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Autore: Synacky_    08/09/2012    1 recensioni
Ciao a tutti ^.-!!
Vorrei riproporvi una mia storia pubblicata in precedenza. Questa volta sarà più dettagliata e descritta e molti aspetti cambieranno. Spero sia di vostro gradimento ecco a voi la trama.
Re Riccardo ventuno anni fa diede alla luce una bambina degli occhi smeraldo. La principessa Ada. Lei divenne presto un'abile soldato. Di classe e dal carattere freddo e distaccato, vedrà la sua vita capovolta quando suo padre le farà un'annuncio:
Dal prologo:
"-Dovrò andare in Palestina, questi giorni… visto che dopo la morte di Roberto di Sable è un po’ in confusione. Sarò scortato come tu ben sai… ma vorrei un soldato abbastanza capace. Perciò verrai con me. Domande?- "
Buona lettura ^.-!! Recensite in tanti ^^
Genere: Azione, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad , Malik Al-Sayf , Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Principessa dei miei stivali'
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-Principessa Ada, chiedo la sua mano in matrimonio- la principessa alzò un sopracciglio “Cosa?!” ….
 
-Cosa?!- esclamò la principessa. Re Riccardo spalancò gli occhi, come gli altri del resto. La principessa Ada ritrasse violentemente la mano. Prese la sua lunga gonna e scappò in mezzo alla folla.
-Ada! Ti ordino di tornare immediatamente qui! Sarai punita se non lo fai! Ti obbligo!- urlò Re Riccardo.
Ma stiamo scherzando?!Pensò Ada mentre correva. Delle guardie gli si posarono davanti lei buffò alzo l’enorme gonna prese il suo adorato pugnale e in uno scatto fulmineo tagliò il ventre delle guardie, senza ucciderle, se no oltre che fuggitiva, sarebbe diventata traditore.
Correva, con una mano teneva la gonna e con l’altra il pugnale. Chiunque gli si metteva davanti lei lo faceva accasciare al suolo. Poi dopo che fece perdere le sue tracce si accasciò in un vicolo buio.
-Accidenti! Non respiro! Dannato bustino!- respirava affannosamente. Stava per perdere i sensi, raccolse le ultime forze e taglio il bustino. Riprese a respirare normalmente. Si tolse il vestito e rimase in canotta, con un bustino più leggero del precedente, e un paio di pantaloni-mutande, il tutto beige. Adesso si sentiva meglio, essendo più agile. D’un tratto sentì le voci dei soldati farsi sempre più vicine. Merda! Devo scappare! Prese il pugnale, il cui manico erano due serpenti intrecciati i quali occhi erano rubini, significava molto per lei. Ricominciò a correre a più non posso, urtava la gente che la guardava sconvolta. Non era da tutti i giorni vedere una ragazza mezzo nuda (che poi, a quel tempo erano più coperte di noi in autunno -.-“ Ma per quel tempo significava essere in intimo) che scappava. Svoltò in un vicolo e andò a finire sopra un uomo.
-Ahia!- esclamò poi aprì gli occhi e sorrise –Ah ciao- l’uomo la guardava allibito
-C…che diamine!- l’Assassino continuava a fissarla sconvolto.
-Shh!! Se urli mi scoprono! Ahia… spostati! Il manico della tua spada mi fa male, l’ho conficcato nella pancia!- Altair la guardò male.
-Mi scusi principessa! Ma qui non sono io quello che si deve spostare!- disse cominciando a spazientirsi.
-Ah- esclamò la principessa alzandosi. Altair sbuffò e si alzò.
-Senti mi fai un favore? Mantienimi al segreto!- disse in un tono, come fosse un ordine, Ada. Altair alzò un sopracciglio e si voltò e fece per andarsene
-Aspetta! È un ordine!- Altair si fermò e la guardò
-Sai quanto me ne può importare?!- poi si voltò e cominciò ad incamminarsi.
-Ti prego!- Ada cominciò a seguirlo, quando lo raggiunse lo prese per un braccio e lo fece sbattere in un muro di un vicolo, in modo che la guardasse negli occhi. L’assassino era sconvolto, ma che diamine le prendeva?!
-Senti Assassino, ora tu mi aiuti a fuggire!- disse decisa Ada, Altair alzò entrambi i sopraccigli e la guardò male
-Spostati- disse freddo. Ma principessa strinse le labbra
-No! Adesso tu mi aiuti!- continuò. Altair spazientito la prese per le spalle e la spostò con forza facendola finire sulla strada. Ada era furiosa
-Come ti permetti?!-
-Come ti permetti, tu! Prima mi finisci a dosso, poi pretendi che io ti aiuti, poi me lo ordini sbattendomi al muro! Sono affari tuoi, non miei!- Ada continuava a reggere lo sguardo freddo e testardo di sempre. Aggrottò le sopracciglia e si rialzò dal pavimento. Stava per ribattere ma un’aquila arrivò e si posò sulla spalla dell’Assassino. Altair si volto
-Ehi, che mi porti?- disse prendendo un foglio che l’aquila teneva nella caviglia. Lo aprì e lesse
 
