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Autore: A r l i e    09/09/2012    2 recensioni
[Incompleta]
Questa è la mia prima long in questo fandom dedicata sempre a Sol F Jones e a Sery_Vargas.
La ff è ambientata nel 1846 durante la "Grande carestia irlandese"
[Personaggi Principali: Alfred F. Jones/America e Sol Miller (una ragazza irlandese immigrata in America) Serafina (italiano immigrata in America)
[Personaggi Secondari: Erin Miller (sorella minore di Sol) Matthew Williams/Canada Romano Vargas/Italia del Sud
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Affronta le tue paure

L’enorme imbarcazione, attraccò al porto di New York, dopo sei ore dall’avvistamento, pronta per sbarcare il triste carico che essa trasportava.
I passeggeri erano più morti che vivi, e la maggior parte di quest’ultimi erano affetti dal tifo. I pochi fortunati, che erano riusciti ad arrivare in America senza contrarre nessuna malattia, ora venivano abbandonati al proprio destino.
-Benvenuti in America- ironizzò Sol, osservando il caos che la circondava, mentre Erin, impaurita si nascondeva dietro la veste di quest’ultima.
-Dove si trova la nostra nuova casa?- chiese l’irlandese più piccola.
Sol si passò una mano tra i lunghi capelli mori, per poi cominciare a grattarsi il capo insistentemente “Perfetto! Ho i pidocchi!” –La nuova casa dobbiamo trovarcela da sole!- disse, abbozzando un amaro sorriso –Ma non credo che per oggi riusciremo a trovarne una!- aggiunse, scuotendo la testa.
La piccola Erin, aggrottò la fronte contrariata –Ma dove dormiremo questa notte?!- domandò perplessa.
La ragazza, scompigliò i capelli color tramonto della sorella –Non lo so…- mormorò.

**Hetalia**

Tra le buie, e silenziose strade di New York,  illuminate dalla luce bianca e flebile della luna piena, che nel cielo costellato di stelle, ergeva in tutta la sua bellezza, Sol e Erin, vagavano senza una meta precisa.
-Ho fame…- brontolava la piccola, ma le sue parole, non arrivarono all’orecchi della più grande.
La ragazza infatti, era intenta a massaggiarsi la fronte, e ad asciugare il sudore che da essa colava. Inoltre si sentiva molto debole e indolenzita –Erin…-mugolò.
-Sei stanca…Vero?- chiese la bambina dai capelli rossi.
Sol, sentiva che qualcosa non andava, cominciava ad avere la vista appannata e le gambe la reggevano a fatica.
Cosa le stava succedendo?
Questo non lo sapeva neanche lei, ma molti dubbi e sospetti le tormentavano la mente.
Socchiuse gli occhi scuri, per cercare di allievare il dolore, poi li riaprì di scatto.
“tifo…” pensò, osservando le sue mani tremanti.
Non sapeva quali fossero i sintomi, ma poteva essere stata infettata sulla nave.
Il primo pensiero andò alla sorella “Erin non può rimanere con me”
La strada era ancora deserta, il silenzio veniva interrotto dal fruscio delle foglie mosse dal vento, mentre le due irlandesi, una di fronte all’altro, si osservavano a vicenda. Una lo faceva perché non capiva cosa stesse succedendo all’allegra e solare sorellona e l’altra perché pensava al destino che…ha deciso di dividerle.
-Erin! Vai via!- le ordinò con voce tremante, ma non per il dolore fisico, ma per quello che stava provando, nel vedere la sorella così piccola senza più nessuno al mondo–Stai lontana da me…vattene-
-Sol! Non voglio!-urlò, con le lacrime agli occhi –Ho paura! Non voglio rimanere da sola!- disse, abbracciandosi alle gambe della sorella.
“Erin…non farmi piangere! Lo promesso alla mamma”
Posò una mano sulla testa della rossa, e cominciò ad accarezzarle i capelli, quando notò di avere una piccola lesione attorno violacea.
-Affronta le tue paure Erin! Stai lontana da me, e cerca un lavoro decente- tolse la mano, si voltò dal lato opposto, e si allontanò.
Era solo per il suo bene, che la stava abbandonando. A quattro anni, era dura vivere soli, ma non poteva permettere che sua sorella morisse di tifo.
Si voltò, per guardare per l’ultima volta il volto paffuto, nonostante non mangiava da molti giorni, della sorellina –Ti voglio bene, Erin!- sussurrò.
Erin, invece, osservava la sorella allontanarsi in un silenzio che fu subito interrotto –Non è giusto! Io ti odio! Tu non vuoi più stare con me!- urlò in lacrime.
La mora, continuò a camminare per alcuni metri.
Non ci capiva più niente. Sentiva freddo poi caldo, poi di nuovo freddo e le forze man mano la stavano abbandonando.
Cominciò a barcollare, per poi sbattere contro qualcuno…-Ehi! Tutto bene?!- le chiese una voce squillante ma leggermente preoccupata.
-Mi…scusi..io…- le parole le morirono in gola, riusci solo ad intravedere due occhi azzurri e poi…il buio.

