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Autore: Elanor Eliniel    08/09/2012    1 recensioni
Una raccolta di One-shot sulle donne di Aman, quelle elfe che persero mariti, figli o semplicemente i propri amati a causa della Fuga dei Noldor; quelle Elfe che si rifiutarono di prenderne parte.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Amarië tese l’orecchio, come per assicurarsi che tutti nella sua dimora stessero godendo del sonno di Estë; nel fare ciò si rattristò parecchio del dolore che avrebbe inferto ai suoi familiari. Pure, aveva a lungo discusso con suo padre ed aveva compreso che non vi era altro modo che ricorrere alla segretezza, ché mai lo avrebbe convinto.
- Amarië! –
Il suo nome fu gridato sottovoce e nell’udirlo ella si precipitò alla finestra; era una finestra con delle raffinate linee scure in ferro battuto. Eleganti, sinuose, le aveva sempre detestate da bambina, quando servivano ad evitare che potesse cadere. Pure, ora era una dama elfica a tutti gli effetti e pensò che le avrebbe fatte rimuovere il prima possibile. Poi ricordò che non ci sarebbe stato un prima possibile. O almeno così credeva.
Finrod stava dritto ai piedi dell’edificio, completamente vestito di scuro, come a volersi confondere nella notte, notte che aveva avvolto, apparentemente per sempre, l’intera Valinor.
- E’l’ultima occasione che hai per ripensarci, mia amata, e che la decisione sia lesta – bisbigliò, la testa d’oro rivolta verso l’alto.
Non poteva fare a meno di sentirsi tremendamente in colpa a trascinare la sua donna in un futuro oscuro e difficile quando egli stesso si sentiva catapultato in quella storia senza esserne effettivamente parte.
- Verrò. – ribatté lei, inflessibile e febbrile.
Le parve di gettare all’aria tutto, rinnegare se stessa, la saggezza tipica del suo popolo, la Vanya che era sempre stata. Eppure, non aveva potuto far nulla per convincere Finrod a restare, benché egli stesso non fosse un seguace di Fëanor, e non poteva immaginare di trascorrere l’eternità senza lui al suo fianco.
Avrebbe desiderato salutare sua madre, suo padre ed il fratello; invece si issò il bagaglio in spalla e si avviò verso la porta. Nel fare ciò, passò dinanzi ad uno specchio e fece fatica a riconoscere quell’Elfa di Valimar conciata come una Silvana, con la chioma d’oro raccolta in una lunga treccia.
Poggiò la mano destra sulla maniglia della porta e fece leva silenziosamente.
La porta non si mosse.
Provò e riprovò, finché non si rese conto che la chiave d’ottone, normalmente presente sul lato interno della toppa era assente.
Rendendosi conto che la porta non si sarebbe aperta, gettò a terra il bagaglio con frustrazione; la rabbia fece avvampare il suo viso e velare i suoi occhi mentre si sforzava di ignorare il richiamo di Finrod alla finestra.
Tentò in ogni modo e con ogni arnese disponibile di far scattare la serratura, ma non ci fu verso.
- Ti prego Amarië, se hai deciso di restare scendi a dirmi addio. – bisbigliò Finrod nello sconforto e nel dubbio.
Inaspettatamente col suo fragile corpo di fanciulla diede una vigorosa spallata all’uscio della propria camera, ma non ottenne alcunché.
- Non andrai da nessuna parte insieme a folli rinnegatori. – gridò suo fratello dal lato opposto della porta.
- Dovete lasciarmi andare, non avete alcun diritto di trattenermi qui! – urlò Amarië sbattendo i pugni sul legno chiaro; pure, udì i passi dell’Elfo allontanarsi inesorabilmente, noncuranti della sua richiesta.
Né lui né suo padre avevano la minima intenzione di uscire ad attaccar questioni con un principe dei Noldor, desiderando soltanto dissociarsi da quella che giudicavano pazzia.