Salute e Pace fratello,
ho sentito di quello che è successo all’annuncio, Re Riccardo è venuto di persona alla dimora, naturalmente in segreto, e mi ha chiesto di radunare gli uomini che avevo a Gerusalemme per trovare la Principessa. Siccome ci sei tu, e sei libero ho pensato di accettare. Questa è la tua nuova missione, porta onore alla confraternita e al trattato di alleanza con il Re,
Malik
 
Altair dopo aver letto la lettera si ritrovò il volto della ragazza sopra la sua spalla che leggeva anch’essa il contenuto della pergamena. Altair la guardò per poi ghignare. Lei lo fissò a sua volta. Si staccò fece un respiro; in una frazione di secondo Altair si ritrovò spalle al muro con un pugnale particolare puntato alla gola e la principessa che lo guardava fredda e decisa.
-Se ci provi a portarmi alla tua dimora, giuro che ti uccido- disse scandendo bene le parole, con la sua voce perfettamente femminile, che in questo momento non si abbinava con il suo sguardo.
-Ma come hai fatto?!- chiese Altair. Poi ritornò in se stesso, cercò di prendere per le spalle la ragazza ma lei affondò la lama facendoli uscire del sangue.
-Portami alla dimora, ma non per consegnarmi, ma per trattare con il tuo capo-
-Tecnicamente, non è il mio capo- affondò più la presa e Altair gemette. Non riusciva a muoversi
-Non ti conviene opporre resistenza, perché tanto è inutile- disse continuando a parlare decisa. Non si era accorto però che un arciere si era posizionato sopra un tetto e che per fermarla l’aveva colpita con una freccia ad un fianco. Ada gemette, allungò la mano nel collo dell’Assassino sino alla spalla. Prese un pugnale e si voltò di scatto lanciandolo e centrando la guardia. Continuando a tenere con una mano il pugnale; con l’altra si estrasse la freccia e gemette. Ma non se ne preoccupò e riprese con la minaccia.
-Allora? Fammi…. Strada…- stava lentamente vedendo annebbiato. L’aveva colpita in un punto critico, stava perdendo molto sangue. Cercò di non abbattersi e si fece forza tornando con lo sguardo deciso sull’assassino che osservava la ferita e il sangue che cadeva nell’asfalto.
-Non è nulla! Tanto non riesci a battermi nemmeno se io sono ferita! Posso sembrare una classica principessa debole, ma non è così! Mi sono allenata da quando ero piccola. –
Ad Altair bruciava la ferita sul collo ed il pugnale su di essa. Ma pensò che la ferita che la ragazza aveva da parte a parte, l’avrebbe fatta cedere entro cinque minuti, avrebbe agito allora. Però si stupiva che non aveva ancora perso i sensi.
-Allora Assassino… la tua vita… la… risparmierò… se mi conduci dal… tuo …- non c’è la faceva a continuare, vedeva tutto annebbiato, sentiva i suoni man mano farsi sempre più lontani. Poi posò lo sguardo su la freccia. Non era una qualsiasi, era un bastone con legato un pugnale. Volevano ucciderla, e forse ce la stavano facendo. Girò lo sguardo e guardò il soldato abbattuto, Templare, ora si spiegava tutto. Lo stesso fece Altair che storse le labbra alla vista del Templare… il suo ex-Maestro lo era… già, ma non meritava più di essere chiamato tale.
-D’accordo di condurrò alla Dimora, seguimi- Altair accettò sapendo che la ragazza avrebbe ceduto da li a poco. Ada lo lasciò passare e cominciò a seguirlo debolmente. Vedeva tutto diventare nero, poi rosso… sentiva come se fosse in un altro pianeta. Barcollava, quando vide l’assassino salire una scala verso un tetto, a lei parve impossibile. Non ne aveva le forze