**Hetalia**

La soffice luce dell’alba, penetrò tra le persiane il legno, illuminando fastidiosamente il pallido viso di Sol.
La ragazza, adesso, si trovava in un morbido letto a due piazze, coperta da calde lenzuola bianche, con un asciugamano bagnata sulla fronte.
Accanto al letto, un giovane ragazzo, da tutti conosciuto con il nome di Alfred F. Jones, dormiva su una sedia, con la testa poggiata su un polso.
Probabilmente aveva passato l’intera notte, a vegliare sull’irlandese
Qualcuno però bussò alla porta.
-America-san! Posso entrare?- chiese una voce, prettamente femminile.
Nessuna risposta.
-America-San?!- la porta si aprì lentamente, e da essa sbucò la testa di una ragazza dai capelli biondo cenere, e gli occhi verdi.
Il suo nome era Serafina una ragazza di diciassette anni, proveniente dall’Italia del Sud, che da circa qualche mese, lavorava come cameriera in casa di Alfred.
Come Sol, anche lei aveva lasciato il suo paese d’origine, per trovare opportunità nel “nuovo mondo”.
In punta di piedi, entrò nella stanza,e si avvicino a Sol.
Cercando di non svegliare nessuno, prese l’asciugamano dalla fronte dell’Irlandese, la bagnò nella ciotola posta sul comodino, la strizzo per bene, e prima di rimetterla nuovamente sulla fronte della ragazza, le toccò la fronte con la mano “Menomale…la febbre si è abbassata”
Si asciugò le mani, fece per uscire dalla stanza quando la voce strozzata di Sol, richiamò la sua attenzione –Voglio tornare in Irlanda…-
Serafina si bloccò sull’uscio della porta, e osservò la mora, stringere con forza i lembi del lenzuolo.
Sospirò dispiaciuta e si diresse verso la cucina, ripensando alle ultime parole di Sol.
Prese una padella e cominciò a preparare la colazione mentre le lacrime presero a scorrere copiosamente –Perdonami Romano…un giorn tornerò!-





Angolo di un'autrice che sta per essere uccisa da due autrici più una lettrice incavolate...

*Pensa a Sery vestita da cameriera*
Ahahahahahahahahah ma io sono un genioooooo...
(Vieni quaaaaaa! Adesso ti stacco la testa ndSery che comincia a ricorrere Charlie)
(Io la dividerò in due! NdSol con l'ascia di suo cugino Dan)
(*lancia coltelli* questo capitolo fa schifoooo NdSary_Chan)
TT_TT Lo so!  *si misura la febbre* non c'è nulla di demenziale....secondo me sto maleeeeee...
   
 
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