si sentiva troppo esposta stando a casa di Agasa.
-Cos’è che non hai capito di scienze, eh, Sonoko?- chiese innocentemente Conan.
-Ah, le reazioni chimiche sono degli arcani per me!- rispose depressa la ragazza.
-…Una reazione  chimica è una trasformazione della materia che avviene senza variazioni misurabili di massa, in cui uno o più reagenti iniziali modificano la loro struttura e composizione originaria per generare i  prodotti, coinvolgendo gli elettroni esterni attraverso la formazione o la rottura dei legami chimici.- spiegò con tranquillità la “piccola” Ai, lasciando tutti senza parole.
-… E-E tu dove le hai imparate queste cose?- chiese sconcertata l’erede della compagnia Suzuki.
-…Internet.- rispose scocciata la scienziata.
-Oh, capisco…- disse ancora più depressa la giovane.
-Certo che tu sei una vera esperta nel consolare la gente, Ai…- sussurrò Conan alla bambina.
-Pensavo che una spiegazione elementare come quella potesse aiutarla, tutto qui.- rispose lei.
-Hai uno strano concetto di “spiegazione elementare”, tu…- ribatté il bambino.

***

-Pronto?- chiese una voce maschile al telefono.
-Si?- rispose Masumi Sera, senza riconoscere il suo interlocutore.
-Ciao, Masumi. È tanto che non ci si sente.- salutò la voce  con un pizzico di ironia.
-Chi parla?- domandò incerta la ragazza.
-Non eri una detective, tu? Tra l’altro non credo che dovresti aver bisogno di chissà che intelligenza per riconoscermi…- rispose divertito l’uomo.
“Questo tono… Non è possibile…”
-…F-Fratellone? Shu, sei tu?- chiese incredula la giovane.
-Ce ne hai messo di tempo a capirlo… Beh, come ti trovi a Tokyo?- esclamò tranquillo l’uomo.
- Ma…cosa…come... Non è possibile.. Tu non puoi essere mio fratello… Lui è m-morto… Sei Vermouth? O qualche altro assassino? Magari sei proprio quello che l’ha ucciso!-  urlò arrabbiata la giovane.
-No, piccolina… Hai preso un granchio: sono proprio io. La mia morte è stata tutta una messa in scena.-
-Non ti credo! Se sei davvero tu, me lo devi dimostrare! Sono una detective, mi baso solo sulle prove!-
-È vero… Vediamo, come faccio a provartelo? Mmh… Ti dirò qualcosa che so solo io.-
-…S-Solo… tu?-
-Quindici anni fa… nel giardino di casa. Sull’altalena. Ti ricordi?-

In un soleggiato pomeriggio primaverile, mentre l’aria si riempiva del profumo dei ciliegi in fiore, una bambina sui quattro anni cercava di salire su un’altalena per lei troppo alta.
-Ehi, Shu! Mi aiuti?- chiese la piccola ad un ragazzo sui dodici anni.
-Va bene… Ma stai attenta a non cadere, ok? O la mamma mi lincia…- rispose il ragazzino sollevando la sorella e facendola sedere sull’altalena.
La piccola, felice, cercò di dondolarsi, scoprendo che non riusciva a poggiare i piedi per terra.
-Fratellone, fratellone! Non riesco a dondolarmi! Mi spingi? Ti prego!- implorò la bambina.
-Masu, sei davvero fastidiosa! D’accordo, ti spingo, altrimenti sei capace di tormentarmi a vita… Tieniti forte, ok?- rispose il ragazzo mettendosi dietro l’altalena ed iniziando a spingerla lentamente.
-Più veloce, più veloce!- urlò ridendo la bambina.
-Stai attenta a non cadere, però…- sbuffò di rimando il fratello.
Mentre il ragazzino aumentava leggermente la velocità, la bambina lasciò la presa sulle catene dell’altalena, aprendo le braccia, proprio come aveva visto fare al fratello.
Solo che, essendo molto piccola, finì per cadere a terra, iniziando a piangere.
-Che ti avevo detto?- disse scocciato il ragazzo avvicinandosi alla bambina.
La piccola Masumi Akai piangeva, inginocchiata per terra, mentre si strofinava gli occhi con i pugni delle mani.
-Ehi, pulce… Ti sei fatta male?- chiese lui preoccupato.
-…M-Mi fa male il ginocchio…- rispose piangendo la piccola.
Sbuffando, il ragazzo la prese in braccio, si sedette sul dondolo e iniziò a tamponare la piccola ferita che si era formata sul ginocchio della piccola.
-Ahia! Brucia, brucia!- piagnucolò lei.
-Ecco, così ti impari a fare queste stupidaggini!- esclamò scocciato lui.
La bambina, tirando su col naso, non rispose.
Alzò lo sguardo, osservando il fratello che era occupato a metterle un cerotto sulla gamba.
Appena il ragazzo finì e la guardò, lei piantò i suoi occhioni verdi in quelli identici del fratello.
-Senti, Shu…- chiese lei abbassando lo sguardo.
-Si, cosa c’è?- la incoraggiò lui.
-Io sono una bambina cattiva?- domandò la piccola.
-Perché me lo chiedi?-
-Perché ti faccio sempre arrabbiare…-
Lui non rispose, prese tra le mani il visino della sorella, costringendola a guardarlo negli occhi.
Le asciugò le lacrime e le spostò una ciocca dei capelli mossi che le era ricaduta sul viso.
-No, Masu. Tu non sei una bambina cattiva. Non lo sarai mai. Ricordatelo sempre, ok?- rispose lui serio, regalandole subito dopo uno dei suoi sorrisi più dolci.
-Me lo ricorderò. Ti voglio tanto bene, fratellone.- esclamò lei abbracciandolo.
-Anche io. Anche io ti voglio bene, piccolina.-

-Ti ricordi?-
ripeté lui al telefono.
“Come potrei dimenticarlo… Shu?”
-Si. Mi ricordo, Shu.- rispose lei sorridendo.

“Forse è vero… Non sono una bambina cattiva.”



 



Angolino della fessa dell'autrice:

Muahahah! Ecco rivelato il passato sui due teneroni dagli occhi verdi! 
(Sono l'unica, qui, ad amare gli occhi verdi Shu?)
Tornando seri (lo siamo mai stati?), che ne dite? 
Lo so che questo capitolo era un po' corto, ma mi piaceva troppo l'idea del piccolo Shu con la sorellina :3
Tra l'altro, lo scopo di questa fanfic, oltre a quello di dare un possibile finale a DC, è proprio quello di svelare il passato dei personaggi :)
Beh, spero che vi sia piaciuto!
A presto,

MildeAmasoj 
^~^



 

  
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