Resisti Ada, avanti… non puoi abbandonare proprio ora. Se lo fai sarai costretta a essere punita e soprattutto  a sposare quel mollusco. In questo momento odiava suo  padre. Lei era sempre stata femminista, anche se a quel tempo ne esistevano ben poche, se non niente. Ed essere usata come merce di scambio la disgustava. Si perché suo padre l’aveva promessa in sposa in modo da avere un trattato di alleanza, pace e potere con la Palestina. Bastardi!
Altair notò con quale fatica camminava e con quali enormi sforzi cercava di alzare la gamba per salire nella scala. Sapeva che sarebbe crollata a momenti. Si stupiva però di quanta forza di volontà continuava… anzi di quanto fosse testarda. Pensò anche che non aveva tutti i torti a fuggire da quel matrimonio, del resto quello lì sapeva di porco, maschilista, che a quanto aveva capito non erano molto apprezzati dalla principessa, e mollusco. Ma di certo non l’avrebbe aiutata.
Vide poi che c’è l’aveva fatta a salire la scala. Notò i suoi occhi spenti, il suo pallore, il suo sangue che colava senza fermarsi. Poi fu un attimo… Ada vide il buoi e cadde dal tetto. Altair afferrò di scatto il polso della ragazza. Erano parecchio in alto, sarebbe sicuramente morta. Notò che era ancora viva. Diede un sospiro di sollievo. La doveva portare viva, non morta. La prese in braccio e saltò di tetto in tetto fino alla dimora per consegnarla. Guardò quanto la sua carnagione olivastra fosse diventata bianca come la sua tunica. Stava perdendo molto sangue, sarebbe sicuramente morta. Prima di consegnarla bisognava almeno fasciarla.
Arrivato alla Dimora, gli corse incontro Malik.
-Oddio Altair, ma è morta! Dovevi consegnarla viva accidenti!- Malik era esasperato, già si vedeva giustiziato dal Re.
-Non sono stato io. È stato un templare. Curala, così quando si riprende la possiamo consegnare- disse freddo Altair sdraiandosi sul tappeto e sui cuscini.
Malik prese in braccio la ragazza e la condusse in un letto dove la medicò.
Altair si guardò le mani e la veste, erano piene di sangue… chissà se ce l’avrebbe fatta. Non l’importava della Testarda, ma l’importava del trattato di alleanza con il Reame. Se la figlia del Re sarebbe morta, sarebbe andato in fumo tutto. Si alzò e andò verso la fontanella della dimora e si sciacquò. Poi vide uscire Malik dalla stanza,
-Allora?- gli domandò freddo. Malik si lavò le mani e disse
-Ha perso molto sangue, ma domani mattina dovrebbe riprendersi- Malik poi si sedette in una sedia della stanza rivolta verso il letto
-Che facciamo avvisiamo il Re?- chiese Altair sedendosi anch’esso affianco al letto.
-No… è meglio che non sappia che sia in queste condizioni. L’avviseremo appena si rimetterà. Ma Altair- Malik gli si avvicinò e gli tolse la mano dal collo –Ma tu sei ferito! Chi è stato?-
-La principessina dei miei stivali! Voleva trattare con noi due, ha detto che se non l’avremo aiutata ci avrebbe uccisi- disse freddo Altair. Malik cominciò a curarlo. Dopo che ebbe finito sospirò
-E se domani ci uccide tutti?- chiese Malik sedendosi e guardando la figura “angelica” supina nel letto.
 

 



Salve ^.-!!
Allora che ve ne pare? >.< La principessa è in fuga, che cosa succederà?

Ringrazio Ezia98 per aver recensito, grazie Stella *-*
Ringrazio anche chi mi segue e chi legge ^^ Il prossimo capitolo s’intitolerà:
-Patto con minaccia
Grazie in anticipo a tutti, mi raccomando recensite ^.-!!
Un bacione grande

Ali :3

  
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