-  Non osare andare via! – gridò lei – Aprite questa porta! Non c’è niente per me, qui a Valinor –
Finrod udì finalmente ciò che stava accadendo e comprese come la fanciulla fosse tenuta prigioniera nella sua stessa casa. Sospirò, col capo chino, riconoscendo in quell’attimo che non l’avrebbe mai più stretta a sé, né le avrebbe detto addio come avrebbe voluto. Avrebbe potuto entrare in casa, cercare di parlare con la sua famiglia, ma a cosa sarebbe servito? Li avrebbe affrontati per averla sottratta ad un futuro di stenti e morte? Piuttosto si vergognò di se stesso per aver desiderato e progettato che ella lo seguisse.
Amarië si accasciò contro la soglia, sfinita per gli inutili tentativi di buttarla giù, in lacrime. Si trascinò sino alla finestra, aggrappandosi a quelle odiate sbarre di ferro, singhiozzando.
- Non dovrei essere qui, Amarië. – mormorò Finrod mestamente – E’ stato soltanto un grosso errore, una follia nella follia; solo ora che i nostri propositi vengono ostacolati rinsavisco; che tu rimanga qui è la cosa migliore... –
- Non per me. Non per noi. – ribatté lei, asciugandosi gli occhi verdi con il dorso della mano.
Finrod si sfilò dal dito un sottile anello d’argento.
- Ti sciolgo da ogni promessa, mia Amarië. – fece poggiandolo su dei gradini di pietra. – Che gli anelli d’argento vengano fusi e mai più riutilizzati. – aggiunse con amarezza insopportabile; la voce gli si spezzò mentre buttava fuori quelle parole.
- Incontrerai qualcuno della tua stirpe che ti onorerà come meriti…- balbettò.
- No, no! - Amarië scosse la testa, scagliando oggetti contro la grata, nel patetico tentativo di scardinarla – Devi tenerlo, te ne prego. –
- Ma Amarië… -
- Nel peggiore dei modi mi fu impedito di seguirti, con la forza e con l’inganno. Tuttavia, non potranno impedire che il mio cuore segua il tuo, né oggi né mai, sino alla fine di Arda. –
- Non posso accettare che tu faccia questo per me, mia adorata. Vi è un’unica certezza ed è che a breve partiremo; altre non ve ne sono. Ma sarà per me un conforto saperti al sicuro, nelle tristi sere senza stelle in cui i miei occhi guarderanno verso Ovest. –
Amarië si sentì sopraffare da un senso di sconfitta e rassegnazione alla propria prigionia; ma ancor scossa e tremante parlò dolcemente.
- Io non ti renderò l’anello d’argento che mi hai donato, Findaràto, né accetterò il tuo indietro. Né mai potrò dare ad altri quello che è il tuo posto. Io ti aspetterò, sino al giorno in cui farai ritorno veleggiando da Est. -
Finrod la guardò negli occhi, del verde delle foglie in primavera, e seppe che era così, che la fibra di cui era fatta l’esile dama dei Vanyar era infinitamente più forte di quanto l’occhio potesse scorgere. Lo aveva dimostrato preparandosi a lasciare ogni cosa per seguirlo; lo aveva udito nei suoi tentativi di liberarsi dalla gabbia dorata in cui era ora tenuta e lo capiva ora che gli rinnovava il suo amore senza avere quasi speranza.
- Sei meravigliosa, Amarië. -
Finrod raccolse silenziosamente il proprio gioiello e se lo rimise al dito, pensieroso.
- Mi duole riconoscere invece che io non possa promettere alcunché. Non ho idea degli anni che passeranno prima che Fëanor e figli ottengano la loro giustizia, né degli anni che passerei a Mandos se dovessi perire. –
Un’ombra attraversò il volto dell’Elfa ascoltando le ultime parole, ma ella la cacciò subito via, desiderosa di lasciare un ricordo di sé colma di speranza.
