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Autore: A r l i e    06/09/2012    4 recensioni
[Incompleta]
Questa è la mia prima long in questo fandom dedicata sempre a Sol F Jones e a Sery_Vargas.
La ff è ambientata nel 1846 durante la "Grande carestia irlandese"
[Personaggi Principali: Alfred F. Jones/America e Sol Miller (una ragazza irlandese immigrata in America) Serafina (italiano immigrata in America)
[Personaggi Secondari: Erin Miller (sorella minore di Sol) Matthew Williams/Canada Romano Vargas/Italia del Sud
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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In rotta verso l'amore
« Navigano a migliaia
Oltre l'Oceano occidentale
Verso una terra di opportunità
Che qualcuno di loro mai vedrà
Con buona sorte
Oltre l'Oceano occidentale
Le loro pance piene
I loro spiriti liberi
Spezzeranno le catene della povertà  »
10 maggio 1846

-Non piangere, Sol!- la mano fredda, di una donna priva di forze, stesa sul duro pavimento in legno della nave, si allungò verso il viso pallido di una ragazza chinata al suo fianco, per accarezzarla.-Prometti che non piangerai più!- disse
-Te lo prometto, mamma-
Un sorriso misto ad una smorfia di dolore, comparve sul volto scavato della donna. –Abbi cura di Erin! È ancora molto piccola, ha bisogno di te!- digrignò a fatica.
-Non sono piccola!- rispose una bambina gonfiando le guance, seduta accanto a Sol. –Io ho questi anni!-disse portando in avanti la manina, con quattro dita alzate.
Gli occhi della donna cominciarono a chiudersi lentamente, mentre il suo viso contorto al dolore cominciava a rilassarsi.
-La mamma si è addormentata! Ma c’è ancora il sole!- notò Erin, crucciando la fronte e socchiudendo gli occhi smeraldini -A quest’ora non si dorme!-
Sol, prese la bambina, e la strinse al suo petto –Lasciala dormire- sussurrò, affondando il volto, nei riccioli rossi della più piccola. “Lasciare l’Irlanda è stato solo uno sbaglio! Adesso anche la mamma ci ha abbandonate”

17 maggio 1846

La nave, in rotta verso il “nuovo mondo” ovvero l’America, era ricolma di ammalati e cadaveri, in pochi erano riusciti a preservare la propria salute, ma se avrebbero passato un giorno in più su quel cimitero galleggiante, nessuno si sarebbe salvato.
Tra i pochi superstiti, c’erano anche Sol ed Erin, che dopo aver assistito alla lenta morte della madre, si erano appartate in un piccolo angolino, cercando di evitare ogni contatto con i malati.
-Sorellona, ho fame!- si lamentò la bambina, strattonando la veste mal ridotta di Sol.
-Stingi i denti Erin, non abbiamo più cibo!- esclamò la ragazza.
La piccola Erin, sbuffò sonoramente e si accovacciò a terra, mettendo le paffute manine sotto il mento. -Ho voglia del Colcannon, che prepara la mamma ogni domenica-
Sol, preferì non rispondere, limitandosi ad osservare, l’abitino della sorella, sporco ancora  di fuliggine.
Purtroppo la piccola, nonostante avesse solo quattro anni, a Dublino, lavorava come spazzacamino, in cambio di qualche moneta, con il rischio che potesse rimanerci incastrata. Anche Sol, quando era bambina, puliva i camini, e ricordava benissimo che una volta  rimase incastrata in una canna fumaria per più di due ore! Da quel giorno infatti, cominciò a soffrire di claustrofobia.
-Ehi Sol! Guarda cosa ho trovato- la voce squillante della bambina, la destò dai suoi pensieri –Un pezzetto di pane! L’ho rubato ad un topo!- esclamò allegramente, mostrando quel torso di pane raffermo, con soddisfazione.
Gli occhi ambrati di Sol, si spalancarono, e colta d’istinto, tolse rapidamente il pane dalle mani della sorella, e lo gettò a terra, poi si chinò alla stessa altezza della bambina e le mollò una piccola sberla –Non.Farlo.Mai.Più. Chiaro?!- disse, scandendo la frase, parola per parola, con un tono di voce più serio del solito.
Erin, si toccò il punto dolente, senza spiccicare parola. Quando la sorella le parlava in quel modo, era meglio non reagire e annuire, da brava bambina obbediente.
-Lo so, cha hai fame, ma se mangi questa roba rischieresti di ammalarti! E io non posso perdere anche te!- disse prendendo il visino della piccola, tra le mani –Perché non lo capisci, eh?! È così difficile per te?-
Erin, scosse la testa, tenendo lo sguardo fisso nelle iridi scure di Sol. Per lei era strano vederla costantemente abbattuta. Ricordava che, prima che salissero su quell’enorme nave, la sua sorellona, affrontava tutto con ottimismo. L’allegria che la caratterizzava era un pregio che aveva preso dal padre, a detta di Isabel, ma in quei giorni, sembrava essere scomparsa nel nulla, cedendo il posto alla malinconia.
Sol, si alzò lentamente, per poi voltarsi dal lato opposto.
Cominciò a giocherellare, con le sue lunghe ciocche more di capelli, mentre pensava al detistino che attendevaa lei e la sorella.
Dinanzi a lei, una lunga e immensa distesa d'acqua veniva interrotta da qualcosa...era la terra.-Guardate! Siamo arrivati! Quella è l’America!- 

Colcannon: è un piatto tipico Irlandese
 

ANGOLO DI UN'AUTRICE CHE STA CERCANDO DI SCAPPARE DAL MOMENTO DI FURIA OMICIDA DI SOL:
  *Usa Ultimodrago come scudo protettivo*
(Ehi, ma perché proprio io?! NdUltimodrago)
(Perchè ancora non ti ho perdonato...e tu sai per cosa NdCharlie)

Prima che Sol e Sery, arrivano armate di Ascia di Danimarca e Spada falsa di Trunks, avvolte entrambe dall'aura violacea di Bielorussia, volevo precisare che questo era solo un capitolo per presentare i nuovi personaggi e che dal prossimo subentreranno quelli di Hetalia.
Ok, detto questo, lanciatemi tutti i pomodori che Spagna si è offerto gentilmente di prestarvi, per poterli lanciare contro me, mentre sventolo la bandiera bianca che Veneziano mi ha regalato,capendo che ne avrò bisogno.

Per Sol: Ti aspettavi l'Oc Argentina vero?! Era solo una piccola bugia che avevo inventato per farti stare tranquilla! *Ultimodrago la salva dall'ascia di Danimarca*


 
 
   
 
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