- L’unica cosa che mi sento di dire – fece lui – è che non so quando né in che modo troverò il modo di tornare, ma quando accadrà ci restituiremo davvero questi anelli per indossarne altri d’oro. –
- Questo per ora mi basterà – sorrise lei, stringendo i pugni attorno alle sbarre.
Rimasero a guardarsi a vicenda per qualche istante prima che Finrod spezzasse quel malinconico momento, conscio ormai che il distacco doveva avvenire.
- L’ora è tarda ed è il momento per me di andare. L’unico rammarico che porterò con me è quello di doverti dire addio senza esserti realmente vicino. –
Avrebbe dato qualsiasi cosa per stringerla un’ultima volta e riassaporare le sue labbra e quasi tremava nel reprimere quel desiderio. Amarië se ne rese conto, solo per poi accorgersi che lo stesso accadeva a lei; una morsa di ghiaccio le strinse il petto mentre lui si preparava a compiere i primi passi del suo esilio.
Infine, dopo che ebbero nuovamente rinnovato il proprio amore, Finrod volse le spalle a colei che desiderava più al mondo e si allontanò, serbando il ricordo di quell’addio finché ebbe vita, fino al momento in cui, spirando a Tol-in-Gaurhoth, un piccolo sorriso apparve sul suo volto.
Ma per Amarië quella fu la notte più lunga della sua esistenza, notte che trascorse alla finestra rivolta ad Est, pensando già al momento in cui, giorni dopo, avrebbe detto addio alla casa paterna per dimorare in Eldamar, sulle sponde del Grande Mare, in eterna attesa.
Aveva sempre odiato quelle sbarre.


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Dopo un bel po' di tempo ecco il penutimo capitolo!  Non credevo che fosse passato così tanto tempo dalla pubblicazione di Indis, avvenuta a Marzo. Fortunatamente si tratta di One-shot, ma mi rendo conto di essere stata poco produttiva anche sulla storia di Elanor e Niphredil (da aprile a fine luglio e a inizio settembre). Beh, mi spiace per questa fase di stallo ma al di là degli impegni c'è stata una mancanza di ispirazione che non saprei come spiegare.
Venendo al dunque, per scrivere questo capitolo (che è quello che temevo di più, tra l'altro, forse perché è una coppia trattata più spesso) ho fatto riferimento alla nota nella Home in cui si dice che all'Elfa non fu permesso seguire Finrod.
Inoltre vi ringrazio molto per le recensioni al capitolo precedente.
Thiliol: Sì, è molto interessante questa visione sul contrappasso e credo che fosse tale proprio nella mente del nostro caro Prof. Grazie mille per i complimenti e per l'analisi dettagliata, che condivido appieno!
Valentis: ti ringrazio e sono molto contenta che tu l'abbia apprezzato! Anche nel caso della tua recensione devo dire che sono totalmente d'accordo sulle differenze tra Vanyar e Noldor e mi fa piacere che siano emerse! Per il piccolo appunto sì, hai visto giusto: l'ho inteso soprattutto come punto di vista di Indis, la quale in quel momento tende a riversare tutto contro Feanor (così come Feanor in passato ha guardato a lei come causa della sua sofferenza).
Black_Moody: Sì, ho pensato che Findis fosse un personaggio così marginale e poco citato da non dedicarle un capitolo (non avrei avuto idea di cosa scrivere :P) ma ho voluto lo stesso nominarla e da qui è nata l'idea di inserirla come interlocutore nel capitolo dedicato a sua madre! Grazie ancora e sono contenta che ti sia piaciuto sia questo, sia la nota in cui ho applicato caso per caso lo Statuto.
Bene, alla prossima allora e spero che Amarie vi piaccia! Ora resta solo Nerdanel. Se per caso siete a conoscenza di qualche altro personaggio femminile che non parte e che mi sia sfuggito potete anche segnalarmelo perchè a me non viene in mente più nessuna :)
